roma citta' aperta regia di Roberto Rossellini Italia 1945
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roma citta' aperta (1945)

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locandina del film ROMA CITTA' APERTA

Titolo Originale: ROMA CITTA' APERTA

RegiaRoberto Rossellini

InterpretiAldo Fabrizi, Anna Magnani, Marcello Pagliero, Francesco Grandjacquet, Harry Feist, Maria Michi, Vito Annichiarico, Ákos Tolnay, Joop van Hulzen, Carla Rovere, Giovanna Galletti, Nando Bruno, Eduardo Passarelli, Carlo Sindici, Turi Pandolfini, Amalia Pellegrini, Alberto Tavazzi

Durata: h 1.40
NazionalitàItalia 1945
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1945

•  Altri film di Roberto Rossellini

Trama del film Roma citta' aperta

Durante l'occupazione nazista di Roma, la polizia tedesca è sulle tracce di un ingegnere legato alla Resistenza, Giorgio Manfredi, che riesce a sfuggire alla perquisizione nel suo appartamento e si rifugia in casa di un amico. Un parroco, Don Pietro, impegnato nella lotta contro i nazisti, aiuta Giorgio nei contatti con la Resistenza...

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Voto Visitatori:   8,94 / 10 (85 voti)8,94Grafico
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Voti e commenti su Roma citta' aperta, 85 opinioni inserite

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VincVega  @  29/03/2024 20:12:01
   9 / 10
Rivedo dopo molti anni questo capolavoro del neorealismo, girato praticamente in piena guerra, quindi è un film che acquista ancor più forza e credibilità. Ammetto che nella prima parte ho un po' faticato, ma quella sera ero stanco e probabilmente è colpa mia, però tutta la seconda parte è stupenda, Rossellini realizza momenti di grande impatto e sequenze da ricordare. Una pellicola che a quasi ottant'anni dalla realizzazione colpisce ancora duramente.

Wilding  @  10/08/2023 10:22:50
   9 / 10
Senza dubbio un capolavoro, peraltro parliamo di un film girato nel 1945. Due interpreti monumentali, immortalati in una sequenza ancora oggi Storia del Cinema.
Eccellente.

Thorondir  @  09/05/2022 11:53:43
   9 / 10
Nella Roma occupata dai nazisti si tenta di resistere come si può e tutti sono abili alla causa: donne e sacerdoti, bambini e membri del CLN. Si è spesso discusso circa l'attendibilità storica del racconto (nel film di Rossellini la Roma mostrata sarebbe troppo accanitamente "resistente" e forse non lo era in quelle dimensioni) ma la forza del film, la capacità straordinaria di far ridere e allo stesso tempo di suscitare le emozioni più dure rimane inalterata anche oggi a più di 70 anni di distanza. In particolare la seconda parte, con quella messa in scena della violenza così cruda e realistica per i tempi, è ancora oggi una delle vette del cinema rosselliniano.

Oskarsson88  @  30/04/2020 00:09:18
   8 / 10
Gli do 8 per valore storico e in quanto è considerato uno dei primi film del neorealismo, anche se pur rappresentando la realtà di un periodo combina questo con attori professionisti e con una trama abbastanza classica e ben delineata. Sinceramente, vista la stratosferica fama, mi aspettavo qualcosa in più, per esempio ho apprezzato dello stesso regista di più Germania anno zero, dove respiravo ancor di più il realismo rispetto a qua. Comunque, rimane un tassello storico importantissimo, con scene molto crude ed un personaggio (Don Pietro) che rimarrà ben marcato nei tempi.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  06/01/2020 12:09:43
   9 / 10
Fama meritata. Grande interpretazioni, grandissimo film.

Goldust  @  27/12/2018 16:43:14
   9 / 10
Una pellicola immortale che è il manifesto del nostro Realismo. E' un Cinema che si fa memoria collettiva, con la drammaticità del conflitto che viene portata all'esasperazione con una progressione di eventi che ha il culmine nella struggente scena finale, un vero e proprio colpo al cuore ancora oggi. Magnani, Fabrizi e Rossellini al loro meglio. In una parola immortale.

Dom Cobb  @  11/07/2018 18:15:56
   8 / 10
Nella Roma occupata dai nazisti, il parroco Don Pietro assiste come può i partigiani impegnati nella lotta di resistenza; quando accetta di aiutare il militante Giorgio Manfredi, rimarranno coinvolti nella faccenda anche il tipografo Francesco e la sua promessa Pina...
"La storia del cinema si divide in due ere: una prima e una dopo Roma città aperta". Questo dichiarava il famoso regista Otto Preminger in un'intervista, e in effetti è difficile non dargli ragione: prodotto durante gli ultimi convulsi momenti della Seconda Guerra Mondiale, ultimato e distribuito nei mesi immediatamente successivi, "Roma Città Aperta", da molti riconosciuto idealmente come il capolavoro di Roberto Rossellini, segna uno spartiacque non da poco nella storia del cinema: con esso, il cinema italiano acquisisce una rinnovata notorietà e importanza mondiale, lancia a livello internazionale attori del calibro di Aldo Fabrizi ed Anna Magnani e, soprattutto, costituisce la nascita del movimento neorealista, che negli anni seguenti sarà la principale e, col tempo, una delle più significative pagine del cinema italiano.
Molto è stato scritto e detto sia sul film in sé, sia sul genere in toto, per cui non c'è niente che io possa aggiungere di nuovo ai fiumi di inchiostro che sono stati versati; il film presenta tutti gli stilemi che diverranno le principali caratteristiche del neorealismo, dall'ingaggio di persone comuni nel ruolo di comparse e personaggi secondari allo stile documentaristico, con fotografia e movimenti di macchina privi di qualsiasi finzione o teatralità, fino all'impianto fortemente drammatico e realistico della narrazione, che pure si mantiene dall'inizio alla fine crudo e asciutto, quasi apatico nella sua nuda rappresentazione dei fatti. Certo la dice lunga il fatto che questi elementi siano stati tutt'altro che una conscia scelta stilistica, quanto piuttosto frutto della necessità vista la scarsità di mezzi e risorse a disposizione nel corso della produzione, tant'è che il film doveva essere addirittura un semplice documentario prima che l'apporto di sceneggiatori come Federico Fellini spingesse Rossellini a cambiare impostazione.
Comunque, qualsiasi fossero stati i motivi dietro questo stile, è innegabile che, oltre ai meriti del genere in sé, "Roma Città Aperta" conservi ancora oggi la stessa, terrificante potenza nel modo in cui ritrae uno dei periodi più bui nella storia della capitale, nella storia d'Italia e del genere umano. Lo stile da documentario contribuisce a rendere ancora più immediato e intenso il dipanarsi degli eventi, e nel quadro di case in rovina, macerie, notti di coprifuoco e pattuglie di soldati che infestano le strade, giganteggiano le prove attoriali sia di Fabrizi che della Magnani: il fatto che, persino nei momenti più enfatici, le loro performances non sembrino fuori posto ma anzi del tutto naturali, è un enorme testamento del loro indescrivibile talento e contribuisce alla realizzazione di alcune delle scene più memorabili della filmografia del periodo.


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Detto questo, però, mi ritengo in dovere di esprimere dei pareri personali: perché al di là dei meriti oggettivi, ho ritrovato alcuni aspetti che gli impediscono di essere completamente perfetto, come invece alcuni lo dichiarano. Sarà un effetto dello stile documentaristico, o perché sono stato troppo zelante nel prepararmi psicologicamente allo spettacolo, ma sta di fatto che mai una sola volta mi sono sentito emotivamente scosso, e gli eventi non hanno mai assunto l'intensità che molti descrivono (da questo punto di vista, "Sciuscià" di De Sica l'ho trovato molto più difficile da sopportare). Inoltre, la rappresentazione degli ufficiali tedeschi vira un po' sul caricaturale, una scelta più che comprensibile soprattutto da parte di chi ha vissuto di persona attraverso il periodo raccontato su schermo, ma che in definitiva non si amalgama bene con il tono apatico e realistico del film.
Comunque, sebbene io abbia delle riserve, sono poca cosa rispetto agli aspetti positivi del film; la sua importanza parla da sé, la sua ottima costruzione narrativa è innegabile e prego intensamente che il film continui ad attirare spettatori col passare del tempo. Non si tratta per nulla di intrattenimento, né di una qualche particolare esperienza artistica; questo è uno di quei film fatti apposta per non dimenticare. E nessuno di noi, fortunati a non aver mai vissuto in quegli anni, dovrebbe mai dimenticare.


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BlueBlaster  @  11/07/2018 17:55:02
   7 / 10
In tutta sincerità speravo qualcosa di meglio vista la fama che lo precede...
Uno dei pochi film neorealistici che ho visto finora (credo la trilogia la guarderò tutta comunque) ed è certamente apprezzabile che un film del '45 tratti in questo modo una storia praticamente contemporanea.
Però devo dire che partigiani & Co. vengono idolatrati senza beneficio del dubbio e ci sono delle sequenze (specie che riguardano Don Pietro) davvero esagerate nella teatralità e nel cercare le emozioni forti ma che io ho trovato ridicole.
La storia invece è piuttosto buona nonostante qualche momento di noia...non voglio fare il pignolo sugli aspetti tecnici essendo un film davvero vetusto ma in franchezza il montaggio mi ha fatto pena.
Da vedersi per conoscere il nostro passato ma preferisco di gran lunga i film della serie Don Camillo!

Spotify  @  21/02/2018 16:11:56
   9 / 10
--- PRESENTI SPOILER ---

Un film immenso. Ecco cosa è "Roma città aperta". L'opera di Rossellini è un
crudo racconto (a tratti quasi un documentario), di quella che fu l'occupazione nazista a Roma durante l'inverno del 1943-44. Il regista descrive in maniera diretta e senza fronzoli tutte le atrocità, le ingiustizie e le torture che i tedeschi perpetrarono a danno del popolo italiano. Con ciò, il director ci fa capire cosa voleva dire per la gente del tempo, vivere nella paura, nell'angoscia, il sapere che prima o poi i nazisti avrebbero fatto irruzione nelle case, esercitando il proprio sopruso.
La trama è ambientata a Roma e il primo personaggio che ci viene presentato è Manfredi, un partigiano in fuga, perché ricercato dai nazisti. In seguito facciamo la conoscenza di Pina, donna legata sentimentalmente a Francesco, tipografo antifascista amico di Manfredi. L'altra figura di spicco è quella di Don Pietro, sacerdote locale che fa da portavoce ai partigiani. I tre personaggi saranno i protagonisti dell'opposizione contro i tedeschi e i loro destini si intrecceranno più volte.
Rossellini mette dunque a capo della resistenza tre soggetti diversi: Manfredi è un partigiano, Pina una casalinga che aspetta di sposarsi con Francesco e Don Pietro è un parroco. Nonostante i tre personaggi ricoprano mansioni completamente differenti, il regista ne va creando un protagonista unico, il quale racchiude i caratteri di Manfredi, Pina e Don Pietro. Detta anche in un altro modo, quest'unica figura, è come se, metaforicamente, rappresentasse il popolo italiano, pronto a difendersi e a lottare contro la minaccia nazista.
Attraverso la fusione di queste tre figure, il director ci vuole dire anche che, in situazioni come quella del film, non contano le diversità, i ceti sociali dai quali si proviene, la propria occupazione, ma conta soltanto essere uniti contro un pericolo che non si preoccupa minimamente di fare distinzioni tra la gente.
Roma ci è mostrata piuttosto fragile, forse non preparata o addirittura ignara della barbarie che sta per avere luogo. Poi dopo però, la capitale reagisce, o per lo meno ci prova, e combatte con estremo coraggio, un avversario all'apparenza impossibile da respingere.
Tra i protagonisti, la figura che mi ha colpito di più è quella di Don Pietro, il quale sta a rappresentare, tra le altre cose, la cristianità del popolo italiano. Rossellini però, fa di Don Pietro anche un prete coraggioso ma soprattutto, razionale. Il regista non si affida infatti, alla classica figura retorica del sacerdote fondamentalista, ma sceglie un parroco che prima di tutto, pensa, razionalizza e affronta tutto ciò che gli accade con logica. Rossellini fa del prete un piccolo grande eroe.
Il ritmo scorre via in maniera fluida, il regista non si perde mai in dialoghi filosofeggianti o fini a se stessi. Assistiamo invece alla perfetta amalgamazione dei tre protagonisti e al continuo evolversi della situazione che ad ogni minuto che passa, vede Roma sempre più in balia dei tedeschi.
Poi, c'è da dire che Rossellini riesce a trasmettere una certa ansia, in quanto tramite le sue immagini dirette, fa capire cosa volesse significare avere i nazisti che da un momento all'altro potevano far irruzione nelle abitazioni.
Tecnicamente, l'operato del director è perfetto. La scena della morte di Pina è un capolavoro di regia e montaggio. Forse una delle scene più drammatiche, crude e tristi che il cinema abbia da offrire.
Un'altra scena realizzata con i fiocchi è l'attacco dei partigiani contro i tedeschi. La sequenza, seppur breve, è uno dei momenti più alti di tutto il film.
Il finale è di quelli "in your face". Drammatico, ma al contempo, lo spettatore è felice perché i protagonisti divengono martiri per la patria, non rivelando nulla ai nazisti.
Il cast è di autentici mostri. Ovviamente spiccano uno strepitoso Aldo Fabrizi e una gigantesca Anna Magnani. Quest'ultima sfodera un'interpretazione destinata a rimanere per sempre nella storia del cinema. L'attrice tira fuori un carisma che poche volte si è visto sullo schermo. Poi con la parlata in dialetto romano conquista tutti, rendendo iconico il personaggio di Pina. Altra cosa assolutamente da evidenziare, è come la Magnani, attraverso la sua performance, ritragga la tipica donna dell'epoca, e cioè, non certamente agiata, anzi, Pina è molto umile, ma, non per questo, arrendevole.
Aldo Fabrizi è straordinario. L'attore romano riesce nell'impresa di far ammirare le gesta di un sacerdote anche ad uno spettatore che nella vita reale è distante dalla chiesa. Anche in questo caso, abbiamo carisma da vendere, le espressioni poi sono d'alta scuola, ad esempio, è impossibile da non citare, la faccia che fa Fabrizi nell'unica, celeberrima, scena divertente del film. Grandiosa anche la recitazione dei dialoghi.
La scenografia è valorizzata al massimo. Le strade della capitale ci sono mostrate malconce mentre plumbea è l'atmosfera che vige sull'intera città.
La fotografia ha toni "depressi", volti a sottolineare la malinconia che si respira nella pellicola.
La colonna sonora è molto suggestiva. Anch'essa è triste e accompagna nel migliore dei modi tutte le sequenze più intense e struggenti del film.
La sceneggiatura è perfetta. L'impianto narrativo è semplice ma tremendamente efficace. C'è un continuo sviluppo degli eventi e man mano, vengono fatti entrare in scena, con le dovute tempistiche, tutti i personaggi. Impeccabile poi, la stesura di quest'ultimi. I dialoghi, penso che ormai siano diventati leggendari. Poi, pronunciati in romanesco, fanno acquisire al film un realismo ancora più marcato.

Conclusione: una grande opera del nostro cinema. Un racconto di dolore e di eroismo, di disperazione e di speranza. Rossellini ci fa capire senza mezzi termini cosa ha dovuto patire il popolo italiano ma anche chi ha combattuto per esso, trovando infine la gloria eterna. Ancora oggi, a 73 anni di distanza, "Roma città aperta" è un'opera magnetica e attualissima.

arrivaal  @  22/01/2018 23:48:09
   7 / 10
penso che dovesse essere uno se non il primo film sulla guerra, a distanza di anni
non sarebbe riproponibile.
pazienza se i personaggi non sono per niente caratterizzati, ma un po' troppa noia in generale
Lo salvo solo perchè molti ragazzi dovrebbero informarsi anche con i film che cos'era la guerra e cosa facevano i nazisti e fascisti.
Aldo Fabrizi grande attore

david briar  @  24/08/2017 16:55:48
   6½ / 10
Uno dei film italiani più famosi, visti e studiati all'estero. In realtà, sono assolutamente convinto che la vera innovazione del Neorealismo stia in altri film. Se è ormai sicuro che si può definire il primo film neorealista, di certo non può esserne definito il manifesto, titolo che meriterebbero altri film, come il successivo Paisà dello stesso Rossellini.
"Roma città aperta" non è un film improvvisato, come si pensa: è un film con una sceneggiatura scritta e anche abbastanza studiata nelle caratterizzazioni dei personaggi(ce ne sono le testimonianze e gli studi che lo provano), a cui vengono dati pregi e difetti che si possano bilanciare, e alcuni piccoli momenti comici che possano alleggerire l'atmosfera, alcuni di questi improvvisati da Fabrizi , questo si, ma non è certo una novità del film di Rossellini. Il metodo di scrittura è piuttosto classico, la fotografia spesso si avvale di una luce espressionista, e i tedeschi sono dei cattivoni(a proposito, è veramente inaccettabile quando , per due personaggi in particolare, l'essere i nemici coincide con l'essere effemminati).
Dove sta allora la novità? La novità sta nel mix fra attori professionisti, come la Magnani e Fabrizi, e attori non professionisti, che incredibilmente funzionano bene accanto a chi fa l'attore di mestiere; sta nei campi lunghi che hanno il coraggio di mostrare veri spazi aperti, raccontando una storia quasi nel momento in cui sta succedendo, con intenti documentaristici, ma in un film palesemente di finzione. La novità più forte sta nel finale crudo, che il critico Serge Daney ha definito la nascita del cinema moderno, esagerando: un momento importante di sicuro, ma ci sono momenti, anche precedenti, decisamente più notevoli sotto questo punto di vista(Citizen Kane, per esempio). Credo che sia ancora un film abbastanza vedibile tutt'oggi, soprattutto se lo si vede avendo almeno un minimo di coscienza di quel che tratta; credo anche che la sua fama sia così grande proprio perchè fu ed è un film in realtà molto più costruito e classico di quel che sembrava, pensato per il pubblico. Il suo merito è quello di inserire qualche innovazione all'interno di una struttura data, di essere, in fin dei conti,un intermediario. L'apice di Rossellini per me è "Germania anno zero", e De Sica ha fatto meglio di questo film in ogni suo film assimilabile al Neorealismo. Film meno visti, ma che considero decisamente migliori.
Da vedere, magari anche come iniziazione al fenomeno del Neorealismo. Ma se qualcuno volesse capire con un film solo cos'era il Neorealismo, di certo non sarebbe il film più adatto, nè il migliore. Soggettivamente non mi entusiasma come racconto, anche se il finale senza dubbio è un vero colpo al cuore, la cosa più bella del film . Che in media , reputo abbastanza deludente, considerando cos'ha prodotto poi il Neorealismo..

Dottor Fener  @  18/06/2017 14:24:51
   8½ / 10
La quarta opera di Rossellini è unanimemente considerata come uno dei pilastri del Neorealismo italiano e del cinema mondiale, una sorta di spartiacque rivoluzionario in grado di cambiare per sempre l'idea di cinema che si aveva precedentemente.
Storia della resistenza romana e dei alcuni suoi protagonisti all'epoca dell'occupazione nazista di Roma durante la seconda guerra mondiale.
Un ritratto spietato, doloroso e senza equivoci che dona allo spettatore il rigore stilistico a la potenza visiva del documentario unito alla veracità popolare del cinema neorealista che ha, in questa pellicola con Aldo Fabrizi e Anna Magnani, reso in maniera straordinaria fatti realmente successi.
E' il primo film della "trilogia della guerra" diretta da Rossellini, proseguita con "Paisà" e terminata con "Germania anno zero".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Zazzauser  @  09/10/2016 00:28:39
   10 / 10
I Capolavori del Cinema, specie quelli nostrani, hanno bisogno di poche parole. Roma Cittá Aperta é forse il più bello e importante esemplare di cinema neorealista italiano, e l'esempio più lampante di come un'Italia in ginocchio sia stata capace - e più che mai sia stata intenzionata a dimostrarlo - di produrre, creare, emozionare. Pochi, pochissimi mezzi: l'investimento del capitale da parte di un commerciante di lana, convinto da Rossellini a continuare la collaborazione se voleva rientrare nei costi; grandi, grandissimi nomi: la Magnani e il suo carisma da popolana, Fabrizi modellato sul vero padre Morosini.. la maestria di Rossellini affiancata dall'aiuto di Fellini. Emozionante, fresco e vero come settant'anni fa

Karlo1200S  @  07/05/2016 20:45:18
   10 / 10
Assolutamente da vedere, a maggior ragione per la sua valenza storica.

Matteoxr6  @  21/02/2016 19:32:57
   10 / 10
Una settantina d'anni l'Italia contribuiva a piene mani a costruire la storia del cinema dando vita al neorealismo di grande qualità. Ora affoghiamo nella ***** (salvo le rarissime eccezioni che tutti conosciamo).

pak7  @  16/11/2014 01:28:36
   9½ / 10
Capolavoro senza tempo, che ha cambiato il nostro cinema. L'ultima mezz'ora è letteralmente da pelle d'oca. Attori davvero tutti in parte, specialmente un giovane Fabrizi nella commovente inteprpretazione di Don Pietro. Applausi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  30/10/2014 17:37:09
   6 / 10
Opera la quale valenza storica, fulcro del neorealismo italiano, prevale su tutto l'insieme, oggi più che mai. Nonostante la drammaticità indiscutibile del periodo catturato e della storia narrata, non l'ho trovato nè appassionante nè emozionante come da aspettative, tra l'altro la regia mi è sembrata abbastanza lineare tanto quanto le prove attoriali, assolutamente nulla di eccezionale (salvo una magnifica Magnani, protagonista, tra le altre cose, dell'unica scena veramente memorabile del film).

Contestualizzato ai tempi ha il suo perchè, ma comunque fin là; oggi come oggi lo reputerei quasi inguardabile, oltre che datatissimo.
Un manifesto fondamentale della nostra storia; attenzione però, ciò non lo rende automaticamente un capolavoro. Non per me almeno.

6 di rispetto, ma nel genere c'è di meglio, e di molto più fresco.

DogDayAfternoon  @  02/10/2014 21:24:59
   7 / 10
Uno di quei film la cui visione è d'obbligo, uno spaccato di storia del cinema. Considerato il capostipite del neorealismo italiano, anche se a mio avviso non è il migliore del filone: un paio di scene sono da antologia, ma nel complesso è un film che non mi ha convinto fino in fondo, e non è una questione anagrafica; la trama va avanti abbastanza a rilento, e i momenti in cui non sono in scena Aldo Fabrizi o Anna Magnani sono abbastanza monotoni e poco incisivi.

Bisogna però anche dire che andrebbe visto solo per la celebre scena


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Belle le musiche, soprattutto per l'epoca.

Sono consapevole che oggettivamente il 7 gli sta stretto, però al di là delle scene citate nello spoiler il resto del film non mi ha colpito particolarmente e ho fatto una certa fatica ad arrivare alla fine. Comunque consigliato a tutti.

Liak  @  28/08/2014 22:01:37
   6½ / 10
Non ho mai amato il vecchio film ( lo so è strano) comunque il film è molto carino.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  17/08/2014 22:42:57
   9 / 10
Se anche Preminger l'aveva considerato un momento di passaggio tra due ere nel cinema, forse non è tanto fuori strada l'idea che mi sono fatto di questo film: un duomo fiorentino della settima arte cominciato con stilemi gotici frutto di una dominazione "barbara" nella cultura - fin troppo evidenti ancora le esasperazioni espressive, la drammatizzazione e la fotografia d'eredità espressionista - messi però al servizio di un Rinascimento culturale tutto italiano, un momento di riaffermazione di libertà e indipendenza che è stato chiamato Neorealismo.
Roma città aperta, insomma, sta in quel punto di ripartenza della storia italiana tutta; una strada in salita si, ma che, almeno nel cinema, ha poi raggiunto picchi di assoluta grandezza. Monumento.

Lore.84  @  15/05/2014 19:16:15
   9 / 10
Altro capolavoro del neorealismo italiano, crudo, diretto e senza falsa retorica!

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  13/01/2014 14:30:55
   9½ / 10
Un capolavoro assoluto, ancora oggi mantiene immutato il fascino e la potenza delle scene, la forza della disperazione e delle interpretazioni magnifiche (Anna Magnani, giustamente osannata da tutti, ma Fabrizi non è da meno ed è incredibile il modo in cui si è calato nel ruolo).
Fino ad oggi non lo avevo mai visto per qualche mio pregiudizio verso un genere di film, ritenendo che inevitabilmente sarebbero invecchiati, magari male. Ma mi sbagliavo di grosso.
Roma città aperta è moderno ieri e oggi, scevro da ogni retorica, intriso di valori umani cristiani e laici incarnati perfettamente nella figura del prete e del comunista. Demonizza il nazifascismo senza filtri, le scene di tortura fanno palpitare il cuore. Rossellini regista è una continua fonte di sorprese, la maggior parte delle scene girate peraltro in condizioni precarie (e anche per questo restituiscono al film un'aria di verosimiglianza fortissima) sono perfette. Il sangue è sangue, la morte è la morte. Una lunga tragedia umana che lascia spiragli alla speranza, ma non per questo abbassa il tono drammatico e inquietante di sequenze fortissime per l'epoca e ancora oggi molto disturbanti (come quelle della tortura, magistrali).
Aggiungiamoci l'ottima sceneggiatura di Amidei con collaborazione, tra gli altri, di Federico Fellini che costruisce un intreccio corale senza perdere di vista il fine del film né risultare artificioso. La sceneggiatura ricostruisce un personaggio da cima a fondo in pochissime battute, grazie anche alle prove recitative, e i personaggi sono davvero molti.
Indimenticabili alcune frasi, anche se mi permetto di non citare le solite (giustamente) note, ma una scena secondo me grandiosa: quando il maggiore Bergmann (che non ha un accento tedesco pronunciato ma una s serpentesca e melliflua) passa dal suo ufficio con annesso stanzetta perversa delle torture al salone sontuosamente arredato, con donne e musica. Rossellini gira in modo tale quasi da non farci avvertire la dissonanza che si viene a creare, eppure l'effetto è realmente disturbante e restituisce in una magistrale sintesi la depravazione del potere e del nazifascismo.
Affascinanti anche le donne dissolute (un accenno di lesbismo neanche troppo velato?).
Non riesco proprio a vedere punti in cui il film possa essere attaccato anche oggi, compreso il famigeratissimo "invecchiato male". Come Napoli milionaria di Eduardo, opere nate nella guerra e non solo sulla guerra non potrebbero essere disoneste o costruite per acchiappare pubblico sui bassi istinti e al portafoglio neanche se i loro artefici lo avessero voluto. Sgorgano da dentro come un'urgenza espressiva inarrestabile e sfondano lo schermo, ieri come oggi e domani.
Il neorealismo è stato anche e soprattutto questo, nonostante alcuni difetti che per forza di cose hanno reso altri film sperimentali (La terra trema) nient'altro che esperimenti interessanti ma non del tutto riusciti. Forse non sono invecchiati male, non funzionavano neanche all'epoca o non hanno avuto margini di miglioramento. Rossellini (e altri lavori di Visconti e "compagni") hanno avuto il pregio di essere anche una riflessione sulla realtà nel mentre degli avvenimenti, con uso di simboli e tematiche scevre da qualsivoglia sentimentalismo d'accatto.
Ripetiamo tutti insieme quindi: capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  27/09/2013 18:26:52
   9 / 10
Grande opera, storicamente rilevantissima, è l'avvio del neorealismo italiano. Diverse sequenze degne di nota. Eccellente la Magnani, notevole Aldo Fabrizi.
Girato nel 1945, è un film che ancora, e soprattutto, oggi merita di essere visto. Memorabile.

7219415  @  15/08/2013 02:10:15
   8 / 10
Film capostipite del neorealismo italiano!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  21/05/2013 16:58:03
   8½ / 10
Il neorealismo per eccellenza, grande film di Rossellini.
Ultimamente, mi sto informando molto su questo movimento cinematografico culturale nato in Italia nel dopoguerra, dopo aver visto alcuni film di Fellini e di De Sica, ho deciso di guardarmi Roma città aperta.
Una rappresentazione della guerra in Italia eccellente, un via e vai di scene molto cruenti come quelle della tortura, dell'esecuzione e dell'omicidio della povera Pina, non lasciano indifferenti.
Seppur sino passato più di sessant'anni dalla sua uscita, mi ha colpito, più di molti film del giorno d'oggi, mi ha affascinato parecchio, forse perchè amo la storia del mio paese e di cos'era questo paese in quei anni, stessa cosa l'ho provata per Umberto D e Ladri di Bicicletta di De Sica.
Un film da inserire nelle scuole e nelle lezioni di storia per le giovani generazioni, per raccontare e non dimenticare cosa ha subito il popolo italiano durante l'occupazione nazista.
Un pezzo di storia, un grazie sentito al regista che ci ha lasciato un opera da non perdere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  31/01/2013 15:01:09
   9 / 10
Emozionante film di Rossellini che diede il la al cosiddetto "neorealismo" aprendo le porte ad una nuova era per il cinema. Non riesco a trattenere le lacrime quando per l'ennesima volta rivedo la famosa scena

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER che poi tra le altre cose l'ha resa molto nota ( infatti nell'anno successivo girò 5 film ). Aldo Fabrizi è straordinariamente calato nel personaggio ma è Anna Magnani che impressiona veramente. Una pellicola importante con un valore storico di non poco conto. Da vedere.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  26/01/2013 14:55:07
   9 / 10
Film spartiacque per come unisce la Storia - con la sua violenza e i suoi soprusi - con le piccole storie di uomini qualunque. Personaggi emblematici (il prete, il comunista, la moglie, l'amante, i figli, i collaborazionisti) di un'Italia ferita nell'anima e negli affetti dalla Guerra.

Scene entrate nell'immaginario collettivo, una morale della visione che non arretra davanti a nulla, e un intelligente uso del melodramma popolare per raccontare l'occupazione nazista di un paese ancora giovane, ingenuo, forse eroico.

Oggi si fa ancora ammirare per la bravura di Rossellini di stilizzare set di fortuna e un b/n molto contrastato; per l'interpretazione della Magnani e soprattutto di Aldo Fabrizi: un prete che combatte contro le ingiustizie degli uomini senza distinzioni ideologiche. Molto in anticipo sui tempi per come racconta gli italiani.

prof.donhoffman  @  28/11/2012 11:32:35
   8 / 10
Rossellini è il neorealismo.

baskettaro00  @  03/06/2012 12:50:13
   8 / 10
L'ho apprezzato molto nonostante preferisca il neorealismo di"ladri di biciclette".ottimo fabrizi,che anche qui appare molto naturale nei suoi film..

ste 10  @  22/05/2012 00:00:23
   10 / 10
Giustamente considerato una delle pietre miliari del neorealismo e della storia del cinema italiano

speXia  @  21/05/2012 14:43:11
   9 / 10
Visto oggi a scuola nell'ora di storia. Ai miei compagni, che hanno gusti cinematografici non proprio raffinatissimi (la parte maschile reputa un capolavoro I Soliti Idioti, quella femminile I Puffi), ahimè, non è piaciuto tanto, anzi l'hanno trovato noiosetto.
E invece è un vero filmone, storicamente importantissimo e interessante. Gli attori, poi, sono da oscar, soprattutto se paragonati a quelli (italiani) di oggi.

Finale stupendo.

Si gradisce di più se si capisce il tedesco.

Invia una mail all'autore del commento OpheliaQueen  @  08/04/2012 15:08:50
   10 / 10
Non occorrono commenti superfli.
Capolavoro con grande interpretazione!

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  28/10/2011 16:54:53
   10 / 10
Grandissmo film.Bravissimi la Magnani e Fabrizi

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  28/09/2011 15:52:58
   9 / 10
Pina osserva disperata il marito mentre viene trascinato via dai nazisti. Si divincola, corre verso di lui urlando disperata.

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"Roma città aperta" potrebbe essere riassunto in questa scena: il trionfo di un'umanità disperata ma incapace di rassegnarsi.

isaber  @  24/08/2011 14:12:40
   9 / 10
L'immagine della Magnani che rincorre l'automobile è un'immagine che tutti hanno visto almeno una volta, nei poster, nei libri di cinema, e tutti, almeno una volta, dovrebbero vedere questo film che racconta, con straordinari interpreti, un pezzetto della nostra storia. Crudo, semplice e aghiacciante. é impossibile rimanerne indifferenti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  03/08/2011 13:25:30
   8 / 10
Penso di non poter dare più di otto a questo film di Rossellini, che in quanto a trama, mi è sembrato abbastanza povero. Positiva, invece, la rappresentazione "nuda e cruda" della realtà del periodo della Resistenza. Ottimi gli attori, su tutti Fabrizi e Magnani (quest'ultima vinse anche un Nastro d'Argento), e la regia.

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Per il resto nient'altro da dire, non so perchè ma questi film neorealisti sulle guerre del Novecento non riesco mai ad apprezzarli e a considerarli capolavori, li trovo spesso abbastanza lenti e un pò poveri. Mi viene in mente anche "La grande guerra". Però gli altri film neorealisti, quelli mi piacciono, basta pensare a "Umberto D.", "Ladri di biciclette" o a "La strada"...

dave89  @  30/07/2011 08:08:16
   8 / 10
Bel film....da vedere.

guidox  @  26/06/2011 18:32:45
   9 / 10
cinema di altissima scuola, meraviglioso nella sua semplicità, con due attori indimenticabili nei loro ruoli, quali Aldo Fabrizi, il prete del popolo che soffre e Anna Magnani, vedova, madre, ma soprattutto donna, entrambi incredibili nel tratteggiare i loro personaggi nel contesto della storia.
struggente.

censurableah  @  31/05/2011 17:55:48
   9 / 10
Colossali Fabrizi e la Magnani, unfilm che dovrebbe essere proiettato per le giovani generazioni

Lory_noir  @  12/05/2011 00:00:20
   8½ / 10
Emozionante e crudo. Magnani e Fabrizi splendidi. Da vedere assolutamente.

Paolo70  @  05/05/2011 19:24:54
   8½ / 10
Un grande film ambientato nel periodo della resistenza con i nazisti che cercano uno dei responsabili del movimento di liberazione che riesce a fuggire e a nascondersi da un amico. Un film drammatico con una grande interpretazione di Aldo Fabrizi nei panni di un prete. Consiglio a tutti di vederlo.

ValeGo  @  08/12/2010 22:06:34
   9 / 10
Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  25/11/2010 17:41:25
   9 / 10
Capofila di una rivoluzione estetica nel cinema, "Roma, città aperta" di Roberto Rossellini fu il primo prodotto importante del Neorealismo italiano. Il movimento che riuscì ad abbattere le convenzioni del "cinema dei telefoni bianchi" di moda nell'Italia fascista. Il film di Rossellini sulla Resistenza italiana fu scritto nei giorni della lotta clandestina contro i nazisti. La scarsità delle risorse finanziarie e tecniche si rivelò un pregio per questo film, che fu girato in stile documentaristico. Mostrando persone vere in luoghi reali, il film portò una ventata di aria fresca nel cinema occidentale. La libertà di movimento della macchina da presa e l'autenticità dei personaggi, insieme a una nuova narrativa, sono tra le qualità che fecero di "Roma, città aperta" la rivelazione del Festival di Cannes del 1946, dove fu premiato con la palma d'oro. Il Neorealismo italiano divenne presto un modello estetico per i registi interessati a una vivida descrizione della storia e della società. Una delle cose più interessanti di questo capolavoro è l'approccio di Rossellini ai personaggi del dramma. Alcuni degli eroi del film rimarranno per sempre nel cuore degli spettatori. Chi potrebbe dimenticare Pina che corre tra i proiettili, o il prete che riconosce nel partigiano torturato il supplizio di Cristo? Nonostante il tono melodrammatico, la storia è aspra e toccante oggi come allora. E non sorprende che, dopo questo ruolo, la Magnani sia diventata una delle più grandi stelle del cinema italiano.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  11/11/2010 12:32:52
   8 / 10
Questo è un altro dei grandi film neorealisti, un film che mostra la cruda realtà di quell’epoca, senza falsa retorica, senza falsi colpi di scena. La telecamera è come un occhio nudo di un testimone. Fa piangere il cuore.
E Don Pietro, quello sì che è un Prete con la P maiuscola.

Invia una mail all'autore del commento s0usuke  @  31/03/2010 16:23:37
   9 / 10
E' il film manifesto del neorealismo. Convince sia sotto il profilo narrativo che risulta alquanto semplice ma ben equilibrato in funzione dei 3 personaggi principali... sia se lo si vuol guardare a mo di documentario storico. Rossellini dirige con sicurezza gli eccellenti Fabrizi, Pagliero e soprattuto Magnani in una della scene più toccanti e commoventi della storia del cinema. I loro 3 personaggi rappresentano l'anima di quell'Italia in ginocchio e che proprio dalle figure del partigiano, della persona comune ma passionale e del sacerdote dispensatore di conforto... ha saputo trovare la forza di rialzarsi.

phemt  @  07/01/2010 11:08:18
   8½ / 10
L’occupazione nazista vista dall’occhio neorealista di Rossellini che fotografa splendidamente un durissimo momento della storia italiana che con questo documento riesce a far ragionare molto più di un qualunque libro di storia… Commovente, duro ma con un filo di speranza finale… Capolavoro!

Monumentale la prova di Aldo Fabrizi, storica quella della Magnani la cui corsa disperata verso il suo amato Francesco rimane una delle scene più rappresentative del cinema italiano in generale!

topsecret  @  12/10/2009 18:40:47
   8 / 10
E' un film che cerca e riesce a fotografare l'immagine fedele ed umana di quel periodo così tragico e sofferto in cui speranza ed eroismo si contorcevano in una stretta spesso mortale.
La grandezza di superbi attori come Aldo Fabrizi ed Anna Magnani consiste anche e soprattutto nel fatto di riuscire a calzare ruoli così intensamente drammatici, mantenendo la stessa naturalezza con cui affrontano ruoli più leggeri e scanzonati.
Una pellicola patrimonio del cinema italiano.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  21/07/2009 20:26:41
   9 / 10
Nell’immediato dopoguerra, prima ancora che De Sica struggesse il cuore d’Italia coi suoi magnifici lavori, Rossellini aveva già scritto pagine di rara verità e durezza. E mentre in poesia, le testimonianze degli orrori e delle miserie che il conflitto aveva portato, andavano a coincidere con l’elaborazione d’uno stile oscuro e altamente simbolico (l’Ermetismo), nel cinema s’elaborò spontaneamente una poetica diametralmente opposta: quella del Neorealismo.
“Roma città aperta” ne divenne dunque il manifesto, segnando un netto punto di svolta. E poco conta se artisticamente appare oggi discutibile. Se spesso, nel corso del film, ci si accorge che la narrazione tende a scivolare nel romanzesco. “Roma città aperta” è un’intensa testimonianza. “Roma città aperta” è un atroce documento. Più efficace ancora delle liriche dei nostri grandi ermetici del tempo.
E alcune sue scene; la donna che cade colpita mentre va in contro al marito arrestato, l'ingegnere della resistenza torturato a morte, il prete fucilato a sangue freddo davanti ai suoi ragazzini; sono insolubili scaglie ghiacciate che sono penetrate dentro la nostra memoria.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/12/2008 17:52:28
   10 / 10
Roma città aperta ha un valore storico per il cinema italiano e internazionale fondamentale. Una cesura netta tra ciò che era prima e la nascita del periodo più fecondo del cinema italiano, il Neorealismo. Un cinema impantanto nei "telefoni bianchi", che, improvvisamente, descrive la realtà di un periodo storico molto doloroso per il nostro paese: la fame, i rastrellamenti nazi-fascisti, i bombardamenti. Grandioso Aldo Fabrizi, un'interpetazione che non può e non deve lasciare indifferenti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR faith81  @  12/09/2008 10:49:36
   9 / 10
Film capostipite del Neorealismo. Crudo, drammatico,straziante. Formidabile!

Invia una mail all'autore del commento wega  @  17/07/2008 17:58:45
   10 / 10
Vittorio De Sica è stato l'emozione, Roberto Rossellini il pugno nello stomaco.
Drammaturgia molto più complessa e articolata rispetto "Paisà", ciò che salta più agli occhi sono questi bambini, costretti ad agire, pensare, vivere come i grandi. Ciò che salta più agli occhi è questa figura eroica nazionale, un prete che è simbolo di abnegazione, coraggio e speranza; ciò che salta più agli occhi è vedere rappresentato chirurgicamente quanto un'ideologia possa fare del male. A questo punto non so più scegliere tra De Sica e Rossellini.
Un immenso Aldo Fabrizi ed una grande Anna Magnani. Bravi tutti quanti.

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mrwoolf  @  27/06/2008 14:41:14
   10 / 10
capolavoro assoluto della filmografia mondiale; fotografia splendida della situazione italiana durante l'occupazione nazista, trasmessa sicuramente meglio di un arido libro di storia...
immensa interpretazione della Magnani e di Fabrizi

amoreblu  @  30/12/2007 17:46:15
   9½ / 10
uno dei più bei film italiani si dice, beh ... non c'è che dire lo è senza dubbio. Aldo Fabrizi è fenomenale.

Pekisch  @  22/11/2007 11:55:14
   9½ / 10
Ovviamente uno dei capolavori di Rossellini, capostipite del neorealismo anche se meno neorealista di Paisa'.
Particolare la scelta di Rossellini, che ha voluto sottolineare la differenza tra gli italiani e gli oppressori con diversita' di carattere sessuale: Bergmann (credo si chiami cosi') ha delle movenze effemminate (l'attore se non erro era un coreografo omosessuale, scelto apposta per questo), e la Lauretta lascia intravedere tendenze lesbiche.

Personalmente ho intravisto la presenza di Fellini soprattutto nei dialoghi, in particolare la scena della padellata e la formidabile battuta del forno:


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sonhador  @  13/10/2007 17:40:00
   6½ / 10
A mio parere il più sopravvalutato del neorealismo italiano. E' comunque sufficiente nel complesso. Superbi indubbiamente gli attori.

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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  30/09/2007 14:00:14
   9 / 10
CAPOLAVORO (PROBABILMENTE IL FILM MANIFESTO) DEL NEOREALISMO. LA REALTA' DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE E, IN PARTICOLARE, DELL'OCCUPAZIONE NAZISTA DI ROMA RESA MAGISTRALMENTE.
PERFORMANCE ATTORIALI GRANDIOSE.

LA SCENA DELLA DISPERAZIONE DELLA MAGNANI CHE CADE E' QUASI UN MIRACOLO.

UN PEZZO DI STORIA (NON SOLO CINEMATOGRAFICA) DA GUARDARE ASSOLUTAMENTE.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  19/07/2007 10:04:46
   9 / 10
Il Cinema, l'Assoluto Cinema di Roberto Rossellini si presenta qui nella sua forma più elevata, sublime, elevata.
egli non si piange addosso, non c'è alcuna esagerazione nè nella teatralità della Magnani (suprema) nè nella drammaticità di Francesco e di Giorgio, nè nella santità di Padre Pietro, egli presenta la realtà, la vita e lo fa con una poesia che ancora oggi desta sentimento e passione. la scena della camionetta è la perfezione, è la summa della Grandezza di Rossellini e il suo cinema.
chiaramente ispirato (ma poi non è detto) allo scheletro della storia dei Promessi, ma enormememente differente, devo concludere che il personaggio che più mi ha colpito per il suo cinismo e realismo è l'amica di Loretta, la traditrice. questa ragazza rappresenta a mio parere il lato più oscuro dell'occupazione nazista, quello che in pochi sanno, ossia di ragazze drogate e costrette alla prostituzione e qualcos'altro...
è, nel film, il risultato di una gestazione durata guarda caso 9 mesi (come dice all'inizio), una gestazione violenta e distorta, mostruosa.
indubbiamente il migliore del Neorealismo, sebbene non vada pazzo per questo filone.

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Dick  @  17/07/2007 16:49:51
   9 / 10
Toccante e amaro film su una triste e controversa realtà attraverso diverse vicende che s' incrociano.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  16/07/2007 20:40:53
   9 / 10
Pur con i suoi difetti legati a forzature e alla retorica cosidetta "populista" è un capolavoro, un documento storico di inestimabile valore che rievoca uno dei momenti peggiori della storia d'Italia e dell'umanità oserei dire. Il coraggio e la dignità con cui Pina (la Magnani, che attrice!) corre verso la camionetta, con cui Giorgio resiste alle torture naziste e con cui don Pietro muore fucilato sono di una potenza straordinaria, tuttora attuale. Ogni uomo, di ogni condizione sociale ed economica, può qualcosa per migliorare il corso tumultuoso della storia.
Il film di Rossellini ricorda Manzoni e il suo Fra Cristoforo la figura di don Pietro interpretato da un eccezionale Fabrizi e in generale tutto il film sembra rievocare il realismo e le vicende de I promessi sposi: se allora c'erano gli spagnoli (e gli austriaci) qui ci sono i tedeschi, un motivo in più per considerare il romanzo di due secoli fa' attualissimo.
La forza di ricominciare, incredibile a dirsi, nacque proprio dal dolore e la sofferenza: su, un po' di orgoglio nazionale, ragazzi.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  07/07/2007 23:20:44
   9½ / 10
Nel 1944 avendo stabilito che Roma rientrava tra le città che non avevano obiettivi militari, i tedeschi decisero di risparmiarla dai bombardamenti dichiarandola "Città aperta".
La storia, drammatica quanto tristemente reale, racconta l'occupazione nazista vista dalla parte del popolo, un popolo che collaborava con la resistenza anche a costo della propria vita.
Il desiderio di libertà che accomunava gli Italiani verso la fine della seconda guerra mondiale era tale ormai da non intimorirsi nemmeno davanti alle orribili torture dei nazisti al punto da sacrificare la propria vita.
E tale sarà la sorte di Manfredi davanti all'espressione incredula e addolorata magnificamente interpretata da Aldo Fabrizi, insieme ad Anna Magnani l'unico "attore" del film.
Penso che a pochi non è venuto un groppo alla gola vedendo la memorabile scena della morte di Pina mentre corre dietro il camion dei tedeschi nel quale c'è il fidanzato appena arrestato.
Uno spaccato di una delle pagine più tristi della nostra storia raccontato in maniera semplice ma stupendamente efficace.

iraclion  @  06/07/2007 00:42:59
   9 / 10
la storia del cinema italiano; e nn dimostra i suoi anni. godibilissimo ancora adesso e con un aldo fabrizi che è il manifesto del neorealismo

Dante V  @  01/06/2007 16:52:42
   9 / 10
Uno dei capolavori del cinema italiano.
Un noto critico francese lo ha definito 'un film di gangster'.
Rossellini tratta il tema dell'occupazione in modo assolutamente originale.

AKIRA KUROSAWA  @  01/06/2007 15:31:31
   9 / 10
uno dei film piu importanti della storia del cinema, questo film cambia il modo di fare i film, nasce il cosidetto neorealismo. bravissima la magnani.
per fare il film è bastato girare le strade devastate dalla guerra. unico

Dreamboss  @  19/05/2007 20:08:21
   10 / 10
Da vedere e rivedere....

Napoleone  @  25/04/2007 13:09:19
   8 / 10
Notevole, se si considera per di più la scarsità di mezzi e risorse con cui il regista ha dovuto cimentarsi. Soggetto, a mio parere, non troppo originale ma capace comunque di regalare emozioni e far riflettere su svariati temi: su tutti il sacrificio personale per il conseguimento della libertà in contrasto con l'egoismo dettato dalla paura della miseria.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  21/04/2007 12:20:09
   9 / 10
Il neorealismo nasce in un contesto storico straordinario per situazione politica, storica e condizioni sociali. Non occorreva quindi inventare nulla per emozionare gli spettatori che frequentavano i cinema per vedere e capire il tragico presente di allora. La trama era già scritta nella vita di ogni giorno. Bastava essere solo verosimili: a qualcosa che tutti avevano vissuto o continuavano a vivere tra le pieghe del quotidiano. In questi film le emozioni si potevano leggere negli angoli più impensabili degli sguardi dei personaggi, in quei volti sempre animati da una sorprendente spontaneità e da una chiarezza espressiva che rendeva trasparente ogni interiorità psichica.

Questo film rappresenta una pietra angolare del cinema, su cui poggia la struttura teorica e storica del neorealismo. Per Kezich il neorealismo nasce precisamente con la famosa scena della Magnani in cui si vede la donna rincorrere disperatamente il camion dei tedeschi che porta via il suo uomo e rimanere brutalmente uccisa.

Un film che riassume, con incredibile chiarezza e straordinaria bravura di tutto il cast, la situazione etica, sociale, ideologica, politica, umana della capitale dell'talia: nella fase finale della seconda guerra mondiale.

Cambiando le condizioni storiche il neorealismo sfumerà, verso la fine degli anni '50, nell'espressività dell'interiore psichico, usando tecniche più sofisticate come la rarefazione del discorso in lunghe pause che fanno pensare a qualcosa di emotivo e rappresentativo in via di formulazione o di difficile composizione razionale coinvolgendo nell'effetto artistico che ne deriva anche lo spettatore, vedi Antonioni e un certo Fellini. L'oggetto diventa la solitudine e la crisi esistenziale dell'uomo nella società fortemente industrializzata.

quaker  @  05/04/2007 15:33:16
   10 / 10
Girato con mezzi di fortuna da un ragazzone della borghesia romana, amico di Vittorio Mussolini, ed appassionato di cinema, Roma città aperta inaugura il neorealismo con una delle opere più crude del cinema italiano.
Rossellini, praticamente da solo, in un'Italia ancora devastata dalla guerra, può servirsi di macerie autentiche, di un attore (fino ad allora, e poi quasi sempre) comico come Fabrizi, che dà il meglio di sé in una parte altamente drammatica, di una Anna Magnani eccezionale, incarnazione della donna italiana. Racconta, sia pure romanzando (ma non troppo) fatti veri, come la fucilazione di don Pietro Pappagallo.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  15/03/2007 16:03:58
   9 / 10
film che metto davanti a tutti quelli del cosiddetto "neorealismo" forse perche uno dei primi (se non il primo in assoluto) o forse perche quello che mi ha dato piu' emozioni!
merito anche dei bravissimi protagonisti,in particolare Aldo Fabrizi che non avevo mai visto come attore e qui ci regala un personaggio straordinario in continuo combattimento tra il suo dovere di prete e quello di uomo debole...
la sua ultima espressione è un chiaro riferimento alla scena della crocefissione e sembra quasi dire:"padre,perche mi hai abbandonato?".
un film eccellente sotto tutti i punti di vista!

mikyross  @  28/02/2007 14:34:43
   9 / 10
Un mostro sacro del nostro cinema, per niente inflazionato da sessant'anni di manipolazione mistica e classicismo indotto. I PROMESSI SPOSI dello studente di Dams odierno, ma non annoia né risulta scontato all'occhio dello spettatore. Anna Magnani è il mio mito, e Pina è uno dei personaggi meglio riusciti della sua carriera. Il film è così coinvolgente che anche chi lo vede sembra proiettato nel ruolo di una comparsa delle vie di Roma bombardata, o di un amico partigiano che vuole aiutare Francesco. Bravo Aldo Fabrizi, da me non particolarmente amato ma ha fatto davvero una buona interpretazione.
Forte l'allusione all'omosessualità della spia tedesca Ingrid, forse per ricordare i tempi della Dietrich di MOROCCO...

Ch.Chaplin  @  14/02/2007 20:01:20
   10 / 10
sarebbe un disonore dare meno a questo film ke non solo è girato e interpretato (mamma mia!) magistralmente, ma crea benissimo l'atmosfera ke si viveva all'epoca in italia e a roma in particolar modo.anke x noi ke siamo nati molti anni dopo (e x coloro ke lo vedranno negli anni a venire) un'opera d'arte ke servirà a ricalcificare la memoria ogni volta ke quella parte di storia sarà in procinto d'esser cancellata.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  18/01/2007 14:08:45
   10 / 10
c'è chi racconta che fece molto di più questo film che i tentativi dei nostri diplomatici per far rientrare l'Italia nel consesso internazionale. Monumentale racconto della resistenza romana, narrato con stile talmente reale da sembrare un documentario. Magnani e Fabrizi da urlo e un Rossellini in stato di grazia per una pellicola che arrabbia e commuove come nessun'altra. Il punto più alto del neorealismo e forse del cinema italiano che mette d'accordo critica e pubblico. Quando il cinema ha una funzione sociale.

davil  @  15/01/2007 22:05:48
   10 / 10
impossibile per me dare meno di 10 a questo capolavoro, forse il miglior film del cinema italiano. Nella sua semplicità e crudezza racconta tutto con una visceralità ed immediatezza uniche. La scena della fucilazione dell'immenso aldo fabrizi è di un'intensità raramente riscontrabile in altre pellicole.
bellissimo ed indimenticabile, chi ama il cinema non può non averlo nella propria collezione

The Monia 84  @  16/12/2006 16:10:08
   9½ / 10
Tre scene che ti rivoltano lo stomaco come un calzino, mentre un grande maestro racconta di una Roma occupata dai nazifasciti, delle sue lotte, delle sue sofferenze e dei suoi sacrifici. Una popolana, un sacerdote e un ingegnere che hanno marchiato a fuoco la storia del cinema nazionale e non.

Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  22/10/2006 10:52:39
   9 / 10
Un capolavoro del cinema italiano neorealista.
Un film imponente ed importante, per la capacità di descrivere un pezzo della storia del nostro paese in maniera forte e drammatica, senza alcun moralismo o pregiudizio ..il racconto è coinvolgente, tale da far emergere tutta la intensità di un popolo che riscopre il senso civico, l’amore per la Patria, espressa proprio nella Resistenza.
Una pellicola che rappresenta un documento storico fondamentale, dove la coscienza civile si eleva ad eroismo, in cui ogni personaggio, pur rappresentato nella sua fragilità, nella sua umanità, sarà in grado di riscoprire il valore della dignità, alzando la testa dinnanzi ai soprusi, ribellandosi ad essi.
Memorabili alcune scene, come quella che vedono la protagonista rincorrere il camion che portava via suo marito, gridandone il nome (Francesco …Francesco), prima di essere cinicamente uccisa dinnanzi agli occhi del figlioletto ..ma anche la tortura (ripresa in tutta la sua crudeltà) consumata in una stanza, che paradossalmente risulta essere contigua ad altre, in cui invece ci si ubriacava ricercando un falsa ed anacronistica felicità ..e poi un finale davvero emozionante (l’esecuzione), pur nella sua drammaticità, ma anche intriso di speranza.
Un cast davvero eccezionale, dalla grande Anna Magnani (forse la più grande attrice che il nostro cinema ha mai avuto) al bravo Aldo Fabrizi (nei panni del prete) ..una regia elevata a perfezione stilistica, con inquadrature eccezionali, del grande maestro Roberto Rossellini.
Un film che ha fatto la storia del nostro cinema.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  15/10/2006 21:21:14
   10 / 10
Uno dei più grandi film della storia del cinema. Nonostante preferisca pellicole di altri autori italiani (su tutti Fellini e Bertolucci), "Roma città aperta" rimane una pietra miliare del cinema drammatico, nonché un grande esempio di realizzazione di un film pressoché perfetto con mezzi finanziari praticamente nulli. Dalle informazioni che mi sono pervenute, in effetti, Rossellini non sapeva neanche se aveva pellicola sufficiente per arrivare al giorno successivo.
Ad ogni modo devo sottolineare che "Roma città aperta" è rimasto insuperato per quanto concerne la rappresentazione del dramma (più specificatamente dell'occupazione): prendendo praticamente attori "di strada" (escludendo, ovviamente, Fabrizi e Magnani) Rossellini riesce veramente a trasmettere nello spettatore emozioni forti e palpabili.
Il film è di una violenza a tratti insostenibile. La scena in cui la Magnani corre verso suo marito o la tortura finale richiedono nervi ben saldi (non tanto per la crudezza visiva, quanto piuttosto per quella psicologica).
Nonostante io non sia un esperto di tecniche di ripresa (anzi direi che è il contrario), mi rendo perfettamente conto che l'abilità di Rossellini con la camera è a dir poco impressionante: credo infatti che la già citata sequenza della corsa della Magnani sia tra le migliore mai viste.
Straordinarie le interpretazioni di Fabrizi e della Magnani (entrambi nelle parti migliori della loro carriera), ma anche maledettamente intense quelle degli attori non protagonisti: seppure loro non siano professionisti riescono comunque a impregnare "Roma città aperta" di un'incredibile realismo, tanto da farmi pensare che questo sia il miglior film neorealista della storia del cinema italiano.
Proprio oggi, al Festival di Roma, hanno proiettato una nuova edizione, restaurata e rimasterizzata.

lorenz!£  @  07/05/2006 15:03:51
   10 / 10
il film secondo me si divide in due parti:prima della morte della magnani e dopo la morte. quest'attice ha la capacita di riempire lo schermo.. e veramente brava.. devo dire la verita .. ho pianto come un bambino ... un finale triste come tutta la storia . naturalmente il voto e 10 . come dice la didascalia UN CAPOLAVORO ANDATE A VEDERLO SUBITO !un 10 anche a tutto al cast;in primo luogo a anna magnani e aldo fabrizi

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  15/03/2006 13:17:26
   10 / 10
Toccante, emozionante, assoluto!

Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  13/03/2006 00:20:57
   10 / 10
un capolavoro del cinema italiano.. attori impeccabili... da non perdere

tavullia86  @  24/12/2005 09:57:04
   8 / 10
Uno di quei film che bisogna vedere...ha segnato la storia del cinema......

Invia una mail all'autore del commento Strangelove'90  @  14/09/2005 19:55:31
   10 / 10
Il capitolo più nero della storia italiana, raccontato nel film più significativo del neorealismo italiano. Intenso, straziante, crudo, indimenticabile.

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