la rosa purpurea del cairo regia di Woody Allen USA 1985
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la rosa purpurea del cairo (1985)

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locandina del film LA ROSA PURPUREA DEL CAIRO

Titolo Originale: THE PURPLE ROSE OF CAIRO

RegiaWoody Allen

InterpretiVan Johnson, Dianne Wiest, Danny Aiello, Jeff Daniels, Mia Farrow

Durata: h 1.22
NazionalitàUSA 1985
Generecommedia
Al cinema nell'Aprile 1985

•  Altri film di Woody Allen

Trama del film La rosa purpurea del cairo

Durante la grande depressione degli anni Trenta, Cecilia, sposata a un ottuso maschilista prepotente, trova consolazione alla sua misera esistenza lasciandosi affascinare dai film a cui assiste. Un giorno, dallo schermo su cui si proietta "La rosa purpurea del Cairo", il protagonista "esce" e si avvia all'esterno con Cecilia. È il caos in sala, ma è una parentesi di sogno per la giovane donna.

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Voto Visitatori:   7,88 / 10 (54 voti)7,88Grafico
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO CÉSAR:
Miglior film straniero
Miglior sceneggiatura (Woody Allen)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior sceneggiatura (Woody Allen)
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Voti e commenti su La rosa purpurea del cairo, 54 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  04/07/2024 18:09:46
   9 / 10
Geniale perla metacinematografica e atto d'amore per il cinema visto come via di fuga. Una commedia che risulta essere tra le migliori in assoluto tra quelle dirette da Allen, con una sceneggiatura brillante ma allo stesso tempo malinconica e con una punta di inaspettata amarezza (vedi il finale).

Cinder  @  23/04/2024 23:29:01
   10 / 10
Un Allen geniale!

BigHatLogan91  @  23/04/2024 23:22:59
   8 / 10
Ottima commedia, di un Allen in gran forma.

alex94  @  04/04/2024 15:00:04
   7½ / 10
Delizioso e garbato film di Allen, surreale e fantastico ma anche in grado di restare ancorato alla realtà soprattutto nel finale, più amaro di quello che ci si potrebbe aspettare.
Messa in scena elegante,dialoghi azzeccati e cast che regala una buona prova ( il migliore è Aiello,bravo anche Daniels in un doppio ruolo,un po' spenta la Farrow).
Un romantico e malinconico omaggio al cinema ed al suo potere catartico,da vedere.

Filman  @  28/04/2022 10:22:29
   7 / 10
Il riferimento, la citazione e l'omaggio agli anni 30, ma anche agli anni 40 e, in generale, a quei periodi cinematografici esiste non solo nell'ottima ricostruzione storica ma proprio nel genere che viene ricamato, cioè una commedia romantica ricca di magia e sentimenti inespressi. Per questo viaggio nel tempo Woody Allen ha bisogno di essere surrealista, per dare una ragione a questo soggetto altrimenti anacronistico, e in questo riesce a crearsi un'originalità osmotica dentro la quale, però, THE PURPLE ROSE OF CAIRO vive di pura nostalgia.

Wilding  @  05/04/2020 15:08:47
   7½ / 10
Originale, melanconica commedia di Woody Allen. Si guarda che è un piacere.

paolo__r  @  18/04/2018 15:29:49
   8½ / 10
Molto bello e toccante. Mia Farrow e Allen non deludono mai. Ti resta nel cuore nel suo essere struggente, melanconico e romantico.

pak7  @  01/02/2018 02:21:09
   7½ / 10
Uno dei più convincenti di Allen, almeno tra quelli che ho visto nell'ultimo periodo. Idea geniale, ben sviluppata senza cali di tono, mancava forse un quid per renderlo indimenticabile.

Mattia100690  @  28/08/2017 16:31:35
   9 / 10
Woody Allen elogia il cinema in questa pellicola. La bellezza e la poesia di questo film sono assolutamente incredibili. Alcune trovate - registiche e sceniche - sono geniali.

marcogiannelli  @  08/01/2015 22:18:45
   7½ / 10
un Midnight in Paris ante litteram
ma non ho visto la stessa magia per questo mezzo voto in meno...
finale fantastico, amo questi finali cattivissimi

Dick  @  27/07/2014 18:37:27
   8½ / 10
Allen con le commedie surreali difficilmente sbaglia e questa penso sia la più bella. Una riflessione agrodolce tra la vita di tutti i giorni e la magia del cinema raccontata in tono brioso. Bravi gli interpreti.
Curiosamente la scena dell' attraversamento del personaggio di un film dello schermo si era già vista nel videoclip di non ricordo che canzone qualche anno prima.

DarkRareMirko  @  15/06/2014 01:25:20
   9 / 10
Tra i migliori film di Allen, come lui stesso ammette (l'ha detto negli extra di un dvd del quale ora mi sfugge il titolo).

Aggrazziato, leggero, romantico, malinconico, da il meglio di sè nel commovente finale con Cheek to Cheek di Astaire (usato più volte nel cinema, basti vedere anche Il paziente inglese).

Bravissimi tutti (Aiello, Daniels in doppio ruolo e l'afecionada Farrow) e Allen riutilizzerà il tema dell'arte come via di fuga da vite poco piacevoli anche in un altro suo film immenso, imho il suo capolavoro, ossia Harry a pezzi (e Carpenter, perchè no, distorcerà tutto in senso orrorifico con Cigarette burns).

Tutto eccellente e ottima la riflessione sul cinema di per sè (che è vera ancora di salvataggio, che è vita) e buona la trovata metacinematografica dell'attraversamento di realtà/finzione; tutto sommato saggia la scelta di Allen di non recitare nel film, per magari non sottolinearne una dimensione ironica in questo caso poco indicata.

Fellini, come ha detto un altro utente, c'entra sì.

topsecret  @  11/06/2014 23:01:57
   6½ / 10
E' un Allen atipico, o forse non è quello che mi aspettavo, capace di raccontare realtà e finzione che si mescolano tra loro dando vita a una girandola di emozioni e scoperte nuove.
Non si ride spesso perchè Woody sembra aver puntato tutto sulla voglia di evadere da una routine oppressiva, preferendo il lato romantico e malinconico alla commedia ridanciana vera e propria. E forse è per questo che LA ROSA PURPUREA DEL CAIRO non mi ha coinvolto quanto invece hanno fatto altre pellicole del geniale artista newyorkese. Ma non significa che non è da apprezzare, anzi la ricercatezza, il garbo e l'assenza di banalità che la caratterizza ne fanno una discreta pellicola meritevole della visione...a prescindere.

massapucci  @  27/04/2014 00:37:39
   6½ / 10
Film discreto, carino tutto sommato.
Ho temuto che il finale - "e ora come finisce questo film?" - avesse potuto rovinare ciò che di buono si era precedentemente visto, invece ho avuto il piacere di constatare che così non è stato.
Condivido quanto scrive un utente che mi precede nel commento: a tratti noioso nella parte centrale: il film dura 1 ora e 15 minuti, ma sembra che duri di più. Altra nota negativa: alla lunga il carattere di Cecilia tende ad arrecare tedio, quasi fastidio - l'empatia con la protagonista è resa difficile dal fatto che il personaggio di Cecilia sia un "tipo" (nell'accezione che vuole il "tipo" letterario opposto al personaggio "a tutto tondo") -, ma ella riesce a recuperare nella riuscita scena finale.
Qualche trovata simpatica c'è, ma credo manchi qualcosa a questo film. Per quanto mi riguarda, se esso non passa facilmente nel dimenticatoio, allo stesso tempo però non riesce a far breccia.

Goldust  @  15/07/2013 09:28:37
   6½ / 10
Interessante esempio di metacinema, ed un elogio sperticato al potere senza confini della fantasia. L'idea di un cast in stand-by che battibecca con il pubblico è geniale, ed anche il finale ha una bellissima vena, poetica e ristoratrice: nel mezzo però ci sono anche momenti di noia che in un film di un'ora e un quarto non dovrebbero esserci.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  25/05/2013 19:20:00
   8½ / 10
Agrodolce e folgorante. Ammantando il suo umorismo scoppiettante di un'aurea melanconica Woody omaggia il Cinema ed il suo immaginario romantico, ma non si limita ad un divertente gioco realtà-illusione. L'umanità della sua New York della depressione rispecchia le solitudini di oggi, con una donna romantica ma non scontata (la strepitosa Farrow) che scalda il cuore. Alla prima visione, come alla centesima.

Classico di Woody Allen e uno dei suoi più toccanti.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  11/05/2013 16:07:04
   8 / 10
Commedia agrodolce sulla falsariga di quel periodo permeata da quella vena malinconica delle ultime opere, nella quale il protagonista piegato all'incombente fatalismo si trova impotente dinanzi agli eventi e solo un intervento deus ex machina rinfrancherà l'illusoria speranza che ancora alberga in lei. Finale mai banale quale Allen non sa essere, amaro disincantatamente terreno, i sogni metafisici ove tutto va liscio lasciamoli al cinema, la realtà è cruda e spiazzante pare insegnarci Allen, come il tremendo epilogo che prenderà l'amore di Cecilia verso Gill Shepherd.Allure persuasivo, vuoi il contesto di profonda depressione (che l'attuale generazione non faticherà a rispecchiarsi), vuoi il richiamo al cinema classico, componente fondamentale e sottovalutata è una Farrow ormai vocata nel cinema alleniano.

BlueBlaster  @  21/01/2013 02:41:44
   7 / 10
Ottima commedia romantica...davvero originale ed interpretata da Dio da tutto il cast!
Non vi sono grasse risate ma si sorride per tutta la durata (davvero misera) e vi è una satira pungente verso Hollywood e company...piuttosto visionario e con molta amarezza ad andare oltre alla comicità.
Visto quel che dura non si può non vederlo!

Lory_noir  @  14/08/2012 16:18:28
   8 / 10
Una commedia surreale, leggere ma con spunti che fanno riflettere.

BrundleFly  @  30/04/2012 19:24:08
   7 / 10
Film che spiazza per come tratta il tema del metalinguaggio. L'idea è molto originale, ma lo svolgimento della trama non mi ha colpito più di tanto, forse perchè troppo "smielata" per i miei gusti.
Un buon film, ma non lo metto tra i primi posti nella filmografia di Allen.

rosemarie  @  19/04/2012 11:28:43
   7½ / 10
Questo film ha qualcosa di pirandelliano. Bel film, in cui il pessimismo di Allen non è altro che realismo. Non è comunque fra i miei preferiti di Allen.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  02/03/2012 17:01:43
   8½ / 10
Il cinema come macchina creatrice di sogni.
Tutti gli spettatori sono un po' Cecilia. Chi non ha mai sognato di essere in un film? Qui però accede il contrario, è il personaggio filmico a voler provare la vita reale.
Altra genialata di Allen che dirige un ottimo film che è anche un atto d'amore verso il cinema.

kako  @  25/10/2011 16:23:47
   7½ / 10
Originale e surreale commedia con un ottima Mia Farrow e un bravo Jeff Daniels. Fa riflettere sui nostri desideri, i quali purtroppo spesso si devono scontrare con la dura realtà. Al solito eccelsi i dialoghi

SKULLL  @  17/07/2011 05:57:22
   8½ / 10
Dolcissima Mia Farrow in questo film...Bello, non me lo aspettavo, mi è proprio piaciuto. Certi film di Allen mi lasciano col sorriso e il cuore caldo...

Tigrero91  @  04/01/2011 10:39:11
   8 / 10
Grandissimo film di Woody, trama perfetta e incantevole, bravi tutti gli attori. Ti fa pensare sul cinema, sulla realtà della vita, sui sentimenti, veramente un grande film. A chi piace lo stile del regista newyorkese, apprezzerà al cento per cento questa pellicola.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  26/12/2010 23:03:48
   7½ / 10
La genialita' di Allen non sta tanto nel soggetto,comunque interesante,ma nel modo in cui riesce a evolvere la vicenda facendo vivere allo spettatore lo stesso sogno che vive la protagonista...ma come per tutti i sogni alla fine ci si dovra' svegliare e piombare nella dura realta'!
Mix d'ironia e sentimenti con un finale strepitoso che fa vedere tutta la storia sotto una luce diversa!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  05/12/2010 14:58:02
   8½ / 10
Illusorio e fantasioso, ingannevole e vacuo. Però possiede una magia speciale che non gli sarà mai tolta. E' il cinema, nel bene e nel male. E noi con Mia Farrow ci sentiamo travolti, illusi e traditi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  07/06/2010 15:38:16
   8 / 10
Delicata e leggera riflessione sul cinema,la realtà e l'illusione.
Ambientato durante la grande depressione,scelta quantomeno azzeccata perché il cinema era una delle poche distrazioni che riuscivano a far dimenticare per poche ore i problemi delle persone e del paese.
Mia Farrow è esattamente lo spettatore perfetto: sognatrice,con una vita dura,si concede il lusso di sognare in un cinema guardando le sue pellicole preferite fino a quando la finzione si verrà a mischiare con la realtà e lei dovrà scegliere...
La più grande intelligenze ne La rosa purpurea del Cairo è rendere omaggio al cinema muto (specie il Keaton di Sherlock Jr.,chiara fonte di ispirazione per la storia) e al contempo al cinema di tutti i tempi con una dichiarazione d'amore per uno svago necessario e che può trasformarsi a volte in più di uno svago: un vero e proprio amore.
Gli attori sono bravissimi,il film non dura nemmeno tanto.
Resta nel finale (e come senso del film) l'attività consolatoria del sogno e del Cinema contro la durezza e l'amarezza della realtà.
Mia Farrow che guarda Fred Astaire e Ginger Rogers ballare con lo sguardo sognante è indimenticabile...

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  21/05/2010 00:13:13
   9½ / 10
Nostalgico, struggente, ironico. Un film splendido e rimasto ineguagliato sulla 'con-fusione' tra realtà e immaginazione, in cui la fantasia si fa vita vera e piomba giù dallo schermo cinematografico per rendere migliore l'esistenza grigia dello spettatore.
Non siamo più abituati, in tempi di azione e tridimensionalità, a sceneggiature tanto dense, tanto gustose e cosi geniali (tra le tante battute memorabili, "Mi sono innamorata di un uomo perfetto, ma è immaginario. Beh non si può avere sempre tutto!"). Per non parlare della sublime resa visiva del sottile gioco metafilmico in cui ogni regola spazio-temporale sembra sospesa, con l'America della grande depressione magistralmente fotografata a far da cornice.
Il cinefilo sognatore non potrà far altro che abbandonarsi al delizioso meccanismo, trovando giusta identificazione nel volto stupito di una Mia Farrow davvero meravigliosa. E anche Jeff Daniels in un duplice ruolo tra spacconaggine e tenerezza non è mai sato cosi bravo.
Straordinario capolavoro di delicatezza, profondamente devastante per ricchezza tematica, l'atto d'amore supremo di Woody Allen nei confronti della settima arte e uno dei più mirabili esempi della forza propulsiva del cinema.

Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  18/01/2010 10:00:38
   8 / 10
Metacinema d'antan, un sollievo di questi tempi.
Se volete entrare in un film non c'è bisogno di gardaland, del 3d o di un gran dispendio di mezzi, basta il volto sognante e sperduto di Mia Farrow e l'Allen dei tempi d'oro. Delizioso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  23/10/2009 18:45:57
   8½ / 10
Poetico, Allen racconta con levità e passione il desiderio d’illudersi davanti allo schermo, la propensione a infatuarsi del protagonista d’una pellicola, il rifugiarsi dentro una sala cinematografica, lasciare il mondo duro fuori, rivedere più volte la stessa proiezione… finché - solo in un film può accadere - l’eroe esce dallo schermo e fugge con lei; intanto che gli altri “personaggi in cerca d’autore” rimangono a discutere con il pubblico in sala. Sceneggiatura bellissima.
E lei vive, o sta idealizzando, la sua storia d’amore, nel mondo di fuori appena sfiorato, ora ammorbidito. Ma l’attore, ahimè, non è mai come il personaggio che ha interpretato. Continuare ad amare un sogno, o riprovare a credere all’amore di un uomo in carne ed ossa? Le illusioni svaniscono. Ridere, a volte, fa scendere qualche lacrima. Finzione o realtà (cinema nel cinema), quale dei due è più fallace?

sally-rossella  @  22/09/2009 19:25:16
   9½ / 10
Questo per me è il Capolavoro.Woody Allen con questa pellicola supera il bello riuscendo a creare il sublime.Un metacinema che mi ha travolto ,lasciandomi immedesimare in Cecilia,la cui passione per il cinema e per l'evasione dalla realtà ritrovo interamente in me stessa.Trovo il film molto drammatico e ogni volta non posso fare a meno di commuovermi perchè sento che in qualche modo il regista tocchi corde molto profonde del mio essere riguardanti "un dilemma "che credo non riguardi solo me :il sogno,la fantasia,che nel mio caso(come in quello di Cecilia)coincidono con il cinema e quasi sembrano sostituire la realtà e metterla in dubbio e spesso interagiscono a tal punto da mutarla.Non trovo parole per descrivere questo film...riesce ad avere un forte ascendente su di me riguardandomi molto da vicino.Quando un regista riesce a creare questa magia con lo spettatore io penso che allora lo si possa davvero dichiarare tale.Presentato in modo sobrio e elegante come sempre Allen arricchisce la mente di noi sognatori cinefili con questo gioiellino invogliandoci sempre più a sederci davanti allo schermo e abbandonarci al surreale aspettando che qualcuno fuoriesca da esso e ci porti via.

dobel  @  03/09/2009 13:44:33
   8½ / 10
Qualcuno dice 'Lo sceicco bianco' di W. A.

Neu!  @  28/02/2009 13:17:44
   7½ / 10
ottimo film di Allen, non uno dei suoi migliori, ma davvero bello. il film deve la sua esistenza a "La Palla n. 13" di Keaton, uno dei massimi capolavori della storia del cinema. davvero godibile

Gruppo COLLABORATORI julian  @  04/10/2008 14:55:40
   7½ / 10
Altro esemplare di cinema nel cinema, particolarissimo perchè qui addirittura i personaggi della pellicola prendono vita e interagiscono con lo spettatore.
Una favola giocata sul dualismo realtà-finzione che mette in luce i pregi e i limiti dei due mondi e, in particolare, la crudeltà del nostro.
L'ottima idea di base crea spunti per intelligenti colpi di sarcasmo (tipo Tom che si aspetta la dissolvenza mentre sta baciando Cecilia).
Cmq Allen non riesce ancora a piacermi più di tanto.

mainoz  @  29/08/2008 22:36:23
   5½ / 10
fatta eccezione per la brava protagonista in questo film c'è poco da salvare..dai dialoghi troppo prolissi e mielensi, alla sceneggiatura poco convincente...non succede quasi nulla..il buco nell'acqua del buon vecchio Allen

Sanjuro  @  22/08/2008 09:09:20
   3 / 10
Allen Allen ma che mi combini...che noia questo film, non mi piace per niente, dalla fotografia da telenovela a questo tedioso teatro nel teatro...allen perde proprio la verve di suoi episodi più riusciti (Annie Hall, Manatthan, Zelig)...e non ci fa neanche ridere di gusto come ne "Il dormiglione", ovvero il capolavoro dell' era demenziale

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  22/08/2008 09:05:41
   8 / 10
Woody Allen firma una commedia originale e divertente. La sceneggiatrura è davvero una perla rara di divertimento e riflessione.
Gli interpreti sono eccellenti dal primo all'ultimo e la scenografia non lo è di meno.
Assolutamente da vedere.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  12/06/2008 18:15:19
   8 / 10
Gli anni della depressione sono l'ideale per il desiderio di fuggire la realtà.
Da un'idea di Buster Keaton -Baxter il personaggio protagonista maschile di questa pellicola- un esempio di metacinema rarissimo. Se una delle definizioni di metafilm si ha con gli attori che parlano all'occhio della macchina da presa a noi spettatori, qui, gli spettatori, sono i protagonisti del film stesso.
E' anche un'avvelenatissima critica al mondo del cinema, una delle migliori opere in cui Allen non le interpreta. Stupenda la fotografia.

8 risposte al commento
Ultima risposta 15/06/2008 19.37.38
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  02/02/2008 23:36:21
   8 / 10
La sceneggiatura è un vero e proprio gioiello letterario, frutto di un lavoro di scrematura delle parole e delle immagini-simbolo avvenuto lungo un profondo impegno di riflessione autobiografica.
Il contenuto del film prende in considerazione sia i conflitti di identità che animano nel cinema la relazione tra il personaggio e l'attore che lo interpreta, sia il frequente desiderio del personaggio volto a conoscere lo spettatore che più lo ammira e in lui si identifica.

Susannapedone  @  27/10/2007 15:44:42
   9 / 10
Allen riscrive cinematograficamente "I sei personaggi in cerca d'autore" di Pirandello sovrapponendo con maestria due livelli di realtà fino a fonderli in un'unica serie in cui il cinema si fa vita e e la vita si fa cinema in una sola continuità. L'inevitabile scioglimento e la ricostituzione di due piani nettamente distinti non può non portare con sè le tracce della precedente fusione, per cui Cecilia tornerà al cinema per vivere attraverso i film e Tom, costretto come Orfeo a riconsegnare Euridice all'inferno (della vita moderna), resterà "per sempre" innamorato di lei cantando la loro storia nell'eternità della pellicola.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  20/08/2007 18:27:32
   8½ / 10
Se “Prendi i soldi e scappa” era una pellicola marxiana, “Manhattan” felliniana e “Zelig” chapliniana, “La rosa purpurea del Cairo” è indubbiamente la più keatoniana della carriera di Allen: lo splendido soggetto metacinematografico qui analizzato, in effetti, deve davvero molto a “La palla n. 13” di Buster. Tematiche per niente indifferenti vengono presentate in un film sostanzialmente leggero e, di conseguenza, adatto a chiunque. Da non perdere.

Pink Floyd  @  19/07/2007 13:16:58
   8½ / 10
Il mondo della celluloide come rifugio, caldo focolare dove trovare riparo da un mondo duro con chi non morde e avaro di emozioni.
La vita di Cecilia è a dir poco piatta; dominata da un marito despota, maschilista, sfaccendato e a alcolizzato che la rende sua schiava e succube.
Ciononostante la donna ha un moto di ribellione al conoscere il suo personaggio preferito dello schermo.
Speranza e romanticismo colmano il suo cuore e fiducia scorre nelle sue vene, fino all'amaro epilogo che le taglierà le gambe.
Due mondi paralleli ma contrapposti.
Due realtà così diverse.
Grande spunto di Allen!

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  25/06/2007 16:39:51
   8 / 10
fantastico, una meraviglia di Cinema, firmato da uno dei più brillanti e geniali del panorama registico di tutti i tempi...Woody Allen.
un'analisi fiabesca, ma estremamente cinica del rapporto col cinematografo da parte della gente agli inizi, forse come ammonimento della perdita di una capacità importante, ma pericolosa: sognare.
il Cinema è Magia, è Chimica, è Sogno.
un film felliniano, stupendo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/06/2007 22:23:33
   8 / 10
Meraviglioso, si può rimproverargli tutti (anche una certa fragilità ideologica, un'ingenuità morale) ma è uno dei film di Allen in grado di far sognare - letteralmente - anche chi non è proprio un suo estimatore. E' evidente l'influenza indiretta con Fellini ("Lo sceicco bianco") e la capacità di filtrare sogno e realtà, o due epoche (?) diverse, senza manierismi.
Assolutamente inimitabile il gioco dei rimandi (citazioni a classici degli anni trenta e non solo) e, soprattutto, la capacità del grande regista di affrontare l'esiguo ma profondo significato del mezzo cinematografico, come una sorta di salvifica fuga da un mondo ultraterreno

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  08/05/2007 11:26:13
   8 / 10
Interessante prova di metacinema. Uno dei film più intelligenti e brillanti di Allen.

marco86  @  11/03/2007 12:52:28
   8½ / 10
Un omaggio sincero e dolcissimo al mondo del cinema e al suo senso.La storia melanconica di questa Cecilia che non riuscendo a vivere la vita che vorrebbe trova rifugio nel mondo irreale dei film;in altre parole vive le sue emozioni più vere in un posto che vero non è.
E quando realtà e finzione si mescolano,il film tocca vette sublimi sia per l’ironia dettata dai personaggi che sullo schermo non sanno come andare avanti,sia dalla dolcezza della storia d’amore impossibile (nel vero senso della parola).E c’è ovviamente spazio per l’anima riflessiva di Allen:nel mondo reale è impossibile avere fiducia nelle persone.Il marito di Cecilia una volta era diverso,ora è cambiato.L’attore che le dichiara amore sembra sincero,ma alla fine si rivela essere un volgare opportunista.Solo due persone mantengono la loro purezza:il personaggio del film,che però è finto,e Cecilia,che finta non è,ma considerando il mondo che la circonda è come se lo fosse.O perlomeno è diversa a tal punto da essere etichettata continuamente come cretina.

Una delle scene più significative di tutto il cinema alleniano è il sorriso finale di Manhattan,dettato dalla ragazza che incoraggiava l’attore-regista ad avere fiducia nelle persone.Ecco,questa fiducia Woody deve averla persa per strada,e questa splendida favola agrodolce ne è una delle prove.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  17/02/2007 17:19:17
   8 / 10
Sorprendente e originale nella prima situazione metacinematografica

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  24/01/2007 11:33:34
   7 / 10
E' un bel film, ma troppo leggero; mi sembra che al di la del ritratto bozzettistico non vada.

Sig. Chisciano  @  05/01/2007 01:42:21
   7 / 10
Ottima sceneggiatura, normalmente l'idea del film nel film non mi fa impazzire ma qui quel concetto viene completamente stravolto. Alcune invenzioni narrative sono geniali, regia sempre elegante. Tuttavia qualche momento noioso c'è.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  03/01/2007 21:11:12
   7½ / 10
bella e originale storia di woody allen, che intelligentemente si dedica alla cinepresa lasciano cmq la scena ad un ottimo cast

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Blutarski  @  17/06/2005 20:58:18
   7 / 10
Buona prova di Allen regista che ci regala una bella e romantica immagine di un'America più povera ma forse in fin dei conti più umana. Gli anni della grande depressione erano anni in cui la gente sognava a ogni aperti i divi di hollywood, macchine di lusso e locali dove si ballava lo swing e si beveva champagne, anni in cui il cinema sapeva come rendere felice la gente. Sebbene non sia presente nel cast la presenza di Allen si percepisce in tutto il film, dalla venatura comica che pervade nell'aria al ridente sarcasmo dei dialoghi.

Brava la Farrow e anche il gresto del cast! DA VEDERE

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  21/04/2005 16:23:03
   9 / 10
Bellissimo film di Allen, in realtà una delle sue prove migliori, intelligente, comico e triste insieme, come solo il regista newyorkese sa fare.
Insuperabile il cast.

Mpo1  @  20/04/2005 00:05:51
   9 / 10
Il migliore dei film di Allen in cui Woody è solo regista. Un omaggio al cinema ma anche un film che sottolinea l'incolmabile abisso tra i sogni e la meschinità della vita, tra la perfezione dell'ideale (e del cinema) e la bruttezza della realtà. Divertente e insieme malinconico.

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