che ho fatto io per meritare questo? regia di Pedro Almodovar Spagna 1984
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che ho fatto io per meritare questo? (1984)

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locandina del film CHE HO FATTO IO PER MERITARE QUESTO?

Titolo Originale: QUE HE HECHO YO PARA MERECER ESTO?

RegiaPedro Almodovar

InterpretiCarmen Maura, Luis Hostalot, Ryo Hiruma, Ángel de Andrés López, Gonzalo Suárez, Verónica Forqué, Juan Martínez, Chus Lampreave, Kiti Manver, Sonia Anabela Holimann, Cecilia Roth

Durata: h 1.41
NazionalitàSpagna 1984
Generecommedia
Al cinema nell'Agosto 1984

•  Altri film di Pedro Almodovar

Trama del film Che ho fatto io per meritare questo?

Gloria e il suo rapporto con la sua singolare famiglia: un marito che non la considera e che ha occhi per una cantante tedesca di mezz'età di cui era il parrucchiere, un figlio adolescente che spaccia eroina, la suocera che tiene merendine e bottiglie d'acqua minerale sotto chiave e li vende alla famiglia, e due scrittori alcolizzati che cercano di scrivere le memorie di Hitler spacciandole per vere, e l'iguana della suocera...

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Voto Visitatori:   6,98 / 10 (21 voti)6,98Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su Che ho fatto io per meritare questo?, 21 opinioni inserite

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Filman  @  28/05/2020 12:29:32
   8 / 10
Il neorealismo in Spagna arriva in ritardo per ragioni storiche ben precise e con bagagli culturali diversi rispetto al resto dell'Europa. Questo spiega la normalizzazione di un'estroversa sessualità e il realismo sfigurato di Pedro Almodovar.
I difetti di QUE HE HECHO YO PARA MERECER ESTO? sono quelli di un cinema che non è solo una raffigurazione artistica di una società socialmente depressa e tuttavia irreprensibile, ma è anche ad uso e consumo degli spettatori spagnoli, coinvolti da intrecci passionali, esplorazioni erotiche e anche un certo pathos criminale. Ma se si può discutere la qualità di alcune soluzioni narrative non si può discutere la loro natura, intrisa nella tradizione e nello spirito di una nazione, che dava i natali ad un cinema insieme vero e artificiale, di gran classe e televisivo, sostanzialmente nuovo.

DarkRareMirko  @  29/05/2017 23:48:45
   7 / 10
Pare praticamente un film underground e la Maura è proprio brava; tante macchiette sgradevoli (anche il dentista pedofilo, brrrr), qualche trovata registica originale (la soggettiva che imita lo sguardo del ramarro) ed una desolazione di valori e di ambienti difficile da levarsi di dosso, seppur stemperata dalla leggerezza.

Almodovar è un regista provocatorio che qui normalizza il male, presente anche in una famiglia tutt'altro che normale.

Discreto, ma apprezzo di più le ultime opere del regista, Amanti passeggeri escluso.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  14/01/2016 18:49:27
   6½ / 10
Commedia particolare di Almodovar ambientata a Madrid che racconta la vita di una famiglia di periferia un pò atipica. Brava Carmen Maura!

Gualty  @  28/12/2013 17:10:38
   7 / 10
Ottima finestra sulla vita di una famiglia di perfiferia e delle relazioni che si sviluppano all'interno e all'esterno delle mura domestiche.
Divertente, dissacrante, trasuda il tocco che finirà per caratterizzare le future opere sia nella sfumatura comica e grottesca sia nelle declinazioni drammatiche.
Un film passeggero, anche nel suo svolgimento incompiuto, una toccata e fuga nella realtà disagiata e nel suo riscatto.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  15/09/2013 19:26:09
   7 / 10
Bellissimo e particolarissimo, uno sguardo sulle persone comuni, sulle loro storie di stranezza e profondità. Poche persone hanno lo sguardo di Pedro, e soprattutto di Carmen Maura, la più grande attrice spagnola e una delle più grandi del cinema. Forse al livello del precedente, forse qualcosa in più, forse qualcosa in meno. E' difficile cogliere la differenza fra i film della prima fase, ma forse è tutto un unico, immenso, film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  01/06/2013 14:54:06
   6 / 10
Il nucleo familiare è un pezzetto di prato spelacchiato, dove crescono ramarri della peggior specie. Questo Almodovar si conferma pungente e ricco di idee, peccato che nella seconda parte ci sia uno slancio cinematografico un po' fuori controllo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  10/02/2010 15:50:32
   6 / 10
Commedia surreale in cui Almodovar estremizza i clichè della famiglia.
In effetti ho preferito il precedente film di Almodovar,ma qui il regista comincia a sviluppare uno stile personale molto interessante.
Forse la cosa disturbante e fastidiosa,almeno per me, è il fatto che nel film c'è un senso del grottesco e dell'estremo che non riesce a prendere completamente come commedia e nemmeno come dramma se non nel finale. Alcuni personaggi sono fantastici come la nonna e il dentista,e alcune parti fanno anche male come quelle riguardanti la bambina dai poteri telepatici.
Per il resto non c'è una trama vera e propria, la trama infatti si sviluppa solo negli ultimi minuti,forse questa è la cosa che non mi è piaciuta di più.
Bravissima Carmen Maura,espressiva veramente tanto.
Dei primi 4 film del regista questo si attiene su livelli molto buoni.

Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  21/12/2009 21:58:53
   7½ / 10
Caustico ritratto di famiglia madrilena, a dir poco spiazzante come tutto il primo periodo di Almodovar. Grottesco ma mai volgare, giocato su continui ribaltamenti di ruoli, valori, comportamenti e istituzioni, a distanza di anni non perde il colore e lascia il tempo di sorridere, anche se a mezza bocca.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  17/11/2009 00:47:25
   6 / 10
Per me un Almodovar minore, troppo calcato, in un vortice di generi che confonde la cifra del grottesco che è poi il genere ultimo di questo film.

A tratti pungente ma eccessivamente cinico, disfattista ed inutilmente provocatore da risultare esagerato.

In compenso ci sono tanti elementi che caratterizzeranno il suo cinema nel futuro.

paride_86  @  03/01/2009 02:36:41
   7½ / 10
La vita di Gloria è un insieme di insoddisfazioni e di frustrazioni. Conduce una vita da sottoproletaria, viene maltrattata dal marito, subisce la malattia della suocera e non riesce ad occuparsi dei due figli adolescenti, uno spacciatore ed un omosessuale.
Raccontato così sembra un drammone, invece il film è girato come una commedia nera in cui non mancano momenti divertenti, brillanti ma anche commoventi.
Ottime tutte le attrici, specialmente Carmen Maura e Veronica Forquè, che interpreta un'irresistibile prostituta.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  12/03/2008 18:32:43
   8 / 10
Uno spaccato di vita a Madrid, il ritratto di una comune famiglia spagnola, "Che ho fatto io per merititare questo? " si dimostra in grado di fondere brillantemente il comico e il drammatico, grazie soprattutto al talento e allo stile raffinato del maestro Almodovar. Una pellicola elegante, divertente e mai volgare, che riesce ad animare senza alcuna difficoltà il contesto portato in scena dal nostro regista, fornendo allo spettatore un chiaro ritratto di ogni singolo protagonista. Non sono solo le frustrazioni di una donna infelice (Interpretata dalla superlativa Carmen Maura) alle prese con i piccoli grandi problemi all'ordine del giorno, non sono solo le strane avventure di un famiglia un po' particolare, è piuttosto la rappresentazione cinematografica di una sorta di viva fotografia della società spagnola anni 80.
Ancora una volta il cinema di Almodovar si dimostra perfettamente in grado di stupire, coinvolgere, divertire e di esaminare allo stesso tempo con forte critica ironica le tematiche più care al regista.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  07/03/2008 23:02:10
   7 / 10
I film di Almodovar lasciano il segno anche se rivisti dopo tanti anni. Certo non hanno più l’effetto dirompente, scandaloso o provocatorio che avevano negli anni ’80 (questo a causa del recente dilagare della cultura trash). Restano però dei piccoli gioielli di arte cinematografica e stilistica. Riescono ancora a far ridere, a divertire, a fare pensare e addirittura a commuovere e a toccare l’animo. Non è poco.
La grande dote di Almodovar è l’arte della “variazione”. Van Beethoven e Bach erano maestri nel prendere un singolo tema musicale e crearci infinite varianti, una più bella e affascinante dell’altra. Tutto questo girando intorno allo stesso tema. Così Almodovar ripete sempre i suoi temi più cari, ma ogni volta cambia ambiente, tono, atmosfera, insomma riesce sempre a creare qualcosa che colpisce e lascia il segno, pur “ripetendosi”. I difetti ovviamente non mancano neanche a lui. Spesso è sovrabbondante e bulimico, tende ad affastellare scene su scene perdendo a volte il filo e divagando un po’ troppo. In questo film ci sono momenti di stanca e purtroppo ho dovuto reprimere ogni tanto qualche sbadiglio.
Questo è uno dei primi film di Almodovar ma contiene già alcuni temi degli ultimi suoi film. Dei primi film ha l’intento ultra-dissacratore e provocatorio, con lo scopo di togliere ogni mistificazione ai ruoli sociali, per educare la gente a vederli “controluce”, senza dare niente per scontato. La tattica dell’assurdo riesce a far “digerire” anche le cose più turpi e scandalose. Si tratta di una bella cura contro l’ipocrisia. L’istituto familiare tradizionale esce a pezzi, i sentimentalismi sono aboliti, i ruoli seri ridicolizzati (il maschio padrone, il poliziotto), si satireggia la “cultura” (gli scrittori e la tv caduti in basso), la realtà prorompe con i suoi aspetti più prosaici e ordinari (il degrado delle periferie, il vomito, le banalità quotidiane).
Questo uso stilistico in Almodovar non è fine a sé stesso (come in Pulp Fiction). Non c’è il vuoto assoluto, anzi. Da dove meno te lo aspetti (dalla *******, dal drogato, dagli emarginati e dai reietti) vedi spuntare la solidarietà, l’umanità, la gioia di vivere con le piccole cose. Ed ecco apparire i grandi temi etici dell’ultimo Almodovar: il valore delle proprie radici (il luogo natio, il genitore), il punto fermo rappresentato dagli amici e la voglia di andare avanti e di ricominciare, affrontando anche il dolore. L’ultima scena del film è splendida e lascia dentro un po’ di speranza e di carica affettiva, dopo tante visioni “distruttive”.
Almodovar decisamente non è un cantore dell’amore sentimentale. Nei suoi film non c’è coppia che resista. Per lui l’amore è una specie di demone che brucia e poi passa. Il partner ormai inutile diventa un peso da cui liberarsi con le buone e perché no, anche con le cattive. In modo provocatorio e comico si tratta di raccomandare a quelli che si legano di conservare comunque la propria libertà per evitare conseguenze spiacevoli, che possono venire da dove meno uno se lo aspetta, magari da un osso di prosciutto …

Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  19/01/2008 19:22:07
   8 / 10
Il miglior film di Carmen Maura, attrice straordinariamente mimetica, qui determinante per l'ottima riuscita di questo "vecchio" lungometraggio almodòvariano, piccolo capolavoro di originalità. Film claustrofobico e surreale che affronta i temi cari al regista ma con punti di vista inconsueti e per niente indulgenti, anzi un po' cinici, velati da un sottile humor nero davvero poco rassicurante.
Una piacevolissima sorpresa.

Vedi recensione

taras bulba  @  29/12/2007 18:44:28
   7½ / 10
Il mio preferito di Almodovar, surreale, un pò pazzo, ma anche poetico.

Dick  @  26/07/2007 13:26:56
   7 / 10
Film simpatico ricco di provocazione ed eccesso by Almodovar.

pabren  @  01/10/2006 23:25:28
   8½ / 10
bel film fresco e simpatico ,almodovar comincia a fare film compiuti .le storie sono irresistibili alcune scene indimenticabili come quella all inizio nel dojo
fa parte di quello che io considero il primo periodo di almodovar che considero il piu fecondo che termina col film legami

Crimson  @  25/01/2006 12:29:24
   7 / 10
Commedia divertentissima; stavolta Almodovar restringe il campo di interesse e lo "limita" ad una famiglia..e che famiglia! Carmen Maura protagonista assoluta, in una delle sue migliori interpretazioni. Il suo personaggio di madre esaurita anticipa in gran parte quello di Pepa di "donne sull'orlo di una crisi di nervi".
Due personaggi in particolare sono esilaranti: la nonna ("Ibsen?romantico!") con le sue fissazioni e l'inquilina del piano inferiore, la madre della ragazza dai poteri speciali. Non mancano i colpi di scena di una vicenda che si tinge di giallo nella parte finale, in cui entra in gioco anche la figura dell'ispettore (che a partire da "pepi, luci, bom.." è presente in molte commedie del regista), che appare come una persona assolutamente agli antipodi del proprio mestiere (non capisce nulla del caso, impegnato com'è con i suoi problemi sessuali). Diverte molto anche la vicina di casa prostituta.
Devo dire che tuttavia il finale non mi ha convinto del tutto.
E' comunque una delle commedie che preferisco di Almodovar.

volubilis  @  05/10/2005 12:42:44
   7 / 10
Vale sempre la pena di vedere un film di Almodovar.... perchè può piacere o meno, ma ti lascia sempre qualcosa dentro.

Invia una mail all'autore del commento Lorcove  @  11/08/2005 14:07:52
   7 / 10
Non è male, è il primo film che vedo di Almodovar.

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