tori e lokita (2022)

In perfetto stile Dardenne, uno storia senza fronzoli.

Per la prima volta lo sguardo asciutto dei fratelli Dardenne ha raccontato una storia che non mi ha colpito particolarmente.

Si tratta di un amicizia veramente fraterna e unica che viene continuamente messa a repentaglio dalle spregiudicate persone che li circondano. Tutti cercano di approfittare del loro essere innocenti.

Un po' ripetitivo nel complesso, ad ogni incontro con un nuovo personaggio sai gia' che i protagonisti verranno trattati male, senza un vero motivo. Si tratta di razzismo? o piu' semplicemente perche sono "ultimi"?

Sicuramente sufficiente ma dai Dardenne mi aspetto sempre qualche pugnalata al cuore piu' mirata...

Due ragazzi che si fingono fratello e sorella perchè in uno stato straniero il loro reciproco affetto e sostentamento è l'unica cosa certa e sicura. Una sicurezza che viene gradualmente demolita dalla debolezza di un sistema che non tutela i deboli e che li espone ad essere vittime indifese degli eventi. Il film dei Dardenne è sempre lucido e lineare. Si approccia e pedina i personaggi facendoci vivere le loro esperienze, tuttavia pur essendo un affresco efficace di una realtà occidentale purtroppo presente, non possiede gli slanci dei loro film precedenti. Corrono il rischio di essere ripetitivi.

Presenti le immagini dei camion dei trafficanti pieni di migranti morti? Scomparse da telegiornali, quotidiani, notiziari. Antropologia chapliniana: "La disperazione è un narcotico. Culla la mente nell'indifferenza" ("Monsieur Verdoux", 1947). "Una morte è una tragedia, un milione è statistica" (erroneamente attribuit'a Stalin). La cronaca nera trabocca d'eventi nefasti piccoli piccoli coi quali forse ancora qualcuno prova empatia; quando poi il numero s'eleva alla 3a, 4a, 5a, 6a, 7a potenza, si trasmuta nel destino cinico e baro. I Dardenne se ne fregano e coi loro film danno all'anime belle dei red carpet ciò che il confessionale da(va) ai democristiani: l'occasione di sentirsi mondati per cominciare da capo subito dopo. Fischiati a Cannes, solo 9 commenti su IMDb, meno di 600mila dollari d'incasso. Bene così: possiamo cantare la filastrocca di Branduardi tutt'in coro.
https://www.sentieriselvaggi.it/tori-e-lokita-di-luc-e-jean-pierre-dardenne/

Crudo e toccante, TORI E LOKITA è un film che tocca temi importanti e, purtroppo, sempre attuali come l'immigrazione clandestina, che molto spesso finisce con l'essere sfruttata dal crimine organizzato, complice anche la lentezza o la manchevolezza delle istituzioni.
Una storia dai toni aspri, con un finale altamente drammatico e spiazzante, interpretato bene e diretto con intensità dai Dardenne, riuscendo a convogliare tante sensazioni ed emozioni contrastanti che, di certo, non lasciano indifferenti.
Vale la visione.

L'ultimo film dei Dardenne è semplice e diretto, come il loro stile realista sa fare, questa volta affrontano il tema dell'immigrazione ma da un punto di vista diverso, una ragazza e il sedicente fratellino che si sostengono a vicenda. Pur di ottenere i documenti Lokita la ragazza si fà aiutare da Tori,ma la rigidità della burocrazia e la stupidità dei legislatori portano la ragazza a cercare di ottenere dei documenti falsi, con le ovvie purtroppo conseguenze del caso. In circa 80 minuti viene mostrato il Belgio e il rapporto con i migranti, che è poi quello che avviene in tutti i paesi europei, con luci ma anche ombre e il finale

SPOILER
La realtà nuda e cruda.

Dardenne 100%
Basta un film per riportare su un piano umano vicende che i notiziari elencano a mo' di carrello della spesa. I Dardenne seguono la vita di due anime in pena fuggiti dall'orrore dell'africa per ripiombare nel cinico e cruento occidente incapace di comprendere le necessità primarie di chiede aiuto e ottiene risposte burocratiche. Lo sviluppo della storia è necessariamente drammatico e conduce ad un finale che colpisce al cuore. Il nostro, quello di un'Europa che deve ancora lavorare tanto per ergersi a baluardo di civiltà.
Film vero