Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Se con "Innocent Blood" Miike ci raccontava il passaggio da adolescenza a età adulta con "Nostalgia" si fa un passo indietro alla transizione tra infanzia e adolescenza. Tema portante (esplicitato già nel titolo) è ancora una volta la nostalgia, ma questa volta vista con uno sguardo meno violento e più fanciullesco, ingenuo, spensierato e vagamente avventuroso (come quando i tre amici decidono di partire per l'isola Shikoku). Altri temi molto miikiani presenti sono le risse, la ricerca della felicità e il rapporto virile tra persone di sesso maschile. Oltre al legame tra Riichi e i suoi amici particolare attenzione è posta infatti al rapporto tra il piccolo protagonista e i membri (soprattutto quelli maschili per l'appunto) della sua famiglia: il padre (un uomo fedifrago e pieno di vizi, dall'alcool al gioco d'azzardo)e il nonno (che sembra essere quello più affezionato al piccolo Riichi). Il cineasta giapponese ci mostra un po' tutto il suo repertorio tra idee fantasiose (i bambini che decidono di costruire un Apollo 11 in miniatura), scene grottesche (il padre di Riichi sodomizzato dal nonno) e sprazzi di puro talento registico (vedi l'incontro tra Riichi e Ryoko sul finale). Un vero e proprio coming of age nostalgico e pieno di felicità, in pieno stile Miike.
Capitolo finale di Young Thugs che già dal titolo rimanda alla nostalgia ed al passato; se nel precedente Innocent Blood ci si era preoccupati di mostrare il passaggio dall'età adoloscenziale a quella adulta con storia d'amore che si interrompevano,legami non ancora del tutto sviluppati per immaturità e presa di coscienza di sé (o di inscoscienza...), in Nostalgia si torna ancora più indietro e alla radice. Interessa infatti l'infanzia e il passaggio all'adolescenza,da innocenza ad innocenza. Ecco allora che sparisce qualsiasi forma di cattiveria o violenza,anche quando sembra di vedere scontri esagerati sullo schermo che in realtà vanno a significare qualcos'altro di più puro ed innocente (mi riferisco ovviamente a tutte le botte che si danno padre e figlio). Anzi,sembrerà strano dire questo quando si sta parlando di un film "tranquillo" di Miike che ha addirittura una scena di sodomizzazione,ma appunto questa sequenza come tante altre rientrano in un ambito grottesco lontano dalla perversione morbosa o crudele poiché si sta affrontando una tematica fondamentale per capire l'universo Miike,ovvero la fanciullezza. Le uniche armi che usa sono quelle della fantasia,la crudeltà non c'è ed è riservata ad un altro mondo che poi il regista avrà modo di affrontare tante di quelle volte da essersi fatto etichettare come regista violento e misogino.
In Young Thugs quello che davvero interessa sono i rapporti conflittuali tra genitori e figli ambientati in un passato in cui tutto diventa scoperta: scoperta del sesso prima di tutto,e anche della morte. Dove anche un atto di masturbazione porta a volare... ma è questo uso del grottesco che non deve trarre in inganno,non c'è alcuna voglia di scandalizzare in questo film per il regista come suo solito. In Innocent Blood il conflitto si veniva a creare per una storia d'amore tra il protagonista Riichi e la sua ragazza,nel caso specifico nulla di tutto questo; la futura fidanzata della protagonista rimane sullo sfondo anche se si riserva un paio di scene significative (mestruazioni e timido saluto finale),il rapporto significativo è quello tra Riichi e suo padre: ubriacone anche violento,che cornifica la moglie in continuazione ed incredibilmente incosciente ma che allo stesso tempo vuole un bene dell'anima a suo figlio,la scena iniziale è stupenda e rimarca questo aspetto. I loro scontri fisici e verbali sono qualcosa di più che semplice violenza e vanno a confluire in una comprensione maggiore del loro rapporto sempre conflittuale,così come sarà stato (e questo è sottinteso) tra il nonno e il padre di Riichi.
Molto carina la sequenza in cui il Riichi del film incontra il Riichi scrittore delle storie da cui è stata tratta la trilogia cinematografica.
Apoteosi della visione Miikiana dell'infanzia come spazio idilliaco in un mondo dove dominano la violenza e i problemi, e della nostalgia da parte degli adulti dei loro anni più verdi. In questo film, Miike tenta di infondere il sentimento di nostalgia anche nello spettatore tramite vari espedienti, come le iniziali scene in bianco e nero e i continui riferimenti alla missione sulla Luna e all'Expo universale di Osaka.
Nostalgia rappresenta il secondo capitolo di Miike sugli young thugs di Osaka. In realtà, dal punto di vista cronologico, fa un passo indietro: i protagonisti di Innocent blood qui sono ancora dei bambini delle scuole elementari. Dall'adolescenza si passa quindi all'infanzia, e tutti i dubbi e le incertezze che affliggevano Riichi e i suoi amici nel primo capitolo lasciano spazio alla spensieratezza della fanciullezza. Descritto da molti come il suo film migliore (e dallo stesso Miike come il suo preferito), Nostalgia riprende molti elementi autobiografici del regista nipponico, sopratutto per quanto riguarda la dura infanzia. Il nucleo famigliare del film vive tra mille difficoltà, dovute essenzialmente ad una figura paterna emblematica: dedito al gioco d'azzardo, alcolizzato ma comunque legato al proprio figlio (tra l'altro il vero padre di Miike ha un piccolo cameo). Ma Miike non vuole assolutamente impietosire lo spettatore, anzi; i problemi familiari servono solo ad enfatizzare il contrasto con la gioia di vivere del piccolo Riichi. Stupendo il viaggio improvvisato con i suoi piccoli amici alla ricerca di una felicità in realtà nascosta nell'amicizia stessa e nelle piccole cose quotidiane. Film che lascia un estrema positività.