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Sottovalutatissimo; il film è un vero atto di amore da cast e crew nei confronti della danza fatto in totale disinteresse riguardo al botteghino (ed infatti credo che il film sia stato un flop).
Ben fatto ed interpretato (la Campbell lo produsse pure e McDowell fece già un cameo ne I protagonisti) devia, come già detto, da qualsiasi logica mainstream finendo per filmare, semplicemente, danza e companatico con, sottointesa, un filo di trama.
Non per tutti, ma è un cinema altro, e per me basta per vederlo ed apprezzarlo.
Consiglio la visione di questo film solo a chi è ben disposto verso l’arte della danza o verso l’arte in generale. Lo scopo del film è proprio quello di fornire una dimostrazione visiva di cosa sia la danza e come sia fatto esteriormente l’ambiente e le persone che la praticano. C’è da dire che il film non va più di questo e dà del mondo della danza tutto sommato una visione forse superficiale o almeno meramente spettacolare ed esteriore. Manca lo sguardo approfondito nel dietro le quinte o il rapporto con il mondo esterno. Non viene secondo me espresso a dovere e a fondo l’enorme mole di lavoro e sacrificio che comporta dedicarsi alla danza. A questo proposito l’extra del dvd è molto più chiaro. La testimonianza di chi ha vissuto a stretto contatto con i veri ballerini, per una volta attori di un film, è uguale per tutti: grande ammirazione per il sacrificio, il lavoro, la passione. Nel film questo aspetto forse sfugge un po’. In compenso la bellezza e la suggestione delle immagini ripaga ampiamente lo spettatore sensibile all’arte. La struttura del film ricalca lo schema tipico di Altman: assenza di trama vera e propria, mancanza di un vero protagonista, susseguirsi di sketches di vita normale. La novità stilistica di questo film è il fatto che si riprendono ampi pezzi degli spettacoli, trasformando il cinema in una specie di televisione (sarà così anche in Radio America). Manca poi il contrasto, l’interazione etica fra i vari spezzoni. Il tutto diventa un flusso univoco, con lo stesso tono e lo stesso sentimento un po’ neutro da spettatori benevolenti. Non ci sono grosse emozioni. Prevale la contemplazione. Il rischio della noia e della distrazione è purtroppo dietro l’angolo. Qualcosa un po’ filtra delle tensioni, degli sforzi, dei rischi, dei fallimenti, del frenetico vivere, ma tutto è immerso nella fiducia e nell’amore che tutti provano per l’arte, la grande consolatrice dell’umanità secondo l’ultimo Altman. E’ chiaro l’intento consolatorio e di rifugio (la danza è come un mondo a sé, il resto è quasi inesistente) che caratterizzerà anche Radio America. Insomma, si tratta di un film appassionante per un addetto ai lavori, bello da vedere per chi ama l’estetica dell’immagine, soporifero per gli altri. Scegliete voi. A me non è poi dispiaciuto. Come sono bravi i ballerini, mamma mia.
È un piccolo omaggio alla danza classica che non ha pretese alcune, non capisco la media così bassa Non è neppure un brutto film. Gli interpreti ci sanno fare, soprattutto la splendida Neve Campbell, io sono un profano di quest’arte, non toglie però che non mi dispiaccia stare a guardare.
ma come si fa a dare voti così bassi ad un capolavoro così bello?!è stato uno dei film più belli che io abbia mai visto!mi ha lasciato senza fiato...forse chi ha fatto commenti negativi è un ignorante del genere danza
Mi è piaciuto. E' freddo nel descrivere questa compagnia di ballo dove coesistono gioie, drammi e immancabilmente amori. Certo la trama non coinvolge pienamente e la storia è un po' soffocata dalle stupende atmosfere dei balletti. Non sarà il miglior Altman sicuramente, ma lo salvo e regalo mezzo punto per l'interpretazione di McDowell, perfetto nella parte.
Che cattiveria, capisco che il film non c'abbia un filo di trama, ma i balletti sono davvero bellissimi e sono piaciuti a me che non me ne intendo di danza, figuriamoci ai ballerini. Certo non è un capolavoro ma non è da disprezzare del tutto
Da ammiratore incondizionato di Altman, ho cercato spesso di comprendere anche i suoi passi falsi, equilibrati da una certa vena ehm analitica sociale - tipo "terapia di gruppo", "pret-a-porter" o "dottor T e le donne". Con "the company" ci riesco solo in parte. Che A. sia ancora capace di guizzi di genio è fuori discussione (v. Short cuts o il sarcastico Gosford Park, ingiustamente bistrattato su questo sito), ma è anche inaccettabile che possa realizzare opere su commissione. The Company ovvero la forza dellì'affiliazione artistica: a tutti gli effetti un'opera di propaganda per divulgare il talento creativo della Joffrey Ballet di Chicago. Lo stile di Altman c'è sempre: un po' accademico, se vogliamo, ma capace anche di farmi vincere la mia reticenza e il generale disprezzo per la danza con coreografie di indiscusso valore Mi sorprendo comunque che a nessuno la prima di Ry sulle note del Lago dei cigni, in un'atmosfera surreale di un'imminente temporale abbia suscitato alcunchè. Il resto è il trionfo del "below the stage", attraverso i clichè e i canoni estetici del sacrificio che da Billy Elliott all'ultimo insopportabile Kaige passano dritti nei salotti dei reality di Maria de Filippi. Poca cosa, in fondo, se messo in relazione con un romanzo di Sinclair Lewis, "bethel arriva a Sladesbury" e ai sogni teatrali della sua protagonista. Il guaio è che in questo schema (ancora una volta) corale e piuttosto ecumenico Altman ci convive almeno come metafora (vaga) del potere aggregativo di un sistema. Ma non è Micheal Powell e si vede: a tratti ci si annoia, nello spiccato snobismo della Nobile Arte e di un fin troppo conciliante ambiente. La danza come teatro di vita... dove ho già sentito questa storia? Con le parole di McDowell "l'unica luce di sè che un uomo puo' lasciare su questa terra è la sua luce". Abbagliato dai riflettori o dalle coreografie (un trionfo del kitsch la rappresentazione finale neanche Stayin' alive era arrivato a tanto) lascio l'indubbia classe alla sua integrità artistica con i dubbi che già operazioni à la Moulin Rouge o Chicago (meglio il secondo) non sono mai riuscite a entusiasmarmi questione di effetto etico, e di una troppo larvata supremazia estetica
BELLE COREOGRAFIE,BRAVI BALLERINI,XRO 1 KOPIONE BREVE,1 PO STUPIDO E KE LASCIA A DESIDERARE,NEL FILM NN CE 1 VERA TRAMA,MA SOLO BALLETTO,ANKE 1 PO SURREALE,XRO NELL INSIEME 1 BUON FILM
Film delicato dalla maestria di Altman. Monotematico, non si distacca mai un momento dal contesto della danza, ma per fortuna ci risparmia la sindrome da Saranno famosi.
La storia non c'è, si respira solo l'aria e l'atmosfera, si coglie il senso della magia della danza grazie alle scene dei balletti, meravigliose com el acolonna sonora.
Altman si conferma un maestro anche se la sceneggiatura è troppo scarna. Bella e sorprendente Neve Campbell.
film STUPENDO! CAPOLAVORO! cavolo ragazzi qui parlate senza cognizione di causa! sappiate cosa è la danza prima, sudate in una sala prove per 18 ore al giorne e poi capirete la storia del film: a questo punto mi ritengo fortunato, io ho capito la trama e apprezzato tanti particolare che forse sfuggono a chi si aspetta un filmetto con i bacetti, la storia d'amore e il lieto fine. ragazzi fatevi una cultura prima di parlare! Fabbio
Probabilmente, è uno di quei film, che il pubblico distruggerà e la critica innalzerà, il mio giudizio sta nel mezzo, il mio animo "popolare" mi dice che questo film è una promessa non mantenuta, i trailer, la pubblicità, e anche l'attrice protagonista, creano delle false aspettative, in un film che non è convenzionale, e questo volenti o nolente pesa sul mio giudizio, dall'altra parte, il mio giudizio "critico" , premia il coraggio del film, un "finto" documentario, una narrazione frammentaria ma una sequenza di immagini che creano un contesto chiaro e ben delineato, la scelta di far ascoltare il rumore dei passi dei ballerini sul palco, è un sottile messaggio che il regista vuole dare allo spettatore, che come un voyeur spia la vita di questi ballerini da dietro le quinte, purtroppo molti di questi espedienti non hanno raggiunto il loro obiettivo, ad esempio il sacrificio del ballerino che dorme dove può, o del ragazzo sballottato dal padre, sono cenni di vita reale non propriamente trattati, tuttavia non mi sento di crocifiggere il regista , il giudizio complessivo è la sufficienza, avrebbe potuto essere migliore, se il mercato della promozione non avesse creato false aspettative nel pubblico pagante.
Appena sufficiente solo per la fantasia e i colori dei balletti...per il resto il film,anzi, il documentario è tutta una serie di scene senza una consequenzialità logica! L'intento del regista era forse quello di cogliere sentimenti ed emozioni di un altolocato mondo della danza ma in realtà non traspare dalla pellicola un sentimento a pagarlo oro! Ci si aspetterebbe una storia d'amore sentita, invidie, gelosie, competizioni che in quell'ambito sono presenti più che mai...e invece niente!
Mi ha accompagnato dolcemente dentro l'ambiente della danza. Ottima fotografia bellissimi i balletti. Bravo Alt. I tuoi films non hanno lo scopo di stupire, ma di far conoscere. Non tutti lo sanno....