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Un film il cui soggetto si muove da "Il delitto perfetto" di Hitchcock per poi prendere altre strade… La recitazione non mi ha convinto del tutto ( il personaggio di Luca, la moglie dell'architetto, la bionda uccisa… ) ma il film è abbastanza coinvolgente e contiene una buona dose di suspance, almeno nella prima metà; nella seconda le situazioni inverosimili per altro tipiche dei film del genere del periodo diventano troppe e troppo esagerate. Ha una buona colonna sonora e le scene erotiche, ovviamente presenti, sono più contenute della media di altri gialli coevi e quindi non risultano fuori luogo ed invadenti.
Discreto thriller di Cozzi dai vaghi echi hitchcockiani. Prima parte ottima, tesa ,credibile e accattivante. Da una premessa già vista il regista sviluppa una storia molto interessante che spinge a continuare con attenzione la visione. Purtroppo una volta arrivati alla casa al mare, la pellicola va giù :forzature non trascurabili , comportamenti assurdi dei personaggi , inutili scene erotiche e un finale raffazzonato rovinano in parte una prima metà davvero ben fatta. Passabile tecnicamente , ingenui i dialoghi mentre convincono gli attori. Nel complesso resta guardabile per appassionati senza eccessive pretese.
Diretto da Luigi Cozzi, futuro regista di quel "Paganini Horror" considerato uno dei più grandi scult del cinema italiano,questo giallo almeno in prima battuta avvince in modo poderoso,fondendo i consueti clichè del genere con intriganti ed espliciti echi Hitchcockiani. Davvero tesa ed efficace la prima parte:un marito fedifrago assolda un killer per eliminare la danarosa moglie e mettere le mani sull'eredità.I suoi piani saranno destinati a fallire per via di una bravata adolescenziale. Si chiude un occhio con generosità sulle numerose incongruenze e controsensi perché il film scorre bene,la macchinazione dell'omicidio e l'inseguimento del killer agli inconsapevoli ragazzi nel buio della notte funziona alla grande.Una volta raggiunta la villa disabitata in riva al mare però qualcosa inizia a incrinarsi,sarà il calo di ritmo,sarà l'incapacità di andare oltre cose già straviste,fatto sta che il film perde quota in maniera netta con forzature che assumono connotati non più trascurabili.Abbondano i siparietti softcore,in apparenza suggeriti più da un gratuito voyuerismo che da una reale necessità,palese la volontà di dar un po' di scandalo e al tempo stesso allungare uno script alla canna del gas.Il montaggio alternato tra l'incontro della sempre avvenente Femi Benussi ,in versione bionda svampita, e Alessio Orano,in contrasto con la violenza che la Galbo subisce dal killer è l'unico momento degno di nota di una parte conclusiva senza mordente. Da elogiare l'ambizione di contaminare un genere noto per i precisi tratti distintivi con qualcosa di non scontato,purtroppo il lavoro di Cozzi riesce a raggiungere lo scopo solo in maniera parziale. Nei panni dell'assassino Antoine Saint-John,visto anche ne "L'Aldilà" di Fulci, è l'interprete più efficace per via di un volto spigoloso davvero truce.