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Capitoli di una recensione della vita filmica di Patrick "Gattina" Braden.
1. Una vita di carta e di pellicola
Patrick Braden nasce dalla fantasia dello scrittore irlandese Patrick McCabe, e viene alla luce a Tyreelin, cittadina immaginaria dell'Irlanda del Nord attorno al 1960, quando infuria il conflitto con gli occupanti inglesi.
Ma non sono la repressione e il nascente terrorismo repubblicano i protagonisti della vita di Patrick, bensì la precocissima presa di coscienza della sua diversità, difesa a ogni costo ma mai in maniera violenta. Patrick è diverso anzitutto perché nato dalla relazione tra il parroco del villaggio e la sua giovane perpetua, abbandonato sui gradini della casa del padre e poi affidato a una donna rude e poco comprensiva, che tenta di ricacciare giù con energiche strigliate la pulsione del ragazzino a rubare le sue (orribili) scarpe e gli abiti della sorellastra.
Il nostro piccolo protagonista trova la sua felicità solo nei giochi con i suoi amici un po' sfigati e anche loro, in qualche modo, "diversi". A scuola invece il disastro si consuma a causa degli scandalosi temi che Patrick scrive spinto da una fervida fantasia, alle domande poco adatte a un ambiente rigidamente cattolico, alla richiesta di essere assegnato a una classe di economia domestica quando esplode la causa più evidente della sua diversità, ossia il desiderio di essere una donna.
Stanco di subire le altrui incomprensioni e spinto dal bisogno di trovare sua madre fuggita a Londra, il ragazzo (che ormai si fa chiamare Gattina) scappa e dà avvio a una serie di...
2. Strani incontri
I personaggi incrociati da Gattina nel suo viaggio alla ricerca della madre sono uno più stralunato dell'altro, tutti accomunati dall'attrazione che provano per lei e al contempo dal rifiuto del suo anticonformismo, che impedisce loro di prendersene cura fino in fondo.
Ci sono, nell'ordine, Billy Hatchett, virilissimo quanto travestito cantante dei Mohawks, innamorato ma trattenuto da impegni di ordine superiore; John Joe, ex galeotto nei panni di un enorme topo di peluche, che vive in un mondo di fiaba ma non esita a prendere a randellate il suo principale; il signor Laccio di seta interpretato da un autoironico Bryan Ferry che rischia di toglierla dalla circolazione; un mago strampalato che la ama ma la ridicolizza; un poliziotto dalle maniere non proprio delicate, ma che sarà il tramite fondamentale per la sua ricerca; una signora che ha molti telefoni in casa.
Oltre a rendere spassosa la narrazione, gli individui che Gattina incontra sembrano avere il compito di farla risaltare sulla normalità/ assurdità del mondo, fino a renderla un personaggio cinematograficamente indimenticabile.
3. "Sei solo uno sprovveduto, stellina!"
Il candore di Gattina, la sensazione che nulla tra le cose considerate importanti la interessi lo fa apparire uno sprovveduto, ed è proprio questo che gli urla un attivista dell'IRA prima di lasciarlo al suo destino. In verità il candore, l'ingenuità e lo strenuo desiderio d'amore rendono Gattina un vero sovversivo, un pacifista quasi inconsapevole, una persona che ha il coraggio o l'incoscienza di eliminare la causa del male e di tutti quei problemi "seri, seri, seri" che sono solo un "rompi-rompimento!".
Patrick/Gattina è un elfo, una fata, una silfide come lei stessa si definisce dondolando su un'altalena di fiori, in un peep show di Old Compton Street. È una creatura dotata di una purezza fuori dal comune, che riesce a rimanere candida anche quando batte su un marciapiede, che non perde la sua civetteria nemmeno dopo l'esplosione di una bomba, che copre pudica con un braccio le pagine su cui sta scrivendo il suo "libriccino" con gli occhi pesti e i lividi attorno al collo.
Gattina incanta con lo sguardo e le contraddizioni di un essere in bilico tra i bronci dell'adolescenza e i dolori di chi è stato temprato dalle avversità ricacciandole dentro con un sorriso. Non a caso dice di sé che ride per non cadere in un pianto perpetuo, vivendo la vita come se fosse quella di un altro.
C'è una grande saggezza in questo personaggio che resiste alle difficoltà assecondandole, trovando la propria forza nell'assenza di una virilità altrove ostentata, capace di annullare chi la offende e di battere (per sfinimento) chi cerca di estorcerle con le botte confessioni che non può elargire.
Gattina vince ed è un personaggio salvifico perché, come una Fenice, rinasce dalle proprie ceneri, si scrolla via la negatività, sopravvive a bombe, strangolamenti, incendi e sconvolgimenti del cuore, sempre col sorriso e con la sua valigetta a fiori che incredibilmente resiste a tutto.
4. "Io voglio solo appartenere a qualcuno"
Il tratto più saliente del carattere di Patrick/Patricia è il bisogno d'amore: lui/lei è un bambino cresciuto senza affetto e senza genitori, ma con un carattere mite e dolce che attende solo un abbraccio. E lo dimostra molte volte anche con le parole: "devi solo piantare un albero e regalarmi un animaletto, e io ti sarò devota per sempre"... "ma se tornando a casa mi trovassi mezza morta, mi porteresti all'ospedale?". Molti dei discorsi di Gattina sono quasi una "prova" per chi le sta di fronte, e lei si beve le risposte credendo ciecamente alla loro sincerità, per poi restare delusa senza tuttavia crollare di fronte alla realtà.
Diverse volte le chiedono se abbia mai amato qualcuno e lei risponde che l'ha fatto, forse una volta: di primo acchito ci pare di riconoscere il suo unico amore nel cantante dei Mohawks, ma siamo sicuri che invece il segreto di quell'amore puro non stia nel ballo immaginario seguente all'esplosione nel pub?
Di certo Gattina è amata, anche se non sempre coloro che l'adorano possono esprimere incondizionatamente i propri sentimenti per una persona che è socialmente fonte di contrasti e di rifiuto.
5. "Cercavo Lei, e ho trovato Te."
La storia di Patrick è quella dell'ossessiva ricerca di una madre ribattezzata Lady Fantasma, come la star di un night club: una ricerca che lo/la porta talvolta a perdere la forza di andare avanti ma mai ad arrendersi. A Patrick manca una madre che capisca la sua indole femminina e che assecondi le sue trasformazioni come nessuno è in grado di fare. A Patrick manca un'ideale di madre, con i boccoli biondi e il viso di Mitzi Gaynor.
Nel suo peregrinare attraverso strampalate peripezie si imbatterà invece in un padre che non ha potuto esserlo a causa del suo ruolo nella comunità, ma che gli regala alfine un affetto incondizionato e molto più manifesto di quello che si possa immaginare: un prete che si fa chiamare papà in pubblico è del tutto anticonvenzionale, ma in "Breakfast on Pluto" accade anche questo, e in modo tenerissimo.
6. Easy rider et caetera
Molte sono le citazioni contenute nel film, prima fra tutte quella dedicata a "Easy rider" quando Patrick e i suoi amici si imbattono in un gruppo di centauri che, tra un tiro di canna e i versi di una canzone (appunto "Breakfast on Pluto" di Don Partridge) ripetono la famosa battuta "quel che importa è il viaggio". E poi Wenders nella confessione di padre Liam, il furgone dei Mohawks che ricorda "Priscilla, la regina del deserto", il glam di David Bowie e dei film a lui dedicati (come "Velvet Goldmine", del quale però manca del tutto l'atmosfera nera e malata).
C'è anche un richiamo a "Il vento che accarezza l'erba" di Ken Loach... Ops, no: i due film sono praticamente contemporanei, ma diciamo che un bel campo d'avena mosso dalla brezza ha sempre il suo posto d'onore in un funerale irlandese.
Insomma, Jordan pesca a piene mani nel cinema del passato addirittura autocitandosi con la presenza di Stephen Rea già protagonista de "La moglie del soldato", ma lo fa in modo estremamente elegante e divertito, senza che la narrazione venga appesantita e strappandoci sempre un sorriso per l'ironia che pervade tutto il film.
7. Musica!
In "Breakfast on Pluto" la colonna sonora non è solo un sottofondo per la narrazione o un modo per sottolineare le scene più importanti: il film è letteralmente costruito sulla musica, che appartiene in massima parte al periodo storico descritto, con l'eccezione di "Sand" e "Wig wam bam" scritte appositamente da Gavin Friday - già leader dei Virgin Prunes e presente nel film col ruolo di Billy Hatchett.
Sembra che le canzoni interpretino il pensiero di Patrick/Gattina, che non a caso inventa di essere una cantante di brani d'amore: nelle liriche a volte sciocche e a volte serie ci sono tutta l'interiorità e le contraddizioni del personaggio.
Dal punto di vista tecnico il film si fa notare anche per la fotografia, coloratissima, satura, assolutamente adatta all'atmosfera della Swinging London.
La regia è giustamente tutta dedicata al/alla protagonista: molti primi piani, grande insistenza sul look che è fondamentale per la costruzione del personaggio, e grande capacità di trasmettere emozioni.
8. Trasformazioni
Una menzione speciale merita la capacità di Cillian Murphy di adattarsi ai mutamenti che Patrick/Patricia/Gattina subisce nel tempo: da ragazzo esile e androgino con un velo di mascara e la divisa di scuola ricamata di bottoni e paillettes, a una creatura che somiglia in tutto e per tutto a una donna, per di più sensuale e magnetica.
È straordinario come l'attore, di per sé efebico, riesca ad appropriarsi totalmente di una mimica eccessiva eppure naturale, mai fastidiosa, mai forzata, divertente ma a tratti commovente. In questo senso è emblematica la scena sul prato davanti alla roulotte di Billy Hatchett: Gattina si sente in colpa per quel che ha appena fatto (e che non svelerò), ma ancor più sente che Billy la considera una sciocca e la lascerà: in quel momento Murphy E' una ragazzina arrabbiata, delusa e bisognosa d'affetto e lo dimostra con una gestualità talmente spontanea da lasciare stupefatti.
Alla bravura dell'attore e alla bontà di Madre Natura che gli ha donato un paio di occhi meravigliosi si aggiunge l'abilità di costumisti e truccatori che hanno saputo creare un look assolutamente glam, che fa diventare Gattina una femme fatale in trench rosso fuoco, una regina del burlesque, un'icona fetish in tutina di lattice e lucidalabbra scintillante, che salva il mondo con qualche spruzzata di Chanel n° 5.
e infine...
9. La bellezza salverà il mondo
... almeno il mondo di Gattina, dove i pettirossi citano Oscar Wilde e si serve la colazione sul pianeta più strano che c'è.
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Recensione a cura di martina74 - aggiornata al 08/06/2007
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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