il testamento del mostro regia di Jean Renoir Francia 1959
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il testamento del mostro (1959)

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locandina del film IL TESTAMENTO DEL MOSTRO

Titolo Originale: LE TESTAMENT DU DOCTEUR CORDELIER

RegiaJean Renoir

InterpretiJean-Louis Barrault, Jean Topart, Michel Vitold, Teddy Billis, Teddy Bilis, Sylviane Margollé, Jacques Dannoville, André Certes, Jean-Pierre Granval, Céline Sales, Ghislaine Dumont, Madeleine Marion, Didier d'Yd, Primerose Perret, Raymond Jourdan, Jaque Catelain, Régine Blaess, Gaston Modot

Durata: h 1.40
NazionalitàFrancia 1959
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 1959

•  Altri film di Jean Renoir

Trama del film Il testamento del mostro

Noto psichiatra parigino cerca di ottenere la materializzazione della psiche e trasforma sé stesso, a comando, in Opale, libero dai condizionamenti della morale borghese. Gravi conseguenze.

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Voto Visitatori:   8,18 / 10 (11 voti)8,18Grafico
Voto Recensore:   7,50 / 10  7,50
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Voti e commenti su Il testamento del mostro, 11 opinioni inserite

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sixx79  @  19/10/2015 16:06:41
   6½ / 10
Una delle tante versioni del dr jackyl and mr.Hide.

Non è il mio genere, ma visto che il regista è Renoir ho deciso di vederlo. Lo preferisco decisamente nei noir, ma tanto decisamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  25/11/2014 09:41:30
   8 / 10
Tra le tante versioni ispirate al romanzo di Stevenson "Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde" questa è sicuramente tra le più meritevoli.
Un adattamento compiuto splendidamente da Renoir, abilissimo nell'illustrare le flebili discrepanze alla base di due elementi in apparente violenta antitesi come bene e male.
Protagonista della pellicola è il Dottor Cordelier: durante alcuni esperimenti mirati a dare concretezza fisica alla psiche umana porta a galla la sua personalità più nascosta (chiamata Monsieur Opale), quella priva di ogni freno inibitorio, quella più libera e per nulla vincolata alle convenzioni sociali. Una personalità pericolosa, fuori controllo, descritta dapprima con odio da Renoir, il quale alla fine ne prende le parti accogliendo la profonda umanità mista a disperazione di cui è intrisa.
A non venire perdonata è la figura del luminare, schiava delle proprie perversioni e dell'ambizione sfrenata. Opale è disgustoso in quanto violento e capace di uccidere, ma Cordelier non è da meno, con la sua brama sfrenata e la glaciale maschera indossata a ribadire il suo status di individuo virtuoso e al di sopra d'ogni sospetto. A portare a galla la verità ci penserà il notaio Joly, che conoscente del medico da vecchia data intuirà le similitudini tra le due personalità.
La recitazione di Jean-Louis Barrault è eccezionale, irreprensibile e altero nei pani di Cordelier, assolutamente inquietante in quelli fuori misura del suo alter ego Opale, reso ancora più sinistro da un trucco perfetto e movimenti modulati su tic nervosi.
Ottimo prodotto che ha relativamente patito lo scorrere del tempo, realizzato per la televisione è presentato dal regista stesso in un siparietto non esattamente necessario.

Goldust  @  16/07/2012 12:13:26
   7½ / 10
Renoir rinverdisce i fasti del celeberrimo "Il dottor Jekyll e mister Hyde" di Stevenson, per la verità stra- abusato al cinema, e ci regala una lettura accattivante della vicenda, più attenta alle connotazioni spicologiche ed etiche che il cambiamento comporta. E' quindi più importante il "prima" del "dopo", a come si è arrivati al "grande passo", e se da una parte gli effetti della trasformazione ( voluta da Cordelieu ) sono certo detestabili, dall'altra risultano essere assolutamente necessari per uscire da una situazione diventata ormai insostenibile. E' un messaggio ancora potente, nonostante il film risulti tremendamente datato..

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  06/11/2011 20:07:01
   8 / 10
Ottimo adattamento del romanzo di Stevenson. Qui non c'è una contrapposizione netta fra Bene e Male, ma una complementarietà di queste due componenti nelle due differenti personalità di Opale e Cordellier. Sia l'uno che l'altro non sono completamenti votati al Bene o al Male, quanto la privazione delle sovrastrutture sociali repressive a cui è soggetto Cordellier, produce come effetto il signor Opal. Quindi più che un discorso tra Bene e Male, la questione è basata sull'Apparenza e ciò che si nasconde dietro ad essa: lo svelamento della maschera di perbenismo tipicamente borghese, che mostra quella componente puramente legata all'istinto.

Gabo Viola  @  29/10/2011 14:49:47
   7 / 10
Renoir come al solito buono ma al servizio di una tematica ormai sviscerata in ogni suo anfratto. Riproduzion che al contrario del coevo realismo poetico francesce (certo questo è un racconto di fantasia) risente del trascorrere del tempo. 7 per abilità inappuntabili nella messa in scena di Renny Renoir

pinhead88  @  27/04/2010 17:49:50
   7½ / 10
Ottimo (ennesimo) rifacimento di uno dei più celebri rimarcamenti della storia del cinema,ovvero "Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hide",ma questa volta con un tocco di originalità in più rispetto alla versione classica.Renoir dimostra grande maestria e versatilità come sempre.la figura di Monsieur Opale è indubbiamente una delle più riuscite del prototipo Hideiano,non convince però pienamente come profilo morale:quello che dovrebbe essere una completa entità violenta e immorale,in alcune situazioni appare come un essere umano qualsiasi,capace di raziocinio e buon senso,e non sempre come un folle personaggio capace di qualsivoglia malsana e nichilista pragmaticità.magari un pizzico di cattiveria in più non avrebbe guastato.nonostante risenta un po' del passare del tempo,rimane comunque una pellicola di tutto rispetto.

USELESS  @  28/12/2009 23:34:18
   9½ / 10
Wega quando si parla di Renoir c'è sempre! ;)
Beh che dire, dopo aver visto questo, Dottor jeckill e Mr Hide da cui sarebbe ispirato il film nemmeno li conto più!...
Grande Mr Ophale, il suo ghigno beffardo e la sua sarcastica crudeltà!

Invia una mail all'autore del commento wega  @  10/06/2009 19:59:01
   9 / 10
"Il Testamento del Mostro" è forse il vero testamento cinematografico di Jean Renoir - autore assoluto - al suo terzultimo film. Mi sono sempre chiesto se il regista avesse mai fatto il suo Dott. Jekyll e Mr. Hyde, essendo, tutte le sue opere, focalizzate su un personaggio rappresentante il Male assoluto. La presentazione in prima persona fatta da Renoir stesso ne sottolinea l' ironico carattere metacinematografico di un regista che per mezzo del Cinema ha sempre accusato la borghesia, qui attaccandola nella sua apparente tranquillità ostentata nei quartieri periferici di Parigi, "con lunghe teorie di muri, e dietro quei muri misteriosi giardini" in cui sembra non esser negato l' accesso solo al più temibile dei criminali. Credo il regista abbia voluto liberare il film dai limiti tematici del racconto del Classico di Robertson (credo) per concentrarsi su un altro aspetto a suo modo allegorico, cioè quella critica al mondo borghese appunto e la sua eterna maschera delle apparenze che "nasconde una realtà menzognera dissimulatrice dei più bassi istinti.". Che Barrault fosse bravo con il linguaggio del corpo lo aveva dimostrato con Carné ne "Les Enfants du Paradis", ma nel Testamento del Mostro è addirittura fondamentale con i suoi tic, il vestito dal taglio sbagliato, fuori misura, e nel mettere in scena, ogni volta, un vero e proprio balletto di una violenza stilizzata alla "Arancia Meccanica". Perfetta la colonna sonora.

2 risposte al commento
Ultima risposta 18/01/2010 23.10.21
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  17/05/2008 23:59:37
   8 / 10
chi mi ha preceduto ha detto gia molto e bene...io rispetto a loro mi trattengo un po sul giudizio perche in effetti la pellicola sente un po il peso del tempo...risultano,infatti,poco credibili alcune scene che dovrebbero rappresentare la violenza della parte cattiva del protagonista ma che si risolvono in semplici s*****ttate poco efficaci...insomma il trucco si vede troppo bene!
molto riuscito il finale dove il dottore si confessa tramite registrazione e Opale e li coricato che si contorce...grande scena!
non ho capito perche il regista decide di comparire all'inizio del film...
bello

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  25/03/2008 22:58:25
   9 / 10
Una caratteristica fondamentale della carriera di Jean Renoir è sempre stata la sua versatilità, la capacità di spaziare da un genere ad un altro senza legarsi mai ad un tema fisso e ricorrente, tanto da permettergli di realizzare opere tanto diverse tra loro ma altrettanto efficaci, dall'antimilitarismo di "La grande illusione" al romanticismo di "L'angelo del male" fino ad uno dei capostipiti della corrente nouvelle vague "La regola del gioco" considerato da molti il suo capolavoro.
Tra il 1940 ed il 1960 Renoir si allontana decisamente dai riflettori del grande cinema dirigendo in verità pellicole abbastanza modeste, soltanto nel 1959 ritrova il successo con una rivisitazione "parigina" del famoso "Il dottor Jekyll e mister Hyde" di Stevenson, e dà alla luce questo più che onorevole "Il testamento del mostro".
Al buon dottor Jekyll si sostituisce Cordelier ed al sadico Hyde gli fa da alter-ego monsieur Opale, ma dove nei protagonisti del racconto di Stevenson c'è un netto contrasto tra le due personalità, qui la drammatica metamorfosi psico-fisica di Cordelier-Opale non ne allontana la brutalità dell'istinto di base, all'interno della stessa persona convivono sia il bene che il male, la paranoia di Cordelier lo porta ad inseguire, attraverso un esperimento, il sogno dello stravolgimento strutturale della psiche umana; la morale accomuna il film ad altri dello stesso genere: la consapevolezza, a cui segue il pentimento e la redenzione, di aver osato sfidare le leggi della natura.
Straordinaria l'interpretazione di jean-Louis Barrault nel caratterizzare perfettamente le due personalità a contrasto, molto bella la fotografia che offre una Parigi grigia e tetra così da creare un'atmosfera veramente coinvolgente. Un film da non perdere per gli appassionati del genere fanta/horror anni '50.

3 risposte al commento
Ultima risposta 28/05/2009 09.57.27
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Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  18/03/2008 15:18:01
   10 / 10
Qui parliamo di capolavoro. Non solo perchè il film di Renoir è il più fedele e ben prodotto rifacimento del romanzo breve "Lo strano caso del dr. Jekyll e del signor Hyde", ma anche per tecnica e originalità nell'adattamento.

Uno dei difetti tipici di rifacimenti e trasposizioni di romanzi basati su suspance e colpi di scena (come Lo Strano Caso, per l'appunto) e appunto quello di non saper ricreare le attese perdute del pubblico, che già conosce l'andazzo della storia. Le Testament di Docteur Cordelier invece, grazie anche al cambio di ambientazione geo-temporale e a quello dei nomi dei personaggi, riesce a colpire prepotentemente l'immaginario del suo pubblico, arrivando fino al cuore dello spettatore.

Protagonista del film è un certo dottor Cordelier, eminente psichiatra che da tempo ha abbandonato l'attività medica per potersi dedicare anima e corpo a misteriose ricerche scientifiche. L'uomo vive in una villa alla periferia di Parigi, nello stesso quartiere di un suo ex compagno d'armi, il notaio Jolie, al quale un giorno consegnerà il proprio testamento olografo. Grande sarà lo stupore del notaio quando scoprirà che il beneficiario è un certo signor Opal, protagonista qualche tempo prima di strani avvenimenti.

Nonostante le differenze e le semplificazioni (a partire dalla personalità dei personaggi, passando per le tematiche e arrivando al finale), il film non risulta mai piatto, presenta una continua coerenza di fondo e tematiche adatte al periodo post bellico. Il regista punta poco sulla dicotomia bene/male, lasciando spazio ad interpretazioni socio-psicologiche e cimentandosi in una critica per nulla banale alla borghesia!

Ottima la fotografia e simpatico e originale l'inizio, che introduce al film con un tocco di realismo!

Prima di Renoir, il romanzo di Stevenson aveva subito altre riduzioni cinematografiche, soprattutto durante il muto (si parla anche di una versione di Murnau - Der Januskopf - di cui però si sa ben poco). Anche successivamente al capolavoro di Renoir, non sono manchete nuove versioni della storia, che però raramente hanno colpito nel segno!



Certamente è una pellicola datata, che ovviamente ha risentito del passar del tempo

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