storie di ordinaria follia regia di Marco Ferreri Italia 1981
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storie di ordinaria follia (1981)

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locandina del film STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

Titolo Originale: STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

RegiaMarco Ferreri

InterpretiBen Gazzara, Ornella Muti, Tanya Lopert

Durata: h 1.47
NazionalitàItalia 1981
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 1981

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Trama del film Storie di ordinaria follia

Charles Serking è uno scrittore dedito a una vita disordinata, che cerca nell'abuso dell'alcool e nella poesia i rimedi alla sua congenita disperazione. Sembra trovare momentanea consolazione nella relazione con Cass, una prostituta alla deriva come lui, ma è solo un'illusione destinata a finire tragicamente. Serking resta solo, tutto deve ricominciare da capo...

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Voto Visitatori:   6,25 / 10 (16 voti)6,25Grafico
Miglior regiaMiglior fotografiaMiglior sceneggiaturaMiglior montaggio
VINCITORE DI 4 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior regia, Miglior fotografia, Miglior sceneggiatura, Miglior montaggio
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Voti e commenti su Storie di ordinaria follia, 16 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  17/05/2020 19:36:31
   6½ / 10
Chiaro che è un film che prende la sceneggiatura in pieno dagli scritti di Bukowsky, quindi non c'e' da aspettarsi altro che tante bevute ,tanto sesso ,tanta nullafacenza e un pizzico di filosofia spicciola che serve a auto convincersi che ci sia un senso ad andare avanti . Il lavoro grosso lo fa Gazzara con unìottima prova , anche fisica, bene i comprimari .. Non resterà un capolavoro, e Ferreri ha fatto molto di meglio, ma è comunque uno spaccato sulla letteratura dello scrittore americano .

DarkRareMirko  @  23/02/2017 23:51:19
   7 / 10
Storie di ordinaria follia non è di sicuro il miglior Ferreri, anche se un'atmosfera sporca è resa bene e Gazzara offre una convincente interpretazione.

A dirla tutta la mano del regista non è che si senta troppo, i dialoghi sono molto spacconi e filosofici (del resto Bukowski era così) ma comunque memorabile resta l'affresco di questa umanità alla deriva, dove come al solito nessuno si salva.

Nudi, violenza, emarginazione, criminalità ed una serie di vicende sgradevoli nel film più americano del grande regista milanese.

Pessimismo cosmico; Giannini doppia il protagonista.

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fabio57  @  02/03/2016 13:23:35
   8 / 10
Pur non amando eccessivamente il cinema di Ferrero, devo riconoscere che questo film è un'opera importante. Il racconto dell'abiezione, del degrado e della perdizione, in cui precipita il protagonista, è sconvolgente per il suo toccante realismo. Ben Gazzarra è perfetto nel ruolo dell'alcolizzato perso, artefice e vittima della sua maledizione. Poesia e sregolatezza spesso vanno a braccetto, come la storia e la cronaca ci insegnano. La Muti in un ruolo finalmente drammatico è molto brava, oltre che bella.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  26/08/2011 17:16:38
   6 / 10
Discreta trasposizione di Bukowski, non era cosa facile ma si poteva fare di meglio. Comunque bravo Ferreri.

paride_86  @  27/08/2010 01:25:41
   7 / 10
Permeato dalla "follia" è dal gusto per tutto ciò che c'è di "extra-ordinario" nella realtà, questo film, a mio parere, può dirsi bukowskiano. Ferreri è riuscito nellì'impresa di trasporre un autore trasgressivo e originale senza tradirne lo spirito, ma aggiungendo una certa malinconia in più. Ornella Muti bellissima ma pessima attrice.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  17/08/2010 16:26:06
   6½ / 10
Il film è tratto da un opera letteraria di Bukowsky che purtroppo non ho letto. Il protagonista è un poeta, o meglio un essere umano che cerca di cogliere e trasmettere su parola gli intensi e profondi sentimenti umani universali di chi vive reietto, ai margini, dedito a quelli che in genere vengono considerati vizi e perversioni (bere, non avere famiglia, vivere di espedienti, fare sesso per lo più mercenario, ecc.). L'idea di base è che il vivere più vero, profondo e libero, nonché artisticamente più genuino sia questo e non quello socialmente e razionalmente inquadrato.
Questo è il messaggio che esce dalla parte più bella del film, cioè il finale. Purtroppo il film fatica molto a progredire e a focalizzare ciò che vuole comunicare. Lo fa tra l'altro in maniera secondo me non convincente, imperfetta. Di scena in scena, solo alla fine appare chiaro il messaggio.
La storia si focalizza per intero su di un unico personaggio maschile. Seguiamo il suo vivere scioperato e disordinato, sempre attaccato alla bottiglia e sempre dietro gonnelle di donne facili, per lo più prostitute. Ben Gazzarra è un bravissimo attore e dà del poeta una interpretazione molto particolare: occhi dolci, lieve sorriso, rughe ai lati degli occhi; un'immagine di persona carica di pathos positivo, un po' rassegnato e passivo, che si lascia andare ai suoi vizi e anzi li elegge a ideali di vita, breve e stentata ma almeno VITA.
Ciò che non va è soprattutto l'ambientazione esterna. I bassifondi di Los Angeles alla fine degli anni '70 erano forse peggio di quelli che Ferreri ci fa vedere. Secondo me ha usato una mano troppo leggera. Manca lo sporco, il sudore, il degrado civile e umano. Tutto è fin troppo asettico e distaccato. Del resto è lo stile di Ferreri (simbolico e raramente effettivo) ma in questo caso purtroppo probabilmente non riesce a centrare il bersaglio.
Il simbolo del fallimento è il personaggio della prostituta interpretata da Ornella Muti. Dalle vicende narrate si evince che dovesse essere una ragazza molto bella ma molto malata dentro, tanto da autotorturarsi fisicamente. La Muti recita splendidamente la parte della bella, ma fallisce miseramente in quella della prostituta e soprattutto in quella della malata dentro. Non trasmette alcun dolore interiore, niente che faccia presagire l'abisso nero in cui alla fine precipita. Sembra una diva che mostra le sue grazie con tanto di espressioni ammalianti, distaccate e un po' fredde, non il personaggio degradato e disperato del film. Devo dire che la sua bellezza fin troppo perfetta mi ha a volte un po' infastidito. Un po' più di spontaneità e "volgarità" non ci sarebbe stata male.
C'è da dire che Ferreri ha sempre fatto recitare in maniera distaccata e "normale", solo che il soggetto del film non è adatto per questo genere di recitazione o di esposizione di tipo banale-simbolico, tipico dei suoi film. Sono convinto che questo sarebbe stato il soggetto giusto per un film di Peckinpah. Lui sì che sapeva come rappresentare personaggi di reietti, solitari, anarchici, ubriachi e scopatori. Con lui avremmo toccato con mano lo sporco, il degrado, la violenza, l'amore mercenario e la violenza. Ne avrebbe fatto un capolavoro.
Solo che Peckinpah non sarebbe stato capace di rappresentare la poesia. Questo riesce invece a Ferreri nelle bellissime scene finali, in cui in un paesaggio marino cristallino e affascinante va in scena la bellezza semplice e universale di un'adolescente nuda, mentre agili parole poetiche pennellano ed esaltano le immagini. Basta questo per riscattare tutto il film.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  11/05/2010 18:52:40
   5 / 10
Film che mi ha convinto poco, da qui l'insufficienza.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  09/02/2010 10:57:16
   7 / 10
Il meglio di questo film è espresso in due monologhi molto profondi all'inizio e alla fine. Per il resto posso dire che Ben gazzara mi ha convinto abbastanza interpretando questo ruolo non facile mentre mi ha deluso Ornella muti che oltre ad una pessima dizione poteva sicuramente dare qualcosina in più. Dei tre che ho visto ( "Barfly", "Factotum" e "Storie di ordinaria follia" ) questo lavoro di Marco ferreri mi è sembrato il più intenso e quello più interessante da seguire.

drabin  @  16/12/2008 14:50:21
   8½ / 10
Davvero un film grandioso nella sua estrema povertà. Oggi purtroppo in molti stanno operando un revisionismo storico su questa pellicola, sminuendola: l'errore che viene fatto in tal modo è davvero grande, visto che si guarda a questo film come un film erotico e basta, che dovrebbe tracimare solo di maledettismo (alla Bukowski) e lo si contestualizza solo nell'epoca in cui uscì scatenando notevoli polemiche oggi decisamente sterili. In realtà questo è un film assoluto e trasversale, che va al di là del tempo e dello spazio, regalandoci un senso di solitudine e di perdizione cosmici. Innumerevoli le scene d'antologia: da quella in cui il protagonista vorrebbe tornare bambino, alla scena sul posto di lavoro, passando poi anche per le perverse scene iniziale e finale. Ben Gazzara regala un'interpretazione titanica, tra le migliori di tutti i tempi nella storia del cinema. Ferreri non vuole raccontare Bokowski, ma parte soltanto dai suoi racconti come pretesto per calare la storia in un mondo ancor più perso e negletto, di fronte al quale si può solo provare disgusto ed un fortissimo senso di alienazione. Grandissimo

gei§t  @  04/01/2008 19:13:58
   1 / 10
film di straordinaria bruttezza!
un maniaco disturbato e ubriacone di eccezzionale bruttezza fisica, riesce a portarsi a letto tutte le donne che gli passano accanto: belle, brutte, vecchie, bambine, ciccione, suore... il tutto accompagnato da dialoghi senza senso e cotinuamente fuori contesto.
voto: schifo

benzo24  @  25/11/2007 19:52:01
   10 / 10
a mio parere è un capolavoro. ben gazzara è un grande nel fare bukowsky e il film è poetico, schietto ed ubriaco il tanto giusto .

syugi  @  14/09/2007 15:52:10
   5½ / 10
Premetto di non aver letto il libro e di non conoscere assolutamente l' autore, quindi le mie considerazioni si fermano unicamente al film.
Sebbene non sapessi nemmeno io che tipo di aspettative nutrire nei confronti di quest' opera, sono rimasta delusa. Un poeta che si alcolizza al limite della sopportazione fisica, una prostituta bellissima e tormentata ed una quasi storia d' amore..non sò che altro vederci. Forse in alcuni momenti si riesce a carpire quella disperazione e solitudine di fondo dei protagonisti, gettati alla deriva della vita. Un film asciutto ed essenziale che forse voleva esprimere senza artificio, affidando agli attori l' onere di sorreggere il tutto. Tentativo, a mio parere, non molto riuscito con una Ornella Muti convincente a singhiozzi e Gazzara che elabora un personaggio da cui non traspare l'atto creativo rendendo al pubblico un poeta che sembra recitare versi non suoi.

Guy Picciotto  @  21/07/2007 12:12:02
   7½ / 10
ottimo film, l'anarchia del protagonista è resa in modo superbo, e ornella muti per questa parte ha ricevuto perfino l'apprezzamento d aparte di marlene dietrich.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/08/2006 01:42:50
   6½ / 10
Si puo' capire l'interesse di Ferreri per Bukowsky, dato l'estremo disprezzo per le regole imposte del celebre regista.
Tuttavia questo film entra in una fase di crisi dell'autore da cui ne esce soltanto, a mio avviso, con un paio di exploit, il simbolico "La carne" e "diario di un vizio".
Non è Gazzara, buon attore al servizio di Cassavetes e Bogdanovich, l'interprete piu' adatto a recitare nei panni di Bukowsky.
Eppure tutto sommato il risultato è minore ma dignitoso.
Per i lettori di B. c'è poco o nulla giusto il segno di un'esistenzialismo passivo e un gran bisogno di alcolismo (tanto per cambiare) mentre il rapporto con la "sua" donna diventa un'esternizzare sul concetto del "maledettismo solitario da letterato". Cose risapute, ma convincenti.
Certo il miglior Ferreri è altrove

Ang3lz  @  14/03/2006 23:07:02
   4½ / 10
inguardabile...ben gazzara in pessima forma e ornella muti...lasciamo xdere...do 4 e mezzo solo xkè adoro il vecchio Hank....

GLAMP  @  10/02/2006 17:16:20
   3½ / 10
Clamoroso tonfo di Ferreri con questo film che ha ben poco di Charles Bukowski (il quale ha disconosciuto il lavoro) e molto del regista milanese.
Nonostante il grande successo (europeo) di pubblico e i 4 David di Donatello l'opera convince poco, gli attori sono alquanto improbabili (Ben Gazzarra che insulta la moglie è involontariamente ridicolo, la Muti nella parte dell'indiana rasenta il patetico) e le storie sono malamente raccordate fra di loro. Manca quello scandalo, quel male di vivere e anche (o soprattutto) quell'ironia che caratterizza le stupende storie del genio Buk.
Dalla sua parte solo le locations reali (il film è stato girato in gran parte a Los Angeles) e qualche indovinata idea surrealista. Bocciato.

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