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Confesso di non aver capito questo corto,non posso però non apprezzare la splendida animazione in stop motion e l'originalità e la fantasia di questo grande artista.......
È difficilissimo commentare un film di Svankmajer. È difficilissimo commentare questo film di Svankmajer. È innanzitutto difficile trovare un filo logico nel delirio immaginifico che ci presenta questo genio del cinema, ma credo si possa ravvisare se si guarda con attenzione. Non ho letto il racconto di Carrol, ma credo che questo corto sia qualcosa a parte. Il filo logico di questo film (provo a lanciarmi!) è la matita di Svankmajer. Cerca disperatamente di trovare una via nel Labirinto, ma sbaglia e un gatto nero la distrugge. C'è una simbologia molto complessa in quest'Opera e non mi dilungo. Preferisco raccogliere le suggestioni quivi proposte. Nella complessa Arte di Svankmajer c'è sempre un impeto di distruzione (su tutte, cito il Coltellino Svizzero), che si coniuga inscindibilmente con una continua Rinascita e Rigenerazione (su tutte, la Bambola da cui nascono altre Bamboline). Il regista è chiaramente affascinato dall'Oggetto. Nella sua fantasia l'oggetto prende vita e ha una sua psicologia, nonostante sia privo di vita. È inoltre affascinato dalle potenzialità nascoste di Oggetti-Contenitori, e ritroviamo qui l'Armadio che in "Conspirators of Pleasure" era in casa del protagonista e tanto lo angosciava. Inutile dire che questi sono sproloqui, ma non credo si possa parlare di Svankmajer in modo logico e razionale.
Svankmajer e Carroll, due geni che hanno espresso se stessi attraverso le immagini di un'infanzia tutt'altro che idilliaca quanto piuttosto ambiguamente vitale. Svankmajer definì il suo Jabberwocky come un ricordo freudiano dello sviluppo di un bambino attraverso tutte le sue fasi. Il non-sense del poemetto di Carroll fa da giusta introduzione al bizzarro ed impetuoso scorrere della vitalità dell'infanzia, continuamente oppressa dall'autorità paterna (e di riflesso, da quella statale) rappresentata dal ritratto ovale dell'uomo barbuto, che all'inizio darà sculacciate ma sarà poi inevitabilmente sconfitta e derisa.
Meraviglioso lavoro del regista Ceco. Svankmajer qui scatena la sua fantasia infinita regalando momenti di divertimento e, perché no,anche di riflessione. Il famoso poemetto di Carroll che da titolo a questo corto è un nonsense ma nel corto di Svankmajer mi sembra di cogliere riferimenti antimilitaristi e contro la censura (gatto nero) che imprigiona la satira o l'immaginazione. Uno dei migliori lavori del geniale regista vergognosamente poco conosciuto in Italia.
Uno dei migliori corti di Svankmajer, a mio parere, dove la tecnica della stop motion raggiunge una vetta altissima data la l'estrema complessità delle animazioni. Non ho letto il poemetto di Carroll e ho trovato il significato o i suoi significati sfuggenti. Tuttavia, tecnicamente parlando, mi sembra uno dei suoi migliori lavori.
Corto decisamente strano, che inizia con la recita di Jabberwocky, poemetto scritto da Lewis Carrol e presente in "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò", per poi continuare con una serie di animazioni ben realizzate e accompagnate musicalmente in maniera interessante. Apprezzabile.