quando la citta' dorme regia di Fritz Lang USA 1955
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quando la citta' dorme (1955)

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locandina del film QUANDO LA CITTA' DORME

Titolo Originale: WHILE THE CITY SLEEPS

RegiaFritz Lang

InterpretiDana Andrews, Rhonda Fleming, Sally Forest, Thomas Mitchell

Durata: h 1.40
NazionalitàUSA 1955
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 1955

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Trama del film Quando la citta' dorme

Amos Kyne, proprietario di un famossissimo quotidiano, muore improvvisamente. Il figlio, che ha ereditato l'azienda paterna, decide di nominare un direttore generale. Tre sono i possibili candidati: Kritzer, capo dei fotografi, Loving, direttore di un'agenzia di stampa e Griffith, direttore del "New York Sentinel" che fa parte della catena di Kyne jr. L'erede, nell'imbarazzo della scelta, decide di offrire la carica di direttore generale a chi dei tre scoprirà l'assassino di una giovane donna.

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Voto Visitatori:   7,75 / 10 (14 voti)7,75Grafico
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Voti e commenti su Quando la citta' dorme, 14 opinioni inserite

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ZanoDenis  @  14/03/2015 16:35:11
   6½ / 10
Uno dei minori di lang, sinceramente non mi ha appassionato moltissimo, vi é qualche interessante critica al sistema dei media, ma sceneggiatura non funziona benissimo e neanche il reparto visivo é granché, da sufficenza, lontano anni luce dalle perle noir del regista, comunque grandevole, anche se a lungo andare non é interessantissimo

vieste84  @  09/02/2014 12:07:17
   6 / 10
Appena sufficiente. Il minore dei film di Lang che ho visto. La storia non mi h coinvolto particolarmente e la cattiveria dei giornali è lontana anni luce da "L'asso nella manica". Mezza delusione

Goldust  @  07/10/2013 15:57:15
   7½ / 10
La partenza poliziesca rischia di mettere fuori strada, a Lang non interessa la sorte del giovane serial killer bensì mettere il dito sulla malata società civile americana, contraddistinta da menzoghe e dominata dalla sete di successo in ogni campo. Il microcosmo scelto per la sua rappresentazione è quello di una influente redazione di un magnate delle comunicazioni, mentre i protagonisti della vicenda sono accomunati da oscuri tratti caratteriali e lavorativi, tutti comunque votati al cinismo: niente è come sembra, ed il regista ce lo ricorda spesso, a cominciare dall'ingresso in scena di Vincent Price

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/01/2013 12:24:34
   8 / 10
Lang mette subito in chiaro le cose. Infatti la trama gialla gradualmente perde la centralità iniziale (l'assassino è ben visibile fin dall'inizio) e si limita soltanto a fare da sfondo per descrivere i personaggi e le vicende che intrecciano all'interno del giornale, occupati in una lotta al potere a colpi di doppiogiochismi e manovre occulte dove chi manovra può essere a sua volta manovrato. In questo gioco al massacro, tutto al maschile, emergono inoltre forti ruoli femminili, ognuna delle quali rappresenta tipologie diverse, tra fedeltà e tradimento, con Ida Lupino da applausi. Uno strano noir comunque, a cui non manca un certo umorismo nero.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  09/01/2013 22:37:38
   7 / 10
Secondi fini, arrivismo e brama di potere. La mediocrità dell'animo umano è alla base di questo polizesco a tinte noir; la regia di Lang è ancora una volta stupefacente nell'architettare sequenze memorabili (il primo assassinio, l'uso degli spazi nella redazione), ma non tutti i personaggi tengono alta l'attenzione.
Un po' di anni sono passati e se il ritmo è buono, la satira sul ruolo dei giornali ancora attuale, la commistione tra indagine e introspezione sarà più coesa e potente in film successivi.

Per gli appassionati di Lang senza dubbio consigliato.

James_Ford89  @  22/12/2012 21:39:44
   6½ / 10
Buon film, diretto bene e interpretato ancora meglio. Purtroppo non me la sento di dare un voto più alto in quanto è abbastanza lento.

Schizoid Man  @  01/11/2011 21:10:22
   10 / 10
Jon Day Griffith, Harry Kritzer e Mark Loving sono tre giornalisti del "New York Sentinel" in competizione tra loro per ottenere il posto di direttore generale. A scatenare la sfida è stato il neoproprietario del quotidiano, Walter Kyne, che ha ereditato il giornale dopo la morte del padre, Amos Kyne. Walter, inesperto e forse anche inadatto a ricoprire un incarico così importante, non sapendo chi scegliere come nuovo direttore generale ha deciso di affidare il compito a chi tra Griffith, Kritzer e Loving scoprirà chi è il misterioso assassino che uccide le donne strangolandole.
Da un romanzo di Charles Einstein, "The Bloody Spur", Fritz Lang, con la complicità dell'ottima sceneggiatura di Casey Robinson, ha tratto un film che potremmo definire un falso poliziesco: al maestro tedesco, infatti, non interessa granché la figura dell'assassino (la cui identità ci viene mostrata già dall'incipit, quando lo vediamo commettere uno dei suoi omicidi, in una sequenza di notevole maestria registica in cui Lang dà un piccolo saggio delle sue considerevoli doti di cineasta), tanto è vero che quest'ultimo è un personaggio marginale della storia.
Più che sul killer, quindi, a Lang interessa maggiormente concentrarsi sulle figure dei cronisti della carta stampata per poterne così offrire un ritratto al vetriolo in cui non risparmia niente a nessuno.
Con una lucidità impressionante, Lang analizza i comportamenti dei suoi personaggi vivisezionandoli con un occhio da entomologo. Tutti ne escono a pezzi: dal proprietario del "New York Sentinel", Walter Kyne, talmente impegnato a gestire i propri affari da non accorgersi nemmeno del tradimento della moglie, ai tre contendenti per il posto di direttore generale, Mark Loving, Harry Kritzer e Jon Day Griffith.
Il primo, direttore di un'agenzia di stampa, è un egoista che pensa solamente a se stesso e pur di ottenere la promozione non lesina a sferrare colpi bassi a chiunque tenti di ostacolarlo nel suo scopo; il secondo, che si (dovrebbe) occupa(re) di scattare le fotografie per il giornale, è un lavativo convinto che per spuntarla gli sia sufficiente andare a letto con la moglie del capo; il terzo è il direttore del "New York Sentinel" e forse è anche l'unico dei tre che abbia conservato un po' di onestà e rispetto verso i colleghi, cosa che però non gli impedisce di essere puntualmente fregato proprio da questi ultimi, molto più furbi di lui.
Tra i giornalisti alle dipendenze del quotidiano gestito da Walter Kyne, c'è anche Edward Mobley, che funge da fulcro all'intera vicenda. Intorno a lui, infatti, si muovono tutti gli altri personaggi, in particolare quello di Griffith, visto che questi gli chiede di dargli una mano per individuare l'assassino, contando soprattutto sul fatto che Edward può vantare amicizie nel mondo della polizia, cosa che gli consente di ottenere preziose informazioni in esclusiva sulle indagini che le forze dell'ordine svolgono nel tentativo di catturare il killer.
Lang non nasconde di nutrire una certa simpatia per Edward, ma ciò non gli impedisce comunque di essere cattivo anche nei suoi confronti, tanto è vero che lo descrive come un donnaiolo incallito e per di più col vizio dell'alcol.
Non meno importanti, nell'economia del racconto, i personaggi femminili di Mildred Donner, anche lei una giornalista del "New York Sentinel" disposta a tutto pur di far carriera, e di Nancy Liggett, la fidanzata di Edward "costretta" per amore a sopportarne tutti i difetti. In un'opera in cui il cinismo la fa da padrone, Lang ci offre uno spaccato impietoso del mondo del giornalismo, descrivendolo come un universo popolato esclusivamente da persone egoiste, disoneste e arriviste che pensano solamente alla propria carriera.
Lang non sbaglia un colpo: la regia è mirabile, il ritmo pressoché perfetto, i caratteri dei personaggi delineati in modo ineccepibile. Così come altrettanto ineccepibile è il cast: George Sanders (Mark Loving), Dana Andrews (Edward Mobley), Thomas Mitchell (Jon Day Griffith), Vincent Price (Walter Kyne) e Ida Lupino (Mildred Donner); tutti offrono interpretazioni eccellenti contribuendo così ad innalzare ulteriormente il livello già di per sé molto alto del film.
In conclusione, "Quando la città dorme" può essere tranquillamente definito un capolavoro. Sicuramente è uno dei tanti film memorabili che Fritz Lang ci ha regalato nel corso della sua lunga carriera.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  17/12/2007 16:07:35
   8½ / 10
Ottimo poliziesco del genio Lang, incentrato più sulle dinamiche dell'informazione che sul serial killer in sè; ritmo sostenuto e personaggi morbosamente profondi lo rendono un must imprescindibile del'epoca.

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Beefheart  @  24/09/2007 21:47:43
   7½ / 10
Ottimo noir che porta in superficie la bassezza umana in termini di avidità, ambizione, sete di potere. Gli individui visti come squali pronti a sbranarsi a vicenda pur di riuscire ad avventarsi sulla preda. Duro, asciutto, cinico, traccia il profilo di un'america condizionata da violenza, mancanza di scrupoli e competizione asfissiante. Il tutto girato in maniera molto efficace e fluida per ritmo narrativo, caratterizzazione dei personaggi ed utilizzo degli spazi e degli ambienti. Buona anche la prova dell'intero cast, particolarmente in forma ed azzeccato.

Dick  @  01/07/2007 18:15:25
   8 / 10
Film dai risvolti sociologici più che una thriller dato che mette un pò da parte la caccia all' assassino per concentrarsi sull' opportunismo, l' arrivismo e il tradimento.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  13/02/2007 11:13:22
   9 / 10
Ci troviamo oltre il semplice poliziesco, ci troviamo al cospetto di un autore geniale e lucido come Lang. Il quale, in questa occasione, ricrea una perfetta ambientazione di redazione giornalistica. Nessun personaggio è esente dalla parte "buia" nella descrizione di Lang, nemmeno quelli che appaiono immediatamente "eroi positivi". Nemmeno i personaggi femminili sono esenti da tal giudizio... anzi!
Un film registicamente perfetto, ben interpretato e con una trama avvincente.
Certamente un classico da vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/08/2006 14:44:51
   8½ / 10
Per quanto io abbia un ricordo piuttosto vago (lo vidi la prima e unica volta almeno vent'anni fa), un noir affascinante e "progressista", uno dei film americani migliori di Lang.
Affascinante come poche la "rossa" Rhonda Fleming

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  23/05/2006 20:30:29
   10 / 10
Uno dei capolavori di LANG, che non solo non è un minore, ma sicuramente è uno dei migliori.
Lo sguardo implacabile del regista tedesco non ha eguali. Dopo 10 minuti si capisce che Lang abbandonerà la strada del poliziesco convenzionale per fare invece un film ferocissimo in cui non esistono buoni nè personaggi vagamente simpatici, tutti corrono dietro al proprio interesse, e tutti sono assetati di potere.
Lang non salva assolutamente nessuno, anzi è quasi più implacabile con i presunti buoni, che con l'assassino malato.

"Quando la città dorme" rimane un'opera storica, un film fuori dal tempo, in cui il regista tedesco narra una vicenda con una lucidità che mette i brividi.
Lang , al suo penultimo film americano , faceva un capolavoro dietro l'altro. Di appena due anni prima è "Il grande caldo".

Sconcertante il voto precedente. Altro che 5 e mezzo, questo è un film da studiare a memoria.

3 risposte al commento
Ultima risposta 11/12/2007 08.54.21
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  22/05/2006 13:35:16
   5½ / 10
mi aspettavo molto di piu da questo film soprattutto per il nome del regista...
invece non c'è nulla che mi sorprenda e nulla che mi coinvolga particolarmente...
per carita' non voglio dire che sia un film che non debba andare visto pero non è un film impegnato come altri di lang...
poi vedere vincent price ridotto ad un ruolo secondario mi da rabbia!

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/07/2007 18.17.03
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