the wire - stagione 3 regia di Joe Chappelle, Ernest R. Dickerson, Clark Johnson, Ed Bianchi, Steve Shill, Daniel Attias, Timothy Van Patten, Agnieszka Holland, Brad Anderson, altri USA 2004
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Serie TVthe wire - stagione 3 (2004)

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locandina del film THE WIRE - STAGIONE 3

Titolo Originale: THE WIRE - SEASON 3

RegiaJoe Chappelle, Ernest R. Dickerson, Clark Johnson, Ed Bianchi, Steve Shill, Daniel Attias, Timothy Van Patten, Agnieszka Holland, Brad Anderson, altri

InterpretiDominic West, John Doman, Deirdre Lovejoy, Wendell Pierce, Lance Reddick, Sonja Sohn, Seth Gilliam, Domenick Lombardozzi, Clarke Peters, Andre Royo, Idris Elba, Michael K. Williams, Frankie Faison

Durata: h 1.00
NazionalitàUSA 2004
Generepoliziesco
Stagioni: 5
Prima TV nel Settembre 2004

•  Altri film di Joe Chappelle
•  Altri film di Ernest R. Dickerson
•  Altri film di Clark Johnson
•  Altri film di Ed Bianchi
•  Altri film di Steve Shill
•  Altri film di Daniel Attias
•  Altri film di Timothy Van Patten
•  Altri film di Agnieszka Holland
•  Altri film di Brad Anderson

Trama del film The wire - stagione 3

La trama dell'opera è basata sulla lotta tra una speciale unità di polizia e una potente banda che controlla il traffico di stupefacenti. La particolarità e l'innovazione della serie sta, oltre che nell'accurato realismo dei personaggi, siano essi poliziotti o membri delle gang, nel narrare passo dopo passo l'indagine di polizia, dalla nascita all'evolversi fino alla conclusione.

Film collegati a THE WIRE - STAGIONE 3

 •  THE WIRE - STAGIONE 1, 2002
 •  THE WIRE - STAGIONE 2, 2003
 •  THE WIRE - STAGIONE 4, 2006
 •  THE WIRE - STAGIONE 5, 2008

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Voto Visitatori:   9,14 / 10 (11 voti)9,14Grafico
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Voti e commenti su The wire - stagione 3, 11 opinioni inserite

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VincVega  @  07/05/2024 13:32:28
   9 / 10
Terza stagione in cui aumentano gli "intrallazzi" e le macchinazioni ai piani alti della politica. Gangster come Stringer e Avon si mischiano con senatori negli appalti nel campo del mattone, consiglieri che pensano alla carica di sindaco, comandanti di polizia (ormai prossimi alla pensione) che pur di frenare la violenza spostano lo spaccio in una zona isolata (Hamsterdam) dando vita ad un casino di grosse proporzioni, il galeotto che esce dal carcere dopo tanti anni e non riesce a non essere il criminale di prima tentando poi di cambiare strada, poi ci sono i nostri McNulty & company cercando di incastrare i già citati Barksdale e Bell. Un intreccio che nei 12 episodi arriva (come al solito) a livelli altissimi di coinvolgimento e scrittura.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  16/02/2019 10:51:41
   8½ / 10
Questa terza stagione mi è piaciuta forse un po' di più rispetto alla seconda.
Ottima la scrittura e sempre dettagliati i personaggi e le loro psicologie.
Molto buona la creazione di Hamsterdam, vero fulcro della stagione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  03/10/2017 21:05:50
   10 / 10
Sembra una stagione di transiszione, tuttavia vedo un riposizionamento completo di situazioni e personaggi. Le torri di Barksdale sono state abbattute e il mercato della dorga si adegua cercando nuovi luoghi dove spacciare. Criminali di strada che hanno l'ambizione di entrare nel giro che conta dei colletti bianchi (Bell) cercando di togliersi da quella strada che è come un marchio impresso nella pelle. Criminali emergenti che vogliono il loro posto al sole nel mercato degli stupefacenti. Amministrazioni cittadine preoccupate per l'elezioni e procacciare o confermare voti. Alte sfere del dipartimento di polizia legati a percentuali e numeri da bbattere In tale contesto emerge una figura fino a quel momento secondaria come il Maggiore Colvin. E' il vero protagonista della stagione, fautore di Hamsterdam, zona franca dove lo spaccio di droga diventa un'isola pseudo legalizzata. Hamsterdam è un vero e proprio esperimento sociale. Tanta carne al fuoco, una matassa molto intricata, eppure la scrittura è pressochè perfetta ed i fili si dipanano con estrema linearità. Bellissima stagione.

hghgg  @  14/03/2017 19:16:10
   8½ / 10
Pur essendo televisione di altissimo livello, rispetto alle prime due e alle successive due stagioni questa è la tornata di episodi che meno, si fa per dire, mi ha convinto in "The Wire".

Sarà forse colpa della leggera delusione data dall'uscire dalla seconda stagione con i brividi alla schiena e ritrovarsi in una terza stagione che di fatto ritorna invece sui territori già battuti due anni prima, come un piccolo passo indietro che rallenta quel continuo processo di rinnovamento nelle storie raccontate presente nelle altre stagioni di "The Wire".

Non vuol dire che in queste puntate i temi e le storie della prima stagione non vengano evolute, non subiscano uno sviluppo ulteriore, un progresso, tutt'altro: nella stagione di "The Wire" che più assomiglia ad un gangster movie quello a cui assistiamo è l'evoluzione di un criminale (nel caso specifico Stringer Bell) che vorrebbe passare dalla strada ai piani più alti, all'onestà di facciata, al vero potere.

E come in ogni bravo gangster movie ecco tradimenti, alleanze, amicizie e famiglie che si sgretolano, pugnalate alle spalle e regolamenti di conti.

Di contro, le indagini della squadra speciale operativa di McNulty e soci. E ovviamente, al centro di tutto gli splendidi intrecci di sceneggiatura e lo scavo psicologico nei personaggi e nei loro rapporti, si veda McNulty come esempio, lo stesso Stringer, anche. Un "duello" il loro che nel finale assume contorni di epicità, seppure utilizzata nel contesto rigoroso e stilisticamente asciutto di questa serie.

Ultima puntata semplicemente da antologia (il doppio tradimento, l'esecuzione, la reazione di Jimmy). Punto. Fine. Applausi. Senza dilungarmi troppo. Ottima stagione di una serie che tornerà immediatamente su livelli eccellenti già a partire dalla sublime quarta tornata di episodi.

7219415  @  20/04/2016 17:38:34
   8 / 10
Gran bella stagione con la creazione di Hamsterdam ai livelli delle prime due

Cemmone  @  20/09/2015 23:39:54
   10 / 10
Probabilmente con la creazione di Amsterdam qui si sperimenta anche dal punto di vista della narrazione televisiva, ma oramai la simbiosi con i protagonisti, nessuno dei quali risulta fuori luogo o contesto, è tale, che la visione procede come un piacere assoluto. La terza serie è anch'essa un capolavoro.

Neurotico  @  23/11/2014 09:26:29
   9 / 10
"L'angolo di strada è e sempre sarà il salotto del povero."

Premettendo che tutte e cinque le stagioni di The Wire sono obiettivamente di valore eccelso, e che la preferenza atttribuita a una piuttosto che a un'altra dipende esclusivamente da una questioni di gusti (relativamente ai temi che vengono maggiormente trattati e all'atmosfera generale di una stagione), il terzo capitolo di The Wire per me è leggermente inferiore rispetto ai primi due. Dopo la cupezza della seconda stagione, si ritorna nelle strade di Baltimora dove i traffici si sviluppano soprattutto di giorno. La terza stagione contiene l'idea geniale di amsterdam, un quartiere decadente e semi-abbandonato di Baltimora dove viene permessa la vendita di droghe. Una delle scene più devastanti dell'intera serie è quella dove Bubbles (uno dei personaggi meglio caratterizzati) passeggia di notte trascinando il suo carrello per le strade di amsterdam, in mezzo a drogati di ogni tipo e spacciatori. E' il degrado e la decadenza assurti a forma d'arte.

maitton  @  29/08/2014 16:58:00
   10 / 10
L'america, e tutta la sua mérda come non l avevo mai vista.
Bubbls che cammina per "amsterdam" di notte vendendo magliette sembra una scena di un film di romero.
Non era facile "rispondere" alla perfezione della stagione del porto ma il ritorno nella giungla, con uno spietatissimo finale di stagione, va oltre la semplice serie tv e trasforma the wire in una sorta di trattato sociale.

Immenso.

giraldiro  @  17/05/2014 23:07:10
   9 / 10
A mio avviso la miglior stagione di tutta la serie: quella più intensa, con più risvolti e con i cambiamenti più significativi.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  05/03/2014 23:11:04
   9½ / 10
La città è un animale che vive di giorno e di notte. Ogni stagione di The Wire è un ritorno all'uno o all'altro periodo. Con la terza si torna alla luce del sole, e si comincia a osservare cosa fanno gli uomini e le donne di Baltimora nella luce accecante del giorno. Una luce simbolica, bellissima, una fotografia indimenticabile, di quelle che vedi nei giorni tersi d'inverno e di primavera, quando cammini per la tua città e pensi che vada tutto meravigliosamente bene. The Wire ha il dono di andare proprio a scovare chi, nella sua vita di cui non saprai mai nulla, sta contribuendo a renderla la città con i tassi di omicidi più alti del Paese, un deficit scolastico (lo vedremo) altissimo, e una situazione kafkiana nel mondo della giustizia che porta la polizia a scoprire tutto e a non poter fare niente. Queste persone detengono esercizi commerciali del tutto legali, sono "banche", leggono opere complesse e vanno al college, oppure sono senatori, avvocati, finanziatori di campagne elettorali, politicanti insondabili, uomini che hanno scommesso sulla rovina dei propri concittadini. E l'aspetto sorprendente è che gli unici ad avere l'idea di cooperare sono i criminali. Nell'altro mondo, quello pulito della corruzione più becera e spregevole, ci si fa le scarpe e si sciacalla su tutti. Proposition Joe comincia a illuminarsi di una luce strana, esattamente come il mitologico Maggiore Colvin, il primo a spezzare le righe di un sistema marcio ma elastico, che incasserà il colpo, ma alla fine lo restituirà più forte che mai, allo stesso Colvin, un personaggio perfetto, costruito senza il rischio di alcuna fascinazione. La sua ricompensa (perché no?) verrà, inaspettata, più avanti.

La terza stagione, pur mantenendosi su livelli altissimi, rappresenta solo il necessario raccordo tra le prime due e le ultime due. Per questo, The Wire è un'opera di prima grandezza. Sa aspettare, senza rischiare di voler impressionare. Uno sfizio me lo tolgo: miglior finale di stagione, con una "Fast train" cantata da Solomon Burke e Bubbles e Colvin che fissano un cumulo di macerie. Il rimando tra la distruzione delle Torri e quello di Amsterdam, come un iperbato a cornice, chiudono la fase idilliaca di The Wire. Ora cominciano le botte vere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Rask  @  30/01/2014 13:53:04
   9 / 10
Si allarga la prospettiva fino all'amministrazione cittadina, corresponsabile del male mostrato nelle prime due stagioni. La corruzione non è sistematica ma è sufficientemente pervasiva da dover essere considerata come un fattore da considerare per operare scelte. Come quella del rivoluzionario commissario che tenta di legalizzare la droga riducendo il crimine e tuttavia pagherà per tutti. I dipartimenti di polizia sono legati ai vuoti numeri, i candidati alle elezioni per sindaco sono legati ad altri numeri, e il machiavellico Carcetti diventerà il rappresentante esemplare delle buone intenzioni affogate dalla macchina politica e dai meccanismi del potere.
Spietato.

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