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Per una volta Enzo non ha tutti i torti: questo è probabilmente il peggiore dei corti Pixar a causa del proprio infantilismo, ma ciononostante mantiene una propria dignità grazie alla grafica accattivante. E poi trovo altamente diseducativo per i bambini far vedere che l'unico pericolo per un giovane ovino sia la tosatura: il posto di ogni agnello che si rispetti è in una casseruola circondato da patate.
Mi sono detto: ''Ma si, per lo più perdo 5 minuti''. Infatti gli ho persi. Deficiente, inutile, cretino, senza senso. Sembra uno di quei cartoni che vanno in onda alle sei del mattino su Playhouse disney. E non ho testa per mettermi a fere le rime. Comunque io gli agnelli li ho sempre mangiati, da quando si tosano?
Inutile infierir sul povero agnello rapato per bene fin sotto al pisellø. Inutile pavoneggiarsi con ogni sorta di rima vogliosi come al solito di metterlo a pecørina. Gioite e saltate come fa il Lepronte anziché trascinarvi all'inferno traghettati da caronte. Passate una serata con amici, fra saltimbanco risate e bocce di vino a volontà, e garantisco che di notte, contemplando questo corto un mondo nuovo vi apparirà...
Uno spassoso corto delirante, una mezza genialata. E voi bruciate all'inferno maledetti cinici bastardi... Anzi ancora meio reincarnatevi in uno scarabeo stercorario, tiè.
Devo ammettere che è molto complicato votare e valutare un corto di tale portata. Prima di tutto bisognia dire che questo è un prodotto americano sfornato nell'aprile del 2004 dalla nota casa cinematografica "Pixar". "L'agnello rimbalzello" è stato creato da Bud Luckey che è un noto creatore e desiger americano, che ha contribuito a ben più celebri opere come "Toy Story " (1995), "A Bug's Life" (1998), "Toy Story 2" (1999), "Monsters & Co."(2002), "Alla ricerca di Nemo (2003)", " Cars" (2006), "Carl Attrezzi e la luce fantasma" (2006). Allegato al film "Gli incredibili", il corto narra di un giovane agnello che danzava felice nella propria prateria, riscuotendo amore e fama fra tutti gli animali. L'agnello però verra presto privato del suo candido e pomposo pelo, paragonato furbescamente nel corto al proprio orgoglio. Essendo soggetto delle burlate altrui il povero agnello si troverà ben presto in una situazione spiacevole piuttosto e anziche no. Ed ecco che entra in scena una figura criptica e iposomica chiamata "lepronte". L'ipostasi del lepronte è di difficile fattura, ma si potrebbe trasporre come l'amico ideale che l'agnello bramava da tempo. Il lepronte ben presto gli insegnò come adattarsi al proprio destino e che tutto si più combattere nella vita, in particolar modo saltando. un corto pregno di concetti criptati e sintetizzati in una artifiziosa e pragmatica storiella narrata da una voce soave. Ottimo lavoro.
Bwhahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaha (ATTIMO DI RESPIRO)ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaha
L'agnello senza il vello non sarebbe buono nemmeno per farci le cotolette o gli arrosticini da quanto è tisico. La filastrocca poi schiferebbe anche un bambino di 5 anni. Il tutto per giungere alla conclusione che il corto fa ******.
Io ci provo: Alla Pixar si son bevuti il cervello, questo corto è una cosa indecente, veder ballare uno stupido agnello con quella voce da deficiente è una cosa davvero fastidiosa, ci farei dei bei cosciotti al sugo altro che animale da tosa. Questi credono che siamo poppanti o al massimo minorati mentali, perché a far vedere sti animali danzanti, il Q.I. sprofonda a livelli anormali. E poi il lepronte, ma che roba è? Mai visto un essere più irritante il peggio è che non desta pietà, vien voglia di linciarlo con crudeltà per lasciarlo poi agonizzante, e sparargli, spezzargli le ossa torturarlo o finirlo all'istante, e vediamo se infine non gli passa di saltellar tutta la boria.
A volte non basta una grafica insigne per esumar dalla mente parole benigne, e il fulcro del gioco mi par proprio questo: l'inconsistenza usata come pretesto. A che può servire saltar come un pazzo se quando ti tosano ti si vede il .. no, va', diventi paonazzo? Che arriva il lepronte con la sua saggezza, et voilà la morale per la sopita gaiezza. Ma ciò è ancor più tristo di quel vecchio canuto che negli scacchi trovò un compagno più acuto.. Morte adunque all'agnello dal manto vaporoso poiché per me un 3 è più che generoso.
Qui invece la morale è: l'abito fa il monaco, anzi no, l'abito non fa il monaco ma chi la fa l'aspetti che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Oppure salta che ti passa, anzi salta questo corto o compra le Nike con le molle.
Ecco, qui invece si tocca il fondo. Anzi no, stiamo già scavando. Ci sono tanti animaletti che rimbalzano e filastrocche in rima. E ci si potrebbe anche fermare qui. Darei uno, ma non voglio rovinare il quadretto. Quindi 4.
Concordo in pieno con l'amico Freddy Krueger sul fatto che sia il lavoro pixar decisamente più brutto,ma c'è da dire anche che con tutta probabilità è stato fatto per il pubblico dei più piccoli,altrimenti non si spiegherebbero le canzoncine alla Teletubbies!