l'arma, l'ora, il movente regia di Francesco Mazzei Italia 1972
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l'arma, l'ora, il movente (1972)

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locandina del film L'ARMA, L'ORA, IL MOVENTE

Titolo Originale: L'ARMA, L'ORA, IL MOVENTE

RegiaFrancesco Mazzei

InterpretiRenzo Montagnani, Bedy Moratti, Eva Czemerys, Arnaldo Bellofiore, Adolfo Belletti, Salvatore Puntillo

Durata: h 1.45
NazionalitàItalia 1972
Generegiallo
Al cinema nel Febbraio 1972

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Trama del film L'arma, l'ora, il movente

Il giovane don Giorgio, insegnante in un convento femminile, ha due amanti: Orchidea e Giulia. Un giorno decide di troncare la relazione con Orchidea ma, poco dopo, una mano ignota lo uccide a pugnalate nella chiesa del convento. Un piccolo orfanello, Ferruccio, vede tutto ma non ne parla alla polizia che ha aperto le indagini...

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Voto Visitatori:   4,90 / 10 (5 voti)4,90Grafico
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Voti e commenti su L'arma, l'ora, il movente, 5 opinioni inserite

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Alpagueur  @  23/10/2020 11:16:02
   6 / 10
Esito un po' a definirlo giallo/thriller, per i canoni che secondo me dovrebbe avere un film giallo di spessore (assassino coi guanti, trauma scatenante, omicidi efferati, musica inquietante o comunque d'impatto emotivo, location suggestive, flashback sui trascorsi dell'assassino). Alla fine si contano solo 3 omicidi, non così cruenti per gli standard del "giallo" argentiano. È più un film investigativo/poliziesco (in stile Hercule Poirot, Miss Marple di Agatha Christie), in cui un commissario (interpretato dal bravo Renzo Montagnani) indaga sull'omicidio di un prete di cui si erano innamorate due donne contemporaneamente e che ha come unico testimone un piccolo trovatello adottato dalle suore del convento in cui insegnavano le due maestre. "L'arma, l'ora e il movente" sono le 3 cose più importanti da sapere su un omicidio" dice il detective Boito (che poi si innamorerà, ricambiato, di una delle due donne). Ma è anche il titolo di questo giallo classico. Non è una rivoluzione del genere, ma un'espressione classica di ciò che, nelle intenzioni del regista (Francersco Mazzei), dovrebbe essere un buon suspencer. Nessun lavoro di ripresa folle e selvaggio, ma una sceneggiatura genuina e cupa, con dialoghi taglienti e colpi di scena buoni, coerenti e plausibili. Il Lavoro della macchina da presa è discreto ma preciso, la regia è abbastanza buona e si comporta in modo abbastanza decente. Questo film porta due idee molto originali, che non ho mai visto in nessun altra pellicola del genere, una per crearsi un alibi perfetto per compiere un omicidio (un'ora "inesistente") e l'altra per manipolare un omicidio in modo da farlo apparire come suicidio (la classica porta chiusa a chiave da dentro). Approfondisco sotto. Due paroline infine su Francesco de Masi...questo compositore me lo ricordo dall'arrangiamento che aveva fatto per il film "Concerto per pistola solista" (film del 1970 diretto da Michele Lupo), anche questo un giallo di questo tipo, molto soporifero ma con una idea interessante per quanto riguarda l'arma del delitto e l'ora, e cioè il concerto per pianoforte e orchestra n. 1 op. 23 di Čajkovskij (anche se come arrangiamento di questa famosa musica classica a questo di De Masi preferisco decisamente quello di Gianni Ferrio ne "La farfalla con le ali insanguinate", 1971, diretto da Duccio Tessari). Qui invece non ricordo nessuna musica degna di nota. L'assassino non è proprio facile da individuare ma nemmeno difficile, il movente invece è individuabilissimo da subito, abbastanza scontato e privo di fantasia. L'attore che intepreta Giorgio lo ricordo nel film "Giornata nera per l'ariete" (1971, di Luigi Bazzoni). in un ruolo più convincente. Forse questo film meriterebbe più della sufficienza, per quelle due idee/twist interessanti di cui parlo sotto, ma sono rimasto abbastanza deluso dalla scoperta del killer, che ha compensato in negativo.

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alex94  @  21/07/2020 13:53:14
   4½ / 10
Tra i meno esaltanti gialli thriller degli anni 70.
La regia è stanca, l'umorismo non funziona, ed anche il cast a parte Renzo Montagnani non regala interpretazioni decenti.
Un paio di spunti interessanti non mancano ma è troppo poco per salvare una pellicola che per dialoghi ed estetica sembra più un pornazzo che un giallo.
Solo per completisti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/07/2013 14:37:47
   5 / 10
L'arma, l'ora, il movente è più un giallo nel senso classico del termine che all'italiana con divagazioni thriller. Infatti le sequenze degli omicidi sono piuttosto rapide e coincise e ci si concentra sui personaggi dove Montagnani nella parte del commissario riesce a dare una buona credibilità al suo personaggio. La scoperta del colpevole non implica grandi difficoltà, anche se va dato atto dei vari tentativi di despistaggio da parte dell'intreccio. Per l'ambientazione del convento ci sono momenti abbastanza morbosi (la condotta di vita del prete, la flagellazione collettiva delle suore), in cui c'è il tentativo di dare al film qualcosa fuori dall'ordinario, ma in fondo pur non cadendo nella noia non ha quel qualcosa in più per essere ricordato.

KOMMANDOARDITI  @  26/02/2011 12:16:56
   4½ / 10
Aitante pretino dalle burrascose abitudini am(at)or(i)ali, viene rinvenuto morto all'interno dell'istituto religioso per novizie in cui prestava insegnamento. Toccherà ad un arguto commissario in motoretta il compito di districare la matassa in cui è avvolta la delicata vicenda.
Quasi senza musiche, spezzettato, frammentario, con una trama stiracchiata e semi-assurda (quasi fosse stata scritta man mano che procedevano le riprese), un giallo all'italiana pruriginosamente ibridato con le insinuanti peccaminosità della fiorente e blasfema nunsploitation para-russelliana.
Alla sua prima ed unica esperienza registica, il produttore di mondo-movies Francesco Mazzei decide di approfittare dell'alta marea scarlatta dello spaghetti-thriller per dirigere un prodotto strategicamente in controtendenza rispetto al convulso barocchismo granguignolesco tipico del genere. La sfida era quella di emergere originalmente al di sopra delle oscure e frenetiche sarabande omicidiarie orchestrate da Argento, Dallamano, Martino e Lenzi, azzardando, senza il necessario bagaglio di competenza, l'itinerario ostico e brullo dell'autorialità svincolata dalle tempistiche, con un film solare, diluito e provocatoriamente in fieri, sempre sul punto d'imboccare i non pochi vicoli ciechi della sceneggiatura. Alle cadenze tese ed agli shock esplosivi propri del filone, il nostro risponde attraverso un'estenuante dilatazione dei tempi ed un rallentamento insonoro del ritmo. Gli sviluppi soporiferi della sbiadita, inverosimile storiella sentimentale tra l'ispettore e l'indiziata principale, calati nella scarnezza scenografica dei set spartani (tra cui spicca una soffitta/spelonca davvero suggestiva) ed inframmezzati da vezzosi tecnicismi quantomai superflui (come le inutili panoramiche a centro tavola o l'abbozzata citazione del Cristo Morto del Mantegna), mal si impastano con le tante situazioni sexy-trash infilate a regola d'arte nelle pieghe del racconto (i nudi integrali forzatamente innaturali; la protagonista che, durante una tavolata all'aperto, infila una mano nella tonaca del prete/playboy).
Come se tutto questo non bastasse, nemmeno gli interpreti riescono a brillare particolarmente: una pallida ed atona Bedy Moratti (sorella del più celebre Massimo calcistico), un baby-testimone pinocchiesco (il piccolo Arturo Trina), un Salvatore Puntillo in vesti oramai consunte di appuntato/aiutante un po' tonto e trafelato (al quale sono delegati tutti i passaggi di alleggerimento farsesco), uno smorto ed inespressivo Maurizio Bonuglia (che con grande magnanimità verso lo spettatore si fa ammazzare quasi subito...!). A convincere maggiormente resta solo il simpatico Montagnani, in trasferta momentanea dai suoi ruoli abituali di satiro infoiato, qui impegnato nei panni inamidati, freddini ed esitanti del serio rappresentante della legge.
Per Mazzei comunque la scommessa spavalda è abbondantemente fallita.

6 risposte al commento
Ultima risposta 26/02/2011 13.38.39
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Nikilo  @  26/02/2011 12:15:45
   4½ / 10
Allora: premettiamo da subito che di gialli scadenti come questo è difficile trovarne, un semi-poliziesco dalle note tinteggianti di una commedia sexy all'italiana ( con l'unica differenza che almeno non si sforza di far ridere). La sorpresa certa del film è sicuramente Renzo Montagnani, che a discapito di quel che si possa pensare ( dati i suoi precedenti in altre "pellicole") riesce a calarsi neanche poi così male nella parte del commissario Boito.
Tolte però, tutte le scene morte di riempimento con contorno di seni clericali, e nudi di qualsivoglia che non hanno nulla a che fare con la trama in sè, il film è assolutamente povero di qualsiasi mordente e contenuto e fa una fatica immane a dimostrarsi un giallo con gli attributi...Proprio per questo L'ARMA, L'ORA, IL MOVENTE, pare proprio non voler mai spiccare il volo e anche se solo con il finale sembra esserci un leggero risveglio, non si può certo salvare l'insalvabile.
La colonna sonora bò, non c'è...
La difficoltà poi di capire il colpevole è pari a -19.
Guardabile e facilmente accantonabile in qualche remoto angolo della propria memoria.

3 risposte al commento
Ultima risposta 26/02/2011 12.41.56
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