il sospetto (2012) regia di Thomas Vinterberg Danimarca 2012
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il sospetto (2012)

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locandina del film IL SOSPETTO (2012)

Titolo Originale: JAGTEN

RegiaThomas Vinterberg

InterpretiMads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Annika Wedderkopp, Lasse Fogelstrøm, Susse Wold, Anne Louise Hassing, Alexandra Rapaport, Lars Ranthe, Ole Dupont

Durata: h 1.46
NazionalitàDanimarca 2012
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2012

•  Altri film di Thomas Vinterberg

Trama del film Il sospetto (2012)

Dopo un difficile divorzio, il quarantenne Lucas ha una nuova fidanzata, un nuovo lavoro e sta rimettendo in sesto il complicato rapporto con il figlio adolescente Marcus. All'improvviso però le cose volgono al peggio. Una bugia comincia a diffondersi come un virus invisibile nella comunità in cui vive. Sotto shock, Lucas si ritrova accusato di pedofilia, un crimine che non ha commesso, e, travolto da una sorta di isteria collettiva, deve combattere un'aspra battaglia per riappropriarsi della propria vita e della propria dignità. 

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Voto Visitatori:   8,17 / 10 (124 voti)8,17Grafico
Miglior attore (Mads Mikkelsen)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior attore (Mads Mikkelsen)
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Voti e commenti su Il sospetto (2012), 124 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  27/12/2012 18:41:59
   9 / 10
"In una buia notte d'inverno del 1999, ho sentito bussare alla mia porta. Sotto la neve, davanti a me, c'era un noto psicologo infantile con alcuni documenti sui bambini e le loro fantasie. Voleva parlarmi di "memorie represse" e, cosa ancora più inquietante, della sua teoria che "il pensiero è un virus". Non l'ho fatto entrare. Non ho letto i documenti. Me ne sono andato a letto, invece. Dieci anni dopo avevo bisogno di uno psicologo e l'ho chiamato. Per una forma di cortesia tardiva ho letto quei documenti e sono rimasto sconvolto. Ho sentito che, in quei documenti, c'era una storia che andava raccontata. La storia di una moderna caccia alle streghe. Il film è il risultato di quella lettura".
Thomas Vinterberg

Spoiler presenti.

Il fatto che noi spettatori veniamo portati a conoscenza della verità distorce enormemente il metro di giudizio, lo plasma, come è logico che sia, a favore del povero Lucas. Quello che per la comunità della cittadina dove avviene il presunto abuso è un terribile sospetto, per noi è la certezza di uno sbaglio.
Questa premessa è fondamentale, perché quando nella realtà si innescano simili meccanismi, dove i protagonisti dell' accusa di un deplorevole episodio come quello di un abuso sessuale sono un adulto ed una bambina, in mancanza di testimoni, la verità assoluta la conoscono soltanto loro.
Proviamo a pensare alla stessa, identica, struttura narrativa del film con la variante del dubbio concesso anche a noi spettatori, pensiamo cioè se il regista avesse optato di tenerci all'oscuro su quello che realmente (non) è successo tra Lucas e la piccola Klara ed avrebbe invece giocato sul piano ambiguo delle rivelazioni di una bimba senza i fondamenti della certezza, i mostri (forse) non ci sarebbero sembrati più tali.
La scelta di Vinterberg di rivelare lo stato delle cose senza abbandonarci all'ombra del dubbio, ( Lucas ci viene mostrato per l'uomo che è, corretto nell' affrontare i problemi di un difficile divorzio con la ex moglie, disponibile e gentile con i suoi amici, buono e dal comportamento irreprensibile con i bambini della scuola e soprattutto impeccabile nel gestire l'episodio del regalino rivelatore della bimba nei suoi confronti ) introduce un elemento cardine in tutti i casi di dito puntato verso un uomo da parte di altri uomini, quello del pregiudizio.
Conoscendo la verità, a noi risulta subito facile empatizzare con Lucas e condannare l'intera comunità che gli si scaglia contro, trovando assurdi e completamente fuori controllo gli atteggiamenti a lui rivolti, tuttavia non riesco a togliermi dalla mente il pianto di un padre impotente di fronte all'impossibilità di conoscere la verità, il tarlo ormai si è insediato, non ci sono confessioni, assoluzioni, sguardi, che possano donare la serenità precedente al presunto fatto. I "non lo so, non sono sicura, non ricordo" iniziali della bimba o il "ho detto delle cose stupide, Lucas non ha fatto niente!" confessato dopo, possono in qualche modo infondere quella serenità che, in questi casi, solo una certezza può dare?
Lucas a noi ci appare sincero perché sappiamo che lo è, non è così per i genitori dei bimbi e dell'intera comunità che di fronte all'impossibilità di avere la verità in tasca si aggrappano al luogo comune, in loro si installa l'esigenza di ristabilire ordine e tranquillità ad ogni costo, il sospetto è un fardello troppo pesante da portare, gestirlo richiede comprensione, saggezza, ricerca profonda dei misteri dell'animo umano, controllo dei sentimenti, meglio tramutarlo immediatamente in certezza assoluta, Lucas diventa capro espiatorio, non esiste legge che lo possa scagionare, è il tribunale degli uomini a condannarlo, è la legge della natura che rigetta l'aberrazione del sesso tra adulti e bambini ad accecare completamente gli occhi di tutta la comunità, la preside, lo psicologo, le maestre, gli amici, la fidanzata, tutti non nutrono dubbi: Lucas è colpevole.
Il film quindi si basa sul pregiudizio, su ciò che, in mancanza di verità e condizionati dai luoghi comuni, ci si aggrappa per far sì che un qualcosa è e che non è possibile che non sia, soprattutto quando si trattano certi argomenti, si entra nel sentiero della persuasione e dell 'autoconvincimento, si arriva all'indiscutibilità del giudizio analitico. Ho trovato questo film straordinario proprio perché concede il diverso punto di vista, quando non si può conoscere la verità attraverso gli occhi, bisogna cercarla con la ragione, gli uomini della comunità dove è nato e cresciuto Lucas non sono stati testimoni oculari, hanno diritto al sospetto ma non alla condanna, la verità è divisa in parti uguali, i fatti di cui noi spettatori siamo a conoscenza ci confermano infatti che non è vero che "i bambini non mentono mai", sono un universo inesplorabile, ottenebrato e pieno di contraddizioni, attraverso il quale la realtà può apparire distorta e confusa, condizione che purtroppo però conoscono bene anche coloro che veramente si approfittano di loro e di questo ne traggono beneficio.
La logica vorrebbe che ad un episodio di cui non si conosce la verità, debba seguire prima il sospetto e poi, eventualmente, una qualche certezza, qui avviene il contrario, immediatamente tutti hanno la certezza che Lucas sia responsabile, non c'è un percorso di indagine, se non breve e di comodo (l'interrogatorio dello psicologo e le conclusioni della preside), la violenza con la quale è investito l'intero paese con la notizia del presunto abuso genera violenza, non c'è riflessione, il mirino è puntato su quell'unico, presunto, indiziato, all'istante. Soltanto dopo, la certezza incomincia a lasciare il posto al sospetto, quel sospetto che l'ultima magnifica scena, poi, marchia a vita l'incolpevole Lucas .

4 risposte al commento
Ultima risposta 12/01/2013 15.24.48
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