Recensione mariti regia di John Cassavetes USA 1970
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione mariti (1970)

Voto Visitatori:   8,35 / 10 (13 voti)8,35Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film MARITI

Immagine tratta dal film MARITI

Immagine tratta dal film MARITI

Immagine tratta dal film MARITI

Immagine tratta dal film MARITI

Immagine tratta dal film MARITI
 

La vocazione a sentire l'umanità, a comprenderla, a coglierla in tutta la sua moltitudine di comportamenti ed espressioni: è qui, da questo impegno semplice ma non facile, che trova scopo e forma il cinema sperimentale di Cassavetes, convinto della spontaneità che sta dentro la recitazione e che la vita, quando anche posta davanti a una telecamera, non smetta mai di manifestarsi autonomamente.
A ciò si dedica, con anima e corpo, e da ciò intanto si tiene in disparte; poiché per sua stessa definizione, il regista non conta quasi nulla, non almeno più di qualunque altro: ciò che importa, ci dice, sono i personaggi, anzi le persone, e le loro storie.

"Ombre", "Volti", "Mariti", già nella scelta dei titoli di alcune delle prime opere, tanto essenziali e generici, è suggerita l'idea di un'arte che vuole appartenere a tutti, verace e sensibilmente attenta alla dimensione quotidiana.

E' sostanzialmente un realismo, quello che propone Cassavetes, eppure molto diverso dal Neorealismo italiano ed europeo degli anni '40 e '50: un realismo il cui intento non è più quello di riprodurre la realtà umana, ma di osservarla riprodursi da sé, nel suo ordinario svolgersi, o talvolta incoraggiandone l'esibizionismo. Piuttosto, è una concezione che si potrebbe accostare a quella che contemporaneamente andava sperimentando Andy Warhol, altro statunitense indipendente, anch'egli lontanissimo dai meccanismi dell'industria cinematografica hollywoodiana.
Se non quella fissità estenuante delle inquadrature, ritroviamo in Cassavetes una simile insistenza della cinepresa, più atta a pedinare che non a fissare, contrariamente attenta a non fare avvertire la sua presenza, ma in egual modo interessata al concetto d'improvvisazione, sempre finalizzato alla ricerca di una nuova autenticità e forse anche dettato da un gusto, quello per la musica jazz, spesso presente nei suoi film.

Parenti, amici del regista sono chiamati a recitare (o non recitare) - come per Warhol i compagni della Factory - dando vita a un cinema familiare, non certo familistico. Tutt'altro. Con "Volti" Cassavetes cominciava un'ideale trilogia sul disamore e la crisi matrimoniale, che prosegue con "Mariti" e si concluderà con "Una moglie". Gli ultimi due citati verranno a costituire un ulteriore approfondimento del primo, l'uno dell'universo maschile e l'altro di quello femminile.
La sequenza finale di "Volti" si fissava davanti alla scala in penombra di un appartamento. I due coniugi, le loro storie separate, vi s'incontravano urtandosi, dunque evitandosi, lui scendeva, lei saliva, poi viceversa. In "Una moglie", attorno a una casalinga depressa (una straordinaria Gena Rowlands, la vera moglie del regista), si annuvoleranno in cerchio i familiari, a lei stretti i suoi bambini.
Disperata, a cosa si assorge? Chi aspetta quella moglie?

"Mariti". Il film si apre con una serie di fotografie che immortalano quattro amici. Stanno a torso nudo, bevono birra, mostrano i bicipiti.
Uno di loro è appena morto. I tre rimasti si trovano al suo funerale. L'orazione funebre del prete parla appunto di amicizia. S'intravedono i figli, in mezzo ad altri volti. Harry (Ben Gazzara) abbraccia la vedova.

Quell'avvenimento innesca nei tre (un dentista, un pubblicitario, un giornalista) un desiderio urgente di libertà, di risorgere immediatamente da quel lutto, di fuggire dalla prigione d'obblighi e di responsabilità che istituiscono la famiglia, la società, le loro professioni. "Nessuno è mai morto di vita", dice Archie (Peter Falk) agli altri.
La morte dell'amico li ha trovati spenti, confusi nella New York di fine anni '60, non più giovanissimi. Poteva capitare a chiunque di loro. Decidono di dare allora inizio a un'ininterrotta e incondizionata uscita tra uomini, trovando nell'amicizia virile forse l'unico rifugio possibile. Giocano a basket, si tuffano in piscina, si ubriacano, vagabondano, si spintonano per strada, non si lavano, non dormono né rincasano per giorni.
Cassavetes segue in maniera quasi documentaristica i loro bagordi, allegri e patetici tra i luoghi metropolitani. Li filma per ore in cerca di attimi da fotografare. Opera primissimi piani ai volti, che scorre; ne sorprende travolta un'espressione spontanea e irripetibile, reazioni che si accumulano. Risa isteriche, scatti nervosi, grida, pianti, battute, frasi insignificanti, litigi, piccoli ragionamenti; come già nei film precedenti, quasi sempre i personaggi sono colti in scorci di vita sociale, in un continuo relazionarsi con gli altri. Li pedina e si pedina: il regista va, siede con loro, partecipa in prima persona vestendo i panni di Gus, se stesso, uno dei mariti. Non altera il sonoro registrato in presa diretta, né aggiunge musica in sottofondo. Addirittura in un paio di riprese in strada, tra gli sguardi incuriositi dei passanti, sembra di assistere a una candid camera.

I protagonisti non sono attori non professionisti. Anzi sono interpreti di primo livello. Serve al film la loro capacità d'improvvisare, il loro estro recitativo; l'attrattiva di "Mariti" si sa reggere soprattutto sulla forte personalità dei suoi tre attori principali.

La versione italiana, ridotta di 60 dei 154 minuti complessivi di quella originale, se da un lato può agevolare (forse) la fruibilità dell'opera, ne sminuisce talvolta la carica emotiva che viene a crearsi nella durata.
C'è una sequenza in cui i tre compagni si trovano seduti in un locale buio a bere birra con altre persone. A turno intonano una canzone. Quando viene la volta di una donna di mezza età, questa è dileggiata crudelmente, umiliata e baciata dai tre amici ubriachi, che si dicono insoddisfatti della sua esibizione dovutasi ripetere più volte. Segue la performance di un uomo che invece applaudono e dichiarano il vincitore della sfida. I tagli subiti non restituiscono l'identico clima pesante tra le risa e i boccali. Una forte tensione attraversa quella tavolata. Il brano, visivamente cupo, illuminato appena dall'ambra delle birre, s'imbeve di quella misoginia che sfiorerà tutto il film. E' come se la breve competizione inventata al momento e risolta arbitrariamente, bastasse da sola a sancire la superiorità dell'uomo in gruppo nei confronti della donna. E' come se il cantare o lo scherzare bastassero.

Ribelli tardivi, debosciati, poco credibili e a tal punto che guardandosi in faccia ridono l'un dell'altro, i tre discutono delle loro vite nei bagni del locale. Archie vomita. In quell'ambiente non proprio nobile, mossi da un penoso e immaturo orgoglio, cercano qualche risposta ai propri guai, intanto che smaltiscono la sbronza.
Harry è il più carismatico del gruppo, Gus il meno convinto, Archie il più fragile.
Il pensiero di casa e della moglie è ancora pervasivo. Forse quella bravata non è poi libertà, se implica dei sensi di colpi, nuove e vecchie preoccupazioni che li trattengono.
E quel rimorso, quel cruccio che non si riesce ad esternare in diverso modo, si fa quindi idrofobo, violento quando Harry fa un salto a casa a darsi una rinfrescata, nelle stanze adesso luminose. Da una parte la suocera e la moglie, sorprese entrambe con una vestaglia celeste, l'uniforme casalinga, e dall'altra il marito, i suoi amici che provano a frenarne l'ira, con indosso i loro cappotti neri; danno luogo a una breve ma furibonda battaglia, che si conclude con una ritirata.
Poi la moglie, la casa, la famiglia, scompaiano nuovamente dietro i tre mariti.

Nel proseguire il film prende sempre più le tinte di una commedia divertente, ma dai risvolti amarissimi, con momenti malinconici di delicata poesia metropolitana. Vari siparietti s'aprono e si richiudono, portandosi dietro i loro curiosi personaggi.

I protagonisti, forse accortisi di gravitare ancora attorno ai propri luoghi di lavoro e alle cabine telefoniche, decidono di punto in bianco di partire. Volano in Europa. Cercano in Londra una nuova metropoli lontana e libera dai vincoli della loro New York, ma comoda, e dove non dovere rinunciare ai vizi e ai divertimenti.
Riprendono da dove avevano lasciato. Vagano, si ubriacano, fumano, scherzano, giocano al casinò, abbordano tre ragazze.

Qui, nelle stanze dove le coppie si appartano, Cassavetes trova l'occasione di descrivere altra umanità, nuove conoscenze passeggere, altri ritagli di vita colta impreparata, mettendo in luce le difficoltà di comprensione tra l'uomo e la donna, o quel senso inconsolabile di solitudine che sembra invadere entrambi i sessi, l'uno spesso causa dei dispiaceri dell'altro. I rapporti descritti sono ora frizzanti, ora teneri, ora problematici, ora freddi, ora aggressivi. Soprattutto, si affaccia in queste sequenze, per la prima volta nel film, il complesso e sensibile universo dell'animo femminile, quello da cui i mariti fuggivano.
Ma non sono affatto episodi accessori. E' a questi momenti che più si rivolge il cinema di Cassavetes. A queste camere d'albergo, teatri realistici d'incontri occasionali. Alle tavolate allegre trovate a inizio del film, tesissime e pronte ad esplodere da un momento all'altro. O ai salotti carichi d'isterismo, o alle stanze abbandonate dagli affetti e sature del vuoto.
Non però quel vuoto che si scrive con la lettera maiuscola, non di quello eterno caro ad altri artisti, ma del vuoto di ogni giorno, quello che si crea tra un pensiero e l'altro, il vuoto casalingo, il vuoto dei locali affollati e dei luoghi lavorativi, delle strade metropolitane e delle camere da letto.
Di qua i mariti e di là le mogli, invisibili, lasciate in chissà quali loro faccende e magari rese depresse come la Mabel del film successivo, magari a disagio in mezzo agli altri anche loro, o che, come Mabel, spaventate e strette ai propri bambini, sanno soltanto risplendere di luce riflessa.

A Londra i mariti hanno poi trovato quella libertà? E' muto adesso il richiamo della famiglia? Fuggite le tre ragazze, Harry ne ha pronte altrettante, altri brindisi, ancora balli... ma per gli altri la ribellione è durata anche troppo.

New York. Le sigarette al tabaccaio dell'aeroporto, un taxi, le strade deserte nel mattino. Gus e Archie si lasciano davanti a casa di Gus, con in braccio dei sacchi enormi pieni di regali da portare ai figli; teneri, impacciati, patetici come soldati di ritorno da una guerra che hanno abbandonato al fronte un loro compagno. Controllano che nei sacchi sia tutto in ordine. "Che combinerà Harry senza di noi?", grida Archie a Gus, allontanandosi.
Poi una bambina, sola, come spaesata, sbuca dal retro nel cortiletto.
Gus s'inginocchia verso la piccola che piange; dietro, l'altro figlio con la palla chiama la mamma; nel frattempo il colore dell'inquadratura si altera come a confessare, solo in occasione di quell'ultimo istante, l'appartenenza anche di questa storia, per quanto dipintaci con gli inchiostri della realtà, all'impianto della finzione cinematografica.

A cosa sta pensando Gus adesso, intanto che torna a essere padre?
Assorta, chi lo aspetta dentro casa?
Una moglie.

Commenta la recensione di MARITI sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di Ciumi - aggiornata al 03/11/2010 10.34.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

10 giorni con i suoi100 di questi annia complete unknowna different mana real painal progredire della notteamerikatsiamiche alle cicladiamichemaianoraattack on titan: the last attackbabygirlback in actionbagmanbastion 36berlino, estate '42better manbiancaneve (2025)black dogblur: to the endbridget jones - un amore di ragazzocaptain america: brave new worldcarlo mazzacurati - una certa idea di cinemacherry juiceciao bambinocitta' d'asfaltocome se non ci fosse un domani (2025)companiondiciannovediva futuradog mandove osano le cicognedreamsduse, the greatest
 NEW
e poi si vedeelfkins - missione gadgetemilia perezeyes everywherefamiglia imbarazzi - la maledizione dello zoccolofatti vederefiume o morte!follemente
 NEW
gen_gioco pericolosoglobal harmonyhello! spank: il film - le pene d'amore di spankhereheretichokage - ombra di fuocoi am martin parri colori dell'anima - the colors within
 NEW
il bambino di cristalloil caso belle steineril mestiere di vivereil migliore dei maliil mio giardino persianoil nibbioil seme del fico sacroil signore degli anelli - la guerra dei rohirrimio non sono nessunoio sono ancora quiio sono la fine del mondo
 NEW
io ti conoscoitaca - il ritornola citta' proibita (2025)la storia di patrice e michel
 HOT R
la zona d'interessel'abbagliol'albero (2025)
 NEW
le assaggiatricile donne al balcone - the balconetteslee millerl'erede (2025)lilianal'orto americanolove (2024)luce (2024)l'uomo di argillal'uomo nel boscolux santamaria (2024)mickey 17misteri dal profondomonte corno - pareva che io fussi in aria
 NEW
mr. morfinamuori di leinella tana dei lupi 2 - panteranina e il segreto del ricciono other landnoi e loro
 NEW
nonostante
 HOT R
nosferatu (2024)oh, canada - i tradimenti
 NEW
opus - venera la tua stellapaddington in peru'pellizza pittore da volpedopino daniele - nero a meta'presenceprophecy
 NEW
puan - il professorericardito lo squalo?scissione - stagione 2
 R
september 5 - la diretta che cambio' la storiasilenzio!simone veil - la donna del secolosonic 3 - il film
 NEW
sons (2025)strange darlingthe alto knights - i due volti del criminethe bayouthe breaking icethe brutalistthe calendar killerthe girl with the needlethe last showgirlthe monkeythe opera! - arie per un'eclissithe shrouds
 HOT
the substance
 NEW
the woman in the yardtornando a esttoys - giocattoli alla riscossau.s. palmeseun posto sicuro (2025)una barca in giardinouna viaggiatrice a seoulvoci di poterewolf man

1059949 commenti su 51854 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

AGO - PRIMA DI TUTTII SIMPSON - STAGIONE 1I SIMPSON - STAGIONE 10I SIMPSON - STAGIONE 11I SIMPSON - STAGIONE 12I SIMPSON - STAGIONE 13I SIMPSON - STAGIONE 14I SIMPSON - STAGIONE 15I SIMPSON - STAGIONE 16I SIMPSON - STAGIONE 17I SIMPSON - STAGIONE 18I SIMPSON - STAGIONE 19I SIMPSON - STAGIONE 2I SIMPSON - STAGIONE 20I SIMPSON - STAGIONE 21I SIMPSON - STAGIONE 22I SIMPSON - STAGIONE 23I SIMPSON - STAGIONE 24I SIMPSON - STAGIONE 25I SIMPSON - STAGIONE 26I SIMPSON - STAGIONE 27I SIMPSON - STAGIONE 28I SIMPSON - STAGIONE 29I SIMPSON - STAGIONE 3I SIMPSON - STAGIONE 30I SIMPSON - STAGIONE 31I SIMPSON - STAGIONE 32I SIMPSON - STAGIONE 33I SIMPSON - STAGIONE 34I SIMPSON - STAGIONE 35I SIMPSON - STAGIONE 4I SIMPSON - STAGIONE 5I SIMPSON - STAGIONE 6I SIMPSON - STAGIONE 7I SIMPSON - STAGIONE 8I SIMPSON - STAGIONE 9

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA
Locandina del film SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA Regia: Tim Fehlbaum
Interpreti: John Magaro, Leonie Benesch, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Zinedine Soualem, Georgina Rich, Corey Johnson, Marcus Rutherford, Daniel Adeosun, Benjamin Walker, Ferdinand Dörfler, Solomon Mousley, Caroline Ebner, Daniel Betts, Leif Eduard Eisenberg, Sebastian Jehkul, Rony Herman, Jeff Book, Robert Porter Templeton, Stephen Fraser, Leon Dragoi, Doris Meier, Mark Ruppel, Christine Ulrich, Günther Wernhard, Antje Westermann, Harry Waterstone, Andreas Honold, Stefan Mittermaier
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

THE ORDER (2024)
Locandina del film THE ORDER (2024) Regia: Justin Kurzel
Interpreti: Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Jurnee Smollett, Alison Oliver, Morgan Holmstrom, Odessa Young, Marc Maron, Philip Granger, Sebastian Pigott, Matias Lucas, Bradley Stryker, Phillip Forest Lewitski, Victor Slezak, Daniel Doheny, Bryan J. McHale, Ryan Chandoul Wesley, Geena Meszaros, George Tchortov, Daniel Yip, Sean Tyler Foley, John Warkentin, Vanessa Holmes, Rae Farrer, Carter Morrison, Huxley Fisher, mandy fisher
Genere: thriller

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net