Recensione il responsabile delle risorse umane regia di Eran Riklis Israele, Germania, Francia 2010
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione il responsabile delle risorse umane (2010)

Voto Visitatori:   6,81 / 10 (13 voti)6,81Grafico
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE

Immagine tratta dal film IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE

Immagine tratta dal film IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE

Immagine tratta dal film IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE

Immagine tratta dal film IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE

Immagine tratta dal film IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE
 

Trattare al cinema con ironia e leggerezza le contraddizioni del mondo moderno nei confronti della morte e della sepoltura, della condizione degli immigrati, della logica perversa del profitto ad ogni costo, del senso della vita, si può se il regista risponde al nome di Eran Riklis (quello de "Il giardino di limoni" e "La sposa siriana") e il film è "Il responsabile delle risorse umane".

La cinematografia israeliana non ha una lunga e consolidata tradizione, anzi è piuttosto recente e per questo spesso risulta giovane e frizzante; a differenza della letteratura che invece ha una storia molto più radicata e universalmente riconosciuta e che spesso offre al cinema idee e storie.
In questo caso Riklis (giovane e affermato regista israeliano, nato a Gerusalemme e cresciuto fra gli Stati Uniti e il Canada, forse il miglior autore contemporaneo del suo paese) si ispira allo scrittore Abraham B. Yehoshua e traduce per immagini un suo romanzo dallo stesso titolo, di cui fa propria una costante della sua narrativa, conservandone i toni tra il quieto e il malinconico, come tra il tragico e il nonsenso, che si celano tra le pieghe delle sue pagine.
Protagonista del film (come del romanzo) è il Responsabile delle risorse umane del più grande panificio di Gerusalemme (di cui non conosceremo il nome, come non lo conosceremo degli altri protagonisti che girano attorno alla storia, tutti indicati con la professione svolta o con il ruolo sociale ricoperto, ad eccezione della donna vittima dell'attentato, da cui la storia si dipana, quasi un risarcimento postumo o una tardiva restituzione di dignità). Suo compito dovrebbe essere quello di selezionare il personale, per poi diventarne il portavoce presso la dirigenza dell'azienda. Dovrebbe perciò tenere stretti contatti con tutti i propri dipendenti, conoscerli uno per uno e farsi carico dei loro problemi e delle loro istanze.
Succede però che una delle vittime di un attentato kamikaze di carattere politico, che scuote il mercato nel cuore della città, sia una rumena immigrata e priva di documenti.
Il cadavere della donna senza nome resta, quindi, all'obitorio per diversi giorni, senza che nessuno ne reclami la restituzione. Da un frammento di busta paga del mese, che la sconosciuta aveva con sé, si scopre che la donna si chiama(va) Yulia ed era una delle dipendenti del grande panificio, dove nessuno si è accorto della sua scomparsa, né tantomeno il Responsabile delle risorse umane, che proprio non si ricorda di lei e perciò non si è preoccupato per la sua prolungata assenza dal posto di lavoro.

Un giornalista d'assalto di un giornale pseudoprogressista di Gerusalemme, in vena di scoop, si impadronisce della notizia e comincia a scrivere una serie di articoli, in cui denuncia ai suoi lettori la profonda indifferenza e il trattamento disumano a cui vengono sottoposti gli addetti del grande panificio, soprattutto se stranieri e immigrati clandestini.
Quando la spinosa notizia dell'operaia morta e dimenticata dall'azienda diviene di dominio pubblico, la "vedova" proprietaria dell'azienda stessa, cerca con ogni mezzo di ovviare all'inconveniente e, per recuperare un po' dell'immagine perduta, assegna al Responsabile delle risorse umane l'incarico di farsi consegnare il cadavere e accompagnare la salma in Romania, per consegnarla ai suoi familiari che provvederanno, a spese dell'azienda, a darle una dignitosa sepoltura, cercando così di scaricare su di lui le responsabilità e farne il capro espiatorio mediatico.
Comincia così per l'uomo una kafkiana avventura "on the road", straniante ma assoluta, senza cognizione alcuna se non il proprio deprimente stato d'animo. Un viaggio di autentica rinascita che lo porterà (lui, insofferente e distratto, già in piena crisi esistenziale, con un lavoro in cui non si riconosce più, le ombre di un trascorso non proprio chiaro, un matrimonio finito male, una figlia che quasi non gli rivolge la parola e una vita da ospite in un grande albergo) a fare un bilancio del proprio passato e ritrovare se stesso e la forza della sua anima, per riconciliarsi con il suo mondo e scoprire il vero senso della vita.

Con il suo stile sommessamente ironico, il regista imbastisce così un rocambolesco viaggio attraverso una fredda e desolata Romania (terra ai confini del nulla, "né a occidente, né a oriente"), alla ricerca di un qualche parente a cui consegnare la salma.
Appena arrivato a Bucarest, però, la situazione si capovolge completamente e la storia da drammatica si fa umoristica. Perché il marito nel frattempo ha chiesto il divorzio e non ne vuol sapere di occuparsi della salma dell'ex moglie, il figlio è ancora minorenne e non può firmare l'atto di morte, non resta quindi che proseguire il viaggio per cercare di consegnare la salma alla vecchia madre di Yulia, che però vive in uno sperduto villaggio lontano parecchie miglia da Bucarest.
Deciso però a portare a termine la missione (accettata suo malgrado e per puro senso del dovere, ma che nel frattempo è diventata un punto di orgoglio personale e successivamente un modo per purificarsi, capire i suoi errori e intraprendere un nuovo cammino per il futuro) il Responsabile si mette in viaggio verso il villaggio della madre, sfidando imprevisti e bufere di neve.
Lo accompagnano in questa straniante traversata il giornalista soprannominato "il serpente" (un povero ometto che maschera la sottomissione alla mamma dietro manie giustizialiste alquanto discutibili) e un microcosmo di personaggi al limite dell'incredibile: il figlio della defunta, un adolescente problematico solitario e un po' "selvaggio"; il marito, un uomo irresponsabile e poco paterno; la rubiconda ed eccentrica console israeliana in terra romena e il suo ingombrante marito abile solo nell'arte di arrangiarsi e un autista incallito ubriacone alla guida di uno scassatissimo furgone mortuario di proprietà del consolato, attraverso le lande ghiacciate e depresse del centro Europa.
Nel corso del picaresco e avventuroso viaggio, tra intemperie e tempeste e neve, la scalcinata compagnia incorrerà in mille disavventure (il furgone mortuario collasserà definitivamente e il viaggio potrà proseguire solo grazie ad un cingolato prestato da un gruppo di soldati in servizio presso un bunker antiatomico semiabbandonato, metafora non molto velata del fatto che entrambi i mezzi sono portatori di morte), ma intraprenderà un plurimo percorso di rinascita spirituale, che passa anche attraverso la presa di coscienza delle ragioni dell'altro e la riparazione del danno fatto anche senza volerlo (come prescrive la Torah).

E così, come in altri precedenti lavori, il regista israeliano trae un'opera in cui la sfera privata si fonde con il contesto sociale in un simbolismo tipicamente ebreo, che fa di ogni colpa, anche piccola, la metafora delle inquietudini d'Israele e delle sue difficoltà politiche e religiose (visti con l'occhio dell'ironia), considerato che la città di partenza è quella Gerusalemme, culla di diverse fedi religiose e di un interminabile conflitto etnico, che ne fanno il crocevia del mondo.
La forza (e il fascino) del film risiede nell'assurdo di una situazione che, partendo da un incipit drammatico e tragico, si fa via via sempre più bizzarra e improbabile, in cui non si fa fatica però a riconoscere alcuni temi tanto cari alla cinematografia di Riklis, a cominciare dalla condizione degli immigrati che la nostra società spesso relega in una situazione di umiliante subalternità, oppure segrega nella solitudine dell'astrattezza sociale.
Non dimentica neppure di accennare all'indifferenza e al cinismo che vivificano la società attuale e che si spingono oltre il cinismo e l'indifferenza delle aziende per puntare verso il cinismo e l'indifferenza che animano ciascuno di noi quando ci veniamo a trovare a contatto con una realtà che ci è estranea o non ci compete. Rimangono sullo sfondo altri importanti temi sociali, tanto cari a Riklis, come:
- la drammaticità del lungo conflitto arabo-israeliano, riconducibile all'attentato da cui prende avvio la storia;
- il disincanto della realtà;
- il viaggio come metafora della diaspora ebrea;
- la disumanità del sistema produttivo e l'impotenza dell'individuo di fronte al sistema strutturato;
- l'assurdo delle questioni etniche, religiose, sociali, linguistiche che condizionano il vivere civile.
Ma il vero tema del film (pluripremiato in patria, vincitore del premio del pubblico all'ultimo festival di Locarno e candidato di Israele agli Oscar 2010), nel "racconto di un viaggio con la morte per esplorare la vita", rimane pur sempre la ricerca di quel fondo di ineluttabile e indefinibile indulgenza che c'è nell'essere umano.

A dare efficacia ed intensità al racconto contribuiscono le perfette interpretazioni degli attori protagonisti, tutti molto validi e misurati, a cominciare dal bravo Mark Ivanir (attore di origini ucraine, già visto in "Schindler's List" e "The Terminal") che dà corpo e voce (nell'edizione originale) al rigido e ingessato dirigente, stracolmo di problemi personali che a poco a poco, complice una purificatrice intossicazione alimentare da cui ne esce ripulito nel corpo e rigenerato nello spirito, si trasforma in un'altra persona pronta ad affrontare una nuova stagione della vita.
Il giovanissimo Noah Silver interpreta, con toccante veridicità il figlio arrabbiato e ribelle ma bisognoso d'affetto della povera Yulia, forse il personaggio più toccante di una vicenda "bizzarra, ma non bizzarra divertente, ma bizzarra triste" come dice "il serpente" ad un certo punto del viaggio.

Commenta la recensione di IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di Mimmot - aggiornata al 10/01/2011 12.09.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

200% lupoall we imagine as light - amore a mumbai
 NEW
anime sbullonateanora
 R
anywhere anytimeapocalisse z - inizio della fineappartamento 7abambi: the reckoningbeetlejuice beetlejuiceberlinguer. la grande ambizionebestiari, erbari, lapidaribuffalo kidscaddo lakecampo di battagliaclean up crew - specialisti in lavori sporchicloudcome far litigare mamma e papa'desire' (2024)disclaimer
 NEW
do not expect too much from the end of the worlddon't moveeterno visionariofamiliafinalementfino alla fine (2024)flow - un mondo da salvarefrancesca cabrinigiurato numero 2goodbye juliagrand tourhalloween parkidduil buco - capitolo 2il gladiatore iiil maestro che promise il mareil magico mondo di haroldil ragazzo dai pantaloni rosail robot selvaggioil sogno dei pastoriil tempo che ci vuoleinter. due stelle sul cuoreio sono un po' matto... e tu?italo calvino nelle citta'joker: folie a deuxjuniper - un bicchiere di ginla bambina segretala banda di don chisciotte - missione mulini a ventola bocca dell'animala cosa migliorela gita scolasticala misura del dubbiola scommessa - una notte in corsiala storia del frank e della ninala storia di souleymanela testimone - shahedl'amore e altre seghe mentalil'amore secondo kafka
 NEW
le deluge - gli ultimi giorni di maria antoniettale linci selvagge
 NEW
leggere lolita a teheranlimonovlinda e il pollolonglegslove lies bleedingl'ultima settimana di settembrel'ultimo drinkmadame clicquotmaking ofmaria montessori - la nouvelle femme
 NEW
modi - tre giorni sulle ali della follianapad - la rapina
 NEW
napoli - new york
 NEW
nasty - more than just tennisnever let go - a un passo dal malenon sono quello che sonooutsideozi - la voce della forestapaolo vivepapmusic - animation for fashionparthenopepeter rabidping pong - il ritornorebel ridgericomincio da taaacsalem's lot (2024)saturday nightshakespea re di napolismile 2snot e splash - il mistero dei buchi scomparsispeak no evil - non parlare con gli sconosciutisquali
 NEW
stella e' innamoratastranger eyessuper/man: the christopher reeve storytaxi monamourterrifier 3the apprentice - alle origini di trump
 NEW
the beast (2024)the conciergethe dead don't hurt - i morti non soffrono
 NEW
the devil's baththe killer (2024)the redthe shadow straysthe substancethelma (2024)this time next year - cosa fai a capodanno?timor - finche' c'e' morte c'e' speranzatransformers onetrifole - le radici dimenticate
 NEW
una madre
 NEW
una terapia di gruppoun'avventura spaziale - un film dei looney tunesuno rossovenom: the last dancevermigliovittoriavolonte' - l'uomo dai mille volti
 NEW
wickedwolfs - lupi solitariwoman of the hour

1055967 commenti su 51412 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

A DIFFERENT MANL'OMBRA CHE CAMMINAMY OLD ASSSONO LILLO - STAGIONE 2THE OUTRUN

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net