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Teletrasportare un cowboy nell'America di oggi vuol dire portare il mito in un contesto estraneo, quindi viene da sé che il racconto di BRONCO BILLY non è un normale racconto ambientato nell'America rurale e legato al folklore del posto, ma è un intriso di nostalgia e realtà che si trasforma in un dramma compatto e sensazionale, che smette di poter essere un film indimenticabile quando decide di non spiccare in questo senso, mancando di palpiti tragici e prendendo una piega più soft, fatta di un romanticismo un po' frivolo e di una comicità che prende il sopravvento. Clint Eastwood spiega cos'è per lui il cowboy oggi, ovvero l'eredità di un mito che trasmette un certo tipo di personalità virile e a suo modo eroica, e lo fa attraverso sé stesso, il suo carattere e il suo personaggio, che per quanto involontariamente sembra essere un unica cosa, quasi come se i suoi svariati personaggi col cappello e cravattino texano e stivali in pelle fossero la stessa presenza umana eterna nelle diverse epoche e adattabile alle situazioni. Da ciò che si evince da questo film, un cowboy nei nostri tempi non potrebbe che essere un fenomeno da baraccone, e questo non può lasciare indifferenti.
Sinceramente a me Clint un pò ha stufato. Trama che non mi è sembrata originale e sviluppo sulla falsariga di tutti gli altri (faccia da duro, lui è invincibile, non ne prende mai, lieto fine). E ne ho ancora parecchi da guardare dell'Eastwood regista.
La spensieratezza utilizzata per girarlo è esattamente la stessa che percepisce lo spettatore per l'intera durata. Un filmetto molto semplice ma fatto con passione ed amore per ciò che racconta, ovvero un gruppo di girovaghi ex sbandati che tirando a campare alla bell'è meglio cercano di trasmettere il sapore del vecchio west in giro per l'America. Come detto, con gran semplicità ed un bel gruppetto di attori il buon Clint colpisce di nuovo nel segno; lasciando come unico rammarico l'impossibilità di essere fisicamente parte di questa calorosa quanto sgangherata famiglia.
Da confrontare con il "Knightriders" di Romero, uscito appena l'anno dopo.
Da adoratore di Clint devo ammettere che questa media è un pochino alta, sicuramente è un film minore sia di notorietà che di tematiche..che tecnicamente. Come detto le tematiche non sono forti ed importanti come quelle a cui Clint ci abituerà negli anni a venire...sono comunque interessanti...la famiglia nel senso più ampio del termine(che non per forza deve essere quella di sangue o legale), il denaro che non fa la felicità ed il fatto che chi semina raccoglie.... Stranamente Eastwood offre una interpretazione più coinvolgente e diversificata rispetto alla norma, in cui le espressioni sono più o meno sempre quelle, si vede che era divertito a fare questo film/parodia che riguarda anche la sua carriera artistica...e forse è anche che l'attrice co-protagonista era sua compagna all'epoca!
Un film "minore" di Eastwood che non ha grande originalità ma che è in possesso di una trama semplice e lineare che trasmette tanto buonumore e si lascia seguire in maniera molto godibile. Un granitico ma simpatico Clint è l'artefice di una commedia divertente e disincantata che merita senza dubbio di essere riconsiderata positivamente.
Bronco Billy è uno dei personaggi migliori di Eastwood in assoluto. Completamente antitetico a molte delle sue intepretazioni precedenti a questo film, questo personaggio colpisce per la sua purezza d'animo, per questa sua voglia anacronistica di mantenere vivo il mito del selvaggio west. Ci sono sequenze che ricordano l'incedere del western, in particolare l'assalto al treno o il dialogo virile tra Billy e lo sceriffo, ma sono palesemente fuori dal tempo. Solo in un circo scalcagnato in cui nessuno degli artisti è un vero cowboy, si mantiene vivo quel ricordo. Un film da recuperare.
Raggazi che genio Clint,per dire addio ai film western fa un film di un'intelligenza unica,io ci ho visto un po' anche la vita di Clint,che è diventato un " Cow Boy" per il cinema,mitiche alcune scene. Grande Clint grazie
Due personaggi che hanno condotto la loro vita mirando all'apparenza, si incontrano e scoprono sé stessi. Lento in alcuni punti, dialoghi altisonanti, pensavo meglio..
Non un capolavoro, ma un film prezioso. Diretto ed interpretato daun Clint Eastwood che da prova di grande inelligenza ed autoironia questo film celebra la fine del west inscenando uno spettacolo sotto un tendone a stelle e striscie. La pellicola non lascia nulla al caso ed ogni scena ha una sua ragione intrinseca di esistere. Un bel film.
Film che mi ha sorpreso in positivo ma ormai dovrei esserci abituato perche il marchio Eastwood e' sinonimo di qualita'! Anche quando cerca di prendere tutto sul ridere riesce a sfornare qualcosa che e' piu' importante di una semplice commedia. E' un altro di quei film che celebra un genere ormai passato di moda,che dice addio a quelle figure del western a cui eravamo affezzionati e presenta un protagonista che incarna chi si e' ormai accorto di essere fuori moda e che deve sbarcare il lunario per andare avanti. Da rivalutare
Come già detto da molti, è l'ultimo film a celebrare lo spirito del "wild west" con tutta la sua mitologia moderna e antica insieme. In un certo senso si puo' collegare all'operazione analoga di Peckinpah (v. Ultimo buscadero) di otto anni prima. Film splendido e celebrativo sulla fine di un'era, sull'epilogo di un mondo che vive di soli ricordi... Eastwood memorabile. Un fiasco al botteghino, ma da recuperare ad ogni costo: è uno dei film piu' sinceri che io abbia mai visto