il posto delle fragole regia di Ingmar Bergman Svezia 1957
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il posto delle fragole (1957)

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locandina del film IL POSTO DELLE FRAGOLE

Titolo Originale: SMULTRONSTÄLLET

RegiaIngmar Bergman

InterpretiVictor Sjöström, Bibi Andersson, Ingrid Thulin, Gunnar Björnstrand, Jullan Kindahl, Folke Sundquist, Björn Bjelfvenstam, Max Von Sydow

Durata: h 1.31
NazionalitàSvezia 1957
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1957

•  Altri film di Ingmar Bergman

Trama del film Il posto delle fragole

Un anziano e rispettabile professore di medicina, mentre si reca all'università di Lund per ricevere un'onoreficienza si trova a fare il bilancio di un'esistenza giunta al suo crepuscolo e vissuta con troppa freddezza nei rapporti con gli altri esseri umani.

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Voto Visitatori:   8,88 / 10 (200 voti)8,88Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su Il posto delle fragole, 200 opinioni inserite

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phoenietzsche  @  31/03/2005 02:38:44
   10 / 10
Un film per cui son già state spese troppe parole. Guardatelo!

tòpolino  @  29/03/2005 13:42:14
   7 / 10
Un bel film.

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/03/2005 10.49.04
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The Jack  @  23/03/2005 01:07:22
   9 / 10
Ero indeciso tra l'8 e il 9. Decisamente 9.
Perchè è un film che non sarà mai vecchio.
Perchè la regia e i sogni sono meravigliosi.

Non mi ha convinto il finale pacato.
Li mi aspettavo di essere massacrato di nostalgia.
Pensavo che tutta quell'amarezza arrivasse al suo culmine.
Forse sarebbe stato più emozionante.



Mpo1  @  21/03/2005 23:29:18
   10 / 10
'Il Posto delle fragole' è stato il primo film di Bergman che ho visto, un film importante perché mi ha fatto conoscere uno dei registi che ora amo di più in assoluto. Il film è una sorta di "road movie", ma il viaggio principale è quello che si compie nella memoria e nell' inconscio. La scena dell' incubo iniziale è una delle più belle della storia del cinema.
Ad un livello superficiale, il film sembrerebbe la storia di un uomo anziano che si rende conto degli errori della propria vita e cerca di migliorare. Ad un livello più profondo, è un'amara riflessione sulla morte e sull' assurdità della vita. Il personaggio a mio avviso più interessante, anche se si vede poco, è quello del figlio del protagonista, e infatti questo personaggio può rappresentare lo stesso Bergman, dato che che la figura del protagonista è in parte ispirata proprio al padre di Bergman. Come sempre nei suoi film, Bergman ci pone di fronte a molte questioni ma giustamente non dà nessuna risposta definitiva.

Nightcrawler  @  21/03/2005 15:34:27
   10 / 10
Uno dei migliori film di Bergman: capolavoro.

theripper  @  17/03/2005 18:20:10
   10 / 10
Stupendo, consigliato a tutti, dai 5 agli 80 anni.

6 risposte al commento
Ultima risposta 20/04/2005 16.33.06
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ross79  @  16/03/2005 12:42:21
   10 / 10
Uno di quei film che hanno fatto la storia del cinema. Finale fantastico ed emblematico. Il migliore di Bergman.

Cinemaniak  @  15/03/2005 19:46:49
   10 / 10
Film di profondità e sensibilità più uniche che rare che travolgono lo spettatore in un turbine emotivo...

Invia una mail all'autore del commento mau2metri  @  14/03/2005 22:10:48
   9 / 10
Confesso che non avrei mai noleggiato questo film se non fosse stato il primo in classifica...non avevo nemmeno mai visto nulla di Ingmar Bergman;e cmq mi è piaciuto un sacco...questo regista ha davvero una sensibilità notevole e l'interpretazione del protagonista è davvero spettacolare!Ottimo film direi!Da vedere e rivedere fino alla vecchiaia!

Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  13/03/2005 18:11:20
   8 / 10
Se c'è una cosa che inquieta è tornare sulle proprie cose care. Il ricordo che s'impossessa del presente, come sapida manifestazione del percorso compiuto fino a quel momento, a riprova che la nostra vita è l'insieme delle scelte sbagliate che si son fatte. Penso si abbia sempre e comunque la sensazione di aver compiuto l'azione sbagliata, e credo sia un semplice risultato del carattere dell'uomo, che tende a non accontentarsi mai di nulla.
E tutto questo è molto bello, molto proustiano, ma non credo che in realtà questo film sia così potente; a parte le sequenze oniriche, meravigliose, mi pare che il viaggio della memoria tenda ad esaurirsi in un collage di sequenze che non hanno la forza della continuità; In persona, sussurri e grida e il settimo birillo si avverte una monoliticità, un'integrazione di sintassi registica ed esistenzialista che qui appare di riflesso. per di più mi sembra un film vagamente ottimista, cosa che proprio non riesco ad associare allo zio Bergman. Non fraintendiamoci; è un grande film, girato da dio, ma per me rimane fuori dalla sacra rosa di opere bergmaniane.

31 risposte al commento
Ultima risposta 27/03/2005 17.35.10
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Cuba  @  12/03/2005 11:47:21
   10 / 10
Purtroppo oltre il 10 non si può andare.........
Un film che ti rimane dentro tutta la vita, ti commuove, ti fa pensare e poi dall'inizio alla fine è un capolavoro di regia e recitazione....basta mi fermo qui.

CUBA

Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  08/03/2005 13:37:13
   10 / 10
Un Capolavoro andate a vederlo subito!

13 risposte al commento
Ultima risposta 13/03/2005 11.25.21
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corvino84  @  05/03/2005 14:56:03
   9 / 10
Il capolavoro di Bergman....nettamente superiore al settimo sigillo

5 risposte al commento
Ultima risposta 07/03/2005 20.11.47
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  04/03/2005 14:26:12
   10 / 10
Fa parte della mia cinquina preferita. Il più bel film del Nord Europa su un tema a me molto caro come l'amarcord e soprattutto sul mettere in discussione il proprio modo di essere, perchè non è mai troppo tardi fare autocritica (se è sincera) e alla fine fa sentire meglio, come infatti accade al vecchio che si addormenta sereno e sorridente. Cult dei cult la scena onirica dell'inizio. Da far vedere nelle scuole.

bea80  @  04/03/2005 00:16:41
   10 / 10
see paul's recension

5 risposte al commento
Ultima risposta 09/03/2005 19.56.24
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norah  @  03/03/2005 23:37:40
   10 / 10
Capolavoro d'introspezione e manifesto esistenzialista cinematografico,una tra le più belle pellicole di Bergman

SIMMONS24  @  03/03/2005 18:14:47
   10 / 10
IL MIO FILM IN ASSOLUTO PREFERITO DI BERGMAN E' LA FONTANA DELLA VERGINE, LO CONSIGLIO A TUTTI. COMUNQUE ANCHE IL POSTO DELLE FRAGOLE E' DA 10.

hiroshi  @  01/03/2005 16:29:20
   10 / 10
Insieme al Settimo sigillo il capolaoro di Bergman. Una riflessione sulla vita, l'amore, la morte.

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/03/2005 23.50.31
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beowulf  @  01/03/2005 16:13:56
   10 / 10
M'ero dimenticato di votare questo capolavoro. Per il commento rimando alla bellissima recensione di Paul.

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/03/2005 11.08.02
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Dragon  @  17/02/2005 19:16:06
   10 / 10
Rimandare al mio precedente commento su " Il settimo sigillo " sembrerebbe troppo comodo ed ozioso, anche per gli stessi motivi che ho voluto comunicare in quel commento, e che qui di filato mi risparmio di rielaborare; insomma, c'è da recensire un gran film, c'è la voglia di farlo, ma questa volta cercherò di essere sintetico:
L'affresco della morte e della sua incubazione in ognuno di noi, prima ch'essa ci riporti all'ordine orizzontale ( tanto per omaggiare Mann nella suo " La montagna incantata " ), attraverso la potenza visionaria dell'onirico; presenza metaforica si fa il sogno, e quasi diventa beffa del nostro senso di colpa, come in questo viaggio analitico che il prof della pellicola in questione intraprende per alleviare la sua mente dalla miriade di pensieri ed azioni inconcluse ed inconcludenti di cui la memoria, in tal caso non acciaccata dall'età, si sente traboccare; v'è uno sgradevole sentore d'acre, d'acerbo, di fragole zuccherine che, tramite il profumo delle rimembranze ( e anche per via dell'indimenticabile consistenza degli odori stessi ), slaccia delicatamente le funi che legano lo spettatore al di là dello schermo, e lo trascina nella propria incosapevolezza, nello scrigno abissale dell'io che non è mai d'accordo, a faccia a faccia con le proprie paure, come quella di non riuscire nella vita o del terrore per la procreazione ( altro riferimento letterario dico io : seppur marginalmente, anche in " La giornata di uno scrutatore ", di Calvino, il tema dell'orrore impulsivo della creazione è trattato in una maniera identica e parallela a quella di questo film ). Tanto di cappello se poi questa psicanalisi si mostra collettiva ed univoca, con una scala metaforica in grado di darci l'idea dell'universalità del tema trattato: il tramonto, la vecchiezza ostentata dal corpo ma non dagli intenti, l'infermità di corpi tozzi e gonfi che pur, dai loro bozzoli, come farfalle lasciano librare i sogni nell'aere dell'eterno;

CONSIDERAZIONE CON SPOILER

A proposito di voli, notare nel film il punto in cui, nel sogno del prof d'essere incapace di svolgere il mestiere al quale si è dedicato tutta la vita e sempre per il quale è destinato ad essere onorato con una premiazione, appaia grottesca, o tantomeno disturbante e preoccupante, l'apparizione di stormi di uccelli; ora, tenendo a mente ciò, mi collego a quanto disse tempo fa la grande Aenima, nel suo commento riguardante " Il settimo sigillo " ( dello stesso Bergman, per giunta del medesimo anno di produzione ), e che quindi è DA CONSIDERARE SPOILER NELLO SPOILER da parte mia; ma ciancio alle bande, così scrisse:

... / in quella che potremmo definire una sorta di comunione pagana con il latte e le fragole, il protagonista ritrova se stesso, i suoi ricordi...Il suo perchè /...

Ora, con calma, ecco le mie considerazioni ( la prima è che ora mi accorgo d'aver mentito riguardo al fatto che sarei stato sintetico :D ); le altre perlomeno sono da ritenersi serie:

2) Aenima ha citato il rito pagano, un lampo di genio, considerando che per l'educazione di Bergman ( e qui vi rimando, miei cari venticinque lettori :D - perdonami oh Manzoni - al sapiente ed incisivo commento di maremare su " Il settimo sigillo " : .../ Le influenze nefaste della morale religiosa (il patrigno era un prete protestante) raramente generano geni come Bergman. /... ) giustissimi si possono considerare le idee sulla morale sacra, e si può quotare l'intuizione di Aenima, che anche io supporto, come scriverò, che l'esempio del rito pagano non è casuale ed ha valore in correlazione anche ad altri elementi presenti in " Il posto delle fragole " ; ringrazio quindi per l'involontario supporto enciclopedico maremare e mi ricollego all'inizio della mia seconda considerazione per fare il punto:
il parallelo fra il rito di Aenima e quello ch'io intendo ne " Il posto delle fragole ", è quello degli uccelli, stormi che nella pellicola si odono gracchiare e si vedono prima che il prof entri nella casa ed affronti lo shock di essere considerato un emerito incapace nel suo campo lavorativo e non;
infatti, negli antichi culti pagani, il volo degli uccelli e la presenza di alcune specie di essi, come sono riconoscibili quelli del film in questione, erano portatrici di una simbologia magica, dalla quale si traevano verdetti vaticinanti, presagi o meno di sventura; nel film naturalmente il regista fa sì che sia non il protagonista, ma l'occhio fedele ed attento dello spettatore a cogliere tali significati e sfumature, come se ne trovano molti altri; il fatto è che questi uccelli mi avevano colpito sin dalla prima visione ( l'ho rivisto diverse volte ), e sapevo assolutamente che doveva esserci una chiave di lettura; chiave che credo d'aver trovato grazie all'illuminazione Aenima, che ringrazio ancora assieme a maremare.

3) L'ultima considerazione tiene conto di quanto prima detto, ed è rilevante forse più solo come opinione: trovo infatti curioso come in " Il posto delle fragole " gli stessi frutti del titolo siano rivelatori d'antichi ed amari ricordi, mentre in " Il settimo sigillo " siano portatrici, ritualmente come ribadito, di serenità ed armonia; insomma, nella storia del professore le fragole sono una dissacrazione dell'efficacia del rito pagano, e il parallelo tra i due film ( specialmente per trattazione e simbologismi ) diviene al punto inevitabile; c'è infine e comunque da dire che, il prof si ritrova nel finale con serenità ed inevitabile riverenza e felice accettazione per la morte, nonostante la dissacrazione, la cui antitesi era stata per Antonius Bloch il ricordo più lieto d'una dissennata esistenza.


Sarei felice di ricevere opinioni ( la mia si basa su una manciata di oggettivi particolari, ma il campo è quanto mai vasto e ognuno aggiunge la sua pietra ) , completamenti, dissensi anche ( purchè costruttivi ), e di invogliare inoltre alla lettura del mio commento riguardo " Il settimo sigillo ", in modo da poter disquisire in maniera ottimale e da poter unire il breve arco di parole che mi sono dilettato a creare e consolidare col solito amore per i film.





3 risposte al commento
Ultima risposta 23/02/2005 23.40.16
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Invia una mail all'autore del commento Robb  @  05/02/2005 22:22:54
   9 / 10
Un capolavoro come pochi...

Tittokano  @  01/01/2005 18:05:38
   10 / 10
Il miglior film sulla psicanalisi mai realizzato.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  28/12/2004 09:25:42
   9 / 10
Un flash sulla (mia) vita da qui a 50 anni?
Un film che colpisce e sensibilizza, dapprima amareggia per poi lasciare spazio alla speranza.
Sensibilità fuori dal comune.

Invia una mail all'autore del commento pirindonga  @  09/12/2004 18:18:52
   10 / 10
Gran pelicula. Para el comentario comparto plenamente las ideas de requiem y dragonfly.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  07/12/2004 21:27:45
   10 / 10
Il capolavoro di Bergman, un road movie sulla solitudine, sulla vecchiaia e sulla morte, splendidamente diretto e interpretato.
Mi fa piacere notare che Bergman all'epoca era ancora giovane, eppure tratta questi tempi con una sensibilità mai vista.

Notate le analogie con "Harry a pezzi" di Woody Allen, ma anche con altre tantissime pellicole del regista , che ha sempre considerato Bergman uno dei suoi maestri.

Una delle opere migliori di tutti i tempi.

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/12/2004 21.28.49
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  07/12/2004 00:49:48
   10 / 10
Un film sulla vecchiaia e la morte che è, in realtà, un inno alla vita.
Capolavoro.

Prof  @  07/12/2004 00:40:08
   10 / 10
Quando mio padre mi disse che si trattava di un capolavoro, rimasi scettico. Dopo averlo visto non seppi più obiettare nulla.

liu_mi  @  01/12/2004 17:19:36
   9 / 10
Grande film di Bergman. La storia di un vecchio egoista e materialista che, dopo il sogno profetico della propria morte, parte per un viaggio in macchina con la nuora e tre autostoppisti. Tra ricordi, suggestioni della memoria, incubi e incidenti, il cuore del vecchio si riscalderà. Permeato del classico simbolismo di Bergman, dei suoi dubbi morali e della sua fine indagine psicologica, ma molto meno pessimista del “settimo sigillo”.

5 risposte al commento
Ultima risposta 16/12/2004 21.43.02
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dragonfly  @  15/10/2004 18:04:49
   10 / 10
E' un onore votare per primo questo grande capolavoro del cinema. Bergman è il regista che più ammiro, per la grande capacità di costruire nel film una relazione molto forte con lo spettatore. I film di Bergman hanno tutti un comun denominatore: la contruzione di un universo famigliare fatto soprattutto di donne (belle, Liv Ullmann in primis, ma anche Bibi Anderson e Ingrid Thulin) in cui l’uomo è l'unico valido protagonista. Questo film riesce a trasmettere sentimenti che nell'arte si credevano perduti: riflessioni sulla vita umana, sul passato, sulla missione dell'uomo sulla terra. Bergman non cerca una giustificazione teologica su chi siamo e cosa stiamo facendo, ma evidenzia la vecchiaia come apice della costruzione di una vita che noi stessi scegliamo e che solo alla fine possiamo scoprire se e come è stata producente o utile. Il film acquista un grande fascino nei momenti surreali, del sogno esistenziale, dove ogni oggetto è la rappresentazione della vita del protagonista. E' forse banale chiamarlo road-movie. Perchè attraverso il suo commuovente viaggio il protagonista ricorda il suo passato, la sua giovinezza. Un viaggio alla ricerca del tempo perduto, dove la solitudine della vecchiaia diventa una sana meditazione sulla vita e la morte. Un intreccio tra realtà, sogno e ricordo.
Il film inizia con le indimenticabili parole del professor Borg " "I nostri rapporti con il prossimo si limitano per la maggior parte al pettegolezzo e ad una sterile critica del suo comportamento. Questa constatazione mi ha lentamente portato ad isolarmi dalla cosidetta vita sociale e quotidiana. Le mie giornate trascorrono in solitudine". Queste parole sono una vera e propria predizione di ciò che succederà nel film. Il viaggio in macchina diventa piano piano anche un viaggio nell' interiore, un cambiamento nella vita del professore. Come direbbe paul, un viaggio nei meandri dell'animo umano e delle turbazioni del protagonista.
Nei sogni, quello iniziale, quello in cui Borg trova se stesso nella bara, la partita di scacchi, il riconoscimento accademico, troviamo un'infinità di simboli, e, per una volta, il mondo simbolico bergmaniano è molto chiaro (anche se non vorrei dargli un'interpretazione rapida altrimenti dovrò polemizzare nuovamente contro le teorie di cash).
Straordinario il "produttore-regista" Victor Sjostrom nei panni del professore, qui alla sua ultima e rimpianta interpretazione. Brave anche le donne, con un'ambigua Thulin e una solare Bibi Andersson. Apparizione fugace di Max Von Sydow, altro grande attore bergmaniano. Un film da primo posto nella top ten, non tanto per l'eccellente livello tecnico (fotografia, scenografia e montaggio sono superlativi, ma per il messaggio e per i tanti sentimenti che riesce a trasmettere anche a distanza di anni.



8 risposte al commento
Ultima risposta 25/10/2004 13.26.50
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