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il maestro Stelvio Massi si spinge oltre addiritura ai Jacopetti & Prosperi. Impresa titanica quella di immergersi in Bataille e Artaud fino al midollo estraniandosi dal cinemino dell'Italia da bere anni 80. Fuori dalla storia.
Mondo movie fuori tempo massimo sciocco e vomitevole, con la voce off che sciorina battute stupide appoggiate da un montaggio ad hoc. Come quasi sempre in questo tipo di "documentari" immagini rivoltanti vengono gonfiate da commenti ipocriti e fintamente sprezzanti, ma in verità goderecci e con un insistita "superiorità" intellettuale a volte dal sapore decisamente razzista; con tanto di alibi del mostrare ad ogni costo per informare gli spettatori. Ridicolo. E poi troppi squartamenti per scioccare il pubblico che poi era quello che avevano in mente gli autori, e bisogna dire che nell'intento ci sono riusciti, ma così si arriva a toccare la melma degli snuff-movie. Stelvio Massi un tempo bravo regista di polizieschi firma la regia (si fa per dire) e la sceneggiatura (idem), quest'ultima con Gino Capone. Fra uno schifo e l'altro l'unica cosa veramente interessante è la musica elettronica dei Program 2.
Più che un Mondo-movie questo film diretto da Stelvio Massi,è uno shockumentary,ricco di scene brutali e di sesso esplicito,tutto questo accompagnato da commenti molto ironici. Tutto sommato non è malaccio,almeno io non l'ho trovato particolarmente noioso grazie anche alla breve durata,diciamo che è poco interessante,infatti gran parte delle scene mostrate sono contenute in altri documentari. Dal punto di vista tecnico è tutto sommato sufficiente. Si può guardare tranquillamente.
Girato più di vent'anni dopo rispetto al prequel e diretto da Stelvio Massi, regista abile soprattutto in poliziotteschi stile Il commissario di ferro (nonché autore de La banda del trucido, film famoso soprattutto per avere lanciato il personaggio di Er Monnezza, interpretato da Thomas Milian), questo terzo Mondo cane rappresenta una decisa svolta riguardo allo shockumentary e allo shock exploitation rispetto che al mondo movie di per sé, pieno zeppo di roba pesante (come bambini resi volontariamente storpi, animali massacrati in mattatoi, cadaveri colmi di eroina pura, autopsie, ecc.), stranezze varie, erotismo spinto e tanti commenti compiaciuti, autoreferenziali, fastidiosi, biechi e sarcastici, comunque non molto dissimili da quelli che si possono ascoltare comunemente sui mezzi pubblici, a scuola o al lavoro. Con questi sequel apocrifi inoltre si è persa anche la qualità tecnica e visiva che contraddistingueva i lavori di Jacopetti e Prosperi. Evitabile, ma Mondo cane 4 è pure peggio.
Brutto, brutto e inutile sequel, questo terzo episodio di Mondo Cane. Scialbo, inutilmente disgustoso e noioso... Era meglio se Stelvio Massi avesse continuato a fare solo polizieschi e a evitare di girare questo film...
E poi, come sempre, arriva qualcuno che ha voglia di girare un terzo film (come se il secondo non avesse gia stufato), decisamente inferiore ai primi due. Tentativo mal riuscito di emulare la regia di Jacopetti & Co. Sciapo e noiosissimo.
un genere che ha fatto il suo tempo. il pubblico di oggi è molto diverso da quello di una volta e le cose che facevano scalpore prima, oggi sono state pienamente assimilate. siamo nell'era del World Wide Web. lo stile di Stelvio Massi (in arte, Max Steel), in questo caso (l'autore, nella sua carriera, ha girato trash polizieschi come quelli d'er Monnezza), si distacca da quello di Jacopetti e Prosperi, preferendo lo shock exploitation più abietto e meschino nello stile di "Faces of Death". l'elemento sessuale, alla fine, "stucca" e finisce per prendere il sopravvento. il finale è di un moralismo becero, davvero vomitevole. insomma, un genere che si è prestato a svariate contraffazioni (a volte, squisitamente tecniche - vedi la tempistica delle riprese) e che ha fatto più volte dubbitare della sua autenticità (??); un genere di cui sicuramente sarà ghiotto il Rotten Fan Club (che, tra l'altro, ne ha ricevuto l'eredità). ai "curiosoni", consiglio i documentari di Jacopetti e Prosperi. questo, cmq, non è né carne, né pesce. L