Thale si è appena trasferita con i suoi genitori in una piccola città dopo che sua madre ha un nuovo lavoro nella polizia locale. Dopo che una studentessa viene brutalmente uccisa a una festa a cui partecipa Thale, diventa una testimone chiave. L'assassino era un animale? Un lupo?
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Prende spunto dalla mitologia nordica il regista Stig Svendsen con il prologo dove ci illustra come i vichinghi portarono dalla Normandia nel 1050 il primo cucciolo di licantropo in Norvegia ed una breve lezione scolastica con oggetto il lupo di Fenris. Un modesto horror che prende spunto da altre pellicole non offrendo, a parte i cenni mitologici, particolari innovazioni sul genere. Protagonista una madre poliziotta trasferitasi da Oslo nella placida cittadina di Nybo in Norvegia, il rapporto difficile con la figlia adolescente ed una misteriosa creatura che comincia ad uccidere. Le scene splatter vengono un pò vanificate dalla mediocre CGI del lupo mannaro che sembra più un cane rabbioso spelacchiato. Comunque non orribile, visione accettabile, finale anche toccante con solita apertura per un eventuale seguito.
Poca roba,personaggi stereotipatissimi simpatici come le emorroidi,vicenda prevedibilissima,splatter lasciato completamente fuoricampo e computer grafica del lupo alquanto modesta. Uguale a tanta roba di scarsa qualità proveniente da oltre oceano.
Ogni volta che vedo un film di genere norvegese mi accorgo che qualsiasi sia il genere che affrontano non hanno la benchè minima originalità. Ci sono dei modelli prestabiliti, il più delle volte oltreoceano, e si basano esclusivamente su quelli. Li replicano in maniera pedissequa con il risultato che sono un copia/incolla di film di genere americano, però ambientati in Norvegia. Vale anche per Lupo vichingo. Ci sono differenze o qualche qualche variazione sul tema? Assolutamente nessuna, cambia solo l'ambientazione, come detto. Adolescente inquieta, disagio per il trasferimento in una nuova realtà, rapporto turbolento con la madre, affetto per la sorella sordomuta, difficoltà di approccio con la fauna locale, a parte la cotta per un coetaneo, la scienza che cerca di dare una spiegazione per provare l'esistenza di una creatura mitica, il vecchio cacciatore di licantropi (che non serve quasi ad un'emerita ceppa). Beccati tutti i clichè del caso. Non bisogna prendersela con gli attori che sono l'unica cosa salvabile, gli effetti speciali sono appena aldisopra dei canoni Asylium. Insomma un film di un'inutilità disarmante.
In una tranquilla cittadina della Norvegia iniziano ad accadere strane morti attribuite ad un lupo ... Si può dire che su Netflix ci sia la moda dei film norvegesi , che però oramai sembrano spesso la brutta copia degli omologhi americani . E' il caso di questa pellicola horror , che vede protagonista un' adolescente ( simpatica come un dito nell' occhio ) con difficoltà familiari e pure a farsi accettare dagli stupidi coetanei nella nuova città di residenza . E già questo non mi è parso un inizio proprio incoraggiante . Fara poi un po' ridere parlare di " realismo " in un film di licantropi , però come è possibile che un essere del genere vaghi da un millennio per la Scandinavia facendo vistose stragi ( nel film ammazza in pochi giorni una ventina di persone ! ) senza che nessuno se ne accorga ? Nella trama non mancano inoltre i soliti comportamenti idioti o autolesionistici dei vari personaggi , oltre all' ormai modaiolo finale aperto , che spero non voglia far presagire un seguito . Riassumendo quindi abbiamo una storia che non mi ha convinto , una computer grafica del lupo abbastanza modesta ( non è neanche troppo spaventoso ! ) , un cast sconosciuto ( ma che fa la sua parte ) , una giusta dose di splatter e delle buone locations tra le cupe foreste scandinave . Il quasi esordiente regista norvegese Stig Svendsen non dirige male questo suo terzo lungometraggio , nonostante un po' troppe somiglianze con " Un lupo mannaro americano a Londra " , ma la mia prima impressione rimane negativa e perciò il mio voto arriva solo al 4,5 .
La parte finale alterna momenti di un certo effetto tensivo con altri di una imbecillità assurda, finendo con indebolire una storia che, nel suo complesso, appariva abbastanza coinvolgente. Nonostante la poca simpatia che si prova per alcuni personaggi, soprattutto per la ragazza co-protagonista, i dialoghi zoppicanti e, come detto, un'alternanza di momenti discreti con altri abbastanza idioti, IL LUPO VICHINGO appare come un prodotto vedibile, certamente lontano dall'essere originale e preciso, ma abbastanza dignitoso per una visione senza pretese.
Film sui lupi mannari norvegese che pur non aggiungendo assolutamente nulla a questo sottogenere (con alcuni momenti che ricordano film più "illustri") risulta essere un onesto horror di cui non si rimpiange la visione. I personaggi hanno un discreto spessore (anche se la recitazione non è certo da Oscar), le location non sono male specie quando boschive, vi è una nota drammatica e malinconica da non buttare e la presenza di splatter (che essendo un film Netflix non era scontata) è parecchia e di buon livello. Certo che poi, come già detto, la sceneggiatura è piuttosto scontata e si adagia su strade già percorse in modo migliore. Però visto l'osceno titolo italiano (che comunque è letteralmente tradotto dalla lingua madre), la locandina poco accattivante e la marea di ciofeche sui licantropi devo dire che rientra tra i prodotti che si possono guardare...sarà l'atmosfera, sarà la regia non male o sarà la "serietà" con cui è trattato l'argomento.