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Buon corto di Lynch, con uno stile inconfondibile: il suo. Difficile parlare di trama, perché in questa caratteristica è molto simile a "The alphabet". Abbastanza semplice, ma difficile; cioè, semplice nel senso che le immagini che si susseguono non sono molto varie, difficile nel senso che non è facile dargli un'interpretazione.
Non uno dei miei corti preferiti di Lynch, ma senza dubbio pregevole. Inizia con un ritmo un po' lento, non soporifero, ma comunque eccessivamente lento. Procede poi sempre di più migliorandosi, con riprese interessanti e ossessive. Lynch ha la magia di catalizzare l'attenzione dello spettatore su particolari insignificanti, banali per poi caratterizzarli benissimo, quasi meglio di una persona reale. Da un certo punto di vista, puo' essere la barca che parla in prima persona. O anche l'essenza della natura, che registra ciò che sta avvenendo intorno, l'inquietudine, la mancanza di regolarità e di ordine che ci dovrebbe essere in questo mondo. Forse il corto, assume carattere universale. Interpretazioni varie a parte, rimane sicuramente godibile e ottimo per chi ama i suoi corti. Non rimarrà di certo deluso.
Mi avevano sempre detto "lascia perdere Lynch che fa schifo" e io invece no mi sono puntato e ho provato a vedere 2/3 film suoi e devo ammettere che i miei amici hanno avuto sempre ragione!!! M...A............
Lynch non si smentisce.Corto molto bello e denso delle atmosfere care al regista. Incredibile come riesca a rendere particolari dei dettagli che sembrerebbero insignificanti. vedendo questo corto ho pensato più volte che parlasse di sesso,ma molto probabilmente il corto è raccontato dal punto di vista dela barca,insomma da vedere per chi ama Lynch che ormai ha giurato amore al digitale.I suoi corti sono ancra più sperimentali dei film,se possibile.
"Boat" di David Lynch è un cortometraggio (durata otto minuti) girato in digitale (anche se personalmente non amo questa tecnica). Il corto si basa su una ammaliante e (allo stesso tempo) inquietante voce femminile che a tratti rabbrividisce lo spettatore, le atmosfere inoltre sono abbastanza particolari; "Boat" svolge dunque delle funzioni metaforiche, Lynch attraverso il seguente dialogo: "Andremo abbastanza veloci da entrare nella notte" spiana strade dimensionali sfocianti (con ogni probabilità) in concezioni sessuali; da notare inoltre le simbologie (la bandiera dell'America) che potrebbe aprire altri scenari teoretici.
Lynch nei suoi corti riesce quasi sempre ad essere efficace, quasi "cinico" riportando "gemme" di concezioni intersecate in armoniose atmosfere misteriose ed inquietanti.
Ben costruito con la voce-off ed un sonoro adeguato. Anche la raffigurazione stessa del motoscafo sul molo, una specie di mostro, rende tangibile un'atmosfera di minaccia che permane per tutta la durata del corto.
Mistico ed elegante. Sicuramente criptico nel celare il vero significato, ma può ricondurre a tantissimi argomenti (l'amore, la vita). Retrogusto di Inland Empire.