Robert McCall, in passato agente segreto, vive ora in un quartiere popolare a Boston, Massachusetts, e si guadagna da vivere facendo l'autista. La sua amica Susan viene incaricata delle indagini su un apparente omicidio-suicidio avvenuto a Bruxelles in coppia con Dave York, un tempo collega di McCall. L'investigatrice viene però attirata in un tranello e a quel punto Robert entra in azione.
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Un maturo ex agente segreto creduto morto svolge saltuari compiti di giustiziere per conto terzi .... Dopo quattro anni torna Denzel Washington nel secondo episodio del franchise ispirato all' omonima serie televisiva degli Anni '80 che vedeva protagonista il tosto Edward Woodward . Questa volta il nostro risoluto personaggio cercherà più banalmente giustizia per conto proprio , dovendo vendicare un' amica ed ex collega vittima di un complotto di alcune mele marce dei servizi segreti . Il ritmo si mantiene sempre su alti livelli e così pure la tensione , anche grazie all' inserimento di un personaggio ( il ragazzotto a rischio gang ) che subito pare solo un riempitivo ma poi avrà una ragione di essere . Il regista Antoine Fuqua si può ormai considerare un maestro delle pellicole d' azione e lo conferma con almeno un paio di di scene ( l' ispezione degli avversari in casa e lo scontro finale nella città in tempesta ) davvero molto ben girate . Denzel Washington , con il suo sguardo malinconico , è un protagonista azzeccato e nonostante l' età non più verde dimostra di avere ancora il carisma e la prestanza fisica necessari al personaggio . Il villain , non troppo a sorpresa , è il cileno Pedro Pascal , mentre i nomi più noti sono quelli di Melissa Leo e di Bill Pullman ( in una particina ) . Insomma , io avevo già apprezzato abbastanza il primo episodio e pure questo si conferma all' altezza . Del resto è il primo sequel che Washington gira in tutta la sua lunghissima carriera e se lo ha fatto è perchè sapeva che non era una ciofeca . Per me anche questo si merita 6,5 , come il primo .
Inevitabile sequel sempre diretto da Fuqua con il sempreverde Denzel Washington che con le sue espressioni ed il suo carisma è sempre convincente in questi ruoli. Leggermente inferiore al primo capitolo con una parte molto lenta per poi decollare gradualmente fino allo splendido scontro finale nella cittadina costiera sotto la violenza di un uragano. Il villain "Dave York" interpretato da Pedro Pascal meno incisivo di Csokas del primo capitolo. Bill Pullman e Melissa Leo ritornano in una parte secondaria ma funzionale alla trama. Ben dirett da Fuqua gli scontri, in particolare quelli corpo a corpo. "The Equalizer" non si ferma qui...
Denzel Washington conferma di essere un attore di livello top, tra i primi 10 della storia. Film eccezionale, che ho già visto 8 volte e non riesco mai a stancarmi di vedere. Ci sono brevissimi monologhi che hanno grande profondità. Totalmente in disaccordo con alcuni commenti che lamentano l'annoiamento durante la visione. È un film top, non solo azione, ma anche profondità d'animo e di vita.
L'espressione triste di Denzel e tutta quella maliinconia che si vuole trasmettere vale un punto in meno. A livello del primo quindi un piacevole film d'azione in cui non vi è l'ombra della giustizia se non quella personale.
Come il precedente, in tutto e per tutto. Il livello è il medesimo, però a dirla tutta credo che il primo sia leggermente migliore in quanto in questo "seguito" lo sviluppo risulta essere più prevedibile, specialmente in talune scene che vogliono essere dei plot twist. Ad ogni modo, se cercate un un film d'azione che non stanchi, andate tranquilli. 6-
Sorvolando sulle guanciotte cadenti di Denzel che ormai dà il meglio di sé nelle scene in cui da seduto guarda fuori dalla finestra indossando uno smanicato multitasche, si può concedere che il film intrattenga, anche se a lungo andare annoia, specialmente la noiosa scena finale, con proiettili che non mancano il bersaglio nemmeno a 300 metri mentre infuria una bufera. Va bene giusto se non hai di meglio da fare (quindi per me in una delle qualsiasi 365 serate di un anno qualsiasi dal 1946 a oggi).
Secondo capitolo inferiore e con meno spessore, ma il rischio era altamente prevedibile. Il personaggio interpretato da D. Washington diventa uno stereotipo fin troppo ripetitivo e onnipresente. Si poteva osare di più, peccato
Nessuna sorpresa. Il film è esattamente come uno se lo aspetta. Per i cattivi non c'è scampo. Per passare almeno una serata in um mondo in cui i cattivi fanno una brutta fine .
Torna il vendicatore interpretato dal sempre ottimo Denzel che ricalca piu' o meno quanto visto nel precedente episodio. Il mix di sguardi, rallenty e violenza funziona e la visione risulta godibile dall'inizio alla fine.
Bel personaggio quello di Denzel Washington,ovvero McCall uomo serio educato,pacifico e un po' filantropo che prende sotto la sua ala un ragazzo di colore cercando di farlo uscire dalle brutte compagnie che frequenta e che hanno portato alla morte del fratello.Ma McCall e' tutt'altro che SOLO questo , sa trasformarsi in uno spietato e abilissimo giustiziere e vendicatore.Il film e' interessante come la storia che riparte dalle vicendee dai personaggi del primo film.A tratti e' coinvolgente e i dieci minuti finali nella citta' travolta dall'uragano sono favolosi,solo che per arrivare a quello ci mette un po' troppo si dilunga in sitazioni e racconti , a volte inutili,che rendono piu' pesante il tutto se no meriterebbe un voto molto piu' alto
Attendevo questo seguito con trepidazione, perché ho adorato il primo capitolo. Primo capitolo che, dopo aver visto al cinema, commentai in modo positivo, ma senza sapere che, ad una seconda visione, ne sarebbe poi seguita anche una terza, poi una quarta, e via dicendo… The Equalizer è diventato uno dei miei film preferiti. Uno di quei film che, per qualche strano motivo, diventa tuo, come i Trinità, o i Rocky, o tutti quei film che puoi rivedere anche cinquanta volte senza che ti stanchino mai. Film che sono come una canzone che adori ascoltare: la rimetti su e su di nuovo anche se la conosci a memoria.
Mi aveva colpito questo personaggio, Mister McCall – un uomo d'altri tempi, così eccezionale nella sua normalità: serio, tranquillo, educato e con un grande senso di giustizia. Sempre pronto a fare la cosa giusta. Non un giustiziere, ma una persona semplice, che aiuta gli altri senza gesti plateali ma con umanità e, dove necessario, dura risolutezza. Un eroe nella vita di tutti i giorni pronto a mettere in gioco le proprie capacità non comuni quando è in gioco la vita di un'altra persona.
Il secondo film partiva con la missione difficile di dover mostrarsi all'altezza del predecessore. La missione è clamorosamente fallita. In The Equalizer 2 hanno sbagliato parecchio – e mi ha sorpreso che abbiano sbagliato persino in cose molto semplici.
________________________________da qui in poi, spoileroso____________________________
Innanzitutto, la trama. Era verosimile che i vecchi amici di questa segreta "Agenzia" rientrassero in gioco – ma il ritorno di Susan è soltanto pretestuoso, fine a sé stesso. La sua funzione nella trama è unicamente quella di essere uccisa per scatenare la vendetta di McCall. Peccato che si capisca davvero poco del meccanismo che ha portato alla sua uccisione. Ad esempio, chi sono i mandanti dell'uccisione del politico? Su chi stava indagando Susan? I veri cattivi sono gli ex "buoni", la squadra degli ex-colleghi di McCall. Ma non si capisce per chi lavorino. Pare siano mercenari, ma tutto ciò viene spiegato in maniera soltanto superficiale – e, appunto, pretestuosa. Inoltre: se la "vecchia" squadra di sicari e agenti segreti è sciolta – e, appunto, i vecchi amici di McCall sono mercenari – perché lavorano ancora per lo Stato? Come fanno ad avere i piedi ancora dentro la vecchia Agenzia, se essa è sciolta? Comunque, lasciando stare la trama, il vero punto debole è il villain: il cattivo, cioè il caposquadra, ha pochissimo spessore e la sua caratteristica principale è la viscidità. Siamo ben lontani da Nicolai Itchenko detto "Teddy Rensen", il cattivo del primo film: un militare russo esperto, sociopatico ma distino nei modi, persino educato ed elegante ma capace di estrema aggressività e violenza. Insomma, un uomo tutto d'un pezzo. Il "cattivo" di questo film, al confronto, è un foglio di carta. Bidimensionale e leggero. Per non parlare degli altri componenti della squadra, soltanto accennati, anzi nemmeno accennati…tanto che nessuno di loro apre bocca. Il film si muove per inerzia, alternando alla vicenda principale i vari salvataggi e opere di misericordia dell'integerrimo McCall nei confronti dell'umanità. Un McCall che, specularmente al villain, risulta anch'egli "rimpicciolito", a livello di personaggio, perché ha perso tutta la sua personalità. Il suo rimpicciolimento è di segno opposto, ma purtroppo di pari intensità, rispetto a quello del cattivo. Siamo molto lontani da quel dialogo mostruoso (a livello cinematografico) tra McCall e Teddy, la sera al ristorante, che al confronto di questo McCall e del nuovo cattivo sembravano giganti: da una parte c'era il nichilismo in persona, capace di uccidere senza alcun pentimento nè dubbio per rimuovere gli ostacoli, dall'altra c'era la giustizia in persona, capace di essere saggia e buona, ma, laddove necessario, anche più spietata e crudele del nichilismo.
Purtroppo, del vecchio McCall, in questo seguito, è rimasto solo il giustiziere benefattore, punto e basta. Non è inquieto, come era nel primo; non è scattante, spietato e a volte anche cattivo, come nel primo. Non è malinconico e desideroso di riscatto, come nel primo. No, qui è soltanto un giustiziere benefattore. Ha perso il mordente. Non cerca la sfida. Ha pure modificato il modo di camminare…si trascina, arranca. Appare molto più anziano. Oltretutto è vestito in abiti datati forse prima rivoluzione industriale (a proposito, i costumi sono pessimi!) il che accresce la sensazione di pesantezza trasmessa dal personaggio.
Comunque, per me il film merita la sufficienza, ma è un 6 politico…per il fatto che l'azione non manca (anche se moto ridotta rispetto al primo). Denzel W. poi è sempre in forma e salva la baracca.
Un gradino inferiore al primo film per il resto stesso ritmo e stesso copione; peccato che neanche questo secondo episodio ci dice molto del protagonista ma ce lo lascia così come conosciuto nel primo capitolo : un misto tra Chuck Norris e John Wick. Consigliato ai fan del buon Denzel
Replico esattamente il voto dato poco fa al primo capitolo (che a suo tempo mi ero dimenticato di commentare)..Stesso regista..stesso ritmo..con variazione di trama..il film mi ha intrattenuto per tutta la sua durata senza mai annoiarmi per cui per quanto mi riguarda lo consiglio per le fredde serate invernali durante le quali non volete addormentarvi davanti alla TV.
Il primo non l'ho visto ma se è valido quanto questo lo recupererò sicuramente. Pur avendo uno sviluppo narrativo intuibile, il film di Fuqua riesce nell'intento di intrattenere lo spettatore con una serie di incontri-scontri all'ultimo sangue, dirigendo bene un Denzel Washington sempre sul pezzo, abile nella recitazione quanto nel proporsi come action-man. Una pellicola discreta che sa come muoversi, nonostante presenti poco in termini di originalità, e che riesce a offrire una visione dinamica e coinvolgente.
Questo seguito di Equalizer rispetta i canone del capitolo precedente. Non apporta molte novità nella sostanza, mostrando comunque uno spaccato più concentrato sul quotidiano del protagonista. Bisogna dire che ci sono certezze e la più importante naturalmente è rappresentata da Washington. Il suo personaggio rimane intrigante ed in qualche modo copre le pecche di uno script non certo irresistibile, ma dotato di una buona parte finale ai confini di un uragano. Come intrattenimento fa ampiamente il suo dovere.
Non ci sono molte varianti in questo secondo capitolo del vendicatore e buon samaritano Robert McCall, però Fuqua è un buon mestierante ed è una garanzia in fatto di intrattenimento e ritmo, il problema è che si spera ogni tanto azzecchi il bel film, forse capitato col solo "Training Day". Col seguito di "The Equalizer", non speravo chissà cosa, avevo voglia solo di un prodotto solido dal valido intrattenimento e questo la pellicola lo fa a dovere. Per quanto riguarda il cast, Denzel bravo come sempre nel suo one-man-show (nonostante i gigioneggiamenti), Pedro Pascal funzionale, ma non sfruttato al meglio, così come Bill Pullman e Melissa Leo, relegati a particine.
Denzel si è un pò imbolsito, non c'è niente di nuovo rispetto al primo e anzi è evidente come nn si sia cercato di fare altro che proporre delle buone scene di azione.
Il film mi è strapiaciuto, pure un pò più del primo.
Momenti iperviolenti si alternano ad altri più tranquilli, ma comunque il film si risolleva alla stragrande con il finale: era da anni che non vedevo una conclusione così spietata e serrata e questa sequenza dell'isola con la bufera è girata divinamente e coinvolgente al massimo.
Pullman funzionale, Washington bravo.
Fuqua è sempre una garanzia e, a dirla tutta, ha fatto poche boiate (L'ultima alba è tra queste).
Il seguito di Equalizer è in linea con il primo film, Robert McCall si è trasferito, e adesso fà il tassista per Uber, nello stesso tempo continua ad aiutare le persone che incontra sulla sua strada, usando le sue abilità e risorse. L'inizio in Turchia è in linea con questo principio, risolto l'incarico ritorna in America, il rapporto con i vicini, e con un ragazzo orfano di padre che Robert prende sotto la sua ala protettiva sviluppa anche l'interazione del personaggio, che non ha amici, tranne Susan, analista della CIA è l'unica a sapere che Robert è ancora vivo, dato che è dato per deceduto in una missione vent'anni prima. La morte di Susan, collegata all'omicidio-suicidio apparente di una coppia a Bruxelles riporta a galla i ricordi, e il suo rapporto con la sua squadra d'ingaggio della CIA
che scoperto che Robert è ancora vivo, e sà della morte di Susan, decide di eliminarlo, capitanati da Dave, amico di Susan, ma in realtà killer dell'agenzia che si è rifatto un profilo mettendo da parte il suo passato di agente operativo
Inutile dire che Robert scatenerà una carneficina, affrontando
i membri della sua ex-squadra, su di un isola, mentre infuria la tempesta, eliminandoli uno dietro l'altro e salvando il ragazzo preso in ostaggio
La regia solida di Fuqua porta a conclusione un ottimo action,grande successo di pubblico che ha raddoppiato l'incasso del primo, in cui sparatorie e duelli con il coltello sono il piatto forte, Denzel Washington è rilassato, in parte senza strafare e nonostante l'età, ancora credibile. In definitiva un action godibile che fà il paio con Fallaut, da vedere. "paghiamo sempre per i nostri peccati".
Il personaggio di Denzel non viene più approfondito come nel primo capitolo e la storia è sviluppata in modo un po' grossolano, tuttavia l'azione rimane su buoni livelli, soprattutto nella seconda parte della pellicola. Lo scontro finale non ha scene d'azione particolarmente innovative ma la location si dimostra efficace. Il carisma del protagonista rimane comunque il punto di forza del film, Denzel non delude mai nelle sue interpretazioni.