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Da uno dei registi più versatili di Hollywood, un raro noir firmato Wise da recuperare assolutamente visto il prefetto utilizzo della tensione e la sagacia con la quale vengono rappresentate le psicologie ed i tormenti personali dei due protagonisti. Ci sarebbe da scrivere tanto altro, come dell'ambiguo sottotesto sessuale tra i due amanti sempre pronto ad esplodere, della futilità dei motivi che portano Wilde ad uccidere, del divertente disegno dei personaggi secondari ( la signora di mezza età che si mette a far ricerche, l'investigatore logorroico e privo di morale ) ma ciò non renderebbe giustizia a sufficienza ad un'opera così godibile e sfaccettata, interpretata a dovere ( la Trevor ad esempio è una perfetta dark lady ) da un cast ben scelto.
Mai titolo italiano fu più avvilente di “Perfido inganno”, credo, pertanto, sia bene chiamare questa pellicola con il titolo originale. Fatta questa doverosa precisazione, passo a parlare del film.
“Born to Kill” è fatto di situazioni limite.. dell’inevitabile e forte contrasto/scontro tra le stesse. Quanto di meschino c’è nel detective si scontra con l’ingenuità della sig.ra Kraft; il marcio estremo che c’è in Helen e Sam si scontra con la genuinità quasi snervante di Fred e Georgia; unico punto di contatto, nonché via di mezzo tra questi ultimi due estremi sembra essere l’amico di Sam, Marty (sempre ottimo Elisha Cook Jr.), il quale però, forse proprio per la sua posizione non estrema,
sembra essere rifiutato dalla stessa pellicola.. viene ucciso..
e non è un caso che di lì in poi i contrasti precedentemente detti si facciano ancor più evidenti.. portando la pellicola ad un epilogo giocato più sullo scontro tra viscido e limpido, tra marciume e correttezza, che su quello vero e proprio.