il giovane favoloso regia di Mario Martone Italia 2014
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il giovane favoloso (2014)

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locandina del film IL GIOVANE FAVOLOSO

Titolo Originale: IL GIOVANE FAVOLOSO

RegiaMario Martone

InterpretiElio Germano, Isabella Ragonese, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Edoardo Natoli, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi

Durata: h 2.17
NazionalitàItalia 2014
Generebiografico
Al cinema nell'Ottobre 2014

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Trama del film Il giovane favoloso

Leopardi è un bambino prodigio che cresce sotto lo sguardo implacabile del padre, in una casa che è una biblioteca. La mente di Giacomo spazia, ma la casa è una prigione: legge di tutto, ma l'universo è fuori. In Europa il mondo cambia, scoppiano le rivoluzioni e Giacomo cerca disperatamente contatti con l'esterno. A 24 anni lascia finalmente Recanati. L'alta società Italiana gli apre le porte ma il nostro ribelle non si adatta.

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Voto Visitatori:   6,80 / 10 (54 voti)6,80Grafico
Miglior attore protagonista (Elio Germano)Miglior scenografo (Giancarlo Muselli)Miglior acconciatore (Aldo Signoretti, Alberta Giuliani)Miglior costumista (Ursula Patzak)Miglior truccatore (Maurizio Silvi)
VINCITORE DI 5 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior attore protagonista (Elio Germano), Miglior scenografo (Giancarlo Muselli), Miglior acconciatore (Aldo Signoretti, Alberta Giuliani), Miglior costumista (Ursula Patzak), Miglior truccatore (Maurizio Silvi)
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Voti e commenti su Il giovane favoloso, 54 opinioni inserite

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Mauro@Lanari  @  19/09/2023 14:30:11
   4 / 10
"Inizio talmente tanti progetti che non mi basterebbero quattro vite a realizzarli tutti. Sento che arrivano ma non posso fermarli, ognuno ha la sua ragione, a volte anche contraria a quella che avevo appena iniziato a tracciare". È la frase decisiva per comprendere il fallimento del Recanatese quale letterato e filosofo, qui da noi sciovinisticamente acclamato come genio (si sa che l'Italia è piena di geni compresi) pur di colmare la nostra penuria in entrambi gl'àmbiti culturali, m'altrove criticato per la carenza di sistematicità. Lo "Zibaldone" è davvero un crogiolo di pensieri incoerenti frammisti a improvvise folgoranti intuizioni, tanto quanto, passando dalla prosa alla poesia, non sono compatibili "L'Infinito" e "La Ginestra", illusione e disincanto, sentimento panico e natura matrigna, vitalismo e nichilismo, amore verso luoghi e parenti del proprio "natio borgo selvaggio" e loro demonizzazione, "smoderato e insolente desiderio di gloria" e pessimismo cosmico. La ginestra leopardiana esprime l'irrisolta ambivalenza maniacodepressiva d'un simile fiore del e nel deserto. Il celebre "studio matto e disperatissimo" nella biblioteca paterna fra le più ricche e apprezzate d'Europa deforma al figlio maggiore del conte Monaldo prima la psiche e poi il corpo: "Volete che passi i [...] giorni nella sterile occupazione di commentare gli autori antichi?" "La mia patria è l'Italia, la sua lingua e letteratura". Eppure il retaggio dei classici costituì una gabbia da cui Giacomo non riuscì mai a evadere, rendendolo più aulico ch'erudito. È per questo che lo devono insegnare a scuola: poiché, nonostante le sue ambizioni, ha continuato a usare una lingua ormai morta, bisognosa d'un apparato di note come il trecentesco Dante del Sapegno. La stessa "Ginestra" presenta in epigrafe una citazione del versetto evangelico Giovanni 3, 19 nel greco medio del Nuovo Testamento, il che, oltr'a essere inutile sfoggio di cultura, denuncia pure il persistere d'un pensiero schiavo della tradizione cristiana e del suo manicheismo. La logica de "il giovane favoloso" (così definito d'Anna Maria Ortese in "Pellegrinaggio alla tomba di Leopardi", contenuto nella raccolta "Da Moby Dick all'Orsa Bianca-Scritti sulla letteratura e sull'arte", Adelphi 2011) è infatti binaria e dicotomica, "tertium non datur", e ciò ne limita l'intelletto relegandolo fra gl'inattuali. Affermazioni come "magnifiche sorti e progressive" sono intramontabili ma non appartengono a una riflessione organica (poi gli studiosi decidono in quante sottofasi vada distinto il suo percorso creativo). "La ragione umana non potrà mai spogliarsi di questo scetticismo, perché contiene il vero. [E il vero] consiste nel dubbio. Chi dubita sa, e sa più che si possa." Bene, bello, senonché per Leopardi il dubbio non è sinonimo d'autocritica bensì d'autocontraddizione. Martone avrebbe comunque il merito d'aver riscoperto, del c.d. "Schophenhauer d'Italia", pure il lato edonistico? Forse qualcuno s'è dimenticato l'assunto fermament'espresso a riguardo del suicidio nello "Zibaldone": la vita deve tornare a essere "cosa viva e non morta" e la religione deve riacquistare il suo credito, altrimenti il mondo diverrà "un serraglio di disperati, e forse anche un deserto", e andrà in perdizione se non tornerà in vigore il piano della natura che "si aggira sopra la gran legge di distrazione, illusione e dimenticanza." "La filosofia moderna non si dee [sic] vantare di nulla se non è capace di ridurci a uno stato nel quale possiamo esser felici" (http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaL/LEOPARDI_%20SUL%20SUICIDIO.htm). Certo era sperare troppo che il cineasta gettasse via il santino agiografico e oleografico facendoci conoscere anche i punti deboli del suo protagonista, però così ci troviamo con un film da liceali s'un autore da liceali. C'è edonismo nella trasposizione del regista? Semmai aneddotica folkloristica. C'è lirismo? Ancor prima mi chiedo quanto ce ne sia nei logoranti poemi del Recanatese. La resa visionaria di lui affranto disteso s'una riva dell'Arno, l'eruzione del Vesuvio, la statua che si sgretola hanno un taglio da fiction Rai-set, ognuno s'innamora seguendo gusti soggettivissimi, ma parlare di didattica neorosselliniana con lampi fellinian-viscontiani mi suona a dir poco fuori luogo. E l'Elio Germano che recita "L'Infinito" quasi per ispirazione divina, quand'abbiamo i manoscritti ch'attestano ripensamenti e "labor limae", è un falso storico (http://www.homolaicus.com/letteratura/infinito/poesia.htm).
Ps: la Regione Marche ha sostenuto il film con un contributo di 300.000 euro (https://web.archive.org/web/20150415000111/http://www.regioni.it/dalleregioni/2014/09/08/il-giovane-favoloso-spacca-dieci-minuti-di-applausi-valgono-una-vittoria-morale-363433/) e sui titoli di coda il primo a essere ringraziato è il presidente Spacca, all'epoca fresco d'iscrizione nel registro degl'indagati per peculato (https://www.google.it/search?&q=Gian+Mario+Spacca+indagato).

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/09/2023 19.11.21
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antoeboli  @  01/10/2021 17:13:14
   5 / 10
Film che parla di G.Leopardi,ma soffermandosi sulla sua vita privata,e molto sporadicamente sulle sue opere.Viene fatto un sunto di quasi due ore dei momenti piu importanti del poeta,che quasi tutti dovremmo conoscere avendolo studiato a scuola.
Molto convincente la prova di E.Germano,insieme ad una bella scenografia,tra l'altro film girato a Recanati grazie agli antenati del poeta che hanno aperto le porte a documenti e luoghi dove egli amava accedere.
Per il resto è un voto personale,perchè l'ho comunque trovato abbastanza noioso in diversi momenti,seppur io ho adorato diversi film biopic.Questo proprio non mi ha convinto del tutto .

DogDayAfternoon  @  27/02/2021 23:19:16
   5 / 10
Leopardi, una di quelle figure che ti inculcano da quando inizi a parlare fino al giorno della maturità, e che per forza di cose finisci per odiare, sperando un giorno quando sarai più grande di apprezzarlo maggiormente. Pensavo che quel giorno potesse essere arrivato vedendo questo film, molto lodato dalla critica, ma non è stato così: ci ho trovato ancora più noia e ancora meno interesse di quanto provato a scuola.

Piccola digressione: non ho mai capito l'accanimento della nostra istruzione verso la poesia e soprattutto verso le solite note figure, non vedo cosa possa avere di più formativo la poesia rispetto all'arte, alla musica, e perché no al cinema. Perché devo studiare "A Silvia" dalle elementari alle superiori (qualsiasi sia l'indirizzo scelto, dall'istituto professionale al liceo) di cui non ci capisco niente e non mi dà nessun tipo di formazione e di stimolo, e non invece che ne so il "Nabucco" di Verdi o qualche dipinto dei tanti maestri italiani, a meno che non abbia scelto un indirizzo specifico? Sono del parere che se a scuola si studiassero meno poesie e più arti in senso lato, sia la cultura che la formazione ne gioverebbero.

Chiusa la parentesi fuori argomento, come anticipato il film l'ho trovato pesantissimo, ben interpretato da Elio Germano e con delle belle immagini ma troppo irrealistico, come scrivevano altri prima di me mi sembra impossibile che Leopardi, per quanto strano, se ne possa essere andato in giro per le strade parlando in versi. Originale la scelta delle musiche.

Sicuramente non è un film che avvicina allo scrittore e all'argomento

Oskarsson88  @  19/01/2020 11:34:26
   4 / 10
Di una noia mortale, ho fatto una fatica immensa a finirlo. Regna il tedio.

faluggi  @  05/11/2015 18:46:47
   1 / 10
Lo stanno dando su SKY. Stoppato dopo 35 minuti, noioso all'inverosimile. Il cinema italiano è morto.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  11/10/2015 13:10:41
   5½ / 10
Bravo Elio Germano nell'interpretare Leopardi, visto che è vicino all'immagine che mi ero fatto di lui nello studiare letteratura. Ed è proprio questo uno dei difetti che ho riscontrato nel film, ovvero l'essere eccessivamente "didattico", letterale, poco film e quindi poco coinvolgente. Altra critica per me importante è che il passaggio da un periodo al successivo della vita del poeta non è stato realizzato in modo consono.

baronepdg  @  05/11/2014 13:31:10
   4 / 10
il bello di qs film è solo la prova tecnicamente superlativa di Elio Germano.
Per il resto lo consiglio solo agli amanti della letteratura, ai quali io non appartengo. Infatti mi sono addormentato.

Invia una mail all'autore del commento francescofelli  @  04/11/2014 09:03:00
   4 / 10
Inizierò col dire che il film mi ha lasciato perplesso, come quando contemporaneamente si assaggiano un sapore squisito ed uno raccapricciante.
Perchè in queste lunghe e ripetitive due ore e trenta ci sono pari virtù e difetti; una contemporanea connivenza cui non ricordo di aver assistito altre volte.
Non mi riferisco solo all'eccellente recitazione di Germano cui fanno da contrappeso le incapacità di molti e molti altri, ma anche la fotografia è incoerente e discorde.
Macchina a mano senza alcuna giustificazione e con una totale noncuranza delle luci si oppongono a ritratti sapienti e movimenti ben curati.
Idem per le musiche, che spaziano tra generi esageratamente discorsi e non sempre (anzi quasi mai) azzeccati
La sceneggiatura, infine, è così sfilacciata da rendere impossibile il definire questo film come il racconto di una storia, ma seppure una lente su alcuni passaggi del vivere quotidiano di Leopardi, dove gli obiettivi raggiunti (attesi e condivisi dal pubblico per il resto del film) sono inspiegabilmente oscurati, a favore di voli pindarici a macchia di leopardi (o a cavolo di cane) senza un disegno (a me) manifesto.
Insomma nonostante un fantastico Elio Germano, nonostante la bellezza di poter ascoltare numerose canzoni del Leopardi e nonostante qualche paesaggio meraviglioso, il resto è null'altro che scorci mal raccontati di una vita assai più interessante.

JOKER1926  @  28/10/2014 01:38:42
   5 / 10
"Il giovane favoloso" è la figurazione di un personaggio di massima fama, parliamo di un classico della letteratura, Giacomo Leopardi.
La sensazione, però, che avvertiamo, e che il soggetto poco si adatti alle prassi del Cinema, quest'arte ha vissuto sempre nel segno della adrenalina o perlomeno nelle gesta d'autore. Di cose simili qui non notiamo nulla.
Leopardi appartiene, legittimamente, al mondo della letteratura e quindi ad un'arte che professa da seduta, nell'ottica di un film il personaggio perde smalto e inoltre, come se non bastasse, la durata lunga del film di Mario Martone è un'altra terribile beffa, quasi nevralgica.
"Il giovane favoloso" alberga in ritmi sconcertanti e in una ripetizione imbarazzante, in effetti intorno alla vita di Leopardi non esiste trama particolare. Diciamo che gran parte dell'avventura narrativa può "esistere" fino all'addio della citta natale di Recanati, poi il declino fisico del letterato.
Non avviene praticamente nulla, Mario Martone sfodera qualche buona inquadratura ma nel settore tecnico spicca poco altro, fotografia non all'altezza della situazione, si respira spesso un'aria da fiction.
Volendo, nel discorso della confezione, razionalizzare ulteriormente, salviamo il lavoro musicale forse persino inappropriato e troppo moderno rispetto al contesto, parliamo di una non corrispondenza.

Non vogliamo criticare ulteriormente il film ma siamo nella situazione, di coerenza e di criticità, idonea per poter dire che "Il giovane favoloso" è una pellicola di scarso mordente che ritrae uno scrittore di scarso mordente. Leopardi fu un talentuoso, forse il più grande, ma ricade solo fugacemente nel discorso della genialità.

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