Un giurato in un processo per omicidio si rende conto che potrebbe aver causato la morte della vittima e deve lottare con il dilemma se manipolare la giuria per salvare se stesso o rivelare la verità e consegnarsi.
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Mah, a me sinceramente non mi ha convinto più di tanto; non è ne carne ne pesce, nel senso che non lo metti tra i thriller che ti tengono in tensione col colpo di scena finale ne tanto meno un giallo investigativo che ti portano a una rivelazione finale. Qui hai chiara volontariamente tutta la vicenda e la storia gira intorno a un unico concetto sul quale farti riflettere : "Giustizia o verità?" . Il film tende a farti immedesimare nel protagonista e nel farti chiedere cosa avremmo fatto noi al posto suo ed è così che va avanti per le 2 ore di pellicola con un ritmo neanche tanto veloce e in alcuni punti va verso la noia. Ci si sofferma mettendo sotto la lente di ingrandimento le pecche e il marcio del sistema giudiziario americano. niente male Nicholas Hoult nel ruolo del bravo ragazzo, sprecato invece J.K. Simmons e Kiefer Sutherland relegati in ruoli marginali e dimenticati nel corso della storia. La regia inutile parlarne : è sempre Clint! anche a 94 anni; ottima anche la fotografia....ma in buona sostanza preferisco altri lavori suoi ed è un peccato perchè forse questo sarà il suo ultimo film.
Clint #2: lo smargiasso depistante La filmografia registica d'Eastwood tende a ricadere in due macrocategorie: l'eroe con o senza macchia. Nel primo caso la vulnerabilità dei protagonisti, il loro tallone d'Achille, li rende tanto umani quanto figure da tragedia greca; il secondo caso è riconducibile a un'apologia di sé come WASP anarcoindividualista la cui saggezza acquisita con gl'anni lo renderebbe un essere superiore. Purtroppo "in arti**** mortis" sceglie l'opzione presuntuosa: la gerontocrazia di Collette, Simmons e Messina sa come, dove, quando e quanto infrangere le regole pur di giungere alla soluzione, hanno ancora fede ("Faith") nei princìpi etici e nei valori morali, non si lasciano fregare dalle semplificazioni altrui, dai bias di conferma o dalle argomentazioni manipolatorie dei pischelli. Quanto disprezzo per quei neosposini. Fosse concesso loro il diritto di replica, liquiderebbero Clint in due parole: "Ok boomer". Ma cosa dire a un 94enne, "Ok matusa"?