riflessi sulla pelle regia di Philip Ridley Gran Bretagna 1990
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riflessi sulla pelle (1990)

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locandina del film RIFLESSI SULLA PELLE

Titolo Originale: THE REFLECTING SKIN

RegiaPhilip Ridley

InterpretiJeremy Cooper, Viggo Mortensen, Lindsay Duncan

Durata: h 1.39
NazionalitàGran Bretagna 1990
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1990

•  Altri film di Philip Ridley

Trama del film Riflessi sulla pelle

Seth è un bambino di nove anni che vive con i genitori in una casetta persa nell'immensità della pianura canadese. Attorno a lui accadono avvenimenti drammatici e tragici che il piccolo protagonista comprende secondo la propria sensibilità, suggestionata e inquieta. Il suo passo d'addio all'infanzia è costituito da emozioni profondamente sconvolgenti.

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Voto Visitatori:   7,52 / 10 (31 voti)7,52Grafico
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Voti e commenti su Riflessi sulla pelle, 31 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

JOKER1926  @  20/03/2024 02:30:17
   6½ / 10
Merita indubbiamente un'analisi doviziosa il film degli anni Novanta di Ridley: "Riflessi sulla pelle".

Le attenzioni per questo film nascono dalle medesime intenzioni artistiche, insomma, il colto spettatore potrà carpire lestamente le sfumature di uno specifico "linguaggio" di far Cinema assai vicino a regie come quelle di David Lynch e di Zulawski.
Il disegno artistico della regia in questione diventa interessante e le ambizioni devono provare a mantenere alte le stesse velleità di "Riflessi sulla pelle".
A nostro giudizio, la fatica di Ridley riesce solo parzialmente nella sua audace intenzione.

Sarebbe ingiusto pretendere in questa orbita cinematografica una determinata e regolare trama, al medesimo tempo, se "Riflessi sulla pelle" vuole esser una sorta di fiaba onirica/nera non può peccare sulla profondità e sulle sfaccettature di una credibile sceneggiatura. La netta impressione, ahimè, risiede nella totale assenza (che è anche sinonimo di negligenza) di una sacrosanta intelaiatura di personaggi e faccende: il film gira di qua e di là senza un nesso ben preciso. Così facendo, resta a galla solo la sensazione "chimerica" di alcune scene ben fotografate e poco altro. La fotografia e i colori, quasi grezzi e fin troppo carichi, rappresentano sperduti contesti rurali in maniera dignitosa e si collocano nelle cose più importanti del film; alcune idee quasi kitsch di rappresentazione elevano il film sopra la sufficienza, allo stesso tempo, il dolce bighellonare fra situazioni grottesche e personaggi balordi, non spingono il film "oltre".

Produzione consigliata agli amanti di uno specifico genere cinematografico. Non è affatto scontato, però, un apprezzamento roboante.

Evarg Nori  @  21/10/2023 12:28:12
   6½ / 10
Debutto del regista-sceneggiatore.Una fiaba gotica definita da lui stesso il "Velluto Blu" per ragazzi,che ha effettivamente qualcosa di David Lynch,compreso un pizzico delle atmosfere stralunate della coeva Twin Peaks.L'ambientazione nella campagna sperduta è suggestiva,e funziona la descrizione tutt'altro che idilliaca del piccolo protagonista(pestifero e a tratti odioso,che si merita le punzioni della madre)come della sua famiglia e dei rapporti umani in generale,sempre all'insegna dell'ambiguità e del sopruso.E ci sono delle connotazioni inquietanti nella visione dell'orrore dal punto di vista infantile(Seth scopre il colpevole ma non lo rivela nessuno causando la tragedia finale). Non sempre riuscite invece certe caratterizzazioni grottesche,a cominciare dalla madre di Seth,e alcune scelte stilistiche oggi risultano di maniera.Un pò troppo enfatiche le musiche.Sia apprezzato che detestato all'uscita,col tempo si è guadagnato una piccola fama di culto,peccato che il regista in seguito dirigerà solo altri due film di cui solo uno degno di nota...Probabile fonte di ispirazione per "Tideland".

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/05/2021 04:25:40
   9 / 10
Uno script che sembra unire il Classicismo di Sam Shepard a Stephen King e, talvolta, alle ghost-storie di Shirley Jackson. Un film tra i più belli del Cinema Contemporaneo, di una forza narrativa, di un lirismo, che non ha praticamente eguali. È un'opera di una brutalità inafferrabile, eppure struggente e dolcissima nella sua ferocia, sarebbe piaciuta a Richard Ford. Ridley, che è soprattutto un grande autore e scrittore teatrale, che ha scritto diverse favole dark e per certi versi rimanda al nostro Eraldo Baldini, dirige un film di pura grazia artistica, capace di portare l'inferno in un Paradiso di crescita, e viceversa. Assolutamente da non perdere, mai privarsi di questo sinistro Mantra terreno

alex94  @  08/05/2020 22:44:57
   8 / 10
Visionaria e disturbante opera prima di un regista di cui scopro solo ora l'esistenza.
Bella l'ambientazione rurale, efficace l'interpretazione del cast (escluso forse Viggo Mortensen che ho trovato in questo caso sottotono).
Assolutamente da vedere, ben scritto e confezionato,con un finale che è un vero pugno nello stomaco.

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Ultima risposta 11/05/2021 06.22.53
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kafka62  @  18/02/2018 17:37:46
   8½ / 10
"Riflessi sulla pelle" è l'opera prima di Philip Ridley, già autore dell'interessante cortometraggio "L'universo di Dermott Finn", girato per Channel Four. Voglio dire subito che raramente un debutto alla regia ha dato in passato risultati più promettenti di questo. Senza bisogno di scomodare gli illustri – e un po' ingombranti – precedenti di Welles, Godard, Malle o Polanski, con "Riflessi sulla pelle" ci troviamo inaspettatamente di fronte a una pellicola incantevole, ambiziosa e tecnicamente perfetta, tanto più straordinaria se si pensa che in Italia operine d'esordio senza infamia e senza lode, come "Domani accadrà", "Piccoli equivoci" o "Americano rosso", erano state acclamate come un'irripetibile occasione di rinascita per l'asfittico cinema nazionale di quegli anni. Per avere una conferma del valore artistico del film è sufficiente soffermarsi sulle sue qualità cromatiche. Gli sconfinati spazi del Sud degli Stati Uniti che fanno da sfondo alla storia sono già di per sé dotati di una incontestabile fotogenia, ma Ridley, pignolo e perfezionista fino all'eccesso (o forse memore dei corsi di pittura frequentati alla Saint-Martin's School of Art di Londra), è arrivato addirittura a far "ricolorare" di un giallo brillante un intero campo di grano, quello che circonda la casa di Dolphin, per ottenere l'effetto desiderato. Il film viene pertanto ad assumere delle forti dominanti cromatiche, che non sono affatto casuali, ma al contrario organizzate a tavolino prima delle riprese, per assecondare la spiccata sensibilità figurativa del regista. Il giallo intenso del grano si combina così con l'azzurro nitido del cielo o con il rosso del sole al tramonto, realizzando delle tavolozze coloristiche di grande fascino visivo. Certe scene girate al tramonto (su tutte l'immagine finale di Seth che corre con la palla rosso fuoco del sole alle spalle) sono di una bellezza estremamente suggestiva, ma altrettanto raffinate sono le sequenze girate negli interni, dove stanze in penombra vengono letteralmente violentate da fasci di luce calda e sensuale, riproducendo in chiave fotografica i chiaroscuri tematici del film.
Ridley è un autore vero, in possesso di una assoluta padronanza del mezzo cinematografico. I suoi carrelli e i suoi dolly sono usati in maniera innegabilmente effettistica, ma non sono mai pure esibizioni di virtuosismo tecnico, al punto da far venire in mente da una parte Peter Weir, per la comune propensione verso le atmosfere arcane e indecifrabili, e dall'altra David Lynch, per le situazioni morbose e i personaggi al limite del grottesco. Ridley è capace di costruire inquadrature insolite ed originali (ad esempio, il viso dell'autista della Cadillac nera che parla a Seth dallo specchietto retrovisore), di inventare attacchi di sequenze a comprensione non immediata (un'inquadratura completamente bianca si rivela un lenzuolo steso ad asciugare, dietro al quale compare la madre di Seth), di creare quasi dal nulla una tensione violenta e intollerabile (utilizzando a piene mani la coinvolgente musica di Bicât per sottolineare drammaticamente snodi e passaggi cruciali della vicenda) e di esaltare lo spazio americano (vaste distese di erba e di grano, strade polverose che si perdono all'orizzonte, bianche case di legno a due piani), integrandolo alla perfezione con gli elementi gotici e orrorifici della storia.
"Riflessi sulla pelle" è infatti a tutta prima un inquietante ed angoscioso horror (para)psicologico. Nel piccolo e sonnolento paese, che sembra uscito da uno dei tanti quadri di Hopper o da una commedia di Shepard, tre inspiegabili omicidi sconvolgono il quieto vivere della comunità, scoprendo il formicaio che si nasconde sotto la irreprensibile e tranquilla superficie: le madri si rivelano sadiche e folli, i padri custodiscono vergognosi segreti, ricordi di mariti suicidi o di esperimenti atomici turbano la psiche delle giovani generazioni, e gli stessi bambini, costretti a vedere imperturbabili i loro genitori appiccarsi il fuoco come dei bonzi, non sono più innocenti degli adulti. Ridley si immerge in una materia chiaramente sovrabbondante ed eccessiva, ma lo fa con un grande senso della misura. Da una parte egli contamina la storia con un umorismo nero tipicamente britannico (penso allo sceriffo Ticket, una sorta di caricatura del capitano Achab, o al "vampirismo" esibito di Dolphin), dall'altra sceglie di conferire ad essa un'ambiguità molto simile a quella del celebre "Giro di vite". Come Henry James, così Ridley non fa capire cosa è reale e cosa è invece frutto della fantasia esaltata e visionaria del bambino protagonista. Ad esempio, la misteriosa Cadillac nera che compare nei momenti in cui massima è l'eccitazione di Seth è vera o immaginaria? E se anche si propende per la seconda ipotesi, bisogna pur sempre tener conto delle tre misteriose morti che in qualche modo coinvolgono (come intuisce lo sceriffo) il giovane protagonista. E' forse egli dotato di strani e inspiegabili fenomeni di premonizione? Oppure è egli stesso a provocare, chissà come, la morte degli amichetti e della donna? Ridley non dà alcuna spiegazione utile a sciogliere l'arcano, ma preferisce raccontare l'intera vicenda filtrandola soggettivamente attraverso lo sguardo ingenuo e suggestionabile di Seth. Davanti ai suoi occhi, oggetti e corpi assumono una consistenza magica e "altra": la fiocina, il feto del neonato (che i bambini credono essere un angelo caduto in terra), la fotografia del bimbo la cui pelle è diventata, a causa delle radiazioni atomiche, lucida come l'argento, sono componenti di un universo in cui Ridley si lascia scivolare con totale disponibilità di immaginazione (pur senza rinunciare alla verosimiglianza realistica) e che sta a metà strada tra un incubo dell'inconscio e una favola gotica alla Karen Blixen.
Il terrore, sembra suggerire Ridley, è una particolare attitudine dello sguardo o della mente. Seth accumula avidamente sensazioni, le ingigantisce e finisce fatalmente per "immaginare". E' lo stesso itinerario che in fondo percorre anche il regista, il quale si abbandona a tutte le stimolazioni (visive, sonore, ambientali) che possono venire in suo soccorso, al fine di creare un secondo, superiore, livello di realtà, vale a dire una realtà trasfigurata, non mediata né dalla ragione né dalla cultura. Calandosi nel mondo dell'infanzia, alla ricerca di entità e di forme (espressive e non) ancora da plasmare, Ridley non raggiunge nessuna conclusione narrativamente compiuta, ma ci sazia ugualmente con le sue suggestioni, mostrandoci altresì – e non mi sembra un pregio di poco conto, vista l'impegnatività del tema sfiorato, quello dell'innocenza perduta – come un ambiente ossessivo, perverso e morboso faccia dei bambini, questi piccoli e incolpevoli spettatori della realtà quotidiana, dei mostri terribili e spaventosi.

tris  @  17/08/2017 17:43:36
   10 / 10
UN CULT horror poetico che oscilla fra Weir e Lynch, fotografia magnifica ottimi attori e musiche Ridley è un autentico genio visionario e questo è il suo capolavoro.

KitaVerde  @  10/06/2016 13:50:04
   7 / 10
Non riesco a bocciare questo film di Ridley, ha delle imperfezioni sicuramente ma allo stesso tempo ha buoni spunti di regia e colpi di scena. Seth mi fa ricordare quando ero bambino, la curiosità e l'ingenuità .La scenografia così ampia e libera, ma che pian piano "diventa" claustrofobica e pericolosa. Buono.

StIwY  @  29/04/2014 22:24:51
   3 / 10
Una schifezza immonda. Non si capisce dove si voglia andare a parare, il tutto porta ad un punto morto....le sciocchezze di un bambino in uno scenario di delitti sconclusionati che con le sue visioni infantili di vampiri che portano ad un finale senza senso. Gl attori sono penosi, si salva solo la vedova e Viggo, la regia scadente, la storia prosegue in maniera prolissa.....finito di vedere e subito dimenticato.

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Ultima risposta 11/05/2021 06.24.41
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Oskarsson88  @  05/02/2014 23:17:40
   6½ / 10
Visivamente attrae, una trama c'è ed è anche ricca di avvenimenti interessanti, quello che manca è la profondità e la frizzantezza, infatti la storia ci scorre davanti senza colpirci più di tanto e in modo abbastanza laconico. Anche se il finale l'ho trovato piuttosto forte. Altalenante...

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Ultima risposta 07/01/2020 16.58.59
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BlueBlaster  @  08/08/2013 01:54:09
   6½ / 10
Pellicola artistica e poetica molto particolare in cui contano moltissimo la fotografia dei paesaggi del midwest e le musiche...la storia è molto profonda e toccante ma purtroppo ho trovato il film piuttosto lento e la visione mi è risultata pesante ma questi sono gusti personali che non fanno venir meno il mio rispetto per un'opera d'arte perché è questo.
L'infrangersi di un'infanzia davanti al male...addirittura il bambino è complice di questo male assoluto a causa della sua innocenza!
Mentre lo vedevo non mi ha colpito particolarmente ma adesso, a qualche ora dalla visione, ammetto che mi ha lasciato qualcosa...molto toccante e stracarico di dialoghi profondi (l'ultimo di Dolphin Blue riguardo la vecchiaia mi ha colpito moltissimo e mi ha messo leggermente a disagio)!
La regia è spettacolare e ricercatissima, la fotografia ancor meglio, musiche che calzano a pennello e avvolgono la pellicola...un film confezionato bene come pochi in definita e non a caso il regista è un artista a 360° e molto visionario.
Interpretazioni eccellenti in linea generale ma da ricordare ovviamente quella di Viggo Mortensen e sopratutto quella di Jeremy Cooper che è molto toccante specie nel finale...
Verrebbe da odiare le persone/compaesani che accusano questa disgraziata famiglia ma pensandoci bene,in una società rurale e chiusa come quella e oltretutto negli anni 50, è lecito che succeda visto il passato del padre ed il fatto che i due fratelli sono vestiti come dei becchini.
Il punto debole sta nella sceneggiatura (che oltre ad avere dei buchi) la quale dilata troppo i tempi nello svolgimento dei fatti dando troppo spazio all'aspetto visivo (mi vien subito in mente la sensazione che ho provato mentre vedevo "This must be the place" di Paolo Sorrentino..anche se non centra niente)...il film si piazza quindi nel Cinema d'autore ben lontano dall'essere un film per tutti.
Come ho già detto all'inizio, per quanto bello e impegnato, la visione è stata pesante per quanto mi riguarda e quindi non mi sento di dare di più.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  22/04/2012 12:38:57
   7½ / 10
Egocentrica e disturbante opera prima di Philip Ridley, artista a tutto tondo che ha bazzicato raramente (purtroppo) il mondo del cinema fino ad oggi.
Colpisce per la fotografia meravigliosa e l'estetica pulitissima e profonda dei campi del Canada. Colpisce per la cattiveria visionaria dei bambini (innocenti fino al finale) e degli adulti nevrotici e spietati.
Finale terribile e che mi ha ricordato altri film sull'infanzia, un tema delicatissimo qui trattato con sguardo disturbante e visionario insieme, come raramente è possibile apprezzare al cinema.
Non mi sono andate giù solo alcune parti del film in cui Ridley sembra francamente girare a vuoto o su sé stesso, e alcuni personaggi (come quello senza occhio, orecchio e mano) senza il mordente necessario.
Ma è da vedere per la bellezza unita alla bestialità che il regista riesce ad esporre con uno sguardo quasi barocco e decadente insieme.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  10/01/2012 00:18:20
   7½ / 10
Mi è piaciuto, un drammatico commovente e non pretenzioso... tranne il finale. Quello mi è piaciuto meno perché mi è sembrato ingiustificatamente eccessivo.
Bravissimi tutti gli attori, adulti e bambini, una prova del cast eccezionale.
Si vede che Ridley è alle prime armi ma la sua regia offre spesso dei colpi di genio fotografici...

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Ultima risposta 27/01/2012 13.37.07
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Invia una mail all'autore del commento Bathory  @  14/11/2011 19:18:12
   2 / 10
Osceno.
Sarò cinico, ma se c'è un film che mi ha lasciato totalmente indifferente quello è Riflessi sulla pelle.
In un contesto surreale e a tratti quasi grottesco, si assiste ad una serie sterminata di vicende drammatiche che quasi come in un gioco sadico, hanno tutte come protagonista il povero Seth, bambino di 9 anni.
Questo continuo accanimento nei confronti del protagonista, in un ciclo continuo di sventure sempre più pesanti, stanca presto, e il coinvolgimento emotivo verso un personaggio cosi sventurato finisce per diventare quasi di natura comica, una sorta di Fantozzi versione tragica.

Non c'è il pathos, la profondità, l'intelligenza di storie tragiche come quelle narrate ad esempio da Lars Von Trier, qui Ridley si limita a raccontare in maniera del tutto illogica eventi e personaggi superficiali e banali, e il risultato finale non può essere che pessimo.

John Carpenter  @  01/08/2011 12:38:26
   9 / 10
Il voto sarà pure esagerato ma pochi film mi ha toccato così nel profondo dell'anima, e The Reflecting Skin è sicuramente tra questi.
Decisamente pessimista e agghiacciante nel susseguirsi degli eventi, l'esordio alla regia di Philip Ridley è un film molto lento e pesante che vi resterà impresso nella mente per molto tempo.
Finale che non lascia scampo.

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Ultima risposta 09/01/2012 23.55.21
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TheLegend  @  04/07/2011 15:16:24
   7½ / 10
Favola nera vista attraverso gli occhi di un bambino costretto a crescere e a conoscere la sofferenza.
Questo film ha qualcosa di sovrannaturale difficile da spiegare.

guidox  @  26/06/2011 00:12:22
   7½ / 10
debitore di Lynch per molte cose che propone, Ridley comunque riesce a fare un film da riscoprire e rivalutare, nonostante in alcuni punti sia veramente troppo pretenzioso e rischi di buttare lì elementi senza troppa "logica", pur considerando di essere costantemente in ambito surreale.
le ambientazioni da dipinto sono a dir poco favolose.
bellissimo il finale, anche se l'avrei chiuso sulla corsa e successivo grido del bambino, ossia qualche secondo prima.

Febrisio  @  21/06/2011 19:23:12
   8 / 10
Dopo la prima scena avevo una gran voglia di spegnere la tv, ma l'indice mi oppose resistenza. Riflessi sulla pelle è una visione dal punto di vista di un ragazzino di un mondo scenograficamente ed emotivamente statico.

Il paesaggio ben fotografato saturo in colori, non troppo luminoso, in controtendenza con la sua atmosfera cupa, fa da contorno alla vicenda del giovane Seth. Un bambino che dovrà crescere in solitaria, ascoltando gli abitanti bislacchi ed egoisti di una silenziosa e qualunque campagna. Un silenzio che sembra stordire quest'ultimi, rendendoli incapaci di ascoltare se non loro stessi. Una volta sentii che un bambino cresce con gli abitanti del suo villaggio; con quelli che incontra, che lo salutano, quelli che gli sorridono, quelli che alla cassa del negozio gli aggiungono una "caramella senza saldo", quelli lo accompagnan per un tratto di strada e gli raccontano il fatto quotidiano. Dalla prima scena, la spensieratezza, all'ultima, la disperazione, si percorre un processo di maturazione a cui manca un filtro per sorbirla; l'adulto. Lo spettatore accompagnato dalle ottime musiche e alcuni momenti morti, schierato nettamente dalla parte del bambino, non potrà che indignarsi.

La regia di Ridley riesce a dare un senso, avendo il grande pregio di inserire e pesare diverse scene simboliche in modo un poco grossolano, ma altrettanto "grezze di poesia", che allo stesso tempo indicano allo spettatore cosa e come interpretare. Tra queste evidenzierei quella con le tre foto del fratello. Il fatto di riuscire a comunicare questa sensibilità, è come se per un attimo la cedesse allo spettatore, e gli desse l'onore, o meglio l'orrore, di provarla sulla propria pelle. Riflessi sulla pelle.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  19/06/2011 23:48:38
   9 / 10
Un film che oscilla tra poesia ed incubo.
Ridley dimostra di saperci veramente fare scrivendo e dirigendo una vera perla. Una fotografia bellissima e una colonna sonora riuscita completano un film da recuperare. Una meraviglia che emoziona raccontando ed analizzando il tema della perdita dell'ingenuità infantile, di quel candore che avvolge le piccole anime. Un film duro, spietato, che puzza di morte, perfino i suoi angeli sono aborti putrescenti ed un tramonto ci ricorda che "anche gli angeli prima o poi perdono le ali".

pinhead88  @  07/11/2010 01:11:16
   6 / 10
Se si guardasse solo alla fotografia il film sarebbe da dieci, considerando anche che adoro lo stile di Ridley, ma se passiamo alla sceneggiatura e a tutto il resto appare tutto assai stanco, ripetitivo e in alcuni punti davvero troppo stanziale, soprattutto se si pensa che in questi momenti morti il regista poteva dare sfogo a tutto il suo estro creativo, per questo rimane un peccato. Inoltre non c'è alcun entusiasmo ne immedesimazione nel personaggio principale, se questo era l'intento. I dialoghi sono troppi e troppo fiacchi e ciò che ne segue è una narrazione lenta e un ripetersi di situazioni ammuffite e poco brillanti. Resta quindi solo la gioia degli occhi, ma ahimè non basta.

rob.k  @  10/04/2010 22:13:59
   4 / 10
Film che parla di un bambino che vive in campagna in mezzo a persone tutte psicopatiche e fuori di testa (e alla fine anche lui lo è...)... E con ciò? Che cosa voleva dire il regista, a parte l'autocelebrazione stilistica fine a se stessa?

popoviasproni  @  04/01/2010 15:13:40
   7 / 10
Suggestiva, fatalista e spietata fiaba nera senza speranza, dalla sceneggiatura azzardata e allegorica.
Strizza l'occhio molto a Linch e a Malick.
Fotografia e musiche bellissime.

donfabios  @  09/02/2009 14:42:59
   7 / 10
mamma mia, agghiacciante. Per passare un'ora e mezzo di angoscia...
da non vedere in un momento di tristezza o ti suicidi...
tutto sommato, viste anche fotografia e colonna sonora , il voto non può essere basso.

giusss  @  14/01/2009 19:38:15
   8 / 10
Storia molto suggestiva con un bambino protagonista di avvenimenti molto drammatici.Fotografia da oscar e finale toccante sull'impotenza di un bambino di fronte la violenza che vede.

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Dan of the KOB  @  21/12/2008 12:29:51
   8 / 10
Un'infanzia spezzata vista attraverso gli occhi di un bambino!
Una storia perversa, torbida e senza speranza che si conclude con un urlo di disperazione!
Visivamente il film è impeccabile, davvero una bellissima fotografia e ottima regia!
Alcune scene rimangono impresse nella mente, su tutte l'incipit iniziale e il lancinante finale!

Sciamenna  @  12/11/2008 12:12:08
   9 / 10
Un'infanzia spezzata, lacerata, o forse totalmente negata al piccolo protagonista?

Esplosioni continue di azione e reazione a cariche di violenza simbolica insopportabili.. Il grido del piccolo Seth è un grido di rabbia e di rivendicazione

AMERICANFREE  @  29/12/2007 09:55:21
   7 / 10
ottima fotografia ottima scenografia...sufficiente trama e recitazione! nn sicuramente film da 10 ma da 7!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  13/11/2007 17:55:59
   10 / 10
l'ultima immagine, col sole che tramonta sull'infanzia mentre le urla di un bambino lacerano la campagna, è stata una delle esperienza cinematografiche più intense della mia vita.
misterioso, fiabesco, sembra un film di weir con una pesante iniezione di pessimismo e visionarietà macabra.

mister_snifff  @  05/11/2007 06:29:13
   8½ / 10
Ambientato in una comunità rurale americana degli anni 50, ad un primo impatto ti immagineresti di sorbirti la storia del novello huck finn alle prese con la sua manica di compaesani schizzati ed imbriaconi. Ma avanzando nella visione quel bieco b@st@rdo visionario del regista, cambia immediatamente registro inserendo man mano una sequela di elementi orrorifici (pur senza mostrare una goccia di sangue, tipo come in blue velvet o twin peaks), dettagli e simbolismi che a conti fatti creeranno un'atmosfera cupa, lugubre... senza speranza!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  12/08/2007 01:04:30
   9 / 10
Riflessi sulla pelle è ambientato nell'immensità della pianura americana, in un posticino dove il dipartimento di Stato si divertiva a sperimentare la guerra fredda sulla pelle dei propri cittadini di serie z. E' un film intensissimo e particolarissimo, che ricorda da un lato Eraserhead perchè racconta gli emarginati e freaks, ma mentre quel film usava le suggestioni della pittura metafisica e surrealista (Hopper, Dali) ,quest'ultimo invece ci ritrae i "paria" con un lirismo appassionato ed epico che mi ha ricordato l'Olmi dell'Albero degli Zoccoli e i fratelli Taviani della Notte di San Lorenzo per il suo incedere tra il mitico e il superstizioso.
Ma nello stesso tempo ricorda anche Stand by me per il suo descrivere il mondo degli adulti coll'occhio dei bambini che colle loro poche confuse esperienze trasformano la realtà e la interpretano secondo le loro ridotte possibilità ricettive, ma ovvio è definitivamente più inquietante e assai meno nostalgico e compiaciuto di quel magico film sia per i tragici fatti narrati che per quel finale esplosivo da film neorealista italiano. Stupende la fotografia e la colonna sonora, decenti gli attori (i bambini un filino meno bravi dei colleghi di Stand by me) per un prodotto che si distacca talmente dal cinema medio americano da meritare una menzione speciale come una delle pellicole migliori degli anni 90. Come recita la didascalia da vedere assolutamente.

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PetaloScarlatto  @  04/05/2007 20:23:33
   10 / 10
Straordinario... HO scritto addirittura un post nel forum a lui dedicato, talmente lo considero un capolavoro!!!

benzo24  @  06/07/2005 12:24:59
   10 / 10
Bellissimo e magico film di Ridley (qui al suo primo lungometraggio). Forse uno dei più belli che siano mai stati fatti sul mondo dell'infanzia e sull'amore.

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Ultima risposta 22/10/2006 21.57.34
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Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

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ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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