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Insomma il nostro caro Kubrick si ostinava a raccontare storie di personaggi a cui non gliene frega niente a nessuno… non mi è piaciuto per niente, noioso, e poi mi chiedo perché usare quella voce narrante martoriante quando c’è la possibilità di usare dei dialoghi magari molto belli… si possono perdonare questi errori a Kubrick dai, anche perché è solo da lì a poco che diventerà un gran regista. Però lasciatemi dire che se 15 minuti annoiano a morte non è proprio un gran segno.
Documentario del 1951 di Stanley Kubrick, quello che si può considerare il suo primo film è la giornata di Walter Cartier, pugile peso medio, prima di un suo incontro importante. L’idea nasce da un servizio fotografico dello stesso Kubrick e il documentario fu venduto per 4.000 dollari, naturalmente il regista ha curato anche il montaggio, la fotografia, la scenografia ecc. Nella prima parte c’è una breve descrizione della box e in generale del suo mondo, la seconda invece è molto interessante, i momenti cruciali della giornata del lottatore, dalla colazione al pranzo, dai preparativi all’attesa nello spogliatoio. Si conclude con il combattimento e con una frase molto suggestiva: “For him it’s the end of a working day”. E’ sempre interessante vedere l’inizio della carriera di un genio.
Notevole corto di Kubrick, ammirabile proprio nelle uniche parti in cui possa fare la differenza un talento alle prime regie con carenze di fondi: il montaggio e la capacità ad inquadrare. Come "Fear and Desire" me lo aspettavo esattamente così.
Un buon cortometraggio dove Kubrick fa vedere di che pasta è fatto, con l'indubbio talento della messa in scena ed un certo gusto per l'inquadratura figlia della sua origine di fotografo. Buona la struttura con l'aumentare lento e progressivo della tensione prima del match, con tutti i praparativi e i suoi riti. Si affacciano già alcuni temi cari a Kubrick come quello del doppio.
Eccellente come documentario, ma anche come prodotto della produzione kubrickiana. Uno stato di ansia pervade l'intera durata della proiezione -solo un quarto d'ora- fino a culminare nell'enfasi dell'incontro. Ecco una primissima testimonianza dell'ancora giovane occhio scavatore di Stanley.
Visto ieri sera, questo corto di Kubrick che non conoscevo è stata una lietissima sorpresa. Dieci minuti intensi, in cui si racconta la storia di un pugile che vive la sua vita come un'attesa, aspettando solo di poter salire sul ring e sentirsi vivo. Con questa figura del gemello col quale convive, che ha un ruolo positivo nella vicenda, ma al contempo è quasi la sua ombra e pertanto getta nello spettatore un certo dubbio e inquietudine. Dieci minuti in cui Kubrick mostra già il suo stile e il suo talento, qui chiaramente ancora inespressi, ma che lo porteranno ad essere, a mio modestissimo parere, il più grande regista di tutti i tempi.
P.S. Leggevo che molti hanno difficoltà a reperire questo cortometraggio: io l'ho trovato come extra nel DVD di Tokyo Fist di Tsukamoto, edizioni Raro Video. Lo consiglio a tutti, un film capolavoro più questa chicca di Kubrick al prezzo di uno. Se non conoscete ancora Tsukamoto, è il momento di farlo.
Altro cortometraggio giovanile di Kubrick, decisamente migliore di Flying Padre. Comunque, tutti questi filmini non testimoniano granchè, se non un promettente uso della telecamera, riscontabile soprattutto in alcune scee sul ring. Piccoli registi crescono...