Il film racconta la straordinaria ed edificante storia di una delle più grandi menti viventi del mondo, il rinomato astrofisico Stephen Hawking, e di due persone che contro ogni probabilità hanno sfidato gli ostacoli più imponenti con il loro amore.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Per chi non lo ha ancora visto in pratica la storia personale di SH, non c'è quasi del tutto la parte scientifica, ossia il cuore del suo pensiero. Io davvero non capisco i voti positivi, un film pessimo, che trasforma un brillante scienzato nel protagonista di una soap opera. Ottima perrformance di Eddy Redmayne, gli altri anche bravi ma del tutto sbagliati nel casting (la moglie non era certo una bellezza come Felicity Jones, quando poi ho visto l'attrice che interpretava Elaine Mason, l'infermera poi diventata sua seconda moglie - episodio che hanno scelto di glissare - nella pellicola praticamente una fotomodella, francamente mi è scappato da ridere). Noioso, noiosissimo, commovente solo se avete visto 10 film nella vostra vita, tanto paradio* ma tantissimo, violini a spandere che fanno tanta emotività, ma nella sostanza rimane davvero poco oltre all'ottimo attore principale. Se volevate info sulla vita privata di SH bastavano 5 minuti su Wikipedia. No no e no.
Indipendentemente dal fascino che poteva esserci nel realizzare un film su Stephen Hawking "La teoria del tutto" è una pellicola che suscita diverse emozioni, legate principalmente al valore della vita umana e al significato dell'esistenza stessa; un film che, come è già successo innumerevoli volte in passato, mette in contrapposizione la fede religiosa a quella della scienza, senza però contrastare ne una ne l'altra , considerando un possibile nesso tra le due cose.....filosofia non intrapresa o riconosciuta da chiunque, anzi è più frequente trovarne un conflitto mostruoso piuttosto che una conciliazione obbiettiva. La filosofia quantistica(o fisica) di Hawking mi ha colpito principalmente per questo aspetto; lui non ha mai voluto negare l'esistenza di un possibile Dio che abbia creato l'universo(non specificando alcuna religione però, attenzione), anzi, considerando le innumerevoli teorie nate dal giorno in cui dimostrò che oltre a sparire una stella ne sparisce il buco nero stesso, possiamo benissimo dire che il suo modo di pensare non sia sbagliato affatto; se l'universo ha un inizio ed una fine(escludendo la possibilità che invece sia sconfinato, cosa che invece è pur sempre plausibile), e quindi ipotizzando che il tempo stesso abbia avuto un inizio e avrà una fine, possiamo tranquillamente ipotizzare o presurre che "qualcosa" abbia scaturito il tutto.....e perchè non un ipotetico Dio.....che può essere qualunque cosa, anche semplicemente una forma di energia sconosciuta....e perchè no, magari anche cosciente.....il Dio cristiano? il Dio buddista?.....poco importa, sempre di un "Dio" si parla.....ed è qualcosa che ho sempre pensato anch'io....anche se sfortunatamente le icone religiose hanno sempre ostacolato molto questo modo di vedere le cose, dato che ormai si tratta di discipline troppo radicate nei popoli per poterle mettere in discussione...... In principio c'erano il cielo e la terra(e ci può stare) .....poi arrivarano i famosi 7 giorni dove Dio creò il resto(metafora del Big Bang?).......solo che purtroppo, durante il corso dell'esistenza umana, il messaggio è stato tramandato ai posteri come una storiella veritiera da considerare AUTENTICA per una questione di fede, utilizzando i famosi Dogmi per non rispondere alle domande scomode a cui la scienza ha invece sempre cercato una risposta...... Hawking non è un semplice ateo diffidente, ma solo un fisico che trascende il semplice essere scienziato, non scartando mai la possibilità che scienza e religione dicano la stessa cosa in modi diversi(escludendo però tutto ciò che la religione ha creato per rafforzare la loro attendibilità). C'è stata un altra cosa che mi ha stupito; il vedere come Hawking sia arrivato alle sue conclusioni sui buchi neri. Alcuni anni fa mi trovavo a Perugia con una collega di teatro, e mi ricordo che mentre ci stavamo bevendo una birra sdraiati su un prato me ne venni fuori dicendogli che il sistema solare mi ricordava un atomo, e che di conseguenza l'universo stesso poteva essere "l'interno" di qualcosa di molto, molto più grande, magari di totalmente inconcepibile per la mente umana; lei rimase un attimo interdetta, e credetti che stava per dirmi che dovevo smettere di bere, invece la sua rezione fu: "Cazzò, non ci avevo mai pensato ad una cosa del genere".... Bene, ho sentito una punta di orgoglio quando ho constatato come Hawking sia arrivato alla sua grande scoperta partendo da un principio simile al mio.....e di conseguenza mi sono reso conto di quanto l'essere umano si autolimiti per colpa di dogmi ancestrali fossilizzati dal tempo; quel tempo che quando avrà termine porrà fine all'universo con un altro grande boato....e tutte le convinzioni, nel caso, andrebbero a farsi friggere..... In realtà, la cosa affascinante è come la fisica "tradizionale", legata al nostro spazio/tempo e la fisica quantistica(per quanto totalmente diverse per regole e leggi) riescano a compensarsi e a far creare nuove teorie sull'esistenza(come la possibilità che in realtà non esista nessun confine?)..... Comunque, credo che molti concetti religiosi e filosofici abbiano avuto inizio dallo studio scientifico dell'universo sin dall'antichità(I Sumeri, gli Atzechi e gli Egiziani non hanno forse una storia legata strettamente all'osservazione delle stelle?)..... Insomma, mi sono talmente incuriosito dalla genialità di quest'uomo che sto pensando seriamente di leggerne almeno un paio di libri......credo che siano questi gli esseri umani da lodare, quelli che trascendono, cercando di comprendere senza farsi condizionare da alcunchè(ma rispettando pure però, e non è certo cosa da poco)..... Mi dispiace solo che il film non si sia concentrato troppo sull'aspetto dello scienziato per dedicarsi maggiormente alla vita privata e al tremendo handicap di Hawking, anche se devo ammettere che la storia della sua vita, nonche le sofferenze che ha dovuto subire, mi hanno fatto capire molto di lui, e del perchè abbia questa capacità di ragionamento molto "elastica" diciamo......non è che si trovino dietro l'angolo scienziati di fisica quantistica che ammettono di cercare una spiegazione a tutto(compreso il perchè delle religioni)...... Film un pò edulcorato ma perfetto nel messaggio; assolutamente rispettoso anche se per il grande pubblico..... Da vedere.....
Rispetto a THE IMITATION GAME, uscito più o meno nello stesso periodo, qui ci si concentra di più sull'aspetto umano del protagonista piuttosto che sulle sue scoperte scientifiche. Questa scelta, discutibile per certi versi, alla fine si dimostra azzeccata e grazie a una prova davvero ottima di Eddie Redmayne soprattutto, ma anche di Felicity Jones ne viene fuori un film davvero emozionante e commuovente. Riesce a farci apprezzare il genio di Stephen Hawking sotto un altra luce più intima e personale.
Se come me avete già letto la biografia di Hawking o visto qualche documentario su di lui, secondo me potete tranquillamente evitare questo film, visto che non c'è nulla di più. Detto questo, il film è interpretato e realizzato ottimamente, ma solo se siete profani in materia, altrimenti si sbadiglia. Quindi non so che voto mettere... tirerò il dado... è venuto 6!
Esco abbastanza deluso dalla visione di questo film. Secondo me questo "La teoria del tutto" toppa da tutte le parti. Diciamo che è principalmente la storia di una persona affetta da handicap, questa è la linea guida del film. Si ripercorre la lenta degenerazione del corpo del fisico Stephen Hawking mentre la sua mente resta negli anni lucidissima. Assieme alla lenta caduta del corpo vengono narrati gli sviluppi delle relazioni umane che Hawking intreccia nella sua vita.
La storia può essere il modello di una qualunque esistenza minata da un forte handicap. Ci sono le reazioni del malato, dall'iniziale rabbia, alla rassegnazione alla lotta per dare un senso alla propria vita, e ci sono le reazioni dei familiari, l'amore che ti porta a combattere un male più grande di te, il sacrificio, il dolore, la paura di non farcela, l'annullarsi per sostenere il malato finendo per diventare una vittima stessa.
Tuttavia il tutto è trattato in maniera molto piatta, scontata, didascalica. Non coinvolge, non si riesce ad andare oltre la vicenda particolare di Hawking. Manca di universalità, manca di quel qualcosa che possa far emozionare anche chi nella vita non è mai stato sfiorato dal problema dell'handicap. Chiaramente si soffre il disagio e la difficoltà del protagonista, così come la sua voglia di dare un senso alla sua esistenza, purtroppo però il tutto diventa un polpettone retorico che non si vede l'ora che finisca.
Altrettanto il film è un buco nell'acqua dal punto di vista tecnico-scientifico. Le teorie vengono tutte citate superficialmente, in maniera poco attraente per i neofiti di scienza e fisica, ed in maniera eccessivamente semplicistica per chi invece se ne intende. Credo di non dire un'eresia nell'affermare che da questo film non si evince minimamente perché le teorie di Hawking lo hanno reso tanto celebre. Insomma non soddisfa nessuno.
Insulsa la parte di storia amorosa tra la moglie e l'amico corista. Ok, sarà un episodio vero che andava narrato, ma il come è stato narrato mi ha fatto cadere le braccia per terra.
La scena del ricongiungimento, con lui in chiesa che se ne va nella sacrestia, si mette a suonare al pianoforte e i due poi si baciano con sullo sfondo una luce divina proveniente dalle vetrate della chiesa. Sentimentalismo sempliciotto in un film che vorrebbe onorare un grande uomo di scienza; non ci siamo proprio.
Nota di merito solo per l'attore protagonista Eddie Redmayne, trasfigurato per la parte. Peccato che il film che ruoti intorno a lui sia ben poca cosa. La storia di Hawking è incredibile ma in questo film è raccontata incredibilmente male.
Viene tralasciato molto l'aspetto scientifico, la vita del famoso astrofisico è raccontata dal punto di vista umano, concentrandosi perlopiù sul rapporto con la moglie, inattesa protagonista tanto quanto Hawking. Il titolo quindi è un po' fuorviante, la teoria del tutto non si riferisce solo alla chimera dei fisici teorici che porta all'equazione unica, rappresenta anche ciò che veramente lega corpi tra loro, l'amore. La scelta di Jane di stare con Stephen, consapevole di ciò che comporterà, è indescrivibile. Il divorzio rende la storia più umana. E' quasi paradossale, dal punto di vista cinematografico, il calo del carico emozionale che subisce il film. La prima parte è una vera e propria prova di forza per gli occhi, talmente grande che fa sembrare una passeggiata la seconda; per questo ritengo che un vero fenomeno alla regia, attraverso un sensato montaggio tra passato e presente, avrebbe reso il film ancora più bello e più equilibrato a livello empatico. Bravissimi Redmayne e Felicity Jones.
Tratto dalla biografia scritta dalla prima moglie c'era da aspettarsi che James Marsh avrebbe raccontato la storia di un uomo straordinario attraverso i dolori e le gioie che solo un concetto astratto come l'amore riesce a fare. E' stato dato troppo spazio ad una parte difficile e ardua da rappresentare della vita di Hawking forse facendo affidamento sull'indiscussa bravura, quasi ad incantare, dei due attori principali che con una prestazione gigantesca catturano si tutta l'attenzione dello spettatore, trascurando però una serie di eventi di carattere scientifico e religioso che avrebbero meritato qualcosa in più. Io che conosco a grandi linee il progresso scientifico e le sue scoperte di maggior rilievo che hanno cambiato il modo di vedere l'universo attorno a noi, ho fatto fatica a comprendere i pochi tratti in cui questi temi sono trattati, sfiorati direi. Si, i momenti salienti del lungo percorso dello scienziato ci sono tutti ma avrei preferito un approfondimento specifico anche per spezzare "l'agonia" nel vedere gli stadi avanzati della maledetta malattia che l'ha colpito, comprendo anche che non sarebbe stato facile digerirne i contenuti specialmente per il pubblico meno acuto. Infatti all'uscita dalla sala erano in molti a farsi delle domande del tipo : "Ma tu hai capito che cosa ha scoperto sto tipo?" oppure : "Ma è diventato famoso solo perchè stava sulla carrozzina?". Viene facile pensare che alcuni di loro non hanno la minima idea di cosa sia un buco nero ( non che la scienza abbia poi le idee molto chiare in merito :-) ) e che quindi andare al cinema rappresenti più un passatempo che altro, ma effettivamente sotto questo aspetto il film è scarno. Il lato umano viene fuori sicuramente ed è emozionante farsi catturare dai suoi momenti intensi ma la noia è sempre li dietro l'angolo, a ghignare, mentre ci lancia un'esca nella speranza di trascinarci tutti tra le sue fauci.
James Marsh già mi aveva convinto con Man on Wire e con La teoria del tutto realizza un film modesto, semplice ma commovente. La maggior parte delle persone sanno (o dovrebbero sapere) l'importanza della figura di Stephen Hawking nella comunità scientifica; tuttavia questo film ci offre di più. L'occasione per scoprire la storia personale dietro lo scienziato da diversi punti di vista e soprattutto dal punto di vista della moglie che ha sempre creduto in lui. Il dramma del matrimonio con dialoghi ben scritti e interpretazioni perfette e toccanti.
Eddie Redmayne è superlativo e questa interpretazione lo porterà sicuramente e meritatamente tra i prossimi grandi attori del cinema.