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Gran bel dramma d'epoca, una storia d'amore unilaterale dove uno studente di medicina, con un passato da aspirante pittore, da poco trasferitosi a Londra e affetto da piede equino, grossa fonte di insicurezza, si innamorerà perdutamente di una cameriera, dal primo fugace incontro in cui dichiara di non esserne attratto alle successive visite al locale in cui mostra progressivamente il suo interesse, Cromwell mostra questa sorta di discesa in un inferno sentimentale col personaggio di Mildred che approfitterà continuamente e maliziosamente dell'amore incondizionato di Philippe.
La sceneggiatura, nella sua breve durata, procede mostrando prima il desiderio crescente nei confronti dell'amata, con anche belle sequenze sognanti in cui il protagonista si immagina con essa, al ristorante, quando le propone di sposarla, avendo quasi una visione angelica della donna, chi di noi non ha mai fatto questi pensieri quando innamorato? Sono immagini forti e particolarmente immersive che trasmettono una certa empatia, ma la realtà si rivelerà presto deludente, l'amata non lo calcolerà affatto e dopo qualche uscita si metterà con un facoltoso uomo di mezza età, salvo poi tornare da Philippe quando sarà incinta e verrà scaricata dall'uomo che si scoprirà avere un'altra famiglia, contando sulla debolezza del protagonista, che ricade puntualmente nel tranello causato dall'amore incondizionato, anche al costo di mandare via una donna che ha dimostrato di volergli bene, creando sensazioni amarissime, con uno schema che si ripete, dopo la prima volta che lo tratta come la ruota di scorta, ci sarà una seconda, una terza, e via dicendo, ma il bello è vedere il protagonista lottare contro se stesso, consapevole della natura approfittatrice della donna che torna da lui solo in caso di necessità, ma l'istinto e l'amore che prova per essa prenderanno il sopravvento, causandogli anche non pochi problemi come si vede nei litigi che hanno a casa, nonostante la sua ospitalità e il suo parargli più volte il sedere quando in difficoltà, è un film amaro, anche ancora parecchio attuale, in tutto questo c'è da elogiare la grande performance recitativa di Bette Davis nel ruolo che le ha dato la grande notorietà, interpretando questa cinica e meschina donna che usa il protagonista all'occorrenza e non si fa scrupoli a spezzargli il cuore più volte, andando anche con un suo collega e amico, creando questo rapporto di controllo dato dall'estrema attrazione che prova per lei, incredibile anche nel finale quando sembra una sorta di destino le ha presentato il conto, vederla crollare emotivamente ed implorare per l'ultima volta un aiuto per la sua salute che lui dato che comunque di buon cuore le darà, finendo poi, con la sua dipartita per finalmente essere libero, non più affitto da un fardello troppo condizionante e finalmente, riuscire a prendere la sua strada.
Personalmente, uno dei film sentimentali più amari che mi sia capitato di vedere, gioca molto con le sensazioni dello spettatore, è il classico film in cui vorresti entrare nello schermo e cambiare gli eventi in corso per quanto ti sembri tutto così ingiusto.
Un bel film,dalla tematica ancora attuale ed anche piuttosto cinico e pessimista nonostante i circa novant'anni di età. Impreziosito da un cast in piena forma,con un Howard semplicemente eccezionale ed una Davis perfetta, perfida e senza cuore. Dalla regia piuttosto classica,un lavoro ben confezionato e girato nonostante qualche ingenuità dovuta probabilmente all' epoca, assolutamente consigliato.
Bette Davis strepitosa! Grazie a lei il film vola! Un tema sempre attuale ma che potrebbe diventare noioso e fastidioso se la protagonista non fosse Bette Davis!
Novanta anni e per quanto mi riguarda non invecchiato nemmeno tanto perche mette in luce le debolezze di un uomo di fronte ad un amore non corrisposto (Mildred) e l'inadeguatezza con relativi complessi di fronte ad un amore che potrebbe essere corrisposto (Norah). Leslie Howard infondo una profonda sensibilità al suo personaggio anche se può irritare la sua cecità nei confronti di Mildred. Da rimarcare la straordinaria interpretazione della Davis. Cinica, crudele e manipolatrice, con il personaggio di Mildred inaugurò una galleria di personaggi da ricordare per la loro distruttività e fu il lancio per una carriera luminosa.
Dramma di incredibile intensità che narrà l'amore di Philip Carey, un giovane prima aspirante artista poi studente di medicina, per Mildred, una giovanissima cameriera. Questo amore diverrà ben presto malato, una sorta di catena che lo legherà indissolubilmente a lei, la quale lo sfrutterà a proprio piacimento, specie nei momenti in cui la sua vita starà andando alla deriva. E lui l'aiuterà ogni volta, anche a costo di rovinare ciò che fin lì ha costruito. La luce in fondo al tunnel Carey inizierà a vederla soltanto nell'ultima parte della pellicola e si materializzerà un pò più concretamente con un bel finale.
Un film che tratta un tema forte per l'epoca (probabilmente al giorno d'oggi non avrebbe destato alcunché) e che, pur risentendo dei quasi 80 anni, riesce a catturare l'attenzione dall'inizio alla fine. Un paio di punti forti sono sicuramente i numerosi primi piani che ci regala Cromwell (grandissimo quella prolungato della Davis intenta a bere una coppa di champagne) e le interpretazioni. La coppia protagonista è strepitosa: abbiamo un Leslie Howard perfetto in quei suoi continui sbalzi d'umore e nell'assoluta mancanza di fiducia in sé stesso; e poi beh, poi c'è lei, Bette Davis. Dopo svariati rifiuti di registi che non la consideravano abbastanza attraente (anzi, proprio brutta), gli si è presentata questa occasione e l'ha sfruttata mostrandosi all'intera Hollywood per la grandissima attrice che era. Superlativa lei, così come la cattiveria che trasuda dal suo personaggio: avida, approfittatrice, perfida e tutti gli aggettivi più disprezzanti che possono venire in mente. Memorabili i suoi continui "si può fare" agli inviti di Carey, quasi a dimostrazione dell'indifferenza che nutre nei suoi confronti. Insomma, direi un film imperdibile per gli amanti del cinema d'autore e della stessa Davis. Avranno modo di vedere il momento della sua consacrazione nel cinema che conta, quello a cui poi regalerà (oltre a Mildred) ancora molte tra le più perfide e crudeli figure femminili di sempre.
Il film che diede la svolta alla carriera della Davis, e che la accostò per la prima volta alla figura della femmina profittatrice e senza scrupoli. E' una storia di un amore malato che si manifesta sia veementemente che sottotraccia, in cui i personaggi sono in balia delle proprie pulsioni e dove spicca un messaggio di tolleranza verso il diverso che oggi verrebbe però considerato quantomeno ingenuo. Datato in generale, ma con una regia briosa e due attori protagonisti portentosi.
Grandioso melodramma psicologico sul rapporto morboso e masochista che lega un complessato studente di medicina ad una volgare cameriera usurpatrice e crudele. Il titolo originale (circa "del piacere umano di farsi legare") ben racchiude in se la stordente carica erotica della vicenda e gli attori riescono a rendere appassionante un film nella forma irrimediabilmente datato, nonostante il regista Cromwell indovini la scelta di inquadrare i personaggi spesso con grandi primi piani di notevole ambiguità (un particolare che mi ha ricordato non poco lo stile di Johnathan Demme). Straordinario l'elegante Howard ma davvero sensazionale la Davis che con questo ruolo diede il via ad un inesauribile galleria di donne approfittatrici e malefiche nel loro irresistibile fascino. Da non perdere.