vital regia di Shinya Tsukamoto Giappone 2004
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vital (2004)

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locandina del film VITAL

Titolo Originale: VITAL

RegiaShinya Tsukamoto

InterpretiKazuyoshi Kushida, Kiki, Nami Tsukamoto, Tadanobu Asano

Durata: h 1.26
NazionalitàGiappone 2004
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2004

•  Altri film di Shinya Tsukamoto

Trama del film Vital

Dopo un incidente d'auto, Hiroshi si risveglia in ospedale; è vivo ma non ricorda più nulla di sé e della sua vita. Alla ricerca della propria identit e del proprio passato, il giovane torna alla facoltà di medicina che aveva già frequentato e poi abbandonato in precedenza...

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Voto Visitatori:   8,62 / 10 (26 voti)8,62Grafico
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Voti e commenti su Vital, 26 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

alex94  @  30/10/2023 17:29:09
   9 / 10
Uno degli apici di Tsukamoto,un opera molto personale ( ne ha curato anche la sceneggiatura,il montaggio e la fotografia), inquietante e raffinata,oltre che magistralmente interpretata,non solo dall' esperto Asano ma anche dal resto del cast, praticamente esordiente.
Potente ed intenso ma anche una delle opere più "facilmente" accessibili di questo autore,un buon punto di partenza per scoprire uno dei più talentuosi registi giapponesi ( e non solo) degli ultimi decenni.

Signor Wolf  @  15/01/2022 11:33:37
   9 / 10
Un film unico e grandioso questo Vital, sono ricordi quelli del medico? è la sua immaginazione? è una realtà parallela? o e semplicemente arte?

_Hollow_  @  11/03/2015 02:08:24
   9½ / 10
Lasciando perdere tutti i significati, lasciando perdere tutti i temi della pellicola e la poetica ricorrente (qualche secondo fortissimamente alla "A snake of june") di Tsukamoto (il corpo, la donna, il rosso e l'azzurro, la pioggia, le ortensie), questo "Vital" andrebbe scolpito nella memoria di un amante di cinema già semplicemente per i significanti (concetto quasi alla Carmelo Bene).

In particolare, la danza di lei sulla spiaggia è da pelle d'oca.

GianniArshavin  @  11/04/2014 16:37:21
   8 / 10
Il genio di Tsukamoto è una continua fonte di idee ed innovazione e questo Vital non fa eccezione.
Hiroshi è un giovane studente di medicina innamoratissimo della sua ragazza; purtroppo insieme a quest'ultima sarà coinvolto in un incidente mortale per lei e grave per lui visto che perderà la memoria totalmente. Per ritrovare se stesso e i ricordi perduti Hiroshi tornerà a studiare e durante un corso i dissezione gli capiterà sotto le mani il cadavere della sua fidanzata....
Quella di Vital è una storia originale, macabra e romantica, una perla profonda e delicata fra sogni, ricordi e amore che scava all'interno dell'animo dei protagonisti non scadendo mai nel trash nonostante un tema cosi forte. Tsukamoto ci guida in questa ricerca toccando i tasti giusti ,coinvolgendoci appieno senza mai risultare stucchevole.
Hiroshi riuscirà grazie al suo lavoro sul cadavere a ritornare con mente e corpo ai momenti felici con l'amata, squarci di gioia,colori e sentimenti che si alternano ad una realtà asettica e fredda dove lo studente contrarrà una brusca e perversa relazione con una compagna fondata perlopiù sulla passione che tuttavia non riuscirà ad allontanare il giovane dalla sua disperata ricerca.
Il regista anche in questo caso ci parlerà del singolo individuo e dei problemi dell'intimo che ognuno di noi può incontrare ma anche di tematiche estendibili a tutta la società orientale.
La regia si differenzia parecchio dal solito stile disturbante e psichedelico dei precedenti film di Tsukamoto; qui abbiamo un approccio più pacato e controllato, atto a sottolineare le emozioni dei protagonisti e i loro pensieri.
Bene anche il cast ed un finale davvero straordinario.
Quindi consiglio a tutti questo gioiello di sensibilità e visionarietà, ennesima conferma del talento puro di questo regista nipponico.

DEX1982  @  25/12/2013 13:29:06
   9½ / 10
che film signori... una poesia della vita senza ombra di dubbio
tsukamoto è il mio regista preferito ma qua si è veramente superato

Lucignolo90  @  18/10/2013 14:21:58
   8 / 10
Hiroshi, un ragazzo vittima di un incidente stradale, si risveglia da un coma durato alcuni giorni non ricordandosi nulla di quel che gli è successo; aiutato dai genitori, riprenderà a frequentare la facoltà di medicina che aveva abbandonato, finchè un giorno gli capita per un tremendo scherzo del destino di dover dissezionare il cadavere della fidanzata che era morta nello stesso incidente, e i ricordi cominciano a riaffiorare prepotentemente...
Gran bel film dal controverso regista di Tetsuo e Tokyo Fist, che qui adotta uno stile vagamente meno anticonvenzionale, è un film molto più "umano" dei suoi precedenti, nel vero senso della parola, cioè è un film che ha come tema centrale la dimensione del corpo umano e quella dello spirito; l'era delle mutazioni cronenberghiane, dei coacervi carne-metallo, del mondo in ruggine, è da riporre in un cassetto del suo archivio mentale, pronto per esser ripescato col terzo Tetsuo.
Quello che non cambia è l'abilità del regista di veicolare emozioni e profondi significati su suoi personalissimi binari non percorsi da altri; non possono lasciare indifferenti le riflessioni, di per sè interessanti, sugli stati mentali, la memoria, una ricerca di pace interiore che qua si fa ricerca interiore della pace; è proprio nel senso letterale di ricerca ossessivo/morbosa all'interno dei tessuti organici della sua amata che Hiroshi tenterà disperatamente di rimettere a posto un mondo che è finito nel caos a seguito di un evento che ha avuto esiti irreversibili; trovarsi nel limbo di non riuscire a comprendere un avvenuto cambiamento e allo stesso tempo non volerlo dimenticare. Un film che alla fine, impressionandomi quando ho pensato da che assunto partiva, mi ha lasciato dentro il residuo di qualcosa di estremamente romantico e tenero, un qualcosa che non può non essere di facile accettazione per un occidentale, ma tale è: amore che rinasce dalle ceneri della morte.

Badu D. Lynch  @  23/03/2013 13:11:10
   9 / 10
C'è poesia anche nella cerimonia di completamento che accompagna i corpi sezionati verso la loro "residenza finale", soprattutto se il regista è Shinya Tsukamoto, uno dei più grandi e geniali cineasti della sua generazione.
Vital è una storia d'amore che trascende il tempo e la vita, rompe i concetti prefissati del tabù ultimo, la violazione del corpo dopo la morte.
L'inconscio, infine, proietta la liberazione finale e l'eterna unione che, distaccandosi dall'opprimente e triste esistenza, vengono tenuti in vita grazie alla forza del ricordo, creando una sorta di dimensione parallela nella quale l'amore abbraccia il concetto di infinito.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  08/03/2013 23:40:20
   9 / 10
Una storia d' amore quasi shakespeariana, estrema, mitica, eterna, come tutte le avventure che nel pieno dell' avvenire incontrano la morte. Non due corpi e un' anima ma due anime e un corpo.
Lo spirito è abbastanza opaco per iscriversi nell' opacità della memoria; la carne è troppo vivida per sottrarsi alla vista senza sommo dolore, troppo vitale per consegnarsi al ricordo: essa preferisce l' essenza materica del sogno.

Tom24  @  12/02/2013 01:32:13
   8½ / 10
Probabilmente il mio Tsukamoto preferito. Sì, ha la Vita dentro.

Invia una mail all'autore del commento RubensB  @  30/01/2013 01:08:26
   7½ / 10
il voto é una media tra l'intrattenimento ed il pensiero che il regista esprime. La dissezione della morte racconta una vita e la vita che idealmente vivisezionimo é morente. Cosa é piú reale tra un sentimento in un sogno-ricordo ed un fascio di muscoli che possiamo razionalmente studiare? Tsukamoto ci vuole e forse si vuol convincere lui stesso che l'emotività non é solo pilotata dall'esperienze, ma é innata nella nostra condizione di esseri umani. Consolatorio.

Clint Eastwood  @  07/08/2012 11:40:19
   7½ / 10
Primo film di Tsukamoto e una delle mie poche incursioni nel cinema orientale, è una bella sensazione. La peculiarità di questo cinema è il totale sprofondamento in qualcosa che non hai ancora visto e che stacca completamente dalla abituali visioni europee, americane. VITAL è un pensiero sulla morte, una riflessione sull'esistenza dell'uomo che finisce con la morte anche se non è detto. Tsukamoto ha una sensibilità invidiabile a presentare questa sensazione, un minimalista ma anche un ottimo videoclipparo. Commovente come pochi altri.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  03/08/2012 17:38:18
   8 / 10
Questo è un gran film signori. Regia impeccabile per un'idea interessantissima. Attori poco più che mediocri purtroppo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  24/10/2011 12:54:18
   8 / 10
Amore e morte secondo Shinya Tsukamoto,un film romantico in un'accezione del termine molto divergente dal quel significato comune cui siamo avvezzi.Nessuna smanceria,nessuna concessione a svenevoli frasi da rotocalco rosa ma solo un devastante e (devastato)sentimento in grado di trascendere le regole esistenziali cui ogni essere vivente è soggetto, per trovare compiutezza in un accogliente limbo/arenile.
Una storia d'amore declinata secondo la concezione artistica di un regista dalla spiccata propensione alla sovversione visiva e tematica,un anarchico in realtà autoregolamentato,geniale nell'elevare il contrasto o l'eccesso a mezzo nobile per dar lustro al proprio pensiero di disorientate profondità.
In questo caso l'eccedenza è più presunta che effettiva,l'argomento a prima vista può sembrare irrispettoso o addirittura offensivo ed invece è uno splendido viaggio introspettivo di rara delicatezza che utilizza il tabù della morte e in particolar modo la chiusura mentale verso un'operazione dai più considerata raccapricciante ,come clamoroso trait d'union di un destino spezzato da un tragico incidente stradale.
L'amnesia del protagonista è un vaso vuoto da riempire,Tsukamoto conduce per mano lo spettatore alla scoperta della vita di Hiroshi,facendo riaffiorare i ricordi del ragazzo (la star nipponica Tadanobu Asano) dapprima come reminiscenze confuse,poi mediante immagini sempre più nitide e dolorose distribuite secondo un particolare criterio logico mirato allo svelamento della relazione con Ryoko e alla misteriosa identità di Ikumi.
Da elogiare l'elegante fotografia spesso virata su toni bluastri e la regia accorta,stranamente mai nervosa come spesso riavvisabile nelle pellicole più celebri del regista, da cui comunque "Vital" si distanzia in modo netto,rifuggendo sequenze morbose e raggiungendo una reverenza composta ma partecipe nei confronti dei defunti (un po' come in "Departures" di Yojiro Takita),tramutando l'autopsia, o dissezione, in un ultimo straordinario atto d'amore spirituale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  29/06/2011 07:19:07
   8½ / 10
Tsukamoto finalmente alla resa dei conti con il corpo umano, tema centrale di tutta la sua opera nei 10 anni che vanno da Tokyo Fist ad appunto Vital. Egli in questo film studia, osserva, sviscera, disseziona il corpo per capirne i segreti, una vera ossessione che raggiunge qui il suo culmine. Infatti, nelle pellicole susseguenti a Vital Tsukamoto lascerà definitivamente la dimensione corporea dell'uomo per concentrarsi sull'immateriale, lo spirito, i sogni (come dimostrano non solo Haze e i due Nightmare Detective, ma anche Tetsuo The Bullet Man che è indubbiamente il meno corporale dei tre Tetsuo).

Questo è anche l'ultimo film che utilizza come motore quello del triangolo amoroso. Triangolo amoroso che qui è quantomai macabro: lui, lei e il cadavere dell'altra da dissezionare insieme. Il rapporto gerarchico tra i tre personaggi è molto evidente: in cima alla scala vi è la ragazza morta. Ella non solo sembra possedere una pace interiore e una serenità sconosciute agli altri due, ma è a tutti gli effetti l'artefice del percorso di Takagi verso il recupero della memoria, configurandosi come una sorta di deus ex machina: è sua infatti la scelta di donare il proprio corpo e di chiedere che fosse proprio Takagi a dissezionarlo, prevedendo che ciò gli avrebbe permesso di superare i propri problemi (di cui non poteva essere a conoscenza, dimostrando quindi una capacità di preveggenza acquistata probabilmente grazie alla posizione liminale tra il mondo dei vivi e quello dei morti in cui si trovava).

Ikumi, invece, è al gradino più basso del triangolo: ella in fatti è il personaggio più debole, inevitabilmente attratta da Takagi ma frustrata dal fatto di non rappresentare niente per lui, che è concentrato solo sulla dissezione del cadavere della sua ragazza tramite il quale riscopre e si riappropria del rapporto perduto. Le sue debolezze si chiamano soprattutto insensibilità e orgoglio. Insensibilità che si evince quando il professore si uccide dopo essere stato scaricato da lei, poichè Ikumi nonostante sia la responsabile rimane fredda e impassibile, incapace di provare pena. Orgoglio perchè Ikumi non riesce ad accettare le proprie debolezze e i propri difetti: si rifiuta di usare la mascherina nonostante sia la più impressionabile di fronte ai cadaveri e vuole a tutti costi essere la migliore. La sua attrazione e frustrazione saranno catalizzate proprio da Takagi perchè lui è lo studente più brillante, ma alla fine riuscirà a maturare e ad affacciarsi a una nuova vita, come testimonia l'ultima scena in cui la vediamo quando ringrazia Takagi (che invece con lei si era scusato per non averle dato alcuna attenzione).

Tra questi due poli si situa Takagi, il protagonista del film. Egli infatti è motore del percorso evolutivo di Ikumi ma contemporaneamente usufruisce del ruolo di Ryoko per il proprio percorso: la riappropriazione della memoria e della propria identità passa obbligatoriamente attraverso la dissezione del cadavere della ragazza. Il non-stile di recitazione di Asano Tadanobu, che conferisce sempre una certa aura di apatia ai suoi personaggi, fatta eccezione per l'eccentrico Kakihara di Ichi the Killer, qui è perfetto per tratteggiare lo stato di amnesia e smarrimento del personaggio principale. La sala autopsie ricorda molto la palestra di Tokyo Fist, come luogo sotterraneo dove le regole della società vengono sovvertite (così come normalmente per strada non si può fare a pugni, sarebbe anche impossibile dissezionare un cadavere alla luce del sole), in cui si deve fare i conti con se stessi. Quindi, tramite le estreme esperienze possibili solo in questi luoghi, il protagonista tsukamotiano può divenire padrone del proprio corpo e della propria coscienza.

Sullo sfondo del film abbiamo nuovamente la stagione delle piogge, proprio come in "A Snake of June", e Tokyo sembra sempre più in armonia con gli elementi naturali come testimoniano inquadrature di fiori o di palazzi alla cui base scorre vigorosa l'acqua simbolo della vita. Tsukamoto si mette dunque definitivamente alle spalle il tema del corpo umano e del suo rapporto con la metropoli odierna con questo bellissimo film, ennesima conferma del talento e della sensibilità del regista.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  21/02/2011 23:54:27
   9 / 10
E' uno dei miei preferiti di Tsukamoto, senza dubbio. Anche in questo caso la centralità del corpo fisico diventa la chiave per il recupero della propria memoria. L'erotismo di Snake of June lascia il passo al corpo senza in Vital. Dissezionare un cadavere permette al protagonista di risvegliare il proprio inconscio ottenebrato, di rinascere. Mai come in questo film è così esplicita la vicinanza tra il corpo fisico e lo spirito di un essere umano. Vital è probabilmente il film più compiuto di Tsukamoto dopo la svolta di Gemini. Più misurato nella forma e nello stile, ma ugualmente potente nelle sue tematiche predilette.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  22/04/2010 23:29:59
   9 / 10
Ho sempre provato un certo timore a parlare obiettivamente di questo film, visto alla mostra del cinema di Venezia anni or sono. Un'esperienza letteralmente travolgente - come del resto tutto il cinema di tsukamoto - che vive attraverso le ossessioni di hiroshi e al suo morboso feticismo coprofago (non riesco a definirlo in altro modo).
La morte come promessa d'eternità? La vita - ma sarebbe meglio dire "sopravvivenza" - come chimera impossibile per restituire una vita, o anche solo l'idea della sua espressione carnale? Allucinante, magnifico, spiazzante.
Nel suo primo film a colori (credo ma potrei sbagliarmi) il grande regista giapponese lascia lo spettatore libero di formulare risposte che forse solo la nostra coscienza può dare

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/09/2013 21.13.43
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TheLegend  @  15/11/2009 04:53:51
   7½ / 10
Film che aleggia tra la vita e la morte,esplorando luoghi sconosciuti.
Scena finale che mi ha toccato dentro.

Invia una mail all'autore del commento Banana Pie  @  13/07/2009 11:44:42
   8½ / 10
Altro film non violento di Shinya, anche questo ben riuscito, toccante. Particolare la trama, unisce la dolcezza al macabro mantenendo il film sempre delicato, senza mai suscitare disgusto. Ottima regia, non male Tadanobu Asano ma l'ho preferito in altri film come Ichi the Killer.

Max78  @  11/04/2009 19:11:43
   8½ / 10
Un cadavere fatto a pezzi per ricomporre il puzzle di un amore dimenticato.
Incomprensibilmente dolcissimo.
Se non è genialità questa...

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VikCrow  @  04/03/2009 18:02:54
   10 / 10
L'essenza della vita impressa sulla pellicola. Viscerale.

Ciaby  @  24/12/2008 21:46:01
   10 / 10
tsukamoto completamente immerso nella vita

Taguchi  @  14/05/2008 22:33:22
   9½ / 10
Seconda (Re)visione di questo immenso capolavoro, ostico quanto geniale.
Lontanissimo dal primo Tsukamoto ma di un'intensità che lo rende forse il suo capolavoro. Tadanobu Asano grandissimo in un ruolo indimenticabile e una sapienza dell'immagine rarissima al giorno d'oggi.
Sequenza da pelle d'oca e una poesia e tenerezza che non si trova facilmente.
Fotografia virata sul blu e sull'arancione e musiche di Chu Ishikawa che coronano alla perfezione le intenzioni del regista.
La dissezione dell'immagine.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  11/01/2007 14:59:31
   7½ / 10
Come al solito ci vuole un paio di giorni per metabolizzare e comprendere meglio questi film..
E'una storia d'amore raccontata in modo molto particolare e distante dagli usuali canoni occidentali, non si può parlare nè di amore platonico nè di amore fisico..
Gli spunti di riflessione non mancano, su tutti l'ossessione per il successo dei propri figli a l'ossessione per un amore non ricambiato.
Ottima regia di Tsukamoto (la Ryoko del film é sua figlia o un'omonima?) cosi come Asano ma questa non è una sorpresa. Consigliato!!

1 risposta al commento
Ultima risposta 25/04/2007 00.23.37
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  16/11/2006 23:38:28
   9 / 10
...Veramente bellissimo... L'amore che nasce dalle ceneri della morte... Un film che conferma la complessa semplicità del cinema di Shinya Tsukamoto... Un continuo parallelismo vita e morte e ricchissimo di simbologia... Potrei dire che l'intero film è la metafora della continua ricerca di sè... Un film bellissimo con un Asano ottimo e ricco di quei significati che solo la cultura orientale è in grado di donarci con tanta delicatezza...

lupin 3  @  17/06/2006 16:29:44
   6½ / 10
Mi aspettavo di meglio...

benzo24  @  04/06/2006 03:56:09
   10 / 10
un film straordinario, un vero inoo alla vita che si innalza sule note della morte . un inno all'amore che che viene composto tramite la assoluta mancanza di sentimenti. un capolavoro assoluto.

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