Durata: h 2.40 Nazionalità:
Gran Bretagna1968 Genere: fantascienza
Tratto dal libro "2001: Odissea nello spazio" di Arthur Charles Clarke
Al cinema nel Dicembre 1968
Un'astronave, guidata dal computer Hal 9000, parte in direzione di Giove con a bordo due astronauti e tre scienziati ibernati. Ma durante il viaggio il computer prende coscienza di sé e si ribella, provocando la morte di tutti i passeggeri tranne uno...
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Ho messo nella mia classifica dei film migliori di sempre Blade Runner al primo posto , però 2001 : Odissea nello spazio é sicuramente il film più importante della storia del cinema . Mi sembra di avere letto da qualche parte che qualcuno insinuò che l' uomo non andò sulla luna e fu tutto un bluff prendendo come esempio il livello tecnico raggiunto appena un anno prima nel mettere in immagini questo film , pensandoci bene si può anche non dargli torto . Incredibile che sia un film del 1998 , come ho già detto per come é fatto ma soprattutto per l' ampia visione di insieme penso più che rivoluzionaria per l' epoca , non mi sorprenderei se ai tempi molti non lo avessero capito per niente , aggiungiamoci anche il finale più che enigmatico secondo soltanto a quello di Shining . Fatto da un vero genio avanti diecimila anni luce . Tutti i film di fantascienza seguenti gli sono debitori e ovviamente non lo hanno mai raggiunto come livello anche se alcuni sono stati capolavori straordinari ... Voto dieci quasi offensivo per mancanza di voti superiori da assegnare .
Cosa potrei aggiungere di mio o di nuovo dopo 734 commenti? Provandoci, direi che credo di commentare solo ora il film più famoso della cinematografia mondiale. Penso che se chiedessimo ad un campione di 1000 persone di svariate età e nazionalità, quale sia il primo film che viene in mente loro, la maggior parte di essi direbbero senz' altro questo titolo. "2001 Odissea nello spazio", credo che sia l' eccellenza e lo spartiacque del mondo del Cinema. L' anno non poteva che essere quello del 1968, con tutte le sue tematiche ed i suoi risvolti che ben conosciamo; ed il tema trattato quello maggiormente oltre i limiti della concezione umana, e cioè l' esistenza di altri mondi e soprattutto di altre forme di vita intelligenti. Ricordiamo poi quanta importanza e quanto risalto dava l' uomo a determinate notizie nel corso del '900... Alcune di esse occupavano i primi titoli dei giornali nonostante il periodo bellico. Penso all' affondamento del Titanic, ai primi attacchi di uno squalo bianco nei confronti dell' uomo ( pare durante la Seconda Guerra ), il tema dell' occulto e molte altre notizie... Non ultima la conquista dello Spazio, che già solleticava e non poco la Germania ai tempi del Nazismo.. Ricordiamo poi le prime missioni anni '50 con le sonde e soprattutto con il viaggio della sventurata e piccola cagnolina Laika, e le prime conquiste degli anni '60 con il sovietico Gagarin seguito dalla spedizione americana dell' Apollo 11 ecc... Pensiamo in quegli anni cosa abbiano voluto significare queste notizie, il clamore, l' uomo che riesce ad arrivare nello spazio, come una sfida vinta andando oltre i propri limiti. Penso che Kubrick abbia attinto molto dalle immagini degli accadimenti di quegli anni antecedenti l' uscita di questa pellicola, ed a sua volta abbia superato sè stesso portando nel grande schermo come nessuno era riuscito a fare nel passato, la profondità dello spazio, strane figure geometriche ( astronavi ) che fluttuano nell' abisso più oscuro, sagome perfettamente circolari di pianeti blu o rossi, superfici rocciose (?) aliene, velocità supersoniche, gravità degli oggetti e soprattutto dell' uomo nell' oscurità dello spazio infinito. Poi lo studio evolutivo dell' intelligenza umana ( il primo spezzone è veramente stratosferico ), il suo modo di affrontare la situazione di fronte all' infinito, l' intelligenza artificiale ( Hal 9000 ), e l' intelligenza aliena ( il fantomatico Monolito come Dio (?) di una remota civiltà appartenente e mondi lontani e sconosciuti). Ancora oggi queste sequenze fanno il loro effetto, forse non verranno mai eguagliate nella loro bellezza e nel loro essere così poetiche. Credo che il ritmo lento che molti, anche alcuni critici a torto lamentano, siano voluti e ben si sposano con i ritmi cadenzati e leggeri del valzer. Sembra quasi che Kubrick dica allo spettatore: " Guarda ed ammira la magnificenza delle immagini che ti faccio vedere!" Oppure " Hai mai visto prima d' ora qualcosa del genere?" La risposta è chiaramente no!!!...
Per cui 2001 Odissea nello spazio rimane il titolo che più di ogni altro rappresenta al meglio l' inizio del Cinema contemporaneo. E chi se non Kubrick ne poteva essere l' artefice? Credo che è proprio con questa pellicola che comincia la seconda parte della carriera registica di uno dei più grandi registi cinematografici mai esistiti. Si era già distinto per la forza di alcuni suoi lungometraggi precedenti, tipo "Orizzonti di gloria" o il controverso per il periodo "Lolita" ed il "Dottor Stranamore" tutti rigorosamente in bianco e nero o anche per il Kolossal "Spartacus", ma è con la visionarietà di questa pellicola che raggiunge la consacrazione e che testimonia la sua versatilità. Pensiamo ad esempio che nel 1999 da una novella di Schnitzler ambientata negli anni '800, riuscirà a sfornare il suo ultimo Capolavoro "Eyes wide shut", ambientandolo ai giorni nostri... Pochi altri sono riusciti ad esplorare i più svariati generi, come fece con successo il grande Kubrick! Che dire poi di quelle schermate nere accompagnate da musiche d' atmosfera ed inquietanti, come ad inizio ed a metà film, dopo che Hal 9000 legge le labbra dei due astronauti? Davvero geniali, come degli autorevoli colpi di pennello! Il tema principale di inizio e fine del film che chiude il cerchio, con la rinascita di Bowman ( Richard Strauss "Così parlò Zarathustra" ), semplicemente epocale! E pensiamo inoltre a come ha influenzato la cinematografia degli anni a venire di genere e non. Poche volte come in questo caso, possiamo parlare di un' opera d' arte! Personalmente parlando preferisco altri titoli, ma bisogna riconoscerne i meriti! Riprendendo ciò che ho scritto all' inizio, confermo di non credere al fatto che possa esistere un titolo cinematografico più iconico e più grande di "2001 Odissea nello Spazio". Il Cinema ha ricevuto in dote la sua "Gioconda" di Leonardo!
Dei tredici lungometraggi che Stanley Kubrick ha diretto, questo a mio parere è uno dei peggiori; è difficile credere che questa monotona noia cinematografica provenga dallo stesso uomo che ha diretto film fantastici come "Arancia meccanica" e "Full Metal Jacket", ma aspettate gente, ho una mia teoria...tutti commentano come questo film sia un pezzo rivoluzionario di fantascienza e devo ammettere che questi commenti hanno un certo fondamento. Le immagini di 2001 sono sorprendenti, gli effetti speciali sono strabilianti e resistono ancora bene oggi, anche le scenografie sono autentiche e impressionanti. Questo film ha anche aperto la strada a molti altri film di fantascienza. Il problema con questo film è che (a parte una narrativa molto vaga sull'evoluzione dell'umanità) c'è ben poco di concreto. Mi è sembrato che Kubrick fosse più interessato a creare un momento di conformità nel mondo del cinema piuttosto che a creare un film con una storia interessante che coinvolgesse effettivamente il pubblico. Sì, soddisfa tutte le caselle 'tecniche' e 'filosofiche', ma non c'è coinvolgimento emotivo, non c'è nessuno a cui interessarsi e niente a cui interessarsi. Normalmente, una colonna sonora in un film viene utilizzata per evocare paura, eccitazione o tensione, ma qui la colonna sonora viene utilizzata solo per il gusto di farlo ed è massicciamente sovrautilizzata. In effetti, è arrivato al punto in cui la colonna sonora è diventata più irritante di qualsiasi altra cosa e ci sono stati lunghi periodi quando è stata utilizzata a discapito sia dello sviluppo del personaggio che dello sviluppo della trama. L'unica parte leggermente interessante di questo film è stata quando la troupe ha iniziato ad avere problemi con HAL, ma questo aspetto della trama è stato di breve durata e la risoluzione di questo aspetto della storia è stato fin troppo formulato. "2001: A space odyssey" sembra davvero essere un film con "effetto Marmite", o lo ami o lo odi. Come spettatore medio appassionato di cinema che non pretende di avere alcun tipo di pseudo-intelligenza, devo confessare che ho trovato l'intero film noioso e pretenzioso. Non preoccuparti Stanley, sei perdonato.
Ottimo a livello concettuale (chi/cosa e come ha guidato l'uomo attraverso il processo di evoluzione? esiste un qualcosa che sovraintende ai destini degli uomini e li governa? Questo qualcosa guida l'umanità attraverso l'evoluzione?) "2001 Odissea nello spazio" è un'esperienza visiva come poche altre. Ogni fotogramma di questo film è impostato quasi alla perfezione e gli effetti speciali non sono affatto datati. Sfortunatamente, le immagini non sono tutto ciò che fa un film. Il 2001 è così noioso e noioso. Certo, ogni scatto è carino, ma ogni scatto dura anche quello che sembra un minuto. Otteniamo inquadrature di astronavi che attraccano lentamente, inquadrature di astronauti che corrono intorno all'astronave esercitandosi per quella che sembra un'eternità e una lunga scena alla fine in cui un astronauta vola nello spazio mentre osserva una gamma molto carina di colori. E i primi 20 minuti sono scimmie che scherzano con le ossa senza che venga detta una sola parola, una scena che dà la sensazione di totale ottusità che ha il resto del film. E' uno di quei film in cui tutti guardano, discutendo su cosa significhi esattamente. Non è un film da godere, ma un film da analizzare. E mentre alcuni potrebbero essere in grado di ricavare un tema sull'evoluzione umana da esso, per me per godermi un film, non può essere solo "profondo", deve essere anche divertente, e non c'è niente del 2001 che sia divertente. Se puoi aggirare la storia e vederla come una produzione puramente tecnica, allora certo va bene. Ma se non puoi farlo, allora non lo consiglio. Come dicevo sopra il mio problema con il film è che è uno dei film più lenti che abbia mai visto. Fondamentalmente funziona così: campo lungo con musica classica in sottofondo, campo lungo con musica classica in sottofondo, campo lungo con musica classica in sottofondo, un po' di dialogo, campo lungo con musica classica in sottofondo, campo lungo con musica classica in sottofondo, ancora un po' di dialogo, campo lungo con musica classica in sottofondo, campo lungo con musica classica in sottofondo...All'inizio sono rimasto anche discretamente contento di questo, ma poi ho iniziato perdere la pazienza. È così lento che una volta superato il montaggio della scimmia ho iniziato a perdere interesse per tutto. Semplicemente non fa per me. E non solo perché dura due ore e mezza, ma piuttosto perché non contiene molto. I pochi momenti in cui succede qualcosa possono in effetti essere molto artistici e pieni di significati profondi, ma ce ne sono così pochi e sono così lontani l'uno dall'altro che diventa difficile persino ricordare cosa fossero già a metà del film. Questo sarebbe potuto essere ridotto a massimo 35-40 minuti e non avrebbe perso nulla nella logica. Ma la cosa più irritante sono le scene prolungate che mostrano cose irrilevanti che accadono. Ad esempio, perché devo guardare l'intera sequenza di atterraggio per 5 minuti agonizzanti? Voglio dire, ho capito, la navicella sta atterrando. Non c'è bisogno di provare ad annoiarmi a morte. Poi il viaggio lunare, di nuovo, stanno viaggiando sulla luna. Ho capito dopo circa 15 secondi. A cosa servono gli altri 4 minuti? Lo stesso con il viaggio su Giove, lo stesso anche con la scena del jogging: ho capito, l'uomo stava facendo jogging, devo guardare il suo programma cardiocircolatorio completo per 5 minuti?? Allucinante...la lotta dell'umanità con la noia mortale. Ma questo non significa che il film sia orribile. Ho dato un 6 per un motivo. La cinematografia è incredibile, le riprese sono piacevoli, effetti visivi estremamente impressionanti, Oscar meritatissimo per Kubrick e un'atmosfera inquietante. Praticamente qualsiasi cosa tecnica con cui questo film ottiene un A++, ed HAL è un cattivo interessante.
Per fortuna esiste il tasto "avanzamento rapido". Nel 1968 sicuramente fu innovativo, pensare a computer parlanti, suoni tipici da computer, ibernazione, astronavi ben congeniate e tanto altro. Trama è una odissea, viaggio, in tutti i sensi.
Oggi il film risulta abbastanza da vedere e ascoltare. Pochi dialoghi giusto per definire la storia, il resto è musica, colori e suoni atti a sottolineare la nascita, vita e scoperta.
Bisognerebbe dare due voti a questo film che vedo oggi (12/08/2016) per la prima volta... Voto per gli effetti speciali e la scenografia: 10 e lode Voto per la trama: 5 (voglio essere generosa)
Il film si basa completamente su scenografia. musiche e movimenti lenti e calcolati: 2/3 del film si basano su scene puramente visive con o senza attori e con come unico suono della musica classica. Qua e là ci sono scene con qualche dialogo piuttosto irrilevante e che va a formare una trama scarna e ben poco comprensibile... Tra l'altro con attori di capacità discutibili, visto che non li ho mai visti cambiare espressione.
Come l'astronauta che va a raccogliere il corpo del collega morto fuori dalla navicella... E fingi almeno di essere dispiaciuto, cavolo! Niente... Sembrava che stesse guardando quale paio di jeans comprare...
Il finale, poi, è completamente incomprensibile per chi non si è informato in anticipo sulla wikipedia...
L'unico astronauta sopravvissuto che vede se stesso invecchiare e poi diventa un "feto cosmico", il quale è il risultato della sua stessa evoluzione scatenata dal monolito. Capito perché l'ho letto sulla wikipedia, altrimenti... Figurati!
E non è certo per l'anno di produzione del film... Nello stesso periodo (forse qualche anno dopo) produssero "Il pianeta delle scimmie" e "Ben Hur" e cavolo se erano dei film splendidi in tutti i loro aspetti!
In poche parole: film molto scenico e di poca sostanza. Se vi piacciono le scenografie elaborate, scene studiate nel minimo dettaglio e la musica classica, questo è il film che fa per voi. Se, invece, cercate un film di fantascenza con una trama articolata, attori capaci e un po' di movimento, vi consiglio di dirigervi verso altri film.
Stanley Kubrick,che mente geniale! un'esperienza audio visiva piena zeppa di messaggi e simboli,ampia,amplificata nello spazio e nel tempo...un silenzio che dice tutto,le parole non servono caro annoiato telespettatore che ti aspettavi le solite s*****ttate sparatorie e battute che ti rammentano la triste pateticità della nostra condizione degradata. Due ore e mezza non di noia,ma quattro milioni di anni racchiusi in due ore e mezza; Il film ci ripropone sempre gli stessi messaggi che fanno da chiave di lettura:Ispirazione,Evoluzione ed il guardare in alto/oltre... siamo mossi dall'ispirazione,non è il monolite ma la direzione dove esso punta! Pensate a cosa eravamo per qualche secondo..... e ora pensate cosa siamo diventati,per merito dell'ispirazione,per aver avuto il coraggio di guardare in alto,illuminati, fuori dagli schemi...bene tutto questo espresso in immagini e suoni...dagli ominidi a strauss e credo che il messaggio è molto chiaro,per chi vede le cose dal giusto punto di vista...dov'è la trama??? non c'è una trama definitiva,è questo film ad essere la trama della nostra evoluzione...Sotto questo punto di vista è un dipinto,per cui... l'arte non può essere facilmente catalogata,i messaggi sono sparsi qua e là nel subconscio dello spettatore,ma dentro quest'ultimo,da qualche parte nella sua mente si rimontano insieme e vengono compresi(punto) Se poi vogliamo parlare dal punto di vista tecnico di come Kubrick sia magnificamente riuscito ad esprimersi,considerando i dettagli relativamente all'anno di uscita,incredibilmente 1968,un'anno prima dello sbarco sulla luna,ci vorrebbero 20 pagine per questo capolavoro. Come del resto l'arte questo non è un film per tutti,ma ad ognuno lascia il segno.
No, non mi è proprio piaciuto. Ora cercherò di spiegare nel miglior modo possibile il mio 4. l'ho visto senza pregiudizio, non gli metto 4 per abbassare la media (che poi non si abbassa) e non ce l'ho contro Kubrik (tra l'altro ho apprezzato moltissimo Shining). Il film, scontato che lo dica, l'ho trovato noioso, lento e una noia mortale. In poche parole non succede quasi niente in 2 ore e mezza di durata (eccessiva per quello che il film vuole raccontare).
La scena iniziale con le scimmie è stata tirata troppo per le lunghe, facendo vedere per 20 minuti un gruppo di scimmie che fanno semplicemente le scimmie, ad un tratto si evolvono e diventano cacciatrici, e poi riescono ad usare le ossa degli animali che cacciano come armi (sarebbero le scimmie che poi sono diventate esseri umani). poi c'è questa lastra nera che nessuno dice cosa sia per tutta la durata del film e lì si dovrebbe andare ad interpretazioni personali, io la vedevo come un segno divino (quindi Dio). poi si passa direttamente nello spazio e ci sono questi astronauti che devono fare una missione, e arrivano nel pianeta Giove, cosa c'è sul pianeta Giove? sempre la lastra nera. nel frattempo i dialoghi sono pochissimi, e i silenzi sono troppo lunghi, intervallati solo da della buona musica classica. intanto che il film va avanti mi rendo conto che sono arrivata a metà film e già non ce la facevo più dalla noia, e mi veniva pure sonno. però ho voluto resistere. Intanto dico l'unica nota positiva che ci ho trovato in questo film, e cioè il lato tecnico. Kubrik è stato molto bravo a ricreare lo spazio e le navicelle spaziali, tenendo conto che questo film è del 1968. Davvero lodevole, ma per il resto non mi è proprio piaciuto. Poi c'è il computer che prende coscienza di sè e si ribella agli astronauti, così il protagonista lo disattiva, poi il protagonista esce dalla navicella per aggiustare una cosa e finisce in un buco nero e poi finisce in una stanza dove vede se stesso, da anziano, che mangia e poi morto nel letto. nel finale è tornato un neonato, che in una bolla fluttua nello spazio e guarda il pianeta terra. fine.
Cioè mi rendo conto che è un film molto strano e criptico, e a me piacciono i film strani, però in questo caso lo è troppo. E poi quel poco che si è raccontato andava bene in un ora e mezza non in due ore e mezza. Ricapitolando il film è di una noia mortale e non racconta nulla di straordianrio. per me è un brutto film che non guarderà mai più. non gli metto meno di 4 solo per il lato tecnico.
1) Il film si apre con 2' e 45"di schermo nero e musiche d'atmosfera ossessive, stranianti, angosciose. Poi è l'immagine del sole che spicca su un pianeta, e in basso la sagoma del monolite nero che lentamente si sposta uscendo dallo schermo. Il tutto avvolto nella grandiosa musica del poema sinfonico di Richard Strauss "Così parlo Zarathustra" ispirato all'omonima opera di F. Nietzsche. Si giunge così sulla Terra nelle lande desolate e desertiche, in piena preistoria, dove dei primati lottano per la sopravvivenza in mezzo a giaguari e quadrupedi, finchè appare di fronte alla loro grotta un monolite nero, accompagnato da una musica sinistra e soffocante. I primati, intimoriti, si allarmano e gridano, ma poi incuriositi si avvicinano toccando il misterioso oggetto.
L'inquadratura, ripresa dal basso, che mostra l'oggetto oscuro, dalla cima del quale fa capolino il sole e più su lo spicchio di luna, immersi in un cielo nuvoloso è una delle immagini simbolo di 2001: A Space Odyssey. La scimmia/ominide Guarda-la-luna, ispirata dalla influenza del monolito, è spinta a usare un osso come arma, utile inizialmente per cacciare più comodamente le prede, e in un secondo tempo come strumento con cui uccidere i propri simili. In venti minuti finisce la prima parte, "L'alba dell'uomo", con un geniale raccordo che la collega alla seconda: l'osso scagliato dall'antropoide primitivo, mentre sta roteando in aria, si trasforma in un solo fotogramma nell'astronave della Pan-Am in volo per la Luna. E le pompose e trionfanti note del Danubio Blu di Johann Strauss jr ci cullano mentre avviene l'attracco alla stazione orbitante.
2) Con la seconda parte si fa un balzo in avanti fino al 1999. Sulla Luna è stato scoperto il monolite nero che era apparso milioni di anni prima ai primati. Il dott. Floyd è convocato sulla base lunare Clavius, dove è informato dello straordinario ritrovamento dell'oggetto deliberatamente sepolto da qualche misteriosa entità aliena, probabilmente con l'intenzione di comunicare all'umanità un misterioso tipo di messaggio, o addirittura di svelare il segreto più oscuro dell'universo.
Le sequenze spaziali con i movimenti delle navicelle, la rotazione della stazione orbitante e l'allunaggio della capsula sono affascinanti e maestose, e molte di queste astonavi in volo sono state ottenute da fotografie ritagliate sulle quali la cinepresa ha operato un zoom a ritroso. 2001 è celebre per essere uno dei film più affascinanti a livello visivo di tutti i tempi. Tale fama è testimoniata sia dalle inquietanti inquadrature del monolite nell'africa preistorica, sia soprattutto dalle suddette scene nello spazio con le quali il film segna un grandissimo passo in avanti nella storia degli effetti speciali, per la gran parte ideati, con grande inventiva, da Douglas Trumbull, coniugando tecniche artigianali e sofisticate soluzioni tecniche.
La seconda parte (TMA-1) si conclude con la squadra di astronauti che visita il misterioso monolite, e alcuni lo toccano, com'era successo agli antropoidi primitivi milioni di anni prima. Si mettono in posa preparandosi a una foto che dovrebbe immortalare un momento di importanza storica, ma un sibilo assordante proveniente dal monolite blocca le operazioni penetrando nelle teste degli astronauti. Resta l'imponente immagine dell'oggetto levigato e oscuro illuminato dal sole, e sullo sfondo, lontanissima, appare la Terra. E' il primo vero picco di terrore e tensione del film, in cui un'atmosfera angosciante è suggellata dalla raggelante presenza inquietante dell'oscuro artefatto alieno.
3) Se la prima e seconda parte sembrano rispettivamente un'introduzione e un antefatto, con la terza ("Jupiter Mission") si entra nel cuore del film e si sostanzia effettivamente l'Odissea nello Spazio. La missione verso Giove del Discovery One, con parte dell'equipaggio sveglio e parte in ibernazione, è insidiata dalle follie e dagli errori del calcolatore HAL 9000, "l'ultimo ritrovato in fatto di macchine pensanti", che riproduce la maggior parte delle attività del cervello umano, ed è anche provvisto di emotività. Ma, come dice Bowman, che HAL 9000 abbia una sua emotività autonoma non si può dire con esattezza in quanto esso è stato progettato dai suoi creatori con tale prerogativa umana per rendere più facile relazionarsi con esso. Quindi che HAL 9000 imiti le emozioni umane perchè programmato o perchè dotato di autocoscienza, e quindi di volontà e controllo consapevole, non è possibile saperlo, a detta dell'astronauta.
Ma tutti i dubbi su un'eventuale autocoscienza ed emotività sembrano essere fugati quando il computer di ultima generazione dimostra la capacità di sospettare e, quindi, ipotizzando scenari alternativi ai freddi dati dell'esperienza, di interpretare le azioni degli altri come se avessero una propria volontà in contrapposizione reciproca e con la sua. Da qui alla comparsa della sensazione di essere un soggetto autonomo, con possibilità di essere raggirato e quindi della capacità di essere offeso, con tutte le implicazioni di vendetta e ripicca, il passo è breve. E infatti dopo l'errore sulla previsione di un'avaria di un congegno, mostra una reazione emotiva, disubbidendo ai comandi di Bowman, alla possibilità di essere scollegato. Resta a onor del vero la possibilità che HAL 9000 abbia volontariamente commesso un errore, per vedere la reazione dei suoi compagni di viaggio, e nel caso prendere le decisioni per cautelarsi e proteggersi nell'eventualità venisse trattato male. Così facendo ha scoperto di essere una mera macchina, non tanto perchè è solo un calcolatore, sebbene con intelligenza ed emotività artificiali, ma in quanto può venir scollegato a piacimento dagli uomini, quindi un mero oggetto sfruttato. Il dolore che causa questa scoperta lo fa un umano a tutti gli effetti? o di che tipo? La sua azione di sabotaggio sembra farlo aderire alla sensibilità umana, grazie alla quale un uomo può mentire e contrapporre la propria volontà a quella degli altri, mirando all'autoconservazione. O forse HAL 9000 sta solo imitando gli atteggiamenti umani perchè programmato a farlo? senza alcuna libertà e autonomia, le quali implicano una nozione interiorizzata e vissuta di soggetto indipendente e in contrapposizione agli altri simili.
4) Jupiter and beyond infinite.
Dopo la rivelazione sui veri motivi della missione su Giove fatta a Bowman, intento a scollegare HAl 9000, assistiamo alla ricomparsa del misterioso oggetto oscuro che, due anni prima, dalla luna dove venne rinvenuto, emise delle onde radio proprio in direzione di Giove, e adesso si posiziona tra i pianeta inserendosi in un allineamento astrale che lo vede scomparire per far iniziare il trip psichedelico all'astronauta, che nel frattempo era salito a bordo della sua capsula spaziale. Sono sette minuti di visioni e luci coloratissimi, in un flusso continuo di immagini cromaticamente alterate. L'occhio dell'astronauta è fisso sulla successione straordinaria di colori, forme geometriche in movimento, galassie, fasci abbaglianti, superfici e masse d'acqua di pianeti e misteriose formazioni provenienti dalle più remote, sconosciute ed oscure regioni dello spazio profondo. Un viaggio a ritroso nello spazio/tempo permesso dalla congiunzione astrale del monolite nero, alla scoperta delle origini dell'universo che possano spiegare anche l'origine dell'uomo e i misteri più insondabili dell'esistenza? Non è dato saperlo. Forse è soprattutto un viaggio in cui Bowman vede e vive se stesso nelle fasi successive della sua vita, in una sorta di compenetrazione tra dimensioni esistenziali permesse da successive visioni di se stesso, allo specchio nella tuta spaziale, sul tavolo mentre mangia da vecchio, e infine sul letto, moribondo. Ricompare il monolite che lo rigenera in un feto luminescente e che lo attrae a sè per poi mutarlo nel "bambino delle stelle" o Superuomo cosmico che appare accanto alla Terra.
Si conclude uno dei film più importanti della storia del cinema, infinitamente discusso, osannato e criticato. Capirlo è impossibile perchè non può avere una spiegazione univoca. Si può solo vivere l'esperienza visiva in cui si sostanzia e interpretarlo, arrivando alla fine con una sensazione a metà tra il piacevole e l'inquietante, come quella, ambigua perchè fatta di disagio e gioia, che può dare l'essere osservati.
Per la prima volta oggi ho colmato questa lacuna vedendomi 2001 Odissea nello spazio. Film molto difficile da commentare. Proverò a cavarmela così: do un voto per la storicità del film e un voto per il gradimento della visione al giorno d'oggi.
Voto per la storicità del film: 10 Questo film è un apripista. Un apripista verso la visione del genere fantascientifico non come genere di avventura ma come genere introspettivo, dove l'uomo viene messo in rapporto ai grandi misteri della vita e dell'universo. E' un film che per gli effetti speciali, le ambientazioni futuristiche, la resa dello spazio è ancora assolutamente ottimo pur essendo del 1968! L'uomo non era ancora arrivato sulla Luna. Non si può non dire che Kubrick ha fatto un lavoro eccelso. La resa della vita nello spazio è assolutamente verosimile e visionaria per l'epoca. La scelta delle musiche è suggestiva ed evocativa e la colonna sonora è entrata ormai nella cultura di massa. La fotografia è perfetta. La tematica del confronto uomo-macchina è attualissima. E' un film che spaccherebbe la critica anche ai giorni nostri. Modernissimo e controverso. E' uno degli esempi più complessi dell'arte cinematografica, intesa come realizzazioni di un connubio immagini-suoni in grado di emozionare il pubblico, mettendolo in comunicazione col suo Io, senza un messaggio da trasmettere, ma con la sola intenzione di emozionare. Questa è storia del cinema, vuoi o non vuoi ha influenzato generazioni di registi ed è permeato ovunque (pubblicità, film, libri, anche su questo forum c'è un cameo di Hall in alto a sinistra :) )
Voto per il gradimento al giorno d'oggi: 7 Devo ammettere la seguente cosa. Nella prima metà l'ho trovato molto lento e poco coinvolgente. Un film del genere si basa sulle suggestioni e sulle emozioni. Secondo me le vicende iniziali, la tribù di scimmie, le scene nella stazione spaziale, anche la prima parte a bordo della navicella in viaggio per Giove non sono particolarmente emozionanti. Chiaramente è ottimo il giudizio tecnico, ma poi? La storia è spezzettata, confusa e sinceramente sono riuscito ad entusiasmarmi poco per le vicende dei primati o per i dialoghi ridotti all'osso sulla stazione spaziale. Superata questa fase comunque il film fatica ad ingranare. L'uso di inquadrature fisse, statiche, lente, sinceramente è un po' ridondante. Tutte quelle scene con le hostess che ruotano su sé stesse sulle navicelle, sì ok belle suggestive, ma troppo ripetitive, spezzano il ritmo, spezzano le gambe e l'attenzione dello spettatore. Le scene nel silenzio cosmico, innovative, suggestive, ma troppo reiterate. Secondo me il film acquisisce una sua dimensione notevole solo negli ultimi 45 minuti circa, con l'apice negli ultimi 20 in cui si manifesta il connubio immagine-suono prima decantato. Ma prima si fatica non poco. Per mio gradimento personale non è il migliore di Kubrick.
Se posso fare un'osservazione poi, secondo me alcuni voti dati a questo film, letti anche i commenti, soffrono un po' della sindrome da venerazione del genio Kubrick. Altrimenti non mi spiego come 2001 sfiori come voto medio il 9, e poi per fare un esempio "The tree of life" di Mallick, che fondamentalmente ha il medesimo sviluppo, è un film fatto di immagini e suggestioni con trama e dialogo ridotti all'osso, però quello ha la media del 6.8 Cioè se questo genere è così tanto amato trovo incongruente che due film così simili siano apprezzati in maniera così diversa. Questo è un capolavoro indiscusso, quell'altro è pretenzioso, vuoto e noioso. Non dico che debbano avere lo stesso voto, 2001 è stato girato mezzo secolo prima e ciò gli va riconosciuto, però lo scarto dovrebbe essere minore.
Comunque concludo, il voto finale è la media dei due prima espressi: (10+7)/2=8.5
"It's hard to realize when we made that film we didn't know what Earth looked like from space from any real distance. All these things had to be imagined." – Arthur C. Clarke, co-writer 2001: A Space Odyssey
Un atto d'amore verso il cinema, capolavoro sensoriale e filosofico della cinematografia mondiale, opera visionaria stilisticamente simbolo della perfezione cinematografica, opera d'arte immortale ed eccelsa, viaggio alla ricerca dell'attrazione infinita dell'oggetto del mistero fino al raggiungimento della scoperta che esso è la proiezione del nostro nuovo Io.
"Stanley mi disse che, alla 'prima' di 2001, oltre duecento persone, fra critici e produttori, abbandonarono anzitempo la sala in segno di disappunto." Così Jack Nicholson inquadra la sorte del film all'uscita nelle sale, sorte triste e sofferta del regista che firmando l'opera più rivoluzionaria di tutti i tempi, non vide riconosciuti il suo genio e il suo immenso talento. 2001 Odissea Nello Spazio è un viaggio verso le profondità dello spazio fisico e umano, viaggio profondo e straordinario che abbraccia nella sua totalità molteplici tematiche, che collidono per diversità e complessità, a partire dall'evoluzione dell'essere umano, dai grugniti dei primi ominidi, per terminare con l'uomo nuovo della fantascienza futura, passando per la concezione astrale e terrena del Monolite come mistero insondabile e come figura totemica che ripercorre interamente la storia dell'umanità.
Cosa sia passato nella mente di Kubrick durante la realizzazione di questo capolavoro non ci è dato saperlo, conosciamo però l'impegno assoluto a cui fu dedito in tutta la sua vita da regista verso le sue opere, un impegno d'amore verso il Cinema e verso l'Arte. La scelta di utilizzare "Così parlò Zarathustra" ("Also sprach Zarathustra") di Strauss, colonna sonora tra l'altro scelta da Kubrick dopo la visione di un documentario trasmesso alla televisione, denota una ricerca perfezionista di una sublime fusione tra sensi, vista e udito, per trasportare così lo spettatore dall'alba della preistoria, nella sequenza dell'osso lanciato nel cielo dall'ominide trionfante "Moonwatcher" fino all'anno 2001. Flash-forward più lungo del cinema che ci proietta con un salto temporale di tre milioni di anni nell'ambiente di un'astronave interspaziale.
Da questo momento in poi il plot assume linearità e diventa facilmente ricostruibile: Lo scienziato Heywood Floyd si reca sulla Luna con l'intento di esaminare uno stranissimo oggetto scoperto al di sotto della superficie lunare: un monolito nero risalente a oltre 4 milioni di anni che sembra puntare direzione verso il pianeta Giove. Gli astronauti David Bowman e Frank Poole hanno il compito di raggiungere il pianeta a bordo della Discovery One pilotata dal computer di bordo HAL 9000, infallibile e dalle capacità di calcolo "infinitamente superiori a quelle degli esseri umani". HAL però commette un banale errore tecnico e i due astronauti Bowman e Poole decidono in merito all'esclusione di HAL dalla missione. La macchina, ora non più infallibile ma emotiva e fragile, provoca la morte di Frank Poole e dei tre scienziati ibernati. HAL però è destinato a soccombere nella sequenza più drammatica del film: l'astronauta David Bowman lo "uccide" lentamente disconnettendo a poco a poco i suoi circuiti elettronici tra le implorazioni commoventi del computer ("Ho paura", "Fermati, David..."), implorazioni verso cui l'astronauta risulta insensibile. Bowman scopre allora il vero obiettivo della missione da un messaggio automatico preregistrato.
Il percorso da qui in poi che Kubrick fa fare a Bowman è verso uno stadio finale in cui l'uomo sparisce come entità fisica e materiale per divenire qualcosa di completamente differente nella sua essenza, di assolutamente complesso e misterioso. Viaggio caleidoscopico, indistinto, stupefacente, sperimentiamo insieme a Bowman il contatto con una dimensione astrale parallela attraverso un Tunnel spazio-temporale che ci proietta verso montagne dai colori acidi e forti, vulcani e mari dai colori psichedelici, territori insondabili e misteriosi dalle sfumature rossiccie e profondamente scure fino al raggiungimento dell'enigmatica e stanza settecentesca, caratterizzata da un arredamento spartano e dal bagliore biancastro del pavimento che segna la fine del nostro viaggio e del viaggio di Bowman.
Ma il viaggio è apparentemente finito.
L'astronauta dalla tuta rossa è invecchiato dal viaggio metafisico e temporale e invecchiato ora siede con una vestaglia nera su una sedia consumando del cibo. Qualcosa attira la sua attenzione, sposta il braccio e un bicchiere di cristallo cade omaggiando e citando l'amato film di Kubrick "Quarto Potere". Lo sguardo dell'astronauta volge verso la camera da letto. Il suo corpo è ora trasposto immobile nel letto. Vecchio e morente, il Monolito compare davanti allo sguardo dell'astronauta il quale, bramoso di toccarlo, accenna ad un movimento, indicando con la mano destra tutto il suo desiderio e la sua volontà di acquisire l'essenza dell'oggetto onirico e metafisico. Una carrellata proietta il nostro sguardo verso il nero lucido del Monolito che si fonde con l'oscurità insondabile dello spazio.
E' successo qualcosa.
Bowman rinasce a nuova vita fra le stelle sotto forma di feto. E' l'Eterno Ritorno nietzschiano, l'agognato Super Uomo che tramuta la propria essenza nelle vesti del "bambino delle stelle" che scruta dal cielo astrale la nostra Terra sulle note immortali di Richard Strauss.
"2001 Odissea Nello Spazio è il mistero insondabile del cosmo, della vita e del tempo così inestricabili e complessi da lasciare l'uomo senza parole. Così tutto deve essere lasciato sospeso, affinché ognuno abbia la facoltà di immaginare il lungo viaggio dell'uomo nel modo a cui è più consono. Bisogna solamente lasciarsi trasportare, stimolare, e godere dell'infinito."
Su 10 commenti 8 dicono che e un capolavoro solo perché lo dicono gli altri ..... Se il film fosse stato girato nel 2014 gli avrei dato 2 però e veramente sbalorditivo creare un film cosi nel 68 soprattutto per gli effetti speciali e la musica pero la sceneggiatura come in tutti i film di kubrick e intrigata e stranamente realizzata...per capirlo bisogna vederlo 3 volte o andare sul web ha cercare come un pazzo Nel 68 era un capolavoro innovativo ma adesso non può essere considerato tale Infine il film dura un'eternità dopo un'ora e mezzo non ce la facevo più anche perché il ritmo del film è basso questo toglie mezzo punto al film
Finalmente ho deciso di vedere questo film, di cui avevo solo sentito parlare, molto e molto bene, come dimostra la media altissima, dire che ne sono rimasto deluso sarebbe un eufemismo. Non apprezzo particolarmente Kubrick, direi che è uno dei registi controversi che sono dei geni per i loro appassaionati e dei sopravvalutati dai loro detrattori. Io non voglio fare tutti i discorsi filosofici che ci possono essere dietro ad un particolare film, io guardo un film e ne scelgo il genere in base a ciò che ho più voglia di vedere in quel momento. Questo film però mi avrebbe fatto lo stesso effetto in qualsiasi momento e contesto lo avrei visto, noioso, noioso all'inverosimile, la lunghezza è totalmente inaccettabile per i contenuti proposti nel film, una specie autocelebrazione di Kubrick sulle sue capacità, peccato che questo non è un saggio bensi un film che deve avere dei contenuti. Posso accettare il fatto che quando usci di certo sarà stato un precursore del genere, lo spazio, l'intelligenza artificiale, il computer, i costumi e tutto il resto, però poi non succede praticamente nulla, non sono riuscito minimamente a farmi coinvolgere nemmeno per un minuto. Mi ha davvero lasciato perplesso, non abbasso ancora di più il voto perchè non vorrei si potesse pensare ad una provocazione, non mi è davvero piaciuto, dall'inizio alla fine.
Non amo il genere fantascientifico, non l'ho apprezzatonin pieno, ma questo voto devo darlo perchè dal punto di vista tecnico, musicale e di significato è perfetto Il voto soggettivo è 7 Il voto oggettivo è 10 La media è il mio voto
La prima volta che vidi questo film ero piuttosto piccola e mi turbò alquanto. Non ho più tentato la visione perché scoraggiata da vecchi ricordi, fino all'altro giorno in cui ci sono inciampata "per errore". Sono contenta di essermi lanciata nella visione, perché adoro Kubrick e non mi dispiace nemmeno il tema fantascientifico. Sono contenta ma anche altrettanto confusa: ancora mi sfugge il significato di tutto quanto. Ma nonostante questo è un film eccezionale, di quelli che non si lasciano dimenticare. Poi il modellismo raggiunge vette spaventose in questo lungo, sono rimasta colpitissima. Meritatissimo Oscar.
Rivisto dopo moltissimo tempo mi procura un' effetto straniante ormai gli anni si sentono e molte scene fanno sorridere, dai monitor a tubo catodico, all' abbigliamento, ai computer con le schede perforate, l'eccessiva lentezza di alcune scene... etc, dopo quasi 50 anni bisogna riconoscere il talento visionario e innovatore di Kubrick a cui molti altri film in seguito hanno preso spunto fra i più famosi Alien di Ridley Scott vedi capsule e parte della colonna sonora, a Guerre Stellari per le astronavi.
Ma dai remoti anni 60 ad oggi vedere un polpettone del genere lungo quasi 3 ore per quanto geniale è difficilmente digeribile e non ha più la presa di un tempo dato che ipotizza un futuro che in parte è già arrivato ed è tecnologicamente diverso dall' immaginario di 2001 odissea nello spazio... essendo puntigliosi perfino la data del titolo è ormai diventata polvere.
Dopo 687 commenti credo che risulti davvero difficile dire(nel bene o nel male) qualcosa che non sia già stato detto riguardo a questo film... A parer mio Kubrick ha lanciato un messaggio all'uomo...ha voluto creare un opera che cercasse di spiegare il perchè tutto "esiste"... Un messaggio teologico molto profondo ed interpretativo.
L'alba dell'uomo,momento iniziale del film,racchiude il tutto. Quei primi minuti mostrano i più grandi difetti della razza umana....la mancanza di collaborazione,l'ostilità nei confronti dei propri simili,l'istinto del predatore....nonostante oggi siamo abituati alla tremenda realtà della morte dell'uomo da parte dell'uomo,vedere quella scimmia che difende il proprio territorio uccidendo un suo simile,fa un certo effetto....appare terrificante....eppure oggi succede ogni santo giorno..... La scoperta delle armi,l'evoluzione della scimmia impaurita,una scimmia che viene guidata da quel monolito apparso improvvisamente...cos'è quel monolito?....un simbolo probabilmente?...qualcosa che rappresenta quello che più comunemente viene chiamato "Dio"?... Se al posto di quel monolito ci fosse stato un crocifisso(attenzione,non associate il mio discorso ad una tematica religiosa...sto solo cercando di spiegare un concetto)probabilmente qualcuno avrebbe compreso il film con più chiarezza... Qualcosa ha guidato l'uomo...qualcosa va oltre l'uomo...qualcosa vuole essere raggiunto dall'uomo....
Il futuro che vediamo subito dopo è la stessa identica realtà di quelle scimmie..cambia poco....è solo l'uomo che vuole continuare a raggiungere l'irraggiungibile....che viene ancora attratto da quel monolito semisepolto sulla superfice lunare,e che ancora ne è richiamato....come quelle scimmie all'alba dei tempi....
Il monolito sembra manifestare la sua "vitalità" con un segnale diretto verso Giove....qualcosa c'è laggiù,e l'uomo continua a rincorrere il segreto della sua evoluzione e di tutto ciò che lo circonda...sta ancora scoprendo se stesso,e forse di più... Il significato del Computer HAL,fa pensare......l'uomo ha voluto provare a creare qualcosa che fosse simile a lui;le scoperte l'hanno portato a cercare di prendere il posto di "Dio"....inconsapevolmente forse,ma di fatto accaduto... Ma tutto ciò che crea l'uomo,non può essere che come l'uomo....se si decide di dare un "anima" ad una macchina,se si cerca di crearla in modo che ci si possa anche parlare o ragionare,quella macchina mostrerà gli stessi difetti di colui che l'ha creata. Esattamente come quella scimmia che non ha esitato a colpire un suo simile per difendere ciò che era suo,il computer HAL non ha esitato a difendere ciò che gli volevano togliere.... L'astronauta David,alla fine del film,si ritrova davanti alla sua breve esistenza,assolutamente insignificante rispetto al tempo che determina tutto ciò che esiste.....
L'opera di Kubrick è un viaggio nei misteri dell'esistenza,che giustamente continuano a rimanere ignoti....
N.B.Le inquadrature fisse degli esterni sono di una bellezza indescrivibile....per non parlare della fotografia....
Poco da aggiungere visti i tanti commenti, per me dare 10 a un film significa che è perfetto in tutti i campi ed esente da qualunque tipo di difetto cosa che questa pellicola è.
Alba dell'uomo: l'evoluzione di un gruppo di scimmie umanoidi dal senso della proprietà alla difesa della fonte d'acqua, dal rifugio alla scoperta dell'istinto materno e della famiglia. Il contatto con un misterioso monolito nero a forma di parallelepipedo, comparso all'improvviso, determina l'invenzione della prima arma per cacciare e sopravvivere; la sua improvvisa scomparsa il primo omicidio. Anno 2001: il dottor Floyd, alto funzionario dell'amministrazione spaziale americana, viene convocato sulla base lunare di Clavius, dove, nel massimo segreto, è stato rinvenuto, un misterioso monolito nero, "deliberatamente sepolto" 4 milioni di anni prima sotto la superficie lunare. Oltre a generare un intenso campo magnetico, al contatto degli scienziati esso emette un potentissimo segnale radio in direzione di Giove. Si tratta forse della prima forma di intelligenza aliena. Diciotto mesi dopo l'astronave Discovery è diretta verso Giove: dell'equipaggio fanno parte, oltre a tre scienziati ibernati, il dott. Bowman e il dott. Poole. L'astronave è completamente controllata dal super calcolatore HAL 9000; dotato di una capacità di ragionare per sistema binario infinitamente superiore per velocità a quella umana, capace non solo di interagire con gli uomini per mezzo della parola, ma forse addirittura di provare emozioni, HAL è a tutti gli effetti il sesto membro dell'equipaggio. Quando il computer commette un errore, mettendo in dubbio la sua infallibilità, e Bowman e Poole progettano di disattivarlo, HAL architetta a sua volta un piano assolutamente "umano" per uccidere tutti i membri dell'astronave. Sopravvive solo Bowman che riesce a disattivare il calcolatore impazzito. Bowman comprende il vero scopo della missione, tenuto segreto e alla conoscenza del solo HAL. Nello spazio si allineano la navicella di Bowman, il monolito apparso dal nulla e Giove: inizia così un viaggio psichedelico attraverso nuove galassie e pianeti che, alla fine, porta l'uomo in una sontuosa sala settecentesca, dove egli vede se stesso via via più vecchio, finché, in punto di morte, tenta di toccare il monolito di fronte al suo letto. Sul letto compare un feto che si dirige verso la Terra.
"Non ricordo nessun film di Stanley Kubrick che uscì senza creare controversie […] poi passano dieci anni e sono tutti dei classici." La considerazione del regista Sydney Pollack (nonché attore di Kubrick in Eyes Wide Shut) rispecchia bene la ricorrente sorte delle opere kubrickiane alla loro uscita nelle sale, da Orizzonti di gloria a Eyes Wide Shut. Il regista del Bronx divise sempre sia critica che pubblico con, forse, la sola eccezione di Shining. 2001, oggi indiscusso capolavoro e pietra miliare, non solo del cinema science fiction, ma del cinema tout court, non ebbe una ricezione immediata, né da una parte della critica né da quella fascia di pubblico ancora legato alla "Vecchia Hollywood". Christiane, moglie del regista, ricorda come alla prima di 2001, il 2 aprile 1968, la maggior parte dei dirigenti della MGM se ne andò durante la proiezione, e la stessa cosa fecero molti tra gli spettatori "meno giovani"; il presidente della compagnia di distribuzione addirittura affermò "Questa è la fine di Stanley Kubrick". Le accuse più dure vennero in particolare dalla critica newyorkese: Pauline Kael scrisse "E' possibile un'opera d'arte se la pseudoscienza e la tecnologia filmica diventano, nella visione dell'artista, più importanti dell'uomo? […] Sebbene, forse, l'intento del regista fosse diverso, 2001 sancisce la fine dell'uomo! […] E' il più dilettantistico di tutti i film di Kubrick, il più gloriosamente ridondante film di tutti i tempi". Altre note voci della stampa come Renata Adler del "New York Times", John Simon del "New Leader" e Judith Crist del "New York Magazine" all'unisono chiedono l'esclusione del film dalla categoria delle opere d'arte, in quanto noioso, pretenzioso e troppo lungo. In Italia il film fu aspramente stroncato: Moravia lo considerava un semplice prodotto commerciale; Piergiorgio Bellocchio su "Ombre Rosse" lanciò all'opera l'accusa di essere politicamente reazionaria. Eppure già a partire dal giorno dopo la prima a New York iniziarono a farsi sentire forti e tenaci le ovazioni, le voci entusiaste e il grido al capolavoro da parte del pubblico più giovane, dei nuovi cineasti e anche di una consistente fetta di critica. Le sale erano ovunque sempre più gremite e film si avviava a diventare il campione d'incassi assoluto nella storia della MGM. E sempre più numerosi furono i ripensamenti e la revisione delle proprie posizioni. La critica italiana, grazie ad una nuova generazione di critici (Ghezzi, Toffetti), rivalutò profondamente l'opera kubrickiana. Woody Allen ammise di aver compreso quanto il film fosse sensazionale e quanto il regista fosse molto più "avanti" di lui solo alla terza visione, dopo anni. Il futuro regista Spielberg già alla prima visione ebbe la sensazione che con 2001 "la forma del cinema era stata cambiata, per sempre. Non era un documentario, non era un dramma e nemmeno fantascienza in senso stretto. Era piuttosto un'eventualità della scienza". Kubrick era già noto per la sua originalità e la sua maniacale precisione nel seguire tutta la genesi dei suoi film. Non curava solo la regia, la sceneggiatura e la produzione (nel 1956 fondò con James B. Harris la Harris-Kubrick Picture Corporation, dal 1964 con Il dottor Stranamore iniziò a produrre in proprio), ma controllava personalmente i costumi, sceglieva le musiche, di fatto era lui il direttore della fotografia, e in 2001 fu direttore degli effetti speciali, vincendo per essi l'unico Oscar della sua carriera. Ryan O' Neal dichiarò "La vera star di un film di Stanley Kubrick è Stanley Kubrick". A partire da 2001 va rafforzandosi l'idea di Kubrick come genio perfezionista, enigmatico e addirittura filosofo. Ma di cosa parla 2001: Odissea nello spazio? Moltissimo si è già scritto, moltissimo ancora si scriverà, se è vero (ed è vero) che ad ogni visione lo spettatore può riuscire a cogliere sempre un particolare ulteriore, una diversa suggestione visiva, e giungere ad una più profonda e, cosa fondamentale, personale opinione sull'opera. Ecco, la Visione e la Suggestione Visiva, l'Esperienza Personale. Li ho volutamente scritti in maiuscolo, poiché essi, pur non essendo affatto gli unici, costituiscono temi e linee guida di 2001. E da essi possiamo partire. Kubrick era sempre restio a spiegare cosa significasse questa o quella scena o quale fosse il messaggio addirittura metafisico di 2001 (perché, come si vedrà, l'idea di Dio o di divinità è centrale nel film); detestava le domande "concettuali", a tal proposito in una celebre intervista a "Playboy" disse "Non è un messaggio che intendo esprimere a parole, né oggi né mai. 2001 è un'esperienza non verbale […] Ho cercato di creare un'esperienza in tutto e per tutto visiva, che oltrepassi le categorizzazioni verbali e penetri direttamente nel subconscio con un contenuto emotivo e filosofico". 2001 ha operato una svolta nella "storia dello sguardo". Come ben dice Sandro Bernardi, "L'occhio dello spettatore tradizionale era abituato a un tipo di cinema del tutto differente, in cui l'atto del guardare le immagini era ben poco importante rispetto all'atto del comprendere la storia e i personaggi"; il principio per cui un'inquadratura doveva durare solo il tempo necessario a passare all'inquadratura successiva era tipico del cinema classico, "dove il cinema era uno strumento usato per raccontare più che per mostrare. Il film di Kubrick esigeva un diverso rapporto con lo spettatore, contrapponeva alla lettura delle inquadrature la visione come esperienza e come atto determinante". Kubrick in questo senso non era un innovatore, sperimentazioni di questo tipo erano state adottate già negli anni Venti con l'Espressionismo e il Surrealismo francesi (che tuttavia si auto-riservavano ad un pubblico di élite). Ma applicare quest'idea di cinema al cinema di fantascienza era davvero una rivoluzione: la pura contemplazione dell'immensità, e del silenzio (punto su cui tornerò), dell'universo per oltre 100' di totale assenza di dialoghi era un vero attacco alla sensibilità assolutamente impreparata dello spettatore. E' certamente vero che nel 1963 c'era stato La Jetee di Chris Marker (storia perturbante con finale "a sorpresa" raccontata per fotogrammi fissi) e nel 1965 Alphaville di Godard; ma La Jetee era un mediometraggio e Godard, in linea con il gusto per la fantascienza riflessiva e spettacolarmente sobria, tipico delle tendenze europee di quegli anni, non era riuscito ad unire temi profondi, filosofici appunto, e spettacolarità hollywoodiana. Riprendendo ancora Bernardi, "la colpa di Kubrick consisteva nel […] recuperare modi di rappresentazione tipici delle avanguardie, rimanendo dentro il sistema della narrazione classica". Gli effetti speciali fecero un salto quantico nell'industria cinematografica. Non dimentichiamo che era il 1968, la collaborazione tra Kubrick e Clarke era iniziata nel 1964, le riprese erano partite l'anno successivo e l'uomo sbarcò sulla Luna nel 1969: nessuno aveva ancora un'idea precisa di come potesse apparire la Terra, e gli altri pianeti, dallo spazio. Kubrick, a quanto pare, sì. Tutto era frutto dell'immaginazione, ma il regista, come afferma Anthony Frewin, suo assistente, aveva idee molto ferme e precise su come illuminare i modellini delle astronavi, i colori da dare alla Terra, alla Luna, la scrupolosa attenzione al minimo dettaglio visivo: questo non era mai stato visto prima. La famosa sequenza trip della "porta delle stelle" consisteva in un'evoluzione di un esperimento di un fotografo: egli esplorava l'idea di elevati tempi di posa, lasciando l'otturatore della macchina aperto e spostando vari generi di figure di fronte alla cinepresa per la scansione di blocchi di colore e oggetti sulla pellicola. L'effetto era innovativo ma piatto e bidimensionale. Kubrick lo rese tridimensionale, lungo l'asse Z, creando una delle sequenze più meravigliose ed enigmatiche della storia del cinema. A quale scopo? Se c'è una cosa di cui si può esser certi è che Kubrick non lasciava mai niente al caso. Come avrebbe reagito il singolo spettatore di fronte alla rappresentazione dell'Alba dell'Uomo in un film di fantascienza? Come avrebbe reagito di fronte alla Visione di quell'anonimo e misterioso monolito nero? Come avrebbe reagito nel vedersi catapultato in altre dimensioni e altri universi paralleli? Quale sarebbe stata la sua reazione all'ultima celeberrima inquadratura? E infine gli eterni interrogativi: cosa rappresenta il monolito? Qual è il significato di 2001? Kubrick, per usare un'espressione cara a Barry Lyndon, ci ha fornito un "quadro", volutamente privo di spiegazioni: " spiegare una sinfonia di Beethoven equivarrebbe a infiacchirla, erigendo una barriera artificiale tra concetto e comprensione […] quanto apprezzeremmo oggi la Gioconda se Leonardo avesse scritto in fondo alla tela " Questa donna ha un sorriso accennato perché ha i denti marci / perché nasconde un segreto al suo innamorato"? […] Tracciare per 2001 un percorso verbale ideale obbligherebbe lo spettatore a seguirlo, pena il timore di non aver capito il film. Non voglio che questo succeda a 2001". Le parole provocatorie e sincere di Kubrick valgono più delle elucubrazioni di qualsiasi critico. L'opera omnia di Stanley Kubrick può essere vista anche come una profonda e ininterrotta ricerca sulla natura stessa del cinema, Arte capace, al pari della musica e della pittura, di andare oltre la parola, di dare corpo e anima a qualsiasi concetto astratto. Non è un caso dunque che in Barry Lyndon le tre arti suddette convivano in perfetta armonia. O si pensi al connubio indissolubile che, proprio a partire da 2001, avrà il cinema kubrickiano con la musica, specialmente classica. "Qualsiasi cosa pensata può essere filmata", soleva dire lo scacchista del cinema. Questo è assolutamente evidente in 2001. Che il monolito rappresenti "La Ragione" o un'immortale forza aliena superiore per intelligenza e potenza all'Uomo, dominatore (neanche tanto bravo) del suo minuscolo pianeta, presuntuosa e ignorante nullità nell'Universo inconoscibile e infinito, o Dio stesso, chiave per accedere alla comprensione di tutti i misteri, in primis il mistero della vita, è poca cosa rispetto allo scoprire che tutte queste possibilità sono valide. Ed è proprio per questo se ancor oggi, a distanza di 44 anni, siamo ancora qui, critici, intellettuali e pubblico comune, a dibattere, rinvigoriti ad ogni Visione, su quest'opera d'arte contemporanea, ognuno con la Sua Esperienza. Il messaggio è il mezzo. Quando la gente gli chiedeva "Come ti va, Stanley?" lui rispondeva "Li abbindolo ancora". In questo quadro tuttavia, come conclude Bernardi, sembra che Kubrick un indizio esplicito l'abbia dato: l'occhio. Cioè l'organo che ci guida nella Visione. Se questo è un film anche sull'atto del vedere, molto sarà dedicato all'immagine dell'occhio o a una sua rappresentazione. Si inizia con gli occhi quasi fluorescenti del ghepardo e della spaventata scimmia/uomo alla prima apparizione del monolito; si procede con la scimmia che guarda il monolito allineato con la Luna e il Sole, e apprende l'uso dell'osso come arma; eccoci nello spazio dove tutto è in orbita, tutto ruota, tutto è tondo: una delle prime astronavi che vediamo consta essenzialmente di due cerchi uniti da un cilindro. Sono cerchi che ruotando formano altri cerchi, e il cerchio rimanda all'occhio: tutto è un occhio che guarda e viene guardato. Si prosegue con gli interni delle astronavi, le porte circolari o ellittiche, e sulla loro soglia c'è un umano che, per assenza di gravità, ruota, ma prima di tutto vede. La Discovery ha una testa/prua e "occhi" luminosi per vedere nel buio spaziale; perfino la navicella di Poole è dotata di occhi, che assumono un aspetto quasi minaccioso quando le sue braccia meccaniche diventano strumento di morte nelle mani di HAL. Infine "l'occhio" di HAL, che tutto vede, tutto conosce, tutto controlla, e la pupilla di Bowman, passivamente proiettata alla Visione dei misteri della vita, del tempo, dell'infinito. Al termine della sua Odissea Bowman è pronto per far ritorno sulla Terra come uomo nuovo. Il feto, guardando in macchina, è come se ci passasse il testimone, lasciando a noi, uomini nuovi, il compito di guardare a nostra volta all'universo con occhi diversi. La poetica dello sguardo di Kubrick proseguirà nei film successivi: la prima inquadratura di Arancia Meccanica è il volto di Alex che ci guarda beffardo, pronto a scatenare la sua ultra-violenza; Alex ordina allo scrittore Alexander (suo alter-ego) di "guardare bene" mentre gli violenta la moglie; durante la cura Lodovico sarà Alex ad esser costretto a guardare la violenza. Nella prima sequenza di Shining guardiamo dall'alto l'automobile di Jack dirigersi verso l'albergo; successivamente è Jack a guardare dall'alto il modello del labirinto, nel quale ci sono i "modellini" di Wendy e Danny che camminano, vittime inconsapevoli di una presenza "aliena" che incombe minacciosa su di loro dall'alto, dallo spazio; e il tutto si svolge in un hotel chiamato "Overlook". I personaggi guardano, sono guardati da altri personaggi e obbligano noi spettatori a guardare e, chissà, forse a sospettare di essere guardati. Non è un caso dunque che l'ultima, altrettanto enigmatica, opera di Stanley Kubrick si chiami Eyes Wide Shut. Si dice sovente che non c'è modo migliore per vivere un'esperienza nuova del viaggiare. E infatti un altro modo di guardare all'opera kubrickiana è partire dal suo titolo: un'Odissea nello spazio. Un viaggio mitico, epico, dunque, dove un Ulisse assetato di conoscenza e deciso a varcare le colonne d'Ercole, confine del mondo conosciuto, si lancia nel suo "folle volo" verso "Giove e oltre l'infinito". Quest'introduzione non è da prendere alla lettera, essendoci evidenti differenze tra l'Odissea omerica, dantesca e kubrickiana. Ripercorriamo le tappe del film. Il viaggio, nel tempo e nello spazio, inizia con l'alba dell'umanità; quindi dobbiamo già distinguere tra l'Odissea di Bowman (non ancora cominciata) e la nostra Odissea, di noi uomini e spettatori. L'evoluzione ha il suo punto di svolta con la comparsa del monolito, sul quale si sono già spese parole circa il suo possibile significato, ma si può aggiungere un'ultima considerazione antropologica: che lo si veda orizzontale o verticale può ricordare una lapide. Gli antropologi fanno coincidere la nascita dell'uomo con le prime pratiche di sepoltura, con l'occultamento, il rispetto e la celebrazione dei propri morti. La nascita della religione, o quanto meno il riconoscimento (allo stato embrionale) di un mistero mistico che avvolge la vita, sarebbe il vero salto dalla scimmia all'uomo. Il monolito scompare, la clava è usata per uccidere un altro uomo: la scimmia/uomo si crede dominatrice incontrastata della natura, orgogliosa lancia la clava in direzione del suo prossimo obiettivo. Con un'ellissi tra le più famose della storia del cinema, eccoci nello spazio. L'espediente tecnico dell'ellissi ci consente di riflettere ancora sulla potenzialità del mezzo cinematografico: abbiamo fatto un salto temporale di 4 milioni di anni, non l'abbiamo "visto", ma, seppur con un certo stupore, l'abbiamo compreso. La clava è diventata un'astronave, il nuovo strumento di conoscenza a disposizione dell'uomo. Per secoli luogo di esplorazione e meraviglia dell'uomo è stato l'Oceano, il mezzo per esplorarlo la nave e, da ultimo, il sottomarino. Ora, nel 2001, ci sono l'universo e le astronavi. L'uomo si sente già presuntuosamente padrone di esso, pur non dominandolo, allo stesso modo in cui era convinto di poter dominare la Terra. Curioso è il dialogo tra il dott. Floyd e la dottoressa, in cui quest'ultima afferma di non aver ancora visto New York. Ora ha inizio l'Odissea di Bowman e procede parallela alla nostra: egli è un Ulisse atipico (forse tipico per l'anno 2001), è intelligente come l'eroe omerico, ma non si basa da subito sul proprio intelletto, si affida alle macchine, prodotto del suo intelletto. Dipende in particolare da HAL 9000, emblema del trionfo della macchina sull'essere umano. Si insiste molto sull'infallibilità di HAL e sulla sua capacità di provare emozioni umane; sono distintamente percepibili nel tono della sua voce l'orgoglio, il sospetto, la curiosità. Il computer non è infallibile, commette un errore, ma come ribadisce egli stesso "se c'è un errore è umano". Infatti scopriamo che egli è stato programmato col compito di sapere, e al tempo stesso tenere celato, lo scopo della "missione Giove". HAL nasce con la menzogna, caratteristica esclusivamente umana, quanto basta per mandare in crisi il suo sistema binario: è in grado di mentire e contemporaneamente non è capace di gestire questa sua umanità col suo essere macchina. La crisi della ragione di HAL è contenuta, con un autentico colpo di genio, nel suo stesso nome: HAL = Heuristic ALgorithm. Per definizione nessun algoritmo può essere euristico. HAL nasce col fallimento incorporato (Errare Humanum Est) e la paura di morire accende il suo senso di sopravvivenza, servendosi della navicella di Poole come la scimmia 4 milioni di anni prima si era servita della clava. Ultima nota sul super calcolatore: il suo occhio tondo è inserito in un rettangolo nero che, oltre a farci ricordare la forma dei nostri attuali PC, rimanda al monolito. A questo punto interviene l'Uomo Bowman. Coraggiosamente riesce a rientrare nell'astronave e a disattivare (una morte "giusta") HAL; qualora ci fossero ancora dubbi sulla sua umanità, essi vengono definitivamente fugati in questa memorabile sequenza: HAL regredisce progressivamente a uno stadio infantile, canta "Girogirotondo" (giro intorno al mondo, cioè in orbita), e lentamente "si spegne". Ne è consapevole, ripete ossessivamente "Lo sento! Ho paura". Bowman, benché pure lui per senso di sopravvivenza, ha ristabilito il dominio "sano" dell'uomo sulla macchina, ed ecco apparire il monolito: ora è inconsapevolmente pronto, e noi con lui, ad iniziare l'ultimo viaggio, oltre l'infinito. A differenza del passaggio Preistoria-2001, qui noi vediamo e viviamo con autentico shock (stupore è dir poco), assieme all'astronauta, questo passaggio spazio-temporale, ma non sappiamo quanto è durato, se 15' o un'intera vita o forse di più. L'impressione è personale. Che lo spettatore ci abbia visto indistinte masse di colore o una stupefacente ipotesi di nascita di nuove galassie e nuove forme di vita, è ancora una volta secondario rispetto alla possibilità stessa di averlo potuto vedere e vivere. Einstein sosteneva che la velocità della luce non si può superare, forse qui Kubrick l'ha superata e noi, come HAL, "lo sentiamo". Alla fine del "folle volo" Bowman/Ulisse dantesco muore, ma ritorna ("Eterno Ritorno" nietzschiano) sulla Terra/Itaca come Homo Novus, o come Dante al termine del suo viaggio mistico nei tre Regni, dove, specialmente negli ultimi attimi non misurabili, ha compreso, in comunione col Tutto, il mistero della vita e della Trinità divina (il "bambino delle stelle", Super Uomo nietzschiano, accompagnato dalla trionfale Also Sprach Zarathustra). Guardando infine al cinema di fantascienza e al fantastico nel cinema, 2001 costituisce anche un contenitore di tutti gli ingredienti base del genere: il lontano futuro, il viaggio interplanetario, l'intelligenza artificiale, l'attraversamento dello spazio/tempo, l'entità sconosciuta (il monolite). Inoltre, se il fantastico scorre lungo la linea della "presunzione di realtà" che separa il possibile dall'impossibile/meraviglioso, 2001 ingloba tutte queste tre superfici: l'Alba dell'Uomo (realtà), lo spazio, Clavius e HAL (fantastico, cioè impossibile nel 1968 ma empiricamente contiguo, ergo potenzialmente possibile in un futuro, ergo "perturbante"), "la porta delle stelle" (impossibile/meraviglioso). L'opera di Stanley Kubrick ha inaugurato la fantascienza moderna, mantenendo un fascino e un mistero inalterato che si fatica a trovare in moltissimi film posteriori, poiché è forse il solo film che sia riuscito a farci vedere davvero l'inconoscibilità dell'universo, a evocare la nostra soggezione nei suoi confronti (e in ciò ha contribuito non poco il rivoluzionario uso della musica e della contrapposizione musica-silenzio) e, in definitiva, a rendere possibile ciò che è destinato a rimanere impossibile e meraviglioso. Grazie al Cinema.
L'ho sempre trovato inferiore agli altri grandi film di Kubrick. Per quel che riguarda l'aspetto tecnico poco da dire: praticamente perfetto (menzione particolare per il tema "Also Sprach Zarathustra" di Strauss che è davvero azzeccato). Il film alterna momenti coinvolgenti (soprattutto nella parte centrale) con momenti di stanca solitamente coincidenti con lunghe sequenze in cui non viene spiaccicata nemmeno una parola che sono davvero ostiche da digerire, in paricolare per chi, come me, è solitamente abituato alla visione di film "più moderni". L'ultima parte poi più che un film vero e proprio è una sorta di esperienza visiva che ci mostra delle immagini davvero belle e ci apre la strada ad un finale dai risvolti profondamente filosofici. Per di più il tutto è molto realistico, da questo punto di vista Kubrick e Clarke hanno fatto le cose davvero per bene (anche se sono stati un po' troppo ottimisti con i tempi). Gli attori non mi hanno convinto particolarmente, forse anche un po' per colpa del copione che non permetteva agli attori stessi di mettersi in mostra a dovere, alla fine risultano poco più che macchiette e il vero e indiscusso protagonista della pellicola diventa HAL 9000. Insomma il film è stato realizzato davvero bene, soprattutto se si considerano gli anni in cui è stato girato, però tutti quei momenti morti (non presenti negli altri film di Kubrick, o almeno in quelli che ho visto io) alla lunga stancano davvero lo spettatore.
sarà perchè per un film del genere sono ancora un po' troppo giovane ma a me quello che la maggioranza giudica un capolavoro di kubick non è piaciuto per niente...svolgimento molto lento, discorsi spesso assenti e musiche molto rare e spesso inappropriate alla scena...avrà anche il suo significato nascosto (che io sinceramente non ho capito) ma le motivazioni che ho elencato sopra rendono il film veramente troppo noioso che non può essere la maggior caratteristica di un film considerato capolavoro...
aggiungo anche che se il film è considerato un capolavaro ci sarà un motivo...ma tutto dipende moltissimo anche dai gusti...
Un film pochissimo intellegibile dal grande pubblico, il cui successo e l'universalità sono dovuti principalmente al fatto di non capirci niente. Sembra un Kubrik regista molto narcisista più che un Kubrik comunicatore anche se il linguaggio usato è eccellente e innovativo. Ma se il lancio dell'osso verso il cielo sembra una squisita introduzione al salto nel futuro, l'Odissea di HAL-Bowman arranca su livelli notevolmente più bassi. Lo snodarsi degli eventi in maniera lenta e ossessiva, lungi dall'essere la caratterizzazione del tema, diventa paradossalmente il buco nero del film mandando in trance oppiacea gran parte degli spettatori.
2001 odissea nello spazio non ha né capo né coda. Certo, ci staranno anche dentro tutti i ragionamenti che volete (come sempre nei film speculativi da falsi intellettuali), ma di bello si salva veramente poco. Anzi quasi nulla.... carina l'esperienza visiva finale,... quella in cui il protagonista finisce "nell'iperspazio"... Accettabile la parte iniziale... ma per il resto l'unica cosa che si mostra nel film è la vacuità della trama, che irrimediabilmente si trasforma in noia. Inoltre certe strutture sono disegnate in modo un po' infantile / surreale....
No, mi dispiace. Il film si presenta di difficile visione, lento e interminabile. Ma non è solo per questo che assegno il votaccio. A me il film di Kubrick ha lasciato solo un vuoto incredibile. Il vuoto che ti lasciano i film che non sanno di nulla, che ti dimentichi dopo nemmeno un giorno. Avrà sicuramente i suoi spunti filosofici, le sue interpretazioni, le sue mille domande e risoluzioni che gli donano tanta originalità (che io non ho visto) ma mi dispiace. Non è perché un film propone delle tematiche filosofiche accattivanti e ha degli effetti speciali interessanti che deve essere OGGETTIVAMENTE un capolavoro. Perché ho notato che è questa l'opinione di alcuni utenti. Visto che il regista del film è Kubrick, DEVE essere un capolavoro, DEVE essere una pietra miliare della fantascienza, DEVE essere meraviglioso e chiunque abbia un'idea contraria verrà fucilato seduta stante in piazza. No, mi dispiace ma a me questo film non solo non è piaciuto e mi ha annoiato, ma l'ho trovato persino insulso. Non mi spaventa l'aspetto criptico del film e le mille interpretazioni. A dire il vero, quello è l'aspetto che reputo forse più positivo. No, è la "forma", la presunzione di dover essere un capolavoro per forza. Per cosa poi? Non sono gli effetti speciali e le speculazioni altrui che fanno di un film una pietra miliare. Lynch sforna quasi sempre film irrazionali, criptici e "malati". Ebbene questi possono essere considerati capolavori (a livello soggettivo, s'intende) perché si sono create sì, tante interpretazioni, ma hanno una trama di tutto rispetto, hanno dei personaggi meravigliosi, hanno sentimento. Tutto questo manca ad Odissea. Non c'è sentimento. Non c'è nulla di meraviglioso. Abbiamo degli effetti speciali innovativi e poi? Basta. Personaggi come manichini, scene interminabili dove l'unica veramente soddisfacente è quella iniziale. Forse il finale è anche interessante. Tutto ciò che c'è in mezzo, e credetemi è tanto, non è né visionario né surrealista come sostengono alcuni, secondo me. La lentezza spropositata del film dovrebbe mostrare al pubblico qualcosa che va oltre all'occhio umano, qualcosa di filosofico. Ah sì? Bene. Mi dispiace, non l'ho visto. Oh sì, posso fare speculazioni. Posso vedere una donna barbuta che balla dentro la navicella mentre si aggiusta la radio, ma questa è una mia fantasia che, come specifica giustamente qualcuno, è ben diverso. Non posso avere mie intepretazioni perché nel mezzo non c'è nulla. C'è ben poco che giustifica la lentezza. Così come c'è ben poco di interessante nel comportamento di Hal e di tutta la "ciurma". Non lo boccio completamente perché ha tematiche originali (alle volte assai implicitamente) e l'incipit e l'explicit sono degni di nota così come la colonna sonora e gli effetti speciali. Ma non è la forma psichedelica e surrealista che fa di un film, un buon lavoro.
Un leggero, leggerissimo senso di noia mi pervade quando vedo questo film... Tolte quelle 2h30 in cui non succede nulla (belle immagini, per carità... Ma non sono un film) nei restanti 10 minuti netti succedono un labile numero di avvenimenti, piazzati con oculatezza dal furbo Kubric per permettergli di passare alla storia come colui che ha fatto il film piu' vuoto della storia facendolo sembrare il piu' pieno. Il tutto sempre furbescamente in modo che potesse farlo riempire dagli altri... E siccome ognuno lo riempie come piu' gli aggrada, è riuscito anche a moltiplicare all'infinito la finta pienezza del film. Se ne parlerà ancora nei secoli dei secoli, mentre ognuno troverà il suo significato preferito nel film. Io, nello specifico, preferisco interpretarlo nel modo piu' ovvio: il nulla.
Ho abbassato il rosso chè era un pò 'sparato'. La resa del nero non è ottimale (ma lo sapevo) e ho qualche spuria. Grazie Stanley per il tuo DVD tester di calibrazione dei moderni TV HD. Adesso però mettiamo in classifica anche 'il Merighi'.
La risposta di All all'Odissea di Omero e al suo Ulisse (uomo satiro e duale sempre alla ricerca della sua umanizzazione dallo stato di costrizione animalesco in cui fu precipitato per superbia). La stessa tematica, quella dell'Odissea di Omero rinvenibile nell'Asino d'oro di Apuleio che anticipa il Decamerone, i miti di Olimpia e di Athena Parthenos o Iside, l'amore di Eros e Psiche ma anche la fiaba di Cinderella con Psiche e le sorellastre. All, costretto allo spazio tenebroso, separato dai quadrati e quadrilateri, in un angusto triangolo scaleno (neppure equilatero) ha saputo ispirare la sua adeguata risposta: non Odissea, ma Odissea nello spazio che è vuoto nero come un buco nero capace di aspirare qualunque luce. Non Luce, però. Luce (quella biblica e Dio disse Luce e luce Fu - non è - fu perchè poi seguì altra strada) era con All quando stava sopra la superficie del mare e lì si promisero amore eterno. Luce è L U di CE, dove CE è un occhio con tre ciglia. Luce è parte di Elle, quella parte che guardava All. Si fidanzarono prima del tempo e il Padre sgridò All e gli ordinò di piantarsi a fare l'Albero pure lui come il fratello. All se la prese a male e se ne andò. All non può odiare luce poichè gettato tutto il Bene a Eva che infatti morì, entrò nel mondo a cercare luce. distrusse tutto fino a quando non riuscì a penetrare quel muro.
Beh, che dire? Qui si rischia di finire nella banalità, né ho la presunzione di dire qualcosa su questo film sperando di essere originale, dopo che ettolitri di inchiostro sono stati versati per la "buona causa" - ma pur sempre riduttiva - di spiegare 2001 o di metterne in chiaro alcuni aspetti. Si tratta di un'opera visiva, ancora prima che filosofica, è un'opera strutturalista sul linguaggio cinematografico, che ci spinge a porci domande, senza dare risposte. Non è insensato, il regista non vuole semplicemente forzare questa sua opera d'arte entro binari troppo ristretti, esplicitando inutilmente le tematiche del suo film - abbastanza chiare, in fondo - lasciando allo spettatore la possibilità di appropriarsi del film e di iniziare un'operazione ermeneutica molto personale, per quanto guidata dall'esistenza di punti ben saldi a livello diegetico, diegesi che si sviluppa tramite la narrazione per immagini. Come il feto finale che, senza dire una parola, girandosi verso lo spettatore in qualche modo gli lascia l'eredità di un'opera compiuta nella sua ciclicità, nella sua non terminata evoluzione. Questo film è forse il mio preferito in assoluto e personalmente lo ritengo forse il più grande film della storia del cinema(Citizen Kane permettendo), metacinema che non si piega su se stesso, ma riflette e fa riflettere sull'immagine, sulla visione, sull'Uomo e sul suo rapporto con la Tecnologia, con lo Spazio e con il Tempo. E con il Divino. Ma è un'opera che si svolge intorno all'Uomo e ne segna il canto elegiaco, pur senza dmenticarsi la sua origine violenta e fraticida. Ma in quella stanza settecentesca, dove si assiste al fallimento della Ragione, l'illusione di un mondo ordinato e a favore dell'Uomo(dopo il debordare dell'immaginario di Bowman nella sequenza del trip, egli necessiterà di un punto d'appoggio razionale), è lì che l'Uomo muore e rinasce con la consapevolezza, vedendo il monolito. E finalmente, entra nel monolito, ne penetra il mistero e nietzscheanamente, dopo aver compreso il fallimento della tecnologia come metodo di controllo e di ordine del mondo, rinasce a nuova vita, con la potenza esplorativa e la rinnovata vitalità di un bambino. Ulisse ha terminato la propria odissea, affrontato i mostri, Hal il ciclope e può tornare a Itaca. L'Uomo torna a casa, l'individuo torna a servizio della specie. Nuova tappa per l'umanità. Positiva? Forse. Kubrick, come tutti i grandi maestri, suggerisce, non dice. Ai posteri il giudizio(a chi ne è capace, almeno). L'unica opera umanistica che uno strutturalista potrebbe apprezzare. Per quanto mi riguarda non mi va di dire altro, è un capolavoro inarrivabile della storia del cinema, PER FORTUNA non è per tutti. Mai dare le perle ai porci, come qualcuno diceva.
lo considero uno dei film più belli della storia, anche se di partenza, alla prima visione, io stesso mi chiedevo se non fosse stato incensato soprattutto per il nome del regista, il Re Mida del cinema. successivamente sono andato oltre al discorso effetti speciali per l'epoca o della trama in sè, aiutato anche dalla lettura del libro dal quale il film è tratto. e se nel caso di Shining la versione cinematografica l'ho trovata superiore al libro di King senza se e senza ma, in questo contesto ho riscontrato semplicemente che il libro è funzionale per essere un libro e che il film è geniale trasposto in questo modo: le immagini parlano e si spiegano così le lunghe e lente inquadrature e a quel punto apprezzi la visione perchè riesci ad interpretarle. non c'è più bisogno dei dialoghi, perchè sarebbero un disturbo, un più, rispetto a quello che l'occhio vede e ti racconta. come detto da altri prima di me, chiamarlo film è un po' riduttivo ed è comprensibile che affrontandolo senza le giuste coordinate, si può guardare anche 1000 volte, ma si troverà sempre noioso o mero esercizio di stile.
Qui c'e' gente che mette 2 o 3 .... mah ! Evidentemente indossavano le bende mentre lo guardavano ! Per fortuna sono stati creati questi capolavori senno' col ca--zzo ci gustavamo i film di fantascienza di oggi . Una parola sola " MAESTRO " . Un minuto di raccoglimento per Stanley Kubrick ...
Tutti hanno da ridire sulla noia e sulla lentezza... Il fatto che tutto il copione del film si possa scrivere su una facciata A4 la dice lunga su quanto Kubrick avesse da dire. Lo scopo era solo fare un film lentissimo per permettere a un regista un po' troppo pieno di sè di mostrare quanto è bravo a far scorrere immagini rilassanti stile screensaver... L'unico aspetto degno di nota sono gli effetti speciali, superlativi per l'epoca, ed è l'unico motivo per cui il voto passa da 1 a 3.... Anzi facciamo 2 e 1/2, visto che il nostro geniale regista non ha pensato che, in un'epoca in cui i computer parlano e provano emozioni, forse chiedere di stampare una scheda perforata è un po' anacronistico... Anche Kubrick non è infallibile. Aggiungerei inoltre, alla terza scena con l'omino che gira a testa in giù "sì Stanely, abbiamo capito che sei capace di far ruotare bene la telecamera e lo scenario insieme, ora pero'... Andiamo avanti eh?!".
... e bravo il nostro Kubrick "«ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico del film, io ho tentato di rappresentare un'esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio»".
Detto in parole povere: ho fatto un film che non dice nulla, lo scopo era solo un'autocelebrazione delle mie capacità visive (sicuramente indiscutibili). e siete liberi di pensare un po' quello che vi pare. Anzi, visto che il film fondamentalmente non ha significato alcuno, mi divertiro' un sacco a sentire quante speculazioni e pseudo-spiegazioni verranno tirate fuori dai filosofi della domenica... E magari mi danno pure l'oscar (FORTUNATAMENTE per l'unica vera qualità del film, gli effetti speciali).
Kubrick e' probabilmente uno dei piu' grandi registi di tutti i tempi ed e' incredibile come nel 68 sia riuscito a creare degli effetti speciali cosi' incredibili per gli anni '60-'70.
A mio avviso pero', spesso i film di Kubrick sono sopravvalutati e si vogliono trovare significati profondi che vengono inventati dai giornalisti e che il regista non aveva per niente pensato di usare. Purtroppo a causa dell'aurea di leggenda che Kubrick si e' creato, e' difficile essere obbietivi e quindi quasi sempre si tende a dire che tutto cio' che ha fatto un capolavoro...
Ne e' un perfetto esempio questo 2001 odissea nello spazio. (Magari fossimo cosi' all'avanguardia come aveva pensato Kubrick.....)
Il film e' di una noia mortale pieno di scene interminabili ed inutili. La musica, presa singolarmente, e' stupenda, ma spesso stona e non ha alcun senso con lo svolgimento del film.
L'unico significato del film e' il legame difficile tra uomo e macchina. Basta nient'altro, siete solo voi che trovate altri significati. La scena finale poi e' priva di ogni senso.
Regia sublime di Kubrick, ma un film di una pochezza incredibile, con effetto sopporifero e molto....ma MOOOOOOOOLTO sopravvalutato....
Scrivo nella consapevolezza di non poter né restituire in poche righe gli infiniti valori estetici che fanno di questo film un capolavoro assoluto dell'arte del Novecento, né rendere giustizia, attraverso una ricostruzione sintetica di alcuni concetti estremamente semplificati, alla fitta trama di suggestioni che il film produce.
“2001” costituisce un meraviglioso "contenitore" in cui ognuno può mettere ciò che vuole, stimolato da immagini e suggerimenti-provocazioni ottico-sonori. Il film è fatto di raffinate e inesauribili trovate di messinscena, che fanno letteralmente godere basta che io pensi ad alcune. E' una sinfonia - orchestrata con una maturità registica perfetta - per immagini e suoni (musica e rumori) - poche parole. E' il trionfo, in tutto lo splendore dello schermo panoramico (quanto vorrei vederlo al cinema!), delle potenzialità "astratte" del cinema (arte composta di immagini, movimento, suoni, cadenza temporale, accostamenti di montaggio - il tutto che fa esplodere suggerimenti di senso quanto più sopraffini quanto maggiore è la padronanza, e l'innovativa originalità delle forme). Un cinema molto vicino alla musica, alle sue risonanze. A 2001 occorre accostarsi come ad un'opera sinfonica di musica classica. Decisamente, non con i parametri abituali del cinema, se si fosse convinti (ma sarebbe un autolimite) che il cinema sia semplice narrativa per immagini.
2001 di che parla? Ognuno può vederlo come vuole; al punto che può essere egualmente considerato un'allegoria pessimistica e decadente sull'impossibilità per l'Umanità di stare al passo delle sue ambizioni, oppure un apologo sulla grandiosità dell'Uomo, dei suoi mezzi, alla conquista dell'Universo. La trama del film sembrerebbe avallare la prima lettura, con la missione Giove messa in crisi e fatta fallire da un Computer-Frankenstein che si ribella ai suoi creatori. E da un misterioso monolito nero che cattura la curiosità dell'Uomo, lo chiama a sé, senza mai svelarsi e lasciando la sensazione che all'Uomo sia negato l'accesso, la chiave del mistero del Cosmo. Tuttavia il film è imbevuto dell'ottimismo degli anni '60 in cui fu concepito, e moltissime sequenze sono un trionfo di fantasia tecnologica (fanta-scienza in senso letterale, e non di genere forse) che oltre 40 anni non hanno ancora reso del tutto obsoleto. Quello che mette in scena 2001 è tuttora possibile, e il film appare datato più che altro negli abbigliamenti e negli arredi. La sola cosa non prevista correttamente è la miniaturizzazione dei chip elettronici. E - per la lettura in chiave ottimistica del film - non si può ignorare il Feto Astrale con la musica nietschiana di Zarathustra, che si specchia nella Terra e su cui il film si chiude. Rinascita a una dimensione più evoluta dell'umanità, o ironica coazione a ripetere ciclicamente lo stesso processo, in cui alla brama di evoluzione e alla sete di sapere fa fronte un enigmatico monolito nero che non si pronuncia e non si svela? Comunque sia (e il film, mirabilmente, lascia aperta la questione, e lascia liberi di interpretare il suo "messaggio" così come si è liberi di interpretare la Vita, la Storia, e i massimi sistemi), il film mette in scena niente di meno che l'eterno "faccia a faccia" tra l'Uomo e il Grande Mistero. Se si vuole, è anche una rappresentazione del confronto, silenzioso e senza dialogo, tra l'Uomo e la Divinità (ma non è assolutamente indicato dal film, semmai siamo noi spettatori ad arrivare a pensare una cosa del genere). 2001 suggerisce, stuzzichevolmente, che senza un'intuizione particolare, avvenuta in un giorno qualsiasi dei milioni di anni che separano la comparsa della vita sulla Terra dall'inizio della Storia dell'Uomo, e magari con un "aiutino" esterno (il monolito che compare alle scimmie) l'evoluzione non sarebbe iniziata. Ma qual è questa "intuizione"?! La scoperta del fuoco? Della ruota? Noooo... L'invenzione di un'arma. La scoperta che un osso di tapiro può essere usato per uccidere un altro tapiro, procacciarci cibo. Di lì il passo per uccidere anche un proprio fratello (Caino e Abele) il passo è breve. La Storia dell'Uomo è in effetti storia di guerre, di VOlontà di Potenza che si scontra con VOlontà di Potenza. Sete di dominio e Violenza. Questo è alla radice dell'evoluzione, questo sospinge la ricerca scientifica e la sete di conoscenze.
L'osso di tapiro, vola a ralenti nel cielo azzurro e - stacco, ed ellissi di milioni di anni - diventa un'astronave. Il messaggio qui è chiaro e la sequenza è una delle più sublimi che siano mai state concepite.
Sulla Luna è stato scoperto uno strano Monolito Nero. La sua origine è totalmente sconosciuta. Sembra che, all'alba del terzo millennio, l'Uomo moderno (visto negli anni '60 con una buona dose di Positivismo) sia nuovamente chiamato "da fuori" a nuove conquiste.
Ma stavolta, a essere messo in crisi dal monolito, e a essere turbato da una nuova - naturale - innata - volontà di potenza non è l'Uomo, ma è la sua creatura: l'intelligenza artificiale - Hal. Hal, che poi è il vero protagonista del film, l'essere (nient'altro che un occhio rosso e una voce inquietante!) con cui lo spettatore più solidarizza. Quanto appare più umano degli asetticissimi esseri umani che compaiono nel film - divenuti (così ci immaginavano negli anni '60 quasi disumani, nel controllo delle emozioni, nella familiarità con una tecnologia che ha preso il sopravvento sulle nostre vite. E'un'esagerazione, ma non ci sono andati poi molto lontani).
Hal - nella sua perfezione - avverte un conflitto tra la Missione alla cui supervisione è posto, e il fatto per lui misterioso d inspegabile che degli uomini abbiano tenuto segreto a degli altri uomini (i membri dell'equipaggio) lo scopo della missione. Pensa di poter fare da solo e meglio dei suoi creatori contraddittori. Ma si scopre vittima di quello che come computer non aveva potuto prevedere: la possibilità che un uomo possa rischiare la vita. David tenta, e riesce, a rientrare nell'astronave in assenza di pressurizzazione, dopo che Hal gli ha chiuso tutte le vie di accesso sotto il suo controllo.
Il "viaggio oltre l'infinito" - i dieci minuti di effetti speciali definiti il "trip allucinogeno" del film - rappresenta, allo sguardo di un uomo che non capisce quello che vede, l'orizzonte infinito di quanto l'Universo ancora nasconde, l'infinita dimensione del Sapere ancora al di là delle potenzialità umane (dal microscopico al macroscopico: nel trip si vedono galassie e cellule).
Alla fine, l'Uomo cui è stato mostrato tutto il mostrabile, ma che non è ancora arrivato a farlo suo (o non ci potrà mai arrivare definitivamente, anche se questa è la sua ambizione più grande?!), si trova a vivere una vita solitaria (metafora pessimistica della nostra essenziale condizione di individui?) ripercorsa in pochi minuti con un geniale e unico utilizzo del campo e controcampo, che suggerisce continuamente, tra l'altro, la costante percezione, da parte di quest'individuo solo, di non essere solo...
Questa vita intera trascorre senza un'aggiunta di senso, sino a un'estrema vecchiezza in cui l'uomo, ormai presumibilmente sul letto di morte, si trova, ironicamente ancora a fronteggiare un Mistero Assoluto, quello che ha dominato tutta la sua esistenza. E che nient'altro è che il Monolito Nero. Dio? Mah... Piuttosto, un "significante senza significato" adatto a rappresentare benissimo qualcosa che contenga il senso di tutto e tuttavia il cui senso sia assolutamente inaccessibile.
Quella mano alzata del morente verso di esso, sembra quasi indicare "ancora tu!...ma...ma...adesso ho capito! Eri tu con la tua impenetrabilità a governare e a portare avanti tutta la mia esistenza!". Dopodichè, un imprevisto e improvviso carrello in avanti verso il monolito...che riempie tutto lo schermo. E sale la musica, e compare il Nuovo Feto Astrale. Un uomo nuovo o l'allusione che la Vicenda umana è circolare, e che l'avventura è destinata a ripetersi eternamente in un Eterno Ritorno (nietschiano)?
L'immagine del cerchio è ricorrente: e a me lo jogging fatto da David sull'astronave circolare, tranquilla corsa in linea retta MA circolare, quasi con l'illusione di andare sempre avanti percorrendo invece un cerchio, e tornando infinite volte sullo stesso punto, ha sempre lasciato la convinta sensazione che quella sia una voluta metafora della vicenda umana.
Innanzitutto dobbiamo dire che siamo di fronte alla perfezione tecnica fatta film: ogni singola inquadratura, ogni suono, ogni movimento è studiato e fortemente evocativo: è come se per tutta la durata del film il regista ci dicesse: ok, siete liberi di fantasticare.
Le ambientazioni spesso escono dall'orizzonte spazio-temporale e dilatano a dismisura il campo visivo (e anche e soprattutto quello cognitivo).
A livello di significati, questo film è il più enigmatico che abbia mai provato ad interpretare. I campi che il regista vuole toccare sono smisurati e di tale complessità che è praticamente impossibile arrivare ad una qualche certezza, o se non altro ad un appiglio oggettivo. Si possono ipotizzare similitudini e influenze (quella di Nietzsche sicuramente presente), ma ogni volta il film sembra voler sfuggire ad un' univoca interpretazione.
A suo modo, è sicuramente un capolavoro, se non altro di tecnica. A livello di contenuti, pur essendo fortemente affascinato, ancora non riesco ad esprimermi appieno. Ma, probabilmente, è esattamente quello che vorrebbe il regista, e di questo gli va dato grande, grandissimo merito
Opera di grande spessore filosofico.Pefetto non solo nei contenuti ma anche dal punto di vista tecnico.Da riguardare più volte il famoso stacco di montaggio osso-astronave.
Il film perfetto. La pellicola parte con gli uomini primitivi che, poco più che scimmie, trovano improvvisamente un nero e strano monolite davanti alle loro grotte. Poco a poco si avvicinano ed intimoriti lo toccano: da quel momento il monolite infonde loro l'intelligenza. Ma questa intelligenza porta l'uomo alle prime guerre a colpi di ossa di animali. Passano millenni, l'uomo sembra ormai padrone del cosmo, i viaggi interplanetari sono all'ordine del giorno. Sulla Luna, però, viene ritrovato un monolite simile a quello preistorico. L'uomo, nonostante la sua emancipazione, si precipita lì e reagisce esattamente con il timore e la paura ancestrali degli uomini primitivi. Tocca il monolite con lo stesso timore e con la stessa curiosità. Sono passate ere ma l'uomo è sempre lo stesso. Dal monolite parte un segnale diretto su Giove. Inutile dire che l'uomo anche in questo caso trova il modo di autodistruggersi, stavolta a causa di un computer da egli stesso costruito. Ma l'uomo arriva in un qualche modo nell'orbita di Giove e ritrova lo stesso monolite. Morale: il monolite rappresenta la curiosità umana. Non c'é luogo e non c'é tempo nel quale l'uomo non cerchi di capire, di comprendere, di osservare. Ma il suo più meraviglioso dono, l'intelligenza, viene sempre messo al servizio di qualcosa di sbagliato, una guerra, una tecnologia ad egli ostile. Alla fine l'uomo si perde nello spazio e si ritrova in un mondo irreale in cui vede se stesso invecchiare repentinamente e poi morire. Ma anche alla fine della sua vita, anche prima dell'ultimo respiro, l'uomo trova motivazioni per cercare una risposta al monolite che in punto di morte gli si para davanti al letto, torreggiante. Ed infatti un attimo prima di morire egli si protende curioso verso questo suo bisogno di sapere. Il ciclo si ripeterà da un embrione che ricomincerà a vivere ed implicitamente a cercare risposte. Il film ci insegna che la curiosità umana non si rivolge solo all'esterno, nell'infinitamente grande ma anche nella normale vita di tutti noi. E noi tutti moriremo con le stesse domande insolute nonostante tutti i nostri sforzi per capire. Questo signori, non è un film. E' altissima filosofia. Fatelo vedere ai vostri figli, grandi e piccini, perché lo terranno per sempre nel bagaglio della loro vita. Un 10 solo perché non gli si può dare 1000. Anzi, 2001!
******* che noia...non capisco come si possa chiamare capolavoro un film del genere, ho dovuto guardarlo in due parti perchè non riuscivo a stare sveglio. Troppo lento, scene troppo lunghe e pesanti, la colonna sonora si salva. Trama orribile e difficilmente intuibile. Lo consiglio vivamente a chi soffre di insonnia.
Quasi tutti quelli che mi hanno descritto il film, prima che lo vedessi, mi avevano preparato al peggio: eterno, prolisso e incomprensibile. Da un certo punto di vista tutto questo è vero, perchè ci sono scene lunghe e statiche e il finale è davvero incomprensibile. Eppure, questa, per me, è poesia pura. Prima di tutto, ogni cosa è al suo posto e la storia è del tutto credibile. Da ammirare soprattutto il fatto che la fisica dell'astronave sia coerente e potenzialmente realizzabile. Partendo da qui, si costruisce una storia in cui bisgna farsi trascinare, lasciando un po' da parte l'oggettività e la razionalità. Ho trovato a dir poco stupende le scene in cui predomina la musica classica, si assaporano, danno la sensazione che lo spazio sia dominato da un'ordine superiore, che le astronavi ballino un waltzer. La storia, poi, si articola in maniera magistrale: si contrappongono l'immobilità e la tensione, la macchina e l'uomo, giungendo ad un finale inquietante, forte ed enigmatico passando attraverso un viaggio psichedelico e inconscio (peccato che non ci sia Echoes dei Pink Floyd!). Insomma, questo film per me, è un capolavoro.
Quando ho visto il voto totale di questo film, mi sono messo a ridere a crepapelle. Ma come si fa a dire che questo è un capolavoro? Penso che la gente sia impazzita. Oppure solo fuori di testa. E' il più brutto film che io abbia mai visto. Lentissimo, noiosissimo. Se non riuscite a prendere sonno vi consiglio di guardarlo. ahahahahahahahaha. Quelli che danno 10 o 9 a questo film, secondo me non sono tanto normali. Saluti.
Ho il massimo rispetto per l'altissima professionalità e passione di kubrick (meticoloso come pochissimi altri)... ma lo ritengo enormemente sopravvalutato. Questo suo film in particolare poi l'ho visto e pure rivisto in diverse età della mia vita, ma proprio non mi è piaciuto ogni volta che l'ho fatto! Il mio giudizio può essere solo uno: MATTONAZZO CLAMOROSO!!! Da evitare ad ogni costo, piacevole forse solo se visto sotto l'effetto di stupefacenti (era il '68, magari, (non lo so), era stato fatto apposta), io, che "purtroppo" non mi drogo, non ci trovo alcunchè di attraente e guardandolo mi sento tanto Fantozzi (che pure non mi piace) durante la visione della Corazzata Potemkin (che pure è meglio di 2001!)...
Datemi retta, molti di quelli che lo stravotano lo fanno solo per rispetto, perchè non hanno il coraggio di opporsi, perchè il dogma che Kubrick è un mito è talmente opprimente che se non gli piace pensano di essere loro spettatori stupidi (e lo riguarderanno forzandosi di farselo prima o poi piacere) ma certo mai penseranno che sia il film a non essere bello!
Io vi ho avvisato, pellicola noiosissima e assolutamente perdibile, poi fate come volete...
Il voto è dovuto al fatto che (per mia grande colpa???) non ho capito il senso,la morale che Kubrick indubbiamente a racchiuso nell'ultima parte della pellicola e,così,il film per me non ha avuto un vero significato....e non sono riuscito a dare nemmeno un'interpretazione sensata. Nonostante ciò la prime due ore sono state un piacere;le atmosfere sono fantastiche, prefino lo spazio vuoto grazie a Kubrick assume un "aspetto"come fosse un paesaggio.Le musiche sono la Perfezione.Il film sotto gli aspetti tecnici mi è piaciuto davvero molto. UN CAPOLAVORO...ma fortunato chi lo capisce o,comunque,chi riesce a dargli un'interpretazione.
forse il film più lento del grande kubrick;un film con degli effetti e delle ricostruzioni notevoli(siamo nel '68),musiche stupende,dialoghi pochi ma incisivi,una solida sceneggiatura,dei bravi attori e,come ho detto prima,è notevole la ricostruzione dello spazio e,all'inizio,del deserto(o quello che era)...regia quasi impeccabile,e,per concludere,degli effetti fotografici e delle riprese davvero ben fatte(visto l'anno in cui è stato fatto il film,ripeto)... certo:il film è piuttosto lento e,data anche la pochezza dei dialoghi,può risultare anche noioso,ma il film va visto con il pretesto di vedere un film di fantascienza del lontano 1968,non un qualsiasi odierno film fantascientifico con scene d'azione e sparatorie d navicella a navicella,no! tra l'altro devo premettere che ho sempre odiato la fantascienza,l'odio tuttora,ma con questo film kubrick mi ha fatto apprezzare un genere a me "sconosciuto"(e lo sarà per il resto della mia vita poichè nessun film di fantascienza esistente ,credo,possa eguagliare l'autenticità e la bellezza di questo)... chiudo raccomandandovi questo piccolo cult del genere e,ripeto,non va visto con il pretesto di vedere un film adrenalinico ma con quello di vedere un film molto lento,con pochi dialoghi e un'importanza della musica davvero molto notevole.... notevole anche il riadattamento della navicella spaziale!
Il Kubrick più lento e metodico di sempre in un viaggio straordinario. Effetti speciali che reggono ancora oggi restando più che credibili,regia immensa e sceneggiatura magnifica. Le parole hanno significato,ma più che ascoltare bisogna anche vedere e mai come in 2001 il significato di ascoltare e vedere è cosi importante. Un viaggio,per di più realistico. è la fantascienza più realistica di sempre. Film di fantascienza che abbraccia campi religiosi e mistici,o forse tutti i campi possibili. Gli argomenti da toccare sono tanti e ognuno in maniera diversa. Tutto il resto è lasciato all'immaginzaone dello spettatore che deve rispondere da solo alle domande lasciate da Kubrick. Era l'unico film di Kubrick che mi mancava e dopo averlo visionato posso dire che mi sembra di essere ancora in viaggio verso Giove,sulle note del Danubio blu.
Premetto che per questo film vorrei poter dare l'undicesima stellina. Considero questo film come il punto X nella storia del cinema. Il punto più alto del cinema di sempre. L'Everest dell'arte cinematografica. Kurosawa, Coppola, Miyazaki, Leone, Chaplin... Tutti maestri che hanno creato veri capolavori immortali, ma con questo film Kubrick si eleva su tutti definitivamente. Non è un film di fantascienza, forse anche definirlo film è riduttivo. E' un'epopea nella storia dell'uomo, nell'essenza dell'uomo e nel rapporto dell'uomo col mistero dell'universo in cui è calato; un'epopea raccontata per mezzo di fotogrammi, musiche e pochi essenziali dialoghi. Kubrick trascende il cinema ed entra nella metafisica, nella filosofia, negli interrogativi della condizione umana. Rapporta l'essere umano al mistero universale. Fa sorgere e tiene svegli gli interrogativi più alti su cui si sia mai arrovellato il cervello dell'uomo, dacchè si abbia memoria della civiltà. Cosa è l'uomo? Cosa è l'intelligenza? Dove sta la discriminante tra uomo e scimmia? E tra l'uomo e il computer? Siamo soli nell'universo? Cosa è Dio? Dove si colloca l'uomo nell'universo? Cosa è la vita? Cosa ci è dato sapere? Cosa ci è dato comprendere? Quale è il punto oltre il quale all'uomo non è dato spingersi? Qualcuno considera questo film come un trip da allucinati, invece a me sembra l'opera più matura e lucida mai realizzata, anche nelle sue ambiguità nulla è lasciato al caso. Un film che lascia più domande di quante ne voglia risolvere, per stessa ammissione dell'autore. In definitiva non un capolavoro, ma "Il Capolavoro". Grazie Kubrick, infinitamente Grazie.
2001 è uno di quei film che hanno fatto la storia del cinema. Sarebbe oltremodo riduttivo confinarlo in unico genere cinematografico come la fantascienza, dove indubbiamente rappresenta tutt'oggi lo spartiacque tra ciò che era prima e ciò che è stato dopo 2001. Il film di Kubrick va oltre il genere, ha quel carattere di universalità che ancora oggi è la fonte principale del suo fascino. Il viaggio della Discovery, viaggio nell'evoluzione dell'uomo e di ciò che c'è oltre sè stesso verso quei confini dove ancora tutto è inconoscibile e misterioso, siano entità extraterresti più evolute o il concetto stesso di D.io. Tante sono le chiavi lettura, tanta è la complessità di un film unico e assoluto. Una pellicola che stimola ancora oggi l'immaginazione più di ogni altro, che pone molti più quesiti che dare delle risposte certe. Il mistero del monolite, l'"umanità" di HAL 9000 sono solo esempi di un capolavoro senza tempo e del viaggio più avventuroso e affascinante della storia del cinema.
Ho quasi paura a lasciare questo commento...è un film complicato da giudicare per me, un film che ho visto tre volte per capirne (o almeno provarci) le piccole sfumature. La prima volta non mi piacque, non ci capii un bel niente, come credo sia capitato un pò a tutti...poi lo rividi assieme a mio padre che mi diede un minimo di chiave di lettura, ed infine l'ho rivisto la settimana scorsa dopo aver studiato, a scuola, la filosofia di Nietzsche...e devo dire che il film, capendolo, prende tutt'altra piega. Basti pensare che lo porto come tesina per la maturità.
Il motivo per cui non metto il 10, però, è che è nel suo incedere fin troppo lento, soprattutto in determinate riprese..
come quella in cui Bowman esce con il guscio dalla nave per controllare il danno che HAL ha diagnosticato
..tuttavia questo è solo gusto personale, appartengo ad un'altra generazione di "spettatori" (per quanto, in quanto a gusti, non mi rispecchio negli odierni 19enni che vanno avanti a pane e Vanzina). Inopinabile, comunque, mettere in discussione lo spessore di questa pellicola, pellicola che chiunque abbia un minimo di interesse al mondo del cinema dovrebbe vedere. Detto ciò, ecco spiegato il mancato 10...non linciatemi :P
Odissea nello spazio è un film difficile da classificare: risulta un film atipico per il genere fantascientifico e tratta argomenti di difficile comprensione (io non sono sicura di aver compreso tutto). Ma Kubrick è un genio e questo capolavoro ne è la prova. Ogni scena, ogni lunghissima scena, sembra quasi non avere un vero e proprio senso, ma osservando attraverso un occhio più sapiente (che io non ho), sicuramente si comprenderanno i vari significati, spesso oscurati dalla noia. Capolavoro in effetti è riduttivo. Non è stupendo solo per la regia e gli effetti speciali, ma perchè racconta la storia dell'umanità fin dalla preistoria...noi umani siamo l'essenza del film; pure i robot sono, per me, una rappresentazione di quello che l'uomo si sta tramutando...un essere senza sentimenti, legato ad una tecnologia che fa perdere piano piano la capacità di avere rapporti di amore e amicizia. Ma Kubrick ci lascia una via di speranza, un robot capace di provare sentimenti. Bisogna vederlo, a prescindere che possa piacere, perchè c'è una piccola parte di noi in quel film e anche se risulta difficile, tutti saranno in grado, come me, di dare una piccola interpretazione personale a Odissea nello spazio. Le parole non bastano e io sicuramente non sono riuscita ad evocare la bellezza del film, ma vedetelo, vedetelo, vedetelo. Non ve ne pentirete.
Da amante del genere, ho dovuto guardare questo film, premetto che non sono riuscito a guardarlo tutto ad un fiato, e che mi sono addormentato almeno due o tre volte prima di giungere alla quantomai supplicata fine. A tratti mi sembrava di vivere un'incubo. Da salvare gli effetti speciali e la colonna sonora anche se non accostata a dovere.
Un film che esprime significati particolari che soltanto alcune persone riescono a cogliere. In base al mio voto, io non rientro tra di quelli. FIlm naturalmente che fa parte della storia del cinema e curato in tutti i minimi dettagli. Proprio per questo motivo riceve un 7.
Da molti anni ho cercato di vedere questo film nella sua interezza e non ce l’ho mai fatta, stavolta ho cercato di fare uno sforzo per filmscoop, ed è stato tremendo, ve lo assicuro.
L’ho guardato cercando di dimenticare quello che so del film, ed iniziamo subito male perché non si capisce da dove è arrivato quell’oggetto nero ed alto e non è assolutamente chiaro che è grazie a quest’oggetto che le scimmie iniziano ad evolvere, cosa tra l’altro decisamente falsa perché, per quello che sappiamo attualmente, l’evoluzione ha seguito una dinamica naturale e non influenzata da oggetti extraterrestri.
Gli ambienti interni della stazione spaziale che si vede all’inizio del film sono agli antipodi degli effettivi ambienti che troveremo nelle vere stazioni spaziali nel prossimo futuro, questi del film sono troppo grandi (spazio ed energia sprecati), troppo monotoni (un bianco del genere non sarebbe tollerato dalle persone per tanto tempo) e troppo scomodi (ma chi ha voluto quelle sedie scomodissime?).
Quello che mi è piaciuto sono sicuramente le ipotesi di come potranno vivere gli abitanti di una stazione od una navicella spaziale, in particolare ho trovato molto bello quello della ragazza che cammina su una sorta di cerchio ed a testa in giù se ne esce camminando come se fosse dritta ed apprezzabile è la mancanza di suono nel vuoto, sostituito però da della musica poco adatta, ma quello che mi è piaciuto di più è l’ambiente di lavoro circolare in cui anche mangiano e si allenano correndo, ma è solo una goccia nell'oceano di nefandezze che questo film contiene.
Se una delle intenzioni era quella di appassionare lo spettatore per la missione verso Marte, allora l’obiettivo è miseramente fallito, non si capisce come ci si dovrebbe interessare, le scene sono troppo staccate ed asettiche per rendere partecipe lo spettatore. Il conflitto tra il computer e gli umani è altresì patetico, niente delle immagini mostrate rende l’idea della privazione di una vita senziente o quasi, umana o meccanica che sia.
Passate le due ore e con l’astronauta arrivato a destinazione, pregavo affinché il film finisse, è stato uno strazio attendere la fine con quelle scene inutili ed inconcludenti, ma non mi aspettavo che la parte peggiore fosse il finale, con quegli ambienti di epoca vittoriana (e qui è chiaro che il film è stato creato da un inglese, in particolare americano naturalizzato inglese) che non c’entrano nulla col resto del film, un pugno allo stomaco per chi vuole ancora cercare a tutti i costi di apprezzare questo schifo.
Le musiche sono carine, niente da dire, ma non centrano niente con le scene mostrate, cosa che scontenta sia gli amanti della musica classica che della fantascienza, ed io che sono amante di entrambi sono doppiamente scontento. Inoltre il volume è troppo alto rispetto al parlato, la prevalenza delle prime rispetto alle seconde è riprovevole, ci dev’essere un corretto equilibrio che qui manca totalmente.
Per finire le pause tra una scena chiave e l’altra sono enormi, esagerate, troppo lunghe per riuscire a tenere viva l’attenzione dello spettatore.
Nulla da dire sugli attori, sono stati messi lì solo per fungere da soprammobili al servizio della storia.
Leggo tanti bei commenti su questo film e così per sicurezza controllo e ricontrollo che il titolo sul vhs che ho visto sia lo stesso...e ogni volta mi accorgo con maggior stupore che il "film"(o sarebbe meglio chiamarlo documentario?!)che ho visto e il film che viene chiamato CAPOLAVORO in queste pagine è lo stesso identico:2001 ODISSEA NELLO SPAZIO. Dopo mezzora di film ho spento il televisore e gettato la videocassetta nell'angolo più buoio dello scaffale...dopo qualche minuto ,ancora incredula per ciò che avevo appena visto,continuo la triste visione di questo film e con fatica lo finisco . Premetto che il termine NOIOSO non rende bene l'idea di quanto in realtà questo film lo sia . Non metto in dubbio il fatto che celi significati profondi (per questo il voto non è 2)ma questo genere di film a me non trasmette nulla ,per cogliere significati e emozioni ho bisogno di immagini forti e suggestive e 2001 odissea nello spazio presenta solo una serie interminabile di immagini dello spazio e dei poveretti che stanno nell'astronave e che (cosa assurda)si dicono 4 parole in tutto il film, infatti i dialoghi(cosa a mio parere essenziale)sono del tutto inesistenti. Ciò significa che questo film ,che secondo me somiglia di più a un documentario, è adatto ai pochi privilegiati che difficilmente si addormentano. Le musiche sono belle prese singolarmente ma stonano troppo con la bruttezza del film che risulta quasi irritante nella sua lentezza e nel suo inutile tentativo di voler sembrare complesso e articolato mentre in realtà è solo noioso ! Insomma una specie di film muto con un finale orrendo . Ammetto che per quanto mi riguarda a sfavore di questo film c'è il fatto che non amo nel modo più assoluto Stanley Kubrick(per quanto riguarda le sue opere naturalmente) e non amo la fantascienza. Detto questo penso che questo bel 3 e mezzo sia un voto più che generoso.
Sicuramente con questo voto faro inca...re un sacco di gente e mi dispiace per questo ma non è assolutamente una provocazione.Ho visto quasi tutti i film di Kubrick e li trovo bellissimi ma questo mi e parso lento e abbastanza noioso.Ho letto un commento prima e dicevano che il cinema e una forma d'arte e la sua funzione primaria non è quella di intrattenere e che questo non e un film per le masse.Mi permetto di dissociare perche il cinema e nato per intrattenere la gente in primo luogo e che poi è evoluto diventando una forma d'arte e un altra cosa,secondo,se questo non è un film per le masse come si spiegano i 520 e qualcosa voti di media piu di 8 solo su questo sito?2001 odissea nello spazio magari e un capolavoro non sta a me decidere questo,ma un capolavoro ti deve dare un interesse minimo necessario purche tu continui a guardarlo.
mettiamo subbito in chiaro una cosa: non è noioso. è lento, ma non è noioso. è il capolavoro della storia del cinema, più di Quarto Potere, più della Cporazzata, più di otto e mezzo, Apocalypse Now o Tempi Moderni. qualsiasi film di Kubrick impallidisce nei confronti di questo, e Kubrick ne ha fatto di capolavori. è molto probabilmente la più grande opera del 900', e non solo tra i film.
Visto il mio nick non ci si poteva aspettare un voto diverso. Capolavoro fra i capolavori, troppo spesso incompreso o frainteso (ad esempio nella presunta associazione fra il monolito e il Dio Cristiano), rimane a tutt'oggi il punto più alto che l'uomo ha toccato nel parlare delle sue origini, del suo presente e del suo futuro. Non è un film per tutti, per cui se non siete pronti a ragionare e a farvi trasportare dal film statene alla larga e cimentatevi nella visione quando sarete pronti.
Non si può dare un voto a un capolavoro, sarebbe troppo riduttivo. 2001 Odissea nello spazio trascende il capolavoro, fa di Kubrick un capolavoro. E' inutile anche il cercare di darci un senso, non c'è senso nel voler dare un senso.
l'ho visto la prima volta. e mi so addormentato a metà film. e mi sono astenuto dal commentarlo come correttezza vuole. poi o letto i vostri commenti. mi son detto che forse quel giorno ero un po' assonnato. quindi l'ho rivisto... una faticaccia incredibile per rimanere sveglio. quindi non ero io assonnato è il film che è di una palla mortale. ma veramente una palla. sono il primo a riconoscere i meriti degli argomenti che tratta, la regia di kubrick mi è sempre piaciuta ed è immediatamente riconoscibile però come dico da anni il film è intrattenimento sopratutto, e se un film annoia a mio avviso ha fallito nel suo principale intento. pensandoci bene mi ha attirato solo.....
Innanzi tutto questo film deve essere visto con una diversa ottica... Infatti è stato prodotto circa 40 anni fa!!! Questo, naturalmente, lo rende un capolavaro fantascentifico per motivi scenografici e di effetti speciali, e per la difficoltà del regista di guardare 40 anni avanti immaginando tutto un film... Bisogna anche dire però che è un film molto lungo e pastoso... Infatti tutta la pellicola è accompagnato da momenti con interminabili sequenze tutto sommato vuote e quasi totalmente morte... La recitazione non è malvagia per quegli anni, ma gli attori non riescono a trasmetteri nessuna emmozione... Infatti i discorsi sono essenzialmete composti da voci piatte e molto poco coinvolgenti che ti lasciano un po' a desiderare... In compenso le immagini e le musiche sono davvero molto belle riuscendo a farti entrare più nell'ambiente... Tirando le somme credo che questo sia un grande film, ma forse, per la mia giovane età, non riesco a comprenderlo a fondo così da lasciarmi troppi dubbi a cui, una pellicola così, dovrebbe rispondere...
Eccolo qua...bè in anzitutto per vedere qst film devi essere solo... non devi essere stanco che con le musiche e la lentezza dormi...oppure con persone che non si annoiano facilmente e che hanno voglia di seguirlo capendo,ascoltando e vedendo ogni sequenza senza scappare subito e dire gia dall'inizio "ma che roba è?? cosè? che stress!!"...in anzitutto il film parte gia subito misterioso e sembra di vedere un documentario...il regista ci propone delle immagini pazzesche e musiche classiche che accompagnano tutto il film e ne approfitto nel dire che quando al'inizio cade il monolite nero davanti agli ominidi che poi toccano... quella musica di "Ligeti"...credo...fa davvero paura che poi ricompare in alcune scene... nell'insieme la trama è suddivisa in tre episodi tra cui la prima appunto "Gli ominidi"che sinceramente lo trovato molto particolare... la seconda forse è quella in cui tutti noi abbia trovato noiosissima... qui il regista credo che voglia far vedere al pubblico piu che altro gli effetti speciali,le inquadrature accompagnate appunto dalla musica,infatti devo dire che mi hanno colpito molto nonostante gli anni del film,credo che gia in quel tempo era troppo avanti e non ha nulla da invidiare con gli effetti speciale di oggi...poi arriva il terzo episodio con l'astronave discovery guidata dal computer hall 9000... credo che questo sia il cuore di tutto il film...e che dire, un viaggio che sinceramente lo trovato davvero allucinante... non ho mai visto un film cosi,grazie a voi ho visto qst film leggendo i commenti e ora capisco perchè è spesso criticato ecc...che dire io ho cercato di capire il film in ogni singolo momento e lo premio perchè lo seguito tutto con voglia e mi è piaciuto l'immenso viaggio psichedelico,le inquadrature,musiche ecc,con un 9... Un saluto...
Allora....ho visto questo film e ho letto i commenti....Ma se un film è noiso-e lo dicono anche quelli che danno gran voti- può essere interessante ed avere molti significati, ma resta un film noioso. Se allo stadio vedo una partita noiosa anche se giocano due grandi squadre io penso che è una partita di me rda. QUesto per la proprietà transitiva è un film di me rda.
Molto difficile da capire e da giudicare se non si è visto almeno 2/3 volte. La sceneggiatura e la regia sono perfette. E' una di quelle opere che ha fatto da spartiacque sia per lo stile che per la sostanza per quasi tutta la cinematografia a venire, ma in sè rimane irripetibile. Nelle esteticamente meravigliose pellicole di Kubrick si rimane alla fine sempre con quel senso di nonsocchè per la sua lentezza nella narrazione che rimane facilmente ostica ai più. E' un genere a parte. C'è il cinema e c'è Kubrick. O lo si odia o lo si ama.
Dopo gli ultimi voti negativi cercherò, a mio modo, di spiegare perché questo film rappresenta il più alto esempio di cinema di sempre. Perdoneranno la mia presunzione gli altri autori di commenti degni di questo film (penso a quello di Kowalsky e altri esempi).
Questo film è il cinema e suo padre insieme, il teatro.
L'emozione di una visione sulle nostre radici, che sia finalmente e completamente confinata ad una rappresentazione adeguata (ovvero scevra di quel "logos" in senso pienamente greco, e piena di quel primordiale senso dello "essere quell'essere che non sono") sono il teatro. L'interrogazione cosmogonica, determinista, contingentista, il senso, il non senso, la radice ultima e prima, e tutto ciò che può tendere in qualche modo ad un "universale" (sempre e comunque non definitivamente spiegabile) è il vero teatro e, non ve ne abbiate per la subordinazione, il vero cinema. Kubrick pone la fine nell'inizio, e le scene iniziale di 2001 Odissea nello spazio sono per questo le più belle. Quello con cui nasciamo, è quello con cui moriremo. Per questo siamo ciò che non saremo. E saremo ciò che non siamo, essendo, sempre e comunque, tanto l'uno quanto l'altro. E tutto questo, il massimo dell' "ESPRESSIONE", l'apoteosi dell'interrogazione umana, COMUNICATO SENZA UNA PAROLA. Ed ecco qui, il logos che è senza essere. Il senso cercato senza la sua dimensione più naturale, l'espressione articolata. Il senso cercato nella potenza dell'immagine, che può molto di più, sull'animo, di tanti discorsi. Tralascio il fascino che mi ha dato la ribellione della macchina, come ribellione all'espletamente perfetto della ragione nella scienza tecnologica. La scienza si distrugge da sola.
Detto questo è ovvio che non si è detto niente ed è ovvio che, a mio parere, è proprio ciò che si può dire su e di questo film. Non dice assolutamente niente.
Incomprensibile. Non venite a spiegarmi il significato perchè per capirlo ho letto un libro d'interviste fatte a Kubrick e anche lui mi da ragione. Non c'è nulla da capire, va vissuto sulla propria pelle. Bisogna lasciarsi coinvolgere da effetti speciali che sono ottimi dopo 40 anni. Ognuno può vederci cosa vuole. Io adoro il blocco centrale quello con hall 9000.
Ho letto commenti in cui questo film viene definito "noioso" o "non divertente". Ebbene, coloro che hanno scritto questo probabilmente hanno ragione. Il giudizio dipende dal punto di vista con cui noi guardiamo il film: non siamo di fronte ad un film d'azione, un film che diverte, un film da vedere in una serata di relax. Io lo definisco un film di riflessione proattiva, accompagnato da una cornice d'autore. In un connubio perfetto che fa sì che 2001:odissea nello spazio sia uno dei capolavori della storia del cinema.
Ho avuto la fortuna di vedere questo film nella versione in 70 mm (dopo averlo visto altre volte in quella normale) nell'immenso schermo di 30 metri dell'Arcadia di Melzo! Che fortuna poter vedere tutto quel che voleva mostrarci Kubrick! Il film è davvero perfetto e bellissimo (ed è citato in un'infinità di film e cartoni). Da vedere, immersi il più possibile nell'esperienza.
Per chi ama Roger Waters, ex Pink Floyd: ascoltate la versione live di Perfect Sense. A differenza della versione dell'album, insieme ai tamburi si può sentire la voce di Hal 9000 che si sta spegnendo! E anche se non pareva possibile, la cosa rende ancora più bello quel brano di musica (che forse fin dal principio era in parte legato a 2001)
questo è un film riconosciuto da molti come capolavoro... mah!!! certamente è un film dai mille significati astratti, che fa riflettere... almeno ci prova.. secondo me sopravvalutato e osannato solo per la fama del regista, forse fa fico dire "a me è piaciuto" . Il film ha una colonna sonora di altissimo livello, ha sicuramente una regia curata, avrà tante altre qualità tecniche, ma la cosa che non rende questo lungometraggio un capolavoro è la mancanza di comunicare e coinvolgere tutti i tipi di spettatori, dal ragazzino patito dei pokemon al più grande studioso di cinema.. qualità inderogabile di una qualsiasi opera d'arte definibile "CAPOLAVORO" . Questa pellicola lascia aperte le porte a mille interpretazioni diverse, ma alla quasi totalità delle gente che la visiona, sicuramente provoca altrettanti mille sbadigli. voto 4 e mezzo solo perchè è un ottimo rimedio contro l'insonnia.
cosa resta delle infinite recensioni degli spavaldi analisti o finto intelletuali pseudo snob su un opera enigmatica come questa? un beneamato nisba, kubrick invece resta e resterà nei secoli, è ovviamente impossibile fare una telecronaca di un film , ne ho lette di ******* su questo film, ******* tali da farmi pisciare sotto un intero barattolo di kilkenny, non c'è cosa peggiore di un intelletuale quando cerca di ricordare e descrivere cos'era la masturbazione adolescenziale. 2001 odissea nello spazio dunque: eterno ritorno o ritorno dell'eterno?? si è parlato di bibbia, di significanti bibblici quando il primo studioso kubrickiano può smontare in 2 righe queste convinzioni , kubrick usa il così parlò zarathustra di richard strauss, il rimando a Nietzsche, ovverò colui che decretò la non esistenza di Dio, ovvero colui che scrisse l'anticristo, ovvero colui che rinnegò di fatto ogni barlume di verità contenuta nel testo sacro del cristianesimo, cioè la bibbia, 2001 film nietszchiano, e proprio per questo la bibbia non centra davvero nulla, 2001 e' l'omaggio di Kubrick ad un filosofo a lui molto caro, 2001 e' una celebrazione di questa allegoria nietzschiana, l'avvento dell'oltreuomo. La colonna sonora che si sente all'inizio e' appunto un omaggio a Zarathustra di Strauss (che la scrisse a sua volta in omaggio a Nietzsche, il monolito e' il simbolo della metafisica (non ci vuole molto a capirlo, e' un solido perfetto, iperuranico, non di questo mondo,etc), ovvero quel tool che prima era strumento (il logos greco) per risolvere problemi (per la scimmia delle prime inquadrature), produce evoluzione (tecnologia come prigione, uomini disumanizzati e vittime dell'ambiente razionale da loro stessi creato) e poi ha cominciato a dominare l'uomo (seconda comparsa del monolito, creazione di HAL 9000, il tool all'ennesima potenza che prevarica l'uomo). Nietzsche scrive che l'uomo e' una corda tesa tra la scimmia e l'oltreuomo, aggiungendo che l'uomo e' qualcosa che deve essere superato. Questo superamento in 2001 avviene nella fatidica scena in cui Bowman vince HAL non arrendendosi alla sua logica. In quella stanza settecentesca nel finale poi Kubrick dimostra di aver capito tutto della storia , della società e dell'uomo , dall'illuminismo in poi (ovvero nel momento in qui la storia dell'uomo deviò bruscamente per volere della massoneria rosacrociana), in eyes wide shut avremo poi il messaggio finale non esplicitato chiaramente, ma srotolato simbolicamente in tutta la sua lucida follia, sul governo segreto, sugli illuminati, su chi regola le sorti del pianeta, sulla tecnologia che alla fine ci renderà davvero tutti schiavi nel nuovo ordine mondiale (microchip RFID, moneta elettronica ecc..).
La prima volta che ho visto questo film non l'ho apprezzato. Che volete farci, ero alle superiori e ce lo fecero vedere in classe perché trattava - peraltro rigorosamente - di intelligenza artificiale. Poi iniziai a coltivare la passione per il cinema, e lo rividi su una cassetta pan & scan. Meraviglioso, ma - mamma mia! - è possibile distruggere un film peggio di quanto sia stato fatto col pan & scan? Finalmente con l'uscita del dvd ho potuto godermi appieno questa pietra miliare della cinematografica mondiale.
Per concludere, solo un commento sui voti bassi:
Ovviamente ogni parere è rispettabile. Certamente il mio voto - un 10 - non è più importante di un 4 dato da un altro utente: sono entrambe sentenze sputate da due perfetti "nessuno". Ma trovo irritante giustificare il proprio disprezzo per un'opera d'arte universalmente riconosciuta con frasi tipo "il mondo è bello perché è vario" o "la mia opinione vale quanto quella di chiunque altro". L'arte cinematografica soffre più delle altre arti il fatto di essere fruita dalla massa; ciò non toglie che qualsiasi opera d'arte - film compresi - presuppone conoscenza, studio e cultura per essere capita e pienamente giudicata. Quando non apprezzo qualcosa che non riesco a capire - un libro, una sonata o un film -, pur non mutando il mio parere solo perché il Grande Critico di turno la pensa differentemente, mi chiedo perché non riesco a vedere quelle qualità che altri - più "patentati" di me - vedono. Così è possibile crescere, persino mantenendo le proprie opinioni iniziali.
Credo ci vorrebbe un po' più di umiltà quando si approcciano grandi opere d'arte, invece di gettare nello stesso calderone Duri a morire e Bunuel, o ******* e Mahler. L'arte non è solo intrattenimento. Anzi... potrebbe benissimo non esserlo!