l'uomo che amava le donne regia di Francois Truffaut Francia 1977
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l'uomo che amava le donne (1977)

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locandina del film L'UOMO CHE AMAVA LE DONNE

Titolo Originale: L'HOMME QUI AMAIT LES FEMMES

RegiaFrancois Truffaut

InterpretiCharles Denner, Brigitte Fossey, Leslie Caron

Durata: h 2.00
NazionalitàFrancia 1977
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 1977

•  Altri film di Francois Truffaut

Trama del film L'uomo che amava le donne

Bertrand Morane, inappuntabile ingegnere di Montpellier, passa il suo tempo libero ad ammirare, cercare, inseguire le donne. Non è un dongiovanni, non è un viveur né uno psicopatico. Lo fa semplicemente perché con le donne si sente a suo agio e, soprattutto, si sente vivo. Un giorno, la vigilia di Natale del 1976, per seguire una donna, attraversa la strada e muore. La lunga teoria delle sue ""vedove"" sfila sulla sua tomba.

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Voto Visitatori:   8,15 / 10 (30 voti)8,15Grafico
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Voti e commenti su L'uomo che amava le donne, 30 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Jumpy  @  13/10/2024 12:32:23
   8½ / 10
Rivisto di recente. Indubbiamente si nota che è un film di quasi 50 anni fa per lo stile, ma il messaggio di fondo viene percepito in modo netto e definito ed in anticipo sui tempi.
Per certi versi addirittura profetico: una società di persone (sia uomini che donne) affamate d'affetto, fondamentalmente sole, in certa di appagamento momentaneo con la ricerca ossessiva di relazioni mordi e fuggi, ma rimanendo fondamentalmente insoddisfatte.
All'inizio si viene catturati ed affascinati dal protagonista (come le tante donne che conosce), dal suo carisma, dai sui ritmi frenetici, poi si va più a fondo, ed il film assume toni tra il decadente e il noir.
Geniale, tra le altre cose, l'inversione della struttura, facendo vedere, subito, come prima scena, l'epilogo della vita del protagonista.

Thorondir  @  10/10/2024 14:11:41
   8 / 10
Un uomo tenebroso e affascinante con una straordinaria capacità di attirare l'attenzione delle donne: si potrebbe dire che un uomo non vorrebbe avere di più. E invece il film di Truffaut è un lugubre racconto di una infinita solitudine, scelta, vissuta e introiettata come mancanza di un amore materno che ha lasciato un vuoto incolmabile, affogato in avventure amorose mordi e fuggi. Una parabola di decadenza che solo sbagliando può essere interpretata come capacità di corteggiamento ma che in realtà è la parabola tragica di uno sconfitto dell'amore (e il finale lo testimonia con banale amarezza).

Mike91  @  21/10/2016 21:18:38
   10 / 10
Un film bellissimo, che lascia trasparire a ogni scena l'eleganza dell'uomo che l'ha costruito, forse basandosi in parte sulla sua stessa vita di amante naturale di donne. Lo vidi per la prima volta da ragazzino, prestatomi da mio padre, e mai più gliel'ho ridato quel DVD.
Bertrande Moran non è il classico tipo del seduttore come se ne trovano sopratutto oggi: cioè gasati, esibizionisti, tamarri, gazzettieri; il suo è un amore sincero per le donne, forse una sublimazione dell'affetto mancato per la madre indifferente; o forse un'emulazione di questa madre.
Charles Denner, non bello ma interessante e intenso, da volto a questa sorta di Don Giovanni intimo e delicato, forte e fragile al tempo stesso.
Una nota: molto spesso si sente parlare male del doppiaggio, ritenendolo l'ennesimo doppione di un cinema troppo compromesso col mercato; chi dice questo preferisce i sottotitoli, e anch'io amo i film sottotitolati, anche se per quanto mi riguarda il doppiaggio non è certo il demonio; però in questo caso la voce italiana che doppia Charles Denner è meglio della sua originale in francese. E' più calda, più intensa, più sensuale.
Vabbe, il film è uno dei miei preferiti in assoluto

JOKER1926  @  17/02/2015 17:30:43
   7½ / 10
Uno dei pilastri di un Cinema francese d'élite e di classe è Francois Truffaut, "L'uomo che amava le donne", a sua volta, è un pilastro della regia citata.
La data che decreta la nascita di tale produzione risiede nella fine degli anni settanta (1977), le atmosfere di un determinato tipo di società sono palesi e molto attraenti, vive e raffinate.

"L'uomo che amava le donne" è nello stile dell'onda nuova (Nouvelle Vague) ove le grandi manovre narrative si lasciano amabilmente sorpassare dalla sceneggiatura, questa ultima colma di introspezioni e di psicologia circa i personaggi cardini del prodotto cinematografico. Il perno di Truffaut ne "L'uomo che amava le donne" risiede nel personaggio di Bertrand Morane.
Bertrand difficilmente può esser descritto come semplice donnaiolo o stallone, è una figura più ampia e più elegante. Nei suoi modi, comunque, molto facilmente, traspare la sua voglia di amare il nuovo e quindi di andare sempre incontro a nuove esperienze romantiche. Le amanti di Bertrand sono tante, innumerevoli e ognuna diversa dall'altra.

Su questa idea , in sostanza, si avviluppa tutto il mondo de "L'uomo che amava le donne"; attraverso una carrellata di euforici e poetici dialoghi vien fuori tutto lo stile della regia che regala un film che non appartiene a nessun genere, esso viaggia nel sentimento, nell'idealità e persino nel dramma che appare essere forse un tantino forzato.
Ma oltre ogni concetto eventuale di forzatura compare in modo definitivo la forza magica che riesce a sprigionare tale film francese; in chiave registica poi una fotografia bellissima e tipica sigilla, ora e per sempre, un ritratto di altri tempi , di emozioni e passioni, difficile trovare qualcosa di simile.

DarkRareMirko  @  13/08/2013 10:35:00
   7½ / 10
Film gigione ed un pò celebrativo, ma anche romantico, elegante e garbato.

E' quasi ridondante nel suo inneggiare ed idolatrare l'universo donna, ma in tal modo è anche sincero; alla stregua di un Fellini, anche qui comunque il gentil sesso è talvolta rappresentato come difficile e capriccioso, in modo tale quindi da trovare un modo per essere d'accordo anche con gli spettatori :).

Non manca qualche piccolo momento weird, tipo il finale e, non saprei dire bene il perchè, ma il suo stile realizzativo, più che con Truffaut, ha un non so che di italiano, con tutte le riflessioni che una tale riflessione può comportare.

Blake Edwards l'ha anche rifatto, ma mi sorge il dubbio se abbia visto o meno tale film...

Se è Skin deep, allora si, l'ho visto ed apprezzato.

Invia una mail all'autore del commento AcidZack  @  07/02/2013 15:59:54
   7 / 10
Fantastica la scena del suo funerale.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  01/02/2013 19:39:28
   7½ / 10
Raffinato e profondo ritratto di un "uomo qualunque" che amava le donne, le loro gambe e la loro femminilità. Raccontato con la grazia del miglior Truffaut, un inno alla passione, al desiderio.
Il punto di forza è l'universalità della storia con un protagonista ne più bello ne più brutto della media, e un harem di donne della porta accanto. Vere e genuine.

bacci88  @  02/07/2012 01:12:24
   8 / 10
Ho visto questo film di Truffaut tra ieri e oggi, nel fresco della notte perché in questi giorni l'arsura non dà tregua e non permette di concentrarsi come vorrei per seguire un lavoro di quello che è ormai senza dubbio uno dei miei registi preferiti. La storia di "L'uomo che amava le donne" narra di uno scapolo impenitente che vive per le donne, è ossessionato dalla loro bellezza, dalle loro gambe sinuose, e dedica tutto il suo tempo libero a realizzare nuove conquiste, con tutto il trasporto di cui è capace, come se questa fosse la sua unica missione di vita, per la quale è al mondo e in cui mette tutte le sue energie. Truffaut riesce a raccontare tutto questo con una leggerezza e veridicità appassionante, senza cadere mai nel volgare o nell' errore di annoiare lo spettatore raccontando eventi anche simili tra loro, adottando degli espedienti narrativi come il doppio racconto di due personaggi interni al film (quello dell' editrice e quello del protagonista che narra le sue memorie in un libro) che rendono sempre appassionante lo svolgersi degli eventi. Se a questo si unisce anche una estrema ricercatezza nei dialoghi e il fatto che il protagonista Bertrand Morane pare un'ennesima indovinata riproposizione di elementi autobiografici del regista francese che si potevano già ritrovare nella fortunata saga di Antoine Doinel, direi che siamo di fronte a un altro stupendo film di Francois Truffaut.
Da vedere assolutamente, anche per la resa a 360° dei personaggi femminili, che almeno personalmente, ho apprezzato moltissimo.

Oskarsson88  @  19/02/2012 18:59:46
   6 / 10
pardon, ma la storia di questo Bertrand che se le tromba tutte lui, oltretutto atteggiandosi come un maniaco spaccando amcchine per incontrare donne che gli cascan piu o meno tutte ai piedi...non mi ha convinto proprio per niente...nonostante possa sicuramente avere parti positive

Invia una mail all'autore del commento Totius  @  30/12/2011 03:01:36
   7½ / 10
Un personaggio poetico e disincantato, tenebroso e dolce riempie per due ore un bellissimo film di un sempre garbato Truffaut. Una storia molto bella narrata con delicatezza. Bertrand è un eroe solo ma non solitario, che non va giudicato ma capito. Si crogiuola perennemente nel suo stato ma come tutti gli eroi del nostro tempo pagherà il suo prezzo...

Goldust  @  09/12/2011 10:23:10
   6½ / 10
E' una storia di soltitudine volontaria, tanto passionale quanto dolente. Pur non amandone particolarmente il soggetto, a tratti sgradevole e pruriginoso - comunque la si voglia mettere si parla pur sempre di un marpione - è impossibile non ammirare l' impeccabile confezione registica di Truffaut, suggellata da un finale ad effetto.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  25/08/2011 14:57:32
   9½ / 10
Per amare Truffaut devi essere come lui. Il miracolo è che sia riuscito a diventare comunque un grande cineasta, nonostante la sua opera sia quanto di più elitario esista. Se non vi piace un suo film lasciate perdere, non è per voi.
Questo film è forse il il film più rappresentativo del suo grande Cinema. Ma non ho dato dieci perchè manca di poesia visuale. Mentre capolavori come "I Quattrocento Colpi" o "Le Due Inglesi" sono perfetti sia come sceneggiatura che come regia, questo si concentra molto sull'aspetto dialettico, sull'aspetto narrativo, dimenticando (non so se volutamente) l'aspetto artistico del mezzo. Forse nella smania di girare un'opera autobiografica (anche se in maniera indiretta) il regista si è lasciato coinvolgere dal grandioso realismo, o meglio vitalismo di un personaggio come Bertrand (un personaggio incredibilmente vivo, non posticcio), si è lasciato coinvolgere dalla bellezza incredibile delle sue donne, su tutte Brigitte Fossey, un miracolo della Natura, dimenticandosi in parte del fatto che la regia esige poesia e sentimento: in fatto di soluzioni visive originali e poetiche penso al miracolo de La Camera Verde, Adele H. o appunto I Quattrocento Colpi. La fotografia del primo, la poesia del secondo (un affresco ottocentesco, ma incredibilmente moderno) e il pianosequenza finale del terzo. Per questo Truffaut è un grande:
"In questo campo non ci sono regole. Ogni frase di uno scrittore è l'espressione della personalità dello scrittore".
Il Cinema di Truffaut non ha regole. O meglio ha le sue. E mi è parso che in questo film perfetto, l'unica imperfezione sia dovuta al fatto che il contenuto artistico della sceneggiatura (firmata da un trio in cui è anche il regista) superi discretamente quello della regia.
Sul personaggio ho già detto tutto, ma aggiungo che, come Antoine Doinel (l'altro alter-ego di T.), Bertrand Morane (ma anche Tirtignant in Vivement Dimanche!) è un personaggio quotidiano che non vive mai situazioni mediocri, le quali potenzialmente potrebbero esserlo. Un anti-eroe, di cui però fatalmente ci si innamora.

Lory_noir  @  19/05/2011 00:26:33
   7½ / 10
Un buon film, malgrado il doppiaggio italiano che mi è sembrato completamente privo di emotività.

KOMMANDOARDITI  @  28/03/2011 19:44:57
   7½ / 10
Quante donne ha amato durante la sua vita il serioso Bertrand, scapolo impenitente dall'aria tenebrosa e dal volto scavato, uomo carico di fascino charmant, stile impeccabile e parca raffinatezza. Anche adesso che è morto, prematuramente purtroppo, e la sua bara è oramai adagiata nel fondo di una fossa, le sue tante compagne gli sono tuttavia vicino, lo attorniano dall'alto per un ultimo saluto, congedandosi e rendendogli omaggio proprio nella maniera che lui avrebbe più desiderato: una rapida ma serena sfilata di gambe rosee ed affusolate, perfetta commemorazione carnale e geometrica al tempo stesso.

Col suo inconfondibile tocco delicato e pudico, Truffaut ci illustra una propria visione riassuntiva dello sterminato universo femminile, filtrandolo attraverso gli occhi ed il vissuto di una figura all'apparenza grigia ed insignificante ma in realtà ricca di sfaccettature e contraddittorie pulsioni. Per ripercorrere post-mortem le fasi salienti dell'esistenza amorosa di Bertrand, l'autore ricorre ad un semplice espediente "telescopico" e fa esporre il contenuto del libro autobiografico, scritto dallo stesso protagonista, alla consulente letteraria della casa editrice responsabile. Il gioco è di quelli stuzzicanti, soprattutto considerando l'impalpabile limpidezza con la quale viene svolto: una donna che snocciola ad uno ad uno i capitoli di un testo in cui a sua volta è uno scrittore/uomo a narrare le proprie avventure sentimentali.
Interprete centrale del film è Charles Denner, che con pacata umiltà riesce ad infondere una straordinaria naturalezza realistica al suo personaggio, suggerendo agganci più che evidenti a quel Doinel, alter-ego truffautiano di alcune celebri opere precedenti.
Quello che osserviamo spostarsi concentratissimo da un luogo all'altro sin dall'inizio, è un uomo ossessionato in maniera addirittura feticistica dalle gambe femminili (precisamente solo per la metà inferiore, quella che va dal ginocchio sino alla caviglia), oggetti statuari e animati che alla sua sensibilità appaiono come vellutati compassi dal potere armonico e razionalizzante. Bertrand non è un playboy, un dongiovanni, un casanova e nemmeno uno che cerca di apparire virile ed imperscrutabile ad ogni costo; al contrario è il bambino di 30 anni prima, che ricerca compulsivamente le qualità caratteriali della madre nei particolari delle ragazze che segue ed insegue per le strade di Montpellier.
Riflettendo metaforicamente ciò che lui fa durante il suo lavoro di perito scientifico (sottoponendo modellini di navi ed aeroplani a rigorosi test di idro-aerodinamicità), il nostro aspira nient'altro che all'utopico trait d'union tra l'imperfezione passionale del suo essere, rivolto al passato, e la perfezione cerebrale del suo voler essere, tentando di convogliare la sua indole infantile e giocosa nei binari della quadratezza logica e razionale.
Da lucido osservatore e catalogatore qual è, il libro che Bertrand decide di dedicare a se stesso, lungi da qualsiasi tipo di proposito auto-celebrativo, assume i connotati di uno schietto e sfacciatissimo vademecum intimo sul (com)portamento femminile, basato su studi empirici severi ed approfonditi, quasi uno scrupoloso trattato "etologico" sulla specie Donna, ritratta ed immortalata in tutti i suoi pregi, difetti ed idiosincrasie.
La leggerezza e la velata ironia che il regista francese è in grado di trasmettere alla pellicola suonano ad oggi cose davvero inconsuete e sorprendenti (in molti direbbero datate e sorpassate, erroneamente) ed emoziona vederle emergere anche in piccolissimi gesti, magari nello smarrimento di uno sguardo dinanzi ad un paio di "antipatici" pantaloni.
E alla fin fine quale immagine resta più impressa di questo esteta del gentil sesso? "Pappagallo senza averne l'aspetto, gatta morta con l'aria tormentata", "un malato, un fissato, un caso patologico", "un romantico disincantato", "un ordito di contradddizioni" o "semplicemente un uomo"?

7 risposte al commento
Ultima risposta 28/07/2011 21.04.43
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Nikilo  @  28/03/2011 19:43:03
   8½ / 10
Il tema è assai caro al regista, ecco perchè finisce per dirigere una versione cinematografica quasi autobiografica di se stesso e della sua grande passione: "Le Donne".

"Niente assomiglia ad un funerale più di un altro funerale, eppure questo ha qualcosa di particolare...".

Ebbene sì, al funerale di Bertrand Morane finiranno per presentarsi solo tutte le donne che l'indomabile seduttore è riuscito a conquistare, e con cui è riuscito a condividere un pezzo di vita, tutte diverse, senza un criterio preciso che le accumunasse tra loro.

"Le gambe delle donne sono dei compassi che misurano il globo terrestre in tutti i sensi, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia".

Ritengo che il senso del film possa essere racchiuso in questa citazione dello stesso protagonista. Ogni persona a questo mondo ha un motivo ben preciso per rimanere qui, c'è chi si appoggia alla fede, chi al proprio lavoro, chi a una determinata passione, e c'è naturalemente chi indirizza la propria esistenza esclusivamente al gentil sesso, Bertrand a differenza però della maggior parte degli uomini che corrono dietro ad una donna solo ed esclusivamente per soddisfare un bisogno di carattere sessuale e fisico ( al limite dell'animalesco oserei dire), riesce a superare questa barriera mentale, cogliendo in tutta la sua interezza la bellezza del poter condividere del tempo insieme ad una donna. Ogni donna porta con sè determinate caratteristiche, mantenendo però sempre quel margine di unicità così da non doverle necessariamente inserire in un'unica grande categoria.
Bertrand con la sua aria sognante al limite dello svampito, quasi malinconica, come se fosse in balia di un'infinita ricerca di qualcosa, riesce ad avere tutte le caratteristiche necessarie per praticare l'arte della seduzione, le donne naturalmente più esperte degli uomini al linguaggio corporeo maschile riescono naturalmente con più facilità a carpirne i messaggi nascosti, e alla fine basta uno sguardo per comprendere chi si ha davanti e quindi per loro è piuttosto naturale essere attrate dal protagonista, ma il lato originale di Bertrand è proprio che lui non puntava ad un piacere strettamente di gratifica e di conquista, è piuttosto come se ne andasse della sua vita, il tempo speso in loro compagnia lo faceva stare bene con se stesso, ammirarle per strada era pura estasi, quasi come delle opere d'arte che prese da un fuoco divino avessero preso vita e cominciassero a camminare per strada...La vista di insieme delle donne, il loro modo di ondeggiare a ritmo della camminata, il loro portamento, lo sventolare dei capelli sciolti per aria, conferiscono a queste divinità terrene un estremo e inesplicabile fascino. Non finisce mai per amarle per una lunga durata, in qualche maniera aspira ad avere una certa libertà ( inoltre ama la solitudine), e il piacere di cimentarsi in qualcosa di sconosciuto, di nuovo, lo porta inesorabilmente a cambiarne con estrema rapidità, anche se finisce per innamorarsene nuovamente in maniera ciclica mantenendo forse quell'aria da eterno adolescente che riesce a rinnescare la stessa scintilla ogni qual volta finisce per conoscerne una nuova.
Ma come gli puntualizza una delle sue prime amanti, Fabienne, è più probabile che lui ami l'idea dell'amore, che l'amore in sè, perciò la sua condanna sarà propio l'impossibilità di fissare delle radici durature in un rapporto, concetto che viene ampiamente trattato nel tipo esteta di Kierkegaard. E il suo sogno nascosto quello di andare a vivere su un'isola popolata da sole donne finirà poi per essere irrealizzabile, dato che sarà la sua irrefrenabile passione a portarlo alla morte.

Devo riconoscere che da una parte non mi è stato tanto difficile immedesimarmi nel protagonista, ciò probabilmente mi ha fatto apprezzare molto di più il film di Truffaut, che niente voleva se non comunicare a chi come lui, apprezza l'inesplicabile bellezza femminile.

Sotto il profilo tecnico la pellicola risulta essere piuttosto semplice, senza particolare arricchimenti di forma che finirebbero per stonare con tutto il resto. Anche la musica risulta essere non invasiva, ed è scelta per essere il giusto accompagnamento alla storia.
Il film non credo voglia assumere le fattanze di un'opera misogina e maschilista che vuole far passare l'uomo come lo stallone di turno in grado di ottenere a colpo sicuro ciò che vuole, ma anzi ritengo che in qualche maniera, se pur lasciando abbastanza inosservato la moltitudine di signore ( che finiranno solo per incidere un leggero solco nella storia ricoprendo una parte assai secondaria), il film sia proprio destinato all'universo femminile, in fin dei conti se analizziamo la frase di inizio, sono le donne che in qualche maniera si pongono in una posizione di dominio su tutto ciò che le circonda, non certo gli uomini.
E su questo punto non posso essere che d'accordo, come precedentemente ho accennato l'uomo non è proprio seduttore, diciamo che è indotto dalla donna a sedurre, il chè è ben differente, se già consideriamo che l'uomo ha ben poche gestualità di seduzione rispetto alla donna la cosa lascia già abbastanza spiazzati, credo che sia intrinseco nella natura umana, è la donna a tenere le redini, noi uomini possiamo solo avere l'illusione di essere sulla carrozza giusta.
Certo che se si volesse analizzare il film in un'altra prospettiva l'ottica di Bertrand di affrontare l'amore è sì coerente e non scorretta ma deleteria sotto un certo punto di vista, in fin dei conti non alimentando i suoi rapporti fugaci, non nè alimenta l'illusione, forse l'unico elemento di disturbo è la parte diciamo "amata" non tutte le donne che il protagonista ha avuto affrontano la faccenda con la stessa prospettiva, molte di loro in cerca invece di qualcosa di stabile potrebbero criticare aspramente il suo modus operandi ( non per niente al suo funerale molte avranno scolpito in faccia un ghigno che tutto richiama tranne il dispiacere). Ma inseguendo questa felicità della quantità e della moltitudine ha finito certamente per mettere in secondo piano la qualità e la durata, forse molti alla domanda "come deve essere l'amore?", risponderebbero come qualcosa di travolgente ed eterno, forse è anche vero che è la società ad aver fissato tali schemi fissi, ma è proprio su questo punto che Bertrand non riesce a soffermarsi ( e come dargli torto), cercando in molte persone quei qualcosa che probabilmente non avrebbe mai trovato in una persona soltanto. In fin dei conti la sua passione è anche la sua condanna.
Il bello di questo film credo poi che sia l'estrema veridicità dei contenuti, L'uomo che amava le donne non ha i presupposti di essere un film in verosimile, rappresenta la realtà effetiva del mondo in cui viviamo.

E anch'io da amante delle donne non posso fare altro che apprezzare l'arte seduttoria che il film di Truffaut emana!

"La verità è una soltanto, loro vogliono ciò che voglio io: l'amore. Tutti vogliono l'amore, ogni specie d'amore quello fisico e quello sentimentale. O più semplicemente la tenerezza disinteressata di chi ha scelto qualcuno per la vita e non bada più a nessuno. Non è il mio caso, io mi interesso a tutte!"

4 risposte al commento
Ultima risposta 25/07/2011 22.11.16
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  18/06/2010 23:34:57
   9 / 10
"La folla dentro il cuore
nessuna polizia potrà disperdere.
La sommossa vi è lecita
come la pace.
Non l'accerta la vista
nè l'attesta alcun suono:
cresce, però, come un ciclone
nel suo clima natio."

Splendido film semi-autobiografico di Francois Truffaut; Bertrand Morane è un personaggio a tutto tondo, con il suo cuore, la siua solitudine, la sua ambizione e il suo sentimento. Indimenticabile.

outsider  @  30/05/2010 11:16:06
   9 / 10
stupenda pellicola.
Mi ero dimenticato di votarlo, l'ho visto almeno 4 volte. La prima ne fui affascinato ed ero adolescente. Pensai che, una volta cresciuto, sarei andato in Francia per seguire l'esempio...chè qui in Italy le donne han perso fascino e femminilità già da un pò...ma tant'è.

DylanDog  @  14/02/2010 11:27:34
   9 / 10
Bellissima pellicola; film molto profondo ed allo stesso tempo molto godibile. Mi ha fato accostare ad una nuova, diversa, più estesa e completa visione del mondo femminile e della sua intrinseca (più che esteriore) bellezza. Il protagonista ama le donne senza cercre di comprenderle e giudicarle, allo stesso modo di come si guarda a delle opere d'arte.

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Prof  @  01/02/2010 00:26:13
   9 / 10
Bertrand, un mito immortale. Prototipo del seduttore impenitente in un film in cui nulla è lasciato al caso. Echi interni, dialoghi serrati, personaggi azzeccati con cura maniacale: e un’introspezione psicologica che mette (talora impietosamente) a nudo ogni minima movenza dell’animo femminile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  16/03/2009 15:11:43
   7 / 10
“L’uomo che amava le donne” è un film discretamente interessante; il punto di forza sono sicuramente tutti i monologhi, molto interessanti ed esaustivi. L’interprete è monoespressivo ma ispirato, nel senso che era la parte a volerlo così e l’attore si cala perfettamente.
Possiamo ammettere che la storia non decolla mai veramente, però non ci si annoia per niente, infatti per essere degli anni ’70 la trama era decisamente all’avanguardia!

eleligabue  @  18/09/2008 21:40:46
   7½ / 10
a essere sincera mi aspettavo qlkosa in più!ne avevo studiato la trama e le caratteristiche per un esame di cinema che ho dato all'università e mi aspettavo un film meno ..non so...in realtà lui è innamorato delle donne anche delle meno belle scc.. però in definitiva è un pò malato!!!nn prendetemi per superficiale..solo Vera rappresenta per lui qlksa in più,infatti ha la sua foto nell'armadio...però nn è stata sviluppata la sua figura nè qlla della donna che ascolta a telefono,Aurora...in definitiva è kmq un film geniale e brillante,girato bene

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  13/12/2007 16:28:28
   8 / 10
Oltre ad essere un ottimo film suggerisce anche come scrivere bene un libro sulle proprie esperienze con le donne: essere sinceri con se stessi, non mostrarsi virili a tutti i costi, non cercare soluzioni azzardate.

Il successo con le donne di Bertrand non è assoluto, ogni rapporto ha delle particolarità a volte anche chiaramente negative. Bertrand vive un periodo così, fatto di rapporti liberi, qualcosa di destinato prima o poi a finire, e non a caso arriva un evento significativo...anche metaforico.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  13/10/2007 10:46:43
   7½ / 10
praticamente un film autobiografico perche la sceneggiatura è in parte presa dal libro scritto dallo stesso regista...un bravissimo regista!
non era facile fare un film cosi senza cadere nella volgarita' o nella ripetitività di alcune scene...lui c'è riuscito!
eppure la morale che da questo personaggio è ben lontano dai miei pensieri ma non posso negare che il tutto viene detto con molta classe...
molto bello anche il finale e il suo significato...

addicted  @  26/09/2007 18:15:16
   9½ / 10
Geniale.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Vegetable man  @  25/05/2007 13:36:07
   8 / 10
Bertrand non è bello, ma sa far sentire ad una donna qualcosa che non può trovare facilmente altrove. E' innamorato della femminilità, con tutte le sue contraddizioni. Soprattutto, trova nelle donne normali qualcosa di estremamente sensuale, il segreto della seduzione. Un film molto gradevole e centrato, appena appena ripetitivo, ma in definitiva riuscito.

lupin 3  @  06/05/2007 19:26:29
   9½ / 10
Molto bello una vera sorpresa, lo consiglio a chiunque è interessato alla pscologia femminile.
Consigliato!

Gruppo REDAZIONE maremare  @  17/02/2007 13:31:12
   8½ / 10
Meraviglioso film semiautobiografico di un innamorato della femminilità

benzo24  @  08/07/2005 12:33:02
   10 / 10
Bellissimo film sulla solitudine di un uomo.

marco86  @  24/03/2005 18:22:27
   9 / 10
Uno dei miei preferiti del grande regista francese.Era inevitabile che un giorno Truffaut,sempre attento ad analizzare i sentimenti umani,girasse un film completamente dedicato alle donne.Anzi,all'amore verso le donne.Il risultato è quanto mai ottimo.Charles Denner è bravissimo,e ancor più bravo è lo stesso Truffaut a saper raccontare il suo personaggio.

Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento paul  @  22/02/2005 14:39:12
   7 / 10
L'uomo che amava le donne, tratto dall'omonimo libro dello stesso Francois Truffaut. Bertrande Morane, un personaggio col quale mi identifico molto, ama e dà. Ultimo esempio di Nouvelle vague, o quasi.

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Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

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ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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