Un truffatore di nome Ripley che vive a New York negli anni '60 viene assunto da un uomo ricco per iniziare una vita complessa di inganni, frodi e omicidi.
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Ottima miniserie, il bianco e nero esalta le magnifiche inquadrature e atmosfere dell'Italia anni 60 e anche dei suoi monumenti e lo sfarzo. Ripley è un personaggio molto ben approfondito, il suo lato psicologico emerge sempre più col passare del tempo. Personaggio molto negativo, come poco positivi risultano però anche gli altri americani. Serie pacata, raffinata e di molto stile.
che diventano letteralmente un anticlimax nella scena dell'omicidio di Dickie, nella terza puntata
pur apprezzandone l'estetica (la fotografia non è da 10, ma da 12). Mi sembrava di vedere una di quelle cose alla Gerwig, formalmente perfette, ma anche gelide. Poi, pian piano, la serie ingrana e ingrana alla grande. La sceneggiatura è ottima, non c'è nessuno scivolone, nessuna netflixata di sorta. L'Italia in un bianco e nero così caldo non credo si sia mai vista. Se vi viene da mollare tra la seconda e la terza puntata, fate di tutto per resistere: ne vale davvero la pena.
Notevole serie televisiva che a tratti sembra quasi un grande spot all'Italia, la fotografia è meravigliosa e la luce è davvero stupenda quasi come un quadro del Caravaggio (artista preferito dei protagonisti).
Molto belli alcuni dettagli su cui si sofferma la camera, a tratti la regia è semplicemente geniale, l'unica cosa che mi è dispiaciuta è la ridondanza di alcune scene che non muovono la trama ma sono più che altro un vezzo, diciamo che avrei sforbiciato qua e la 5 o 10 minuti da alcuni episodi ma nel complesso la visone di questa serie è d'obbligo se si cerca un prodotti di qualità tanto che spesso si ha più la sensazione di assistere ad un film, grazie alle stupende location e alla oculatezza con si è speso il budget, evitando scene inutilmente dispendiose che non apportano nulla alla storia.
Bravi gli attori tra cui Andrew Scott (quello di Estranei) la bella Dakota Fanning e c'è anche la nostra Margherita Buy oltre alla punta di diamante, il sempre grande John Malcovich che compare negli episodi finali. Serie tv da guardare con calma, magari sorseggiando un buon calice di vino pregiato!
Torna il personaggio di Tom Ripley con una miniserie qualitativamente ottima, molto raffinata e ricercata. A livello narrativo non si distanzia molto dal lavoro di Minghella, molto solare nei colori nell'evidenziare un'Italia cartolinesca con i suoi paesaggi e le opere d'arte. Il Ripley di Matt Damon scopre questo suo talento in divenire, mentre il Ripley di Andrew Scott, bravissimo nel ruolo, possiede già una predisposizione al crimine visto che sopravvive a New York con piccole truffe. Il lato omoerotico è molto più sfumato tra lo stesso Tom e Dickie perchè si rimane sempre all'interno dell'ambivalenza: Tom è attratto dall'anaffettivo Dickie o è attratto dal suo modo di vivere parassitario nei confronti dei genitori? Inoltre Zaillan evita accuratamente il cartolinesco di Minghella. Girato interamente in bianco e nero che evidenzia un'atmosfera da incubo e minacciosa, risaltando l'anima in chiaroscuro di Ripley stesso. Da apprezzare l'ampio uso di attori italiani nei ruoli di contorno dove spiccano Margherita Buy e soprattutto Maurizio Lombardi nel ruolo dell'ispettore Ravini. Ben utilizzato anche il cameo di John Malkovich. Certamente un prodotto da vedere.
Veramente una bella serie, confezionata in maniera eccellente con una fotografia elegantissima, ricostruzione dei luoghi splendida, l'uso del bianco/nero intrigante che valorizza ancora di più la storia, colonna sonora e scelta delle musiche perfetta (Mina è sempre Mina), attenzione ai dettagli, certe inquadrature e i paesaggi sono un omaggio meraviglioso all'Italia che viene messa in scena priva dei soliti stereotipi americani. Strepitoso Andrew Scott (e il suo italiano) che ha saputo rendere affascinante e ambiguo il suo personaggio, ottimo anche il personaggio dell'ispettore. Atmosfere accattivante dal sapore retrò e dal ritmo lento che man mano che va avanti nella storia diventa un noir sempre più interessante. Sceneggiatura non priva di difetti, anzi :
c'è un vero e proprio problema ; 1 - come fa la polizia anche considerando l'ingenuità investigativa degli anni 60 a cercare una persona scomparsa senza una foto della stessa? Possibile che all'ispettore non sia venuto in mente di controllare l'identità tramite una foto o chiedere qualche foto dai genitori? credo che questo sia il punto cruciale e più debole dell'intera trama 2 - Lo stesso ispettore com'è possibile che non riconosca Ripley a Venezia con quel camuffamento imbarazzante e si lasci infinocchiare così banalmente?
Tuttavia al netto dei problemi di sceneggiatura resta una serie che per chi è amante del noir non potrà che apprezzare. Sperando in un seguito