Uno studente universitario di umile estrazione sviluppa un'ossessione malsana per un suo compagno di studi, rampollo di una famiglia ricca e aristocratica.
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Ottima messa in scena, non c'è un granello di polvere fuori posto. Un po' forzato il finale, poco realistico, per il resto un film malato come il protagonista.
Molto indeciso sul voto da dare, ha uno stile notevole, la storia prende una piega inaspettata nella parte finale che non mi ha convinto del tutto, cambiando anche praticamente il genere del film. Si lascia ricordare per l'eccentrica borghesia molto spiacevole e ipocrita nei suoi modi di fare. Non mi ha lasciato indifferente e allo stesso tempo non mi ha convinto in tutto tondo. A metà...
Storia di un'ossessione che prende a picconate la borghesia dal centro del suo utero e tralasciando la sceneggiatura e i narratori verbosi di storie alla moretti-allen-etc questo è cinema che sgomita a forza di inquadrature perfette, rimandi, simmetrie, sfrenatezza, ribellioni scenografiche. Ben (venga).
E' il classico film che fa discutere, girato con il gusto dello scandalo e l'esigenza di firmare la sequenza disturbante. Per quanto il tema di fondo non sia affatto originale poteva essere un piccolo capolavoro, anche perchè tutto il comparto tecnico oltre che le interpretazioni sono a livello d'eccellenza. Ma ho trovato poco genuina questa voglia di stupire e scioccare a tutti i costi, aggiungendo pepe non richiesto a situazioni che ne avrebbero fatto volentieri a meno. Ed infatti il rischio che il film passi più agli annali per ad esempio la scena in cui Keoghan balla nudo sulle note di "Murder on the dancefloor" rispetto alla portata drammatica del plot c'è tutto.
Molti individui quando entrano nei cosidetti cerchi magici vogliono rimanerci. Ed il protagonista di questo film ha tutto il look del loser contrapposto nettamente alla famiglia apparentemente perfetta di Saltburn, magione magnifica nella sua ostentata opulenza. Il giovane Oliver entra lentamente ma inesorabilmente nelle dinamiche dei singoli familiari, appartenenti a quello che può essere una classe parassitaria, ma allo stesso tempo non sono immuni da attacchi parassiti. Qui non siamo in territori pasoliniani (Salturn è un buon film, Teorema un capolavoro), perchè in Pasolini era l'assenza del ragazzo a determinare l'autodistruzione della famiglia borghese, mentre qui è la presenza calcolata e metodica a determinarne la sua caduta, come un cancro che penetra nel ventre molle familiare e ti divora dall'interno. Non ho gradito più di tanto il formato 4:3, forse dovuto ad una scelta più vintage ma francamente troppo di moda, come la tendenza ad essere ridondante, tuttavia il meccanismo funziona e l'atmosfera al vetriolo che aleggia nel film è tangibile. Indovinato il cast ed il finale potrà sembrare prevedibile, però lineare con quanto mostrato. Buon film, nulla da dire.
Fennel ci presenta un film ben sceneggiato e continua la sua "saga" piacevolmente quasi disturbante. a mio pare è uno di quei film di cui non dovete partire sapendo informazioni e scoprire mano mano lo snocciolare della trama rimarrete altamente più soddisfatti.
Partendo da un tema sicuramente non originale (anti-borghese) mette in luce sicuramente anche alcuni aspetti dell'invidia sociale, dell'ostentato desiderio di rivalsa in chiave però antivaloriale, a tratti morboso e disturbante. Al netto di quel paio di scene davvero "fastidiose" (che devono essere tali!) il film scorre via senza pause, con un crescendo quasi musicale fino al climax finale. Non capisco davvero chi si scandalizza.
Film molto particolare che, per certi versi, può ricordare altre pellicole (il Teorema di Pasolini su tutti), ma ha una sua originalità. In un'epoca dominata dall'individualismo narcisista più esasperato, il protagonista non può che combattere una sua personale lotta di classe, ovviamente completamente egotistica. Tecnicamente ottimo e ben recitato. Sicuramente tra le migliori cose uscite nel 2023.
Esteticamente e tecnicamente perfetto, dagli ambienti della tenuta/villa faraonica, alla fotografia alla cura dei particolari, passando per la musiche. Barry Keoghan bravissimo, come nel Sacrificio del Cervo Sacro, il suo personaggio è inquietante, disturbante/disturbato, estremamente furbo, manipolativo e sottilmente sopra le righe. Il voto è quasi tutto per questi aspetti. A differenza di una donna promettente che, ricordo, aveva un qualcosa di davvero insolito e innovativo, qui si mescloano un po' le carte di vari clichè. Complessivamente si segue con piacere nonostante le 2 ore, ma anche se non si intuiscono tutti i dettagli, l'idea generale di "dove va a parare" il film, diventa intuibile da un certo punto in poi.
Oliver con un sottile gioco di manipolazioni si accaparrerà tutto
Alcune situazioni e le scene, marcatamente e volutamente disturbanti, colpiscono, ma ormai, nel 2024, dove si è visto di tutto e di più, non lasciano il segno più di tanto.
Film stiloso e scritto piuttosto bene con una fotografia stupenda e recitazione molto buona da parte di tutti. Ha ovviamente qualche grave difetto, in primis nella sceneggiatura, che ricorda molto Il talento di Mr. Ripley, e anche nella scelta di inserire alcune scene disturbanti e disgustose messe lì non tanto per caratterizzare il protagonista ma più che altro per "scioccare" lo spettatore e far parlare del film. E' un funambolismo cinematografico di cui non sentivamo il bisogno a mio avviso. Barry Keoghan è un talento talmente cristallino non ha bisogno di questi mezzucci, di quelle tre scene (vasca, ciclo, tomba) per sembrare "strano" e ce lo ha ampiamente dimostrato sia ne Il Sacrifico Del Cervo Sacro che in Banshees of Inisherin
PS: Potrebbe vincere il premio per il colpo di scena più telefonato del 2023 (penso che un po' tutti sapevamo chi fosse il "responsabile", anzi io mi aspettavo un vero colpo di scena ed invece, nel finale, la regista ci ha dato sto strano montaggio riassuntivo come se fosse una sorta di rivelazione che, credo, non abbia stupito nessuno)
la scena della vasca o del "vampiro" o di lui che si masturba con la terra dove è sepolto Felix
, vuoi l'ottima interpretazione di Barry Keoghan già apprezzato nel "Il sacrificio del cervo sacro" vuoi per la maestosa e bellissima colonna sonora che accompagna ed enfatizza le scene del film con i suoi archi e violini( la musica di apertura del film sontuosa ricorda vagamente l'inno della Champions) , ma anche la fotografia , il taglio in 4:3 e l'ambientazione oxfordiana anni 80 (anche se è ambientata nel 2006) che ricorda un pò L'attimo Fuggente, tutto confezionato molto bene. Il tema è interessante ovvero la lotta di classe, l'ossessione per il potere, il sesso perverso. Punti deboli del film sicuramente il ritmo,sbilanciato a mio avviso : parte con la presentazione dei personaggi, rallenta quasi a fermarsi nella fase centrale per poi succede tutto insieme velocemente nel finale in un vortice di eventi che si sarebbe potuto gestire meglio e dare più spazio ed enfasi. Cmq un bel film, forse non originale nell'incipit dell'outsider che entra e si fa spazio in un mondo e in una cerchia sociale distante dalla sua, controverso sicuramente ma si lascia vedere! Scena finale memorabile
Talmente chiacchierato che per cercare di saperne il meno possibile sono arrivato alla visione del film senza neanche vedere il trailer. Mi sorprendono i tanti commenti negativi e non credevo potesse essere un prodotto cosi divisivo: io certe criticità non le avverto nemmeno da lontano. Ogni sequenza provocatoria (a quelle purtroppo non sono riuscito a sfuggire, vasca-bara e vampiri sono un trend-topic ormai) è funzionale a un racconto che non ha nemmeno bisogno di quella sorta di spigone finale tant'è chiaro nelle intenzioni. La Fennell ha girato un film derivativo? Assolutamente si, l'entrata "nel cerchio magico" è un tema abusatissimo. Ma lo fa con una forza allucinante, una messa in scena splendida, un cast sublime, un uso delle musiche e delle inquadrature perfetto e una non curanza nel mettere completamente alla berlina personaggi sopra le righe ma assolutamente mai (e sottolineo MAI) fuori fuoco.
Adoro questa regista, sicuramente "una donna promettente". E Saltburn è un film magnifico.
La messinscena del film da parte della regista è certamente di buonissima fattura...le location, la fotografia, la colonna sonora (che pezzi di storia anni 2000 ragazzi, persino "Loneliness" di Tomcraft nella sequenza del labirinto) e la direzione del cast sono lodevoli. Peccato che la sceneggiatura, oltre che derivativa, faccia acqua in più e più parti e sia alquanto improbabile quasi tutto ciò che vediamo. Inutile spingere l'acceleratore su morboso erotismo, a volte al limite dell'osceno, solo per far breccia sugli spettatori meno navigati...tra l'altro chiunque abbia visto un bel pò di pellicole di certo non sarà stupito dal plot twist di metà film o dal finale! Tuttavia tirando le somme il film mi è piaciuto, anche se non credo meriti tutto questo clamore che lo sta circondando, visto che mi ha appassionato durante la visione e che mi è più volte tornato alla mente il giorno seguente...ma non tanto per qualche ardita sequenza di cui ormai sono abituato ma per i concetti che porta con se! E poi bisogna dirlo...è un bel film, ben fatto, con una soundtrack come poche e recitato benissimo. Per il resto ha i suoi difetti e non lo si può osannare.
Pompatissimo film prime con un cast di eccezione, regia promettente, fotografia bellissima, colonna sonora ruffiana e una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti.
È proprio la atleta a non stare in piedi ed è un peccato perché con alcuni accorgimenti sarebbe potuto essere un buon film.
Un film che vorrebbe forse essere provocante e ambiguo ma che è uscito con parecchi anni di ritardo per potersi definire innovativo da questo punto di vista. Le storie di giovani ricchi sfondati che si dileggiano tra alcol e sesso (con tutti gli stereotipi del caso) ormai non scandalizzano più nessuno e anche i presunti, machiavellici, colpi di scena sono sufficientemente telefonati dal momento in cui ci viene mostrata la natura del protagonista. Senza ritornare a "Le Relazioni Pericolose", anche "Cruel Intentions" è un film molto migliore dal punto di vista della narrazione. Tuttavia "Saltburn" ha anche parecchie carte vincenti in mano: innanzitutto un cast che si rivela straordinario (Keoghan su tutti), ma anche una messa in scena sfarzosa, una fotografia barocca, una bellissima colonna sonora molto pop ed una sequenza finale che è già iconica.
Ovviamente il voto di Mauro qui sotto č completamente sballato e figlio dei suoi criteri filosofici: in realtŕ Saltburn č un grandissimo film, molto derivativo, č vero (piů dettagli in spoiler), ma aggiornato ai nostri giorni in modo intelligentissimo, pungente e ficcante.
E poi che bello finalmente vedere un film scritto cosě bene, con dialoghi brillanti che esaltano interpreti in stato di grazia: si sta parlando molto della straordinaria performance dell'ormai maturo Keoghan, ma anche Rosamund Pike č assolutamente strepitosa: praticamente ogni sua battuta č un capolavoro di scrittura.
Devo dire che non mi aveva convinto fino in fondo il primo film della Fennel, Una donna promettente, che ho trovato un po' buttato via soprattutto nel finale: con Saltburn invece sforna un grandissimo film e mostra al mondo di cosa sia veramente capace. Daccene ancora di film cosě, Emerald!
Il personaggio di Keoghan, che ha echi di Mr Ripley, mi č sembrato piů un angelo sterminatore 2.0: ed č impossibile non pensare a Bunuel nel vedere la feroce critica di questa classe ricca, superficiale, fatua ed annoiata. Il gusto per alcune inquadrature e per le tematiche sessuali trattate in modo cosě esplicito, poi, č chiaramente preso da Greenaway (ed in particolare da The Draughtsman's Contract).
Il tema dell'intruso che scompagina tutto č sempre figlio di Teorema (non di Parasite come ho letto in giro, che non c'entra invece niente), anche se le similitudini con Saltburn finiscono veramente qui.