il ladro di bambini regia di Gianni Amelio Italia, Francia, Germania, Svizzera 1992
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il ladro di bambini (1992)

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locandina del film IL LADRO DI BAMBINI

Titolo Originale: IL LADRO DI BAMBINI

RegiaGianni Amelio

InterpretiEnrico Lo Verso, Valentina Scalici, Giuseppe Ieracitano, Florence Darel, Marina Golovine, Fabio Alessandrini

Durata: h 1.54
NazionalitàItalia, Francia, Germania, Svizzera 1992
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1992

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Trama del film Il ladro di bambini

Rosetta e Luciano sono due fratelli che vengono presi in custodia da Antonio, un giovane carabiniere, dopo l'arresto della loro mamma. Antonio deve portare i due bambini da Milano a Civitavecchia, in un istituto, all'inizio tra i tre ci sarà una certa diffidenza che si dissolverà pian piano lasciando spazio all'amore...

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Voto Visitatori:   8,04 / 10 (28 voti)8,04Grafico
Miglior filmMiglior regiaMiglior produttoreMiglior montaggioMiglior colonna sonora
VINCITORE DI 5 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior film, Miglior regia, Miglior produttore, Miglior montaggio, Miglior colonna sonora
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Voti e commenti su Il ladro di bambini, 28 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Goldust  @  12/12/2024 14:47:15
   7½ / 10
Una storia semplice grandante di umanità che mette in luce le storture e le vergogne di un Paese intero: il menefreghismo e l'ignoranza delle persone, l'ineguatezza delle istituzioni, l'insensatezza di certe leggi. Amelio costruisce l'ultimo avamposto di speranza rispetto uno scenario globale così sconfortante nel terzetto improvvisato di protagonisti e sfiora il lirismo in alcuni passaggi, dove i silenzi contano di più delle parole. Parere personale che togli poco o nulla all'opera in sè: i dialoghi con forti inflessioni dialettali non sono talvolta semplicissimi da seguire.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  04/04/2024 15:33:35
   8½ / 10
Un viaggio doloroso di un carabiniere con due bambini dall'infanzia violata o mai vissuta in un'Italia decadente, che siano i palazzoni di immigrati al Nord fino all'abusivismo del Sud. Una costante come l'indifferenza di una società verso i due bambini trattati come pacchi tra l'indifferenza generale e colpevole delle istituzioni, buone solo a bastonare un carabiniere che ha la colpa maggiore di essere l'unico, dopo un'iniziale insofferenza a stabilire un legame umano con i due ragazzi. Un panorama desolante che Amelio dirige senza cadere mai nel facile sentimentalismo e corroborato dall'ottima interazione fra Lo Verso ed i due giovani esordienti. Doloroso e malinconico, Il ladro di bambini ha dentro di sé i geni migliori del neorealismo italiano.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  07/01/2022 14:43:31
   7½ / 10
E' il primo film di Amelio che vedo, di questo film mi ispirava la trama e ho deciso di vederlo.
Si è dimostrata una pellicola molto valida, post-neorealista e dotata di una lentezza assolutamente non pesante che serve a rimarcare la drammaticità del racconto.
Gli interpreti non li ho trovati grandiosi però il carabiniere interpretato dal giovane Enrico Lo Verso ha un'ingenuità quasi adorabile; i bambini si dimostrano all'altezza nel reprimere la loro fanciullezza in questo stancante viaggio.
Il regista nostrano riempie i fotogrammi con cantieri edili, nastri che vietano il transito, case non finite e cassettoni dell'immondizia: come a descrivere i rapporti instabili che si instaurano nel racconto; e le vite scheletriche, ingiuste e dal futuro ambiguo dei due fratelli; e la dura accusa che riceve il carabiniere.
A detta di molti la sequenza al mare è la più bella: in effetti quasi un'illusione alla ritrovata felicità, una parvenza di un finale consolatorio. Amelio ci sapeva fare.
Mi è piaciuto, un film italiano degli anni '90 purtroppo già dimenticato.

alex94  @  16/09/2021 20:03:58
   7 / 10
È un buon film con una bella storia,narrata in modo semplice ma intensa, emozionante e commovente nel finale.
Paga forse una confezione non curatissima ( soprattutto la fotografia) e qualche calo di ritmo ma nulla di troppo grave o che possa penalizzare un film diretto magistralmente ed in grado di coinvolgere dal primo all'ultimo minuto.

Oskarsson88  @  14/10/2019 10:50:39
   7½ / 10
Film semplice ma efficace, che tratta tematiche sociali scomode. Non succedono molte cose ma è anche il suo bello, bravi gli attori con la loro espressività. Storia drammatica e fuggevole che ricorda il neorealismo. Originale e convincente

Dick  @  19/01/2015 17:51:13
   8½ / 10
Un bel film che sfrutta al meglio gli attori e i paesaggi per raccontare storie tutt' altro che felici. Road-movie insolito e dai toni sommessi, senza eccessi drammatici ne cali da polpettone.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  10/06/2014 22:32:23
   7½ / 10
Se nel cinema italiano moderno non si può parlare di una vera e propria corrente neo-neorealista, che già parlare di correnti nel cinema è cosa ardua, questo Il ladro di bambini di Amelio sembra qualcosa di molto simile.
Un'Italia cresciuta rispetto a quella uscita tartassata dalla guerra, ma solo in senso cronologico, non riesce a nascondere le sue problematiche sociali neanche a chi la attraversa di sfuggita, da nord a sud, sul lento sferragliare di un treno. I gesti e le parole di tutti gli attori, i tre protagonisti in primis, sono semplici e sinceri e la delicatezza di questo road movie l'ho vista solo, tra i film recenti, in quello di Kitano.
La cosa che più mi ha sorpreso però è la bellezza procace di Valentina Scalici che sembra una donna fatta, con la sua cadenza siciliana e i modi di fare che denunciano una responsabilità e una rassegnazione adulte; forse è una cosa scandalosa da dire, si tratta ancora di una bambina, ma tant'è; la morale, se si vuol parlare di qualcosa seriamente, dovrebbe andare a farsi fott.ere a prescindere e il film forza proprio su questa incongruenza tra personaggio ed età per ritrarre una bambina derubata della propria infanzia.
La Scalici, con le dovute differenze del caso, è quello che Natalie Portman era (sarà) per Leon. Natalie Portman la conosciamo, Valentina Scalici ? Scomparsa.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  12/02/2014 11:16:21
   8 / 10
Sentito, delicato, ricco di sfumature e vicino al realismo cinematografico da cui fortunatamente non ne segue il rigore stilistico.
Gianni Amelio detta la linea con poche indicazioni lasciando grande libertà interpretativa ad Enrico Lo Verso e riuscendo a dirigere i due splendidi bambini perfettamente in parte.
Ciò che sorprende di questo film è tanto la sua semplicità quanto la mancanza di drammatizzazione, si lascia il racconto libero di procedere senza particolari svolte ma, solo grazie a piccoli avvenimenti che vanno ad incidere profondamente nell'evoluzione dei personaggi.
Il finale è molto coerente con il racconto che resta comunque minimale, un vero esempio di cinema delle persone e non delle storie.

Tuonato  @  28/09/2012 17:41:14
   8 / 10
Due bambini ed un carabiniere che ha il compito di consegnarli ad un istituto.
Questo incontro si trasformerà in un viaggio, nel quale i tre impareranno a conoscersi e convivere, mettendo da parte diffidenze e maschere.

Amelio è un intimo ritrattista, sa scandagliare l'animo umano riuscendo a far emergere le emozioni ed i sentimenti di ogni suo personaggio, caratterizzato al meglio.
Se c'è un appunto da poter muovere a questo lavoro è relativo alle musiche: la colonna sonora degli anni 80 per quanto bella risulta troppo presente e invasiva. Delicato, gran bel film comunque, bravissimi i due piccoli. David di Donatello tutti giustificati.

Invia una mail all'autore del commento eddiguff  @  08/08/2011 13:41:38
   7 / 10
Film delicato e realista. Da vedere. Ma tutti quei premi mi sembrano esagerati.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  17/02/2010 18:02:33
   8½ / 10
Torna davvero alla memoria, guardando questo film di Amelio (che si presenta bello sin dal titolo), “Ladri di biciclette”. Ma c’è una differenza tra le due opere che è sostanziale: è qui insistente, e in ogni sequenza prevale, ciò che solo a tratti nel classico di De Sica si scorgeva dentro al grande affresco di un paese ancora stordito dal passaggio della recente guerra: ovvero il racconto interiore e sentimentale dei suoi protagonisti; ed è anzi ogni episodio una piccola scoperta, un nuovo impulso verso tale comprensione, mentre appena nello sfondo appare, quasi rarefatta e livida nella fotografia, l’Italia dei primi anni Novanta.

Sin dall’inizio, Antonio viene lasciato anche dal collega: ad egli solo è assegnato – ai suoi occhi ingenui, ai suoi sguardi concentrati che stanno al centro delle scene più toccanti - il ruolo di farci da Virgilio, e di traghettare e di “rubare” i due bambini, attraverso l’inferno d’indifferenza e di rumori disceso da Nord a Sud, sino all’alba del loro limbo, un istituto per minori.

Queste sono quelle pagine di realismo che talvolta superano, e un poco mortificano, l’arte; e meglio ci avvicinano alle storie di vita che illustrano: di questi figli innocenti che un giorno forse saranno i colpevoli, vittime di quei genitori che un tempo furono degli innocenti.

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/02/2010 20.49.13
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Parsifal  @  27/09/2009 23:36:15
   5½ / 10
Una brutta storia di cronaca e un volenteroso carabiniere si incontrano e intrecciano la trama di questo lento film.
Non so qualcosa manca a questo film senza squilli dove le pur belle inquadrature non gli fanno raggiungere il mio poco importante gradimento.

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/11/2009 15.03.14
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85sarina  @  15/03/2009 13:53:23
   10 / 10
bellissimo, una solitudine che fa male, un'infanzia torturata, e un profondo sud raccontato senza retorica.
Concordo con il fatto che vederlo nel 2009 o negli anni '90 fa la sua bella differenza, ma poco importa..da vedere.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  20/02/2008 19:11:15
   9½ / 10
Meravigliosa questa pellicola, mi ha fatto pensare subito ad una sorta di neorealismo, un Amelio che prende le redini del De Sica,sopratutto per la presenza dei due bambini, il contesto non è più quello del dopoguerra, ma quello della realtà dei giorni nostri, che nello stesso modo va a scalfire quello che può rappresentare l'innocenza.
Meraviglioso sotto tutti gli aspetti, la complicità che nasce tra il carabiniere che da un certo punto in poi si spoglierà completamente della sua divisa, e non solo in senso pratico, e questi fratello e sorella, sono di una forza emotiva, completamente spoglia di ogni retorica, disarmante, difficilmente riscontrabile nella maggior parte delle altre pellicole.
Il merito va in gran parte agli attori, bravissimo lui, con gli occhi, bravissimi i due bambini, ma una nota di merito va senza dubbio a questa giovanissima attrice, non so se abbia continuato la carriera ma facendo due conti oggi dovrebbe rappresentare come minimo l'apice della nostra recitazione, ma credo di non averla mai vista. Fotograficamente stupendo, fotografato in gran parte in esterni, e quindi ancora più lodevole nella ricerca, riuscitissima del non-colore, quasi underground per intenderci, escludendo il magico azzurro della sequenza del mare sulle note di Gianna Nannini.
La sequenza più emozionante a mio avviso è quella del pranzo che si gioca tutta sul piano degli sguardi, e il momento subito seguente.
Il finale può risultare un pò inconcludente, ma quale sarebbe il regista o sceneggiatore che azzarderebbe dare delle risposte.

3 risposte al commento
Ultima risposta 17/02/2010 19.25.55
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  15/11/2007 22:19:49
   9 / 10
Un piccolo gioiello di film. Appartiene alla serie di quelli che dipingono una realtà dura e difficile e lo fa parteggiando per i più deboli, le vittime innocenti del degrado sociale – in questo caso i bambini. Lo sguardo si concentra quindi sui i singoli che vivono nella società, sul loro piccolo mondo, piuttosto che fare dei discorsi generici o complessivi. Si propone la comprensione, il sentimento, il gioco, l’interesse come punto di partenza per tentare di riparare almeno in parte ai guasti e alla violenza inflitta su degli innocenti. Questa piccola grande vena poetica, di tono a volte triste sconsolato, a volte luminoso e fiducioso, è il bello del film, quello che incanta e affascina. Si stimola molto la sensibilità dello spettatore e lo si porta a simpatizzare, a riconoscersi nelle vittime e a comprendere i loro comportamenti. Appaiono invece in luce negativa i personaggi “seri” o “normali”, i quali si sentono superiori e giudicatori di chi ha subito violenze, o quelli che invece si richiamano all’arido “dovere” e sono privi di idealità.
Lo stile incide molto sull’effetto. Ci si affida soprattutto alla costruzione estetica delle immagini e agli ambienti in cui si svolge la storia. Anche il tipo di inquadratura è determinante per dare rilievo ai personaggi e scavare nella loro interiorità. Viene utilizzato lo stile di racconto per ellissi. I salti e gli stacchi temporali fanno sì che il punto di riferimento diventi lo sviluppo interiore dei due bambini protagonisti e del loro accompagnatore carabiniere. E’ questo processo che scandisce il film. Il tempo finisce quasi per non esistere più e alla fine c’è quasi il senso di qualcosa di irreale.
E’ il personaggio del carabiniere quello che mi ha colpito di più. Enrico Loverso ne fa una figura indimenticabile. Semplice, spontaneo, fondamentalmente buono e dolce, con degli sguardi che incantano per profondità e intensità nella loro disarmante naturalezza. Con le sue idealità positive e solidali, la sua fiducia nelle norme collettive è la speranza per l’Italia. E’ però un isolato. I suoi parenti rappresentano invece l’Italia opportunista, egoista, bacchettona – purtroppo la maggioranza. Il suo superiore è il simbolo invece del potere sordo e fine a se stesso, tradizione dura a morire.
I bambini sono il futuro incerto, in bilico fra speranza e pesante fardello del passato. Il finale non-finale è il giusto suggello a una storia che ha senso nel suo svolgersi, in quello che fa intravedere degli Italiani e dell’Italia, quella vera.

InSaNITy  @  13/11/2007 21:37:01
   9 / 10
Quanto mi piace Amelio, la sua delicatezza che non scade mai nello stucchevole, la sua capacità di fare film fortemente realistici, ma riuscendo comunque ad edulcorare drammi umani quasi estremi..questo film e Lamerica hanno uno stile assolutamente unico che difficilmente lascia indifferenti. Altro grandissimo punto a favore di questo film, la prova dei bambini: meravigliosi tutti e due, mai vista una recitazione simile.
Perdonate il miserevole commento, ma Amelio mi fa questo effetto..mi ammutolisce.

Il Messere  @  11/06/2007 20:25:42
   8 / 10
L'opera che ha decretato il trionfo del regista di "Colpire al cuore" è una tra le più commoventi prove "neo-neorealiste". Oltre al magnetico (ma dal dialetto indecifrabile!) Enrico Lo Verso, parte del merito va riconosciuta all'autenticità degli stupendi fratellini. In viaggio nella penisola della burocrazia, della mafia e dell'abusivismo edilizio, i tre protagonisti patiscono una sofferenza estranea al sentimentalismo di maniera. Lo spiazzante finale suggerisce l'accettazione, da parte dei due bambini, della dura realtà, che può essere affrontata grazie alla ritrovata solidarietà fraterna.
In tempi recenti è uno dei film italiani più belli.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  11/05/2007 14:10:45
   8½ / 10
Tempo fa amai più Lamerica di questo film, ma rivedendolo oggi mi rendo conto che siamo di fronte a uno dei pochi capolavori del cinema italiano degli anni 90, un film neorealista come nella migliore tradizione italiana, supportato dalle straordinarie interpretazioni di un sensibilissimo Lo Verso e dei 2 bambini con degli sguardi veri come non mai. Pecca come tutti i film neorealisti di un certo sentimentalismo che non diventa però mai compiacimento nel ritrarre la triste situazione dei bambini e quando il poliziotto accenna al giovane carabiniere che pensava di aver fatto solo del bene che invece può essere accusato di sequestro di persona torniamo tutti alla dura realtà, dopo esserci abbandonati a qualche ora di favola.

Norman Bates  @  18/01/2007 19:18:50
   10 / 10
lo definisco un film stupendo, è bellissimo il modo in cui il carabiniere si avvicina ai bambini, molto drammatico come film, ma da vedere assolutamente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/11/2006 13:34:56
   9 / 10
E' uno spaccato dell'Italia contemporanea che lascia ancor oggi sbigottiti, realizzato con una sincerità indubitabile e il talento stilistico e "sommesso" di Amelio... un film che va visto e "sentito", anche se è proprio dalle immagini che emerge quel bisogno soffocante di parola che emerge solo attraverso il silenzio del dolore.
Non compete per intensità il successivo "Lamerica", anche se andrebbe rivalutato.
Con la sua prosa quasi Leopardiana, Amelio rischia di apparire edificante, ma evita quasi sempre il compiacimento: la sequenza al mare è una delle piu' intense e commoventi sequenze mai girate nel cinema italiano.
Un film straordinario ed essenziale sul bisogno di avere "radici"

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  27/09/2006 18:32:28
   8 / 10
Commovente e vero. Uno spaccato sociale che fa riflettere e di per sè emoziona, senza bisogno di artifici...

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  27/09/2006 18:26:15
   8 / 10
Il miglior film di Amelio, intriso di una malinconia che fa male. Resta dentro e matura col tempo. Davvero un grande film.

2 risposte al commento
Ultima risposta 03/01/2007 16.30.21
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la mia opinione  @  14/08/2006 19:50:36
   5 / 10
Scusate ma per me questo film invece è stato una noia mortale.. sara' pluripremiato e interessante ma niente... forse quando usci' si fece notare ma sinceramente ora è nauseante. Noioso.

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Ultima risposta 18/11/2009 15.08.25
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ds1hm  @  20/06/2006 14:26:23
   9 / 10
ottimo film. visto a distanza di anni magari rischia di perdere quel non so che di speciale che all'epoca il film portava con se. ma di fondo conserva ciò che di un film considero uno degli elementi più importanti: c'è un senso di malinconia che ti sorprende, una tristezza intrisa finanche nelle immagini più felici (la visita al mare), ossia le immagini ti comunicano un sentire. un finale diverso non riesco ad immaginarlo e non perchè il film si concluda in maniera per me ottimale, ma ragionare sulle ipotesi lo trovo inconsistente sopratutto per Il ladro di bambini. (lessi che il finale doveva considerare l'uccisione del carabiere da parte del bambino, ma Amelio fu costretto a cambiarlo perchè non accettato dalla produzione: onestamente mi sarebbe parso un pò forzato).

sweetyy  @  24/04/2006 15:05:15
   7½ / 10
Bello davvero peccato per il finale che poteva essere sicuramente migliore!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  10/01/2006 22:52:15
   6½ / 10
un film ben fatto che fa riflettere...secondo me pero non ci vuole molto per fare un film cosi...corre tranquillo verso la fine e ti aspetti magari qualche sorpresa che purtroppo non arriva

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Ultima risposta 20/02/2008 23.09.05
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Andre85  @  08/08/2005 01:16:10
   8 / 10
delicato, ecco questo è il termine giusto, un film delicato.

ricordo in maniera particolare la chiaccherata in ospedale con la bambina malata

1 risposta al commento
Ultima risposta 13/11/2007 00.24.07
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  05/12/2004 02:01:53
   9 / 10
L'odissea di tre solitudini.
Da vedere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 12/05/2005 20.35.57
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