bring her back - torna da me regia di Danny Philippou, Michael Philippou Australia 2025
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bring her back - torna da me (2025)

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locandina del film BRING HER BACK - TORNA DA ME

Titolo Originale: BRING HER BACK

RegiaDanny Philippou, Michael Philippou

InterpretiBilly Barratt, Sally Hawkins, Mischa Heywood, Jonah Wren Phillips, Stephen Phillips

Durata: h 1.44
NazionalitàAustralia 2025
Generehorror
Al cinema nel Luglio 2025

•  Altri film di Danny Philippou
•  Altri film di Michael Philippou

Trama del film Bring her back - torna da me

La la storia ruota attorno a un fratello e una sorella che, trasferitisi nella casa isolata della loro nuova madre affidataria, si imbattono in un oscuro e terrificante rituale.

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Voto Visitatori:   6,92 / 10 (18 voti)6,92Grafico
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Voti e commenti su Bring her back - torna da me, 18 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Cesc86  @  11/09/2025 03:18:57
   2½ / 10
Lento e penoso, per non parlare del complicatissimo rito...bocciatissimo

TheLegend  @  10/09/2025 22:56:16
   6½ / 10
La sceneggiatura balbetta un po' a tratti ma è un horror tutto sommato curato.
Ho preferito il film precedente di questi registi.

anthony  @  10/09/2025 15:55:18
   8½ / 10
Mentre "Talk to Me" aveva un lato leggero e divertente, dovuto soprattutto al fatto che i protagonisti fossero degli adolescenti e che l'elemento soprannaturale venisse da loro gestito come una sorta di burla: la seduta spiritica e la momentanea possessione come un gioco da fare in gruppo. Non che "Talk to Me" non fosse un horror tragico e con il dolore a fungere da perno, ma la cappa plumbea e funesta veniva stemperata da tanti momenti quasi da teen comedy, e lo stesso stile dei Philippou era più sbarazzino, con quei movimenti di macchina da vertigini, le panoramiche a schiaffo, lo sguardo funambolico su questi party a base di evocazioni dritte dall'inferno.
Con Bring Her Back cambia tutto, tanto che si stenta a credere che alla regia e alla sceneggiatura ci siano due giovanotti poco più che trentenni, data l'enorme maturità e la gravitas con cui si affronta lo strazio per la perdita di una persona amata e il concetto stesso di mortalità; c'è una comprensione, intima e profonda, della sofferenza e di come questa può non solo spezzarti, ma anche trasformarti in una persona feroce e priva di umana pietà. Laura non è un mostro, e anche la scelta di farla interpretare a un'attrice come Sally Hawkins dice tanto delle intenzioni dei Philippou, che hanno evidentemente letto House of Psychotic Women e lo hanno imparato a memoria: la personalità del personaggio resta tutto sommato invariata, siamo in grado di vedere e riconoscere questa donna brillante, capace, preparata nel suo campo, ci rendiamo conto del motivo per cui le vengano dati in affido bambini e adolescenti; non è una facciata messa su per ingannare il prossimo, è la sua natura, ma questa natura è stata corrotta ed erosa da una forza molto più potente, un dolore così grande da spazzare via tutto il resto. Anche la determinazione di Laura nel portare a termine il suo piano è agghiacciante, perché assolutamente inflessibile. È spaventosa, è detestabile, però non va mai un solo istante sopra le righe ed è sempre comprensibile.

Per questo Bring Her Back non è mai divertente e non possiede alcun lato giocoso; persino nelle poche sequenze che parrebbero fungere da alleggerimento comico, i Philippou inseriscono tutta una serie di dettagli sbagliati, una nota stonata che ci tiene all'erta e ci rende impossibile rilassarci. Vedasi, per esempio, la scena dopo il funerale del padre di Piper e Andy, che arriva abbastanza presto nel minutaggio, quando ancora le intenzioni di Laura e il vero scopo della presenza di Oliver non ci sono chiari, e possiamo cullarci nell'illusione che Laura voglia davvero rendere la giornata dei due fratelli meno complicata facendo passare loro una bella serata. Non vi dico, per ovvi motivi, ciò che accade, ma è il momento in cui la scrittura dei personaggi viene fuori al meglio e in cui si ha l'esatta percezione di dove si stanno dirigendo i registi.
Il loro approccio è infatti quello di non dare spiegazioni, né dell'impianto soprannaturale della vicenda né della psicologia dei personaggi e del loro agire all'interno del film. Anche se ciò a cui assistiamo ha le radici piantate in un passato recente, non è interesse dei Philippou raccontarcelo; ci viene fornito il minimo indispensabile giusto per non sentirci troppo smarriti e poi ci tocca passare un centinaio di minuti in una bolla, anzi, in un cerchio, dove viene dato tutto per scontato e sono soltanto le immagini a parlare, dove è nostro compito decifrare una lingua per la quale non esiste un dizionario.
Come soltanto i grandi registi sanno fare, i Philippou fanno parlare poco gli attori e tantissimo i personaggi, e qui risiede la vera forza del loro secondo film.
I due fratelli australiani scelgono uno stile quasi opposto rispetto a quello di Talk to Me: Bring Her Back è un film molto più statico, con la macchina da presa che si muove poco e preferisce stare fissa sui personaggi, creando una serie di quadri fissi atti a darci un'idea molto precisa dell'ambiente (passiamo in quella casa quasi la totalità del film) e della disposizione degli oggetti e delle persone in campo. Dà molto respiro alla recitazione, fa comunicare i volti perché vi si sofferma a lungo e non distoglie lo sguardo, ti tira dentro a questa storia con tanti piccoli trucchi di prospettiva, di fuoco, di false soggettive e punti di vista impossibili. A volte guardiamo lo svolgersi degli eventi con gli occhi di Laura, a volte con la visione offuscata di Piper, spesso con la mente provata e incandescente di Andy. Ma ci sono dei momenti in cui è chiara la presenza di un osservatore esterno, malevolo, che si affaccia su questa casa dall'alto e si mette in attesa che la tragedia si consumi.
Capisco chi preferisce Talk to Me a Bring Her Back, perché sono la prima a dare importanza al lato ludico del cinema dell'orrore, ma un film così intenso ti esce una volta nella vita, se sei fortunato e, per quanto mi riguarda, non ho dubbi: è un passo avanti gigantesco.

1 risposta al commento
Ultima risposta 11/09/2025 03.17.23
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Biasx  @  10/09/2025 11:52:34
   8 / 10
"Bring Her Back" è un piccolo capolavoro di tensione e orrore familiare che supera nettamente il precedente "Talk To Me", che non mi aveva convinto. I fratelli Philippou costruiscono una storia semplice ma disturbante, dove la morte del padre e il lutto dei giovani protagonisti diventano terreno per rituali proibiti, possessioni e atmosfere malsane. Sally Hawkins domina la scena con un'interpretazione magistrale e inquietante, dando vita a un'antagonista memorabile. Il film non risparmia colpi di scena, evita gli spiegoni e culmina in un finale duro ma coerente, regalando un'esperienza horror intensa, disturbante e difficilmente dimenticabile.

Jumpy  @  09/09/2025 14:27:48
   6½ / 10
Come il precedente, i protagonisti sono prevalentemente giovanissimi, qui però scompaiono completamente i toni da teen-horror anni '80, questo film è cupo ed angosciante già dai primi minuti

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e per il contesto in cui si troveranno i 2 ragazzi.
C'è una sottile componente psicologica

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qualche scena disturbante, già iconica

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Il film perde colpi vistosamente quando si introduce la faccenda

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Anche stavolta, ci sono fotografia e attori niente male, ma una storia non particolarmente originale e che in certi passaggi non regge.

BlueBlaster  @  07/09/2025 11:09:16
   7½ / 10
Sinceramente speravo fosse più spaventoso ma è comunque un passo avanti rispetto al buon "Talk to me" ed una conferma per i registi.
Parecchio cupo e macabro, con alcune scene "pesanti" da vedere.
Diretto ed interpretato molto bene, con un bel climax ed una valida colonna sonora.
Entra a far parte della cerchia degli ottimi horror di questo decennio.

topsecret  @  04/09/2025 14:08:09
   6½ / 10
Il tema e lo sviluppo del film non è tra i più originali ma ha la capacità di rendersi discretamente interessante e coinvolgente. Nonostante la prevedibilità che lo caratterizza, BRING HER BACK può contare su una performance attoriale apprezzabile e una sceneggiatura che propone una certa atmosfera malsana che indubbiamente aiuta nella visione, coinvolgendo e tenendo in costante attenzione lo spettatore. Non tutto è chiarito al meglio ma la sostanza del film si fa apprezzare senza sforzo alcuno.

Cinder  @  30/08/2025 23:11:37
   10 / 10
atreides  @  30/08/2025 16:54:28
   2 / 10
A me ha fatto letteralmente cag.. e, dopo poco si capisce dove andrà a parare, e il resto della trama è un lento strascicarsi fino al prevedibile finale, per me deludente

zerimor  @  12/08/2025 18:06:35
   6½ / 10
"Talk to me" non mi prese né convinse per nulla e tuttora non ne capisco il clamore/esaltazione. La coppia di registi australiani torna con un secondo lavoro meno ingenuo e più adulto ma che non si discosta dalla via tracciata dalla pellicola d'esordio. I toni qui diventano più seri e opprimenti e in generale si nota un netto miglioramento.
Tuttavia la sceneggiatura è all'acqua di rose con palesi buchi e forzature e che ha il sapore di già visto un numero spropositato di volte.
Gli episodi di forte impatto non mancano, ma complessivamente è un film che "morde" con poca originalità.
Decisamente buone invece regia e recitazione, i motivi per i quali non boccio totalmente "Bring her back".
Un horror pronto a diventere oggetto di mistificazione di massa senza apparente motivo.

andrea9002  @  11/08/2025 16:44:50
   7½ / 10
Il lavoro precedente di questi registi/youtuber era piuttosto commerciale anche se molto ben fatto ed anche abbastanza notevole per essere un'opera prima ma qui si va ben oltre...

Questo film si può definire qualunque cosa meno che commerciale ed al contrario tenta di essere un pugno nello stomaco ed andare oltre i limiti che normalmente non vengono mai valicati e mostrati esplicitamente... tipo violenza estrema su bambini o persone con invalidità!

Qualche scena mi ha fatto veramente distogliere lo sguardo ma nel complesso si guarda perchè le prove attoriali sono ottime ed anche i trucchi davvero ben fatti poi si vuole scoprire cosa c'è sotto le apparenze di normalità che nascondono macabre verità.

In alcuni tratti avevo quasi mollato ma devo dire che l'ultima parte del film vale veramente il prezzo del biglietto...

registi da seguire visto che gli piace osare nell'horror... avranno di che farci rabbrividire in futuro!

Febrisio  @  09/08/2025 16:44:35
   7½ / 10
I due registi tornano dopo Talk to Me, un filmetto un po' adolescenziale e ammiccante, ma capace di costruire una buona atmosfera.
Qui restiamo sulla falsariga del precedente, in cui la sottile linea tra vita e morte è valicabile in un senso e nell'altro, ma stavolta l'atmosfera è più cupa, realistica e piacevolmente disturbante.
La tensione è palpabile dall'inizio alla fine, anche se alcuni sviluppi sono prevedibili, il modo in cui si svolgono li rende comunque avvincenti. Devo dire che, al contrario, altre cose non me le sarei affatto aspettate.

Da vedere perchè sicuramente è tra i migliori horror del 2025.

Phenomeno  @  05/08/2025 20:23:32
   7 / 10
Buon horror e non e' poco tenendo conto che e' sempre cosa rara riuscire a trovare un prodotto eccellente in questo genere di film. 2/3 scene forti che rimarranno nella memoria degli spettatori per qualche tempo. Certo non si esce particolarmente turbati dalla sala e forse rispetto a talk to me c'è stato un piccolo passo indietro, non tanto dal punto visto tecnico, recitativo e dello svolgimento narrativo su cui c'è poco da eccepire, però rispetto al primo film dei registi trovo ci sia meno inventiva e divertimento. Magari talk to me era meno "perfettino" nella cura formale di questo, ma più originale

76mm  @  04/08/2025 15:45:29
   6½ / 10
Evidenti problemi di sceneggiatura, ma anche una capacità di messa in scena ed una consapevolezza dei propri mezzi che all'opera seconda può legittimare l'inserimento dei gemelli australiani nell'elenco dei registi da tenere d'occhio della nuova generazione dell'horror.
Anche soltanto per essere fra i pochi ad aver capito che la scelta del cast e la direzione degli attori non sono solo inutili orpelli in questo genere di film e che quando è necessario bisogna avere il coraggio di sporcarsi le mani (in pochi oserebbero fare quello che fanno loro sui corpi di bambini e adolescenti).
Temi alti (anche se un po' risaputi) e macelleria bassa, un connubio che se ben gestito può regalare grandi soddisfazioni.
Però per fare il vero salto di qualità la scrittura andrebbe curata un po' meglio…rispetto il parere di chi pensa che il non spiegare le cose aumenti il senso di mistero ed inquietudine ma personalmente non sono d'accordo…se sei davvero bravo le cose le spieghi (il che non vuol dire che tutto debba avere un senso logico ma solo che vada fatto un tentativo per cercare di darglielo…) e fai in modo che risultino misteriose ed inquietanti comunque...
Il tempo per migliorare non gli manca (sono classe '92) e comunque anche già così siamo due spanne sopra alla media.
Se capiscono l'importanza della sceneggiatura mi aspetto il capolavoro a stretto giro.

Oskarsson88  @  02/08/2025 10:50:42
   6 / 10
Non sarebbe male, il plot è funzionante ma

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Manticora  @  01/08/2025 08:55:31
   8½ / 10
Secondo film per i due fratelli registi australiani e scommessa vinta, nonostante il pubblico soprattutto USA e getta non abbia gradito più di tanto Bring her back è un piccolo eccellente capolavoro di tensione e orrore famigliare che partendo dall'elaborazione del lutto riesce a creare un piccolo mondo malsano racchiuso tra le mura di una casa sgraziata e isolata, che assieme alla piscina vive nel cerchio di calce che serve a tenere separato il tutto dal mondo esterno. Se Sally Hawkins si mangia letteralmente con la sua interpretazione la storia mettendosi al centro come novella strega in erba che pasticcia con magia nera e necromanzia credendo di poter avere il controllo studiando il rituale grazie ad una VHS clandestina che mostra qualcosa che non dovrebbe MAI essere provato i giovani protagonisti sono ancor più efficaci. Partendo da loro e dalla loro personale elaborazione del lutto dopo la morte del padre i Brothers Philippou costruiscono una sceneggiatura semplice, ma spaventosa che non risparmia colpi di scena, evita gli spiegoni e porta ad un finale duro che non lascia però niente al caso. Spero almeno in una nomination per Sally per l'interpretazione di Laura, sarebbe dovuto, e ora non c'è due senza tre per i fratelli Philippou.

neverhood  @  30/07/2025 22:10:40
   9 / 10
Visto senza sapere molto di cosa trattasse, nè informandomi sul regista (visto dopo che è lo stesso di Talk to Me, che avevo particolarmente apprezzato)...e niente...un piccolo gioiellino. Sinceramente erano anni che un film non mi inquietava e disturbava a questi livelli, in certi momenti quasi insostenibile. Malsano e pregno di un terrore che entra proprio sottopelle, non risparmia proprio nulla


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Prova attoriale di Sally Hawkins da oscar. Stupendo

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/07/2025 11:20:28
   8 / 10
La prova seconda è sempre una fonte di trappole, specialmente se vieni da un successo come Talk to me. Personalmente non solo l'hanno superata, ma sono andati anche meglio, rispetto al primo film. In comune c'è l'elemento di elaborazione di un lutto. Ma dove nel primo film, soprattutto nella prima parte, c'era più leggerezza, in Bring her back siamo fronte a tonalità più serie, se vogliamo. Un ragazzo e la sua sorellastra dati in affidamento ad un ex assistente sociale che abita fuori città in una casa lontana da tutto e dove vive anche un ragazzino che definire inquietante è poco. Quasi un Hansel e Gretel moderni nell'antro di una strega. In mezzo a rituali conservati su VHS, possessioni e cannibalismo, il film si muove in lidi piuttosto malsani e torbidi dove troneggia la Laura di Sally Hawkins, che non sarà un mostro di bellezza fisica, ma è un mostro di bravura. Un'antagonista difficile da dimenticare e che offre un personaggio sinistro e manipolatore quanto tragico. I fratelli Philippou curano bene sia i personaggi che le atmosfere e piazzano un paio di scene piuttosto dure. Ci sanno fare, a mio parere, avendo anche una caratteristica che non dispiace: i loro film finora sono immuni dal germe dello spiegone e lasciando in parte quel senso di indeterminato, ne accresce inquietudine e fascino. Da vedere tenendo presente che è diverso da Talk to me.

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