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Un grande film “romantico”, nel senso che in genere si dà in letteratura: la storia di un grande uomo al di sopra delle piatte regole sociali, delinquente eppure pieno di nobili sentimenti e di slanci eroici. Un po’ la costante di tutti i film di Leone: una società senza regole, bacata fin nel midollo dove vige la legge del più forte ma che serve però solo a mettere in risalto l’”eroe”, l’uomo di grande fascino, senza scrupoli ma di animo nobile e di grandi sentimenti. Tutto sommato una visione ottimista: anche se l’eroe poi finisce male, l’eroe però esiste, i nobili sentimenti esistono. Non ho potuto fare a meno di confrontare questo film con “Arancia Meccanica” (espressamente citata nell’episodio delle culle), dove la violenza e chi la usa viene trattato in tutt’altro modo, molto molto più realista e pertinente. I rapporti che legano la banda di Alex sono molto più comprensibili rispetto a quella di Noodles. Ho avuto l’impressione che il personaggio di Noodles stonasse un po’ con il film. Il suo carattere, il suo buon cuore, i suoi nobili sentimenti mal si accordano con una vita tutta dedita al crimine, alla violenza, alla sopraffazione. Tutto il tempo che passa (10 anni di prigione, 35 anni di vita oscura) hanno solo lo scopo di ingrandire e nobilitare i suoi sentimenti e basta. Di romanzato c’è molto nella storia, però io non me la sento di condannare questo film solo perché usa i mezzi stracollaudati della letteratura e del cinema di “consumo”. Perché nell’arte non c’è solo il contenuto ma anche la forma e l’arte inarrivabile di Leone è quella di dare forma concreta ai sentimenti, alle emozioni, all’animo umano. Delle scene così vere, così cariche che in alcuni momenti non si può fare a meno di commuoversi e questo con grande semplicità, semplicemente con uno sguardo e soprattutto con un sorriso.