dark touch (2013)

Niente male quest'ultima fatica di Marina de Van,un film che tenta,purtroppo con scarsi risultati di coniugare il dramma con l'horror vero e proprio.
La parte diciamo drammatica è parecchio convincente (in parte anche grazie all'argomento trattato di sicuro impatto),riesce a disturbare e a mostrare con durezza un argomento purtroppo attuale (gli abusi sui minori).
La parte invece horror,nonostante riesca a regalare qualche buona scena cattiva,risulta scarsamente convincente,diventa abbastanza prevedibile,non aggiunge assolutamente nulla al genere.
Ben realizzato tecnicamente,brava la regista che riesce a ricreare una buona atmosfera,molto bella anche la fotografia.
Più che discreta anche la recitazione che favorisce il coinvolgimento dello spettatore nella vicenda.
Un film di sicuro impatto,secondo me una visione gli si può tranquillamente concedere.

Il tocco oscuro del maltrattamento dei bambini.
Thriller britannico con venature sovrannaturali che nasconde un tema di fondo molto forte ed attuale come quello degli abusi in famiglia. Per quasi tutta la durata del film si respira un'aria pesante, palpabile e esplicativa già da subito che tende ad instaurare un certo feeling con lo spettatore che assiste davvero interessato all'evolversi delle situazioni. Situazioni che però, a mio avviso, perdono d'incisività nella parte finale dove si preferisce enfatizzare e mostrare più il lato horror che quello psicologico, che pure c'è ma meno ficcante di quanto si è visto prima, che finisce con l'essere troppo impegnato a voler colpire ad ogni costo, lasciando invece un po' d'amaro in bocca.
Nel complesso, DARK TOUCH sa vendersi bene e riesce ad essere coinvolgente ed interessante quanto basta per farsi apprezzare.

I primi quindici minuti di questa pellicola sono straordinari per forza suggestiva e disturbante per come riesce a focalizzare il tema della violenza sui minori senza essere esplicito. Il volto della giovane attrice Missy Keating esprime con efficacia il disagio e quella barriera insormontabile che separa queste vittime con il mondo circostante, specialmente quello adulto, non solo incapace di aiutare ma di emarginare tali vittime, sia pure in buona fede. Un contesto ambientale come tanti ma in cui è presente in maniera sottile un degrado morale che non fa distinzioni di classe e dove la stessa Missy si pone come la Carrie di De Palma nelle vesti di un angelo vendicatore che guarda gli altri come dei carnefici da punire.
Un dramma con tinte horror, dove però l'elemento horror non ha la stessa forza del dramma, assemblandosi in maniera poco incisiva all'interno della struttura del film, risultando qualche volta artificioso. Non male anche se non all'altezza di In my skin.