bersaglio di notte regia di Arthur Penn USA 1975
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bersaglio di notte (1975)

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locandina del film BERSAGLIO DI NOTTE

Titolo Originale: NIGHT MOVES

RegiaArthur Penn

InterpretiGene Hackman, Jennifer Warren, Melanie Griffith, James Woods

Durata: h 1.39
NazionalitàUSA 1975
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 1975

•  Altri film di Arthur Penn

Trama del film Bersaglio di notte

L’investigatore Harry Moseby, dalla vita familiare tormentata, deve rintracciare la sedicenne Danny, figlia di un’ex attrice del cinema. Danny è dal patrigno, in Florida. La tragica e misteriosa morte dell’amico Marv la convince a tornare da mamma, ma da qui prende il via una catena di delitti. Moseby ha messo le mani senza saperlo su un traffico di opere d’arte in cui è coinvolta troppa gente…

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Voto Visitatori:   7,83 / 10 (20 voti)7,83Grafico
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Voti e commenti su Bersaglio di notte, 20 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

7219415  @  07/09/2020 19:40:35
   7½ / 10
Discreto noir con un ottimo Gene Hackman

Oskarsson88  @  04/09/2020 14:25:52
   7 / 10
Buon noir che nella prima parte si presenta più a tinte sentimentali, mentre nell'ultima mezz'ora si trasforma a furia di morti in un thriller a tutti gli effetti. Molto bravo Gene Hackman, filo logico della trama alla fine non del tutto chiaro ma probabilmente non era interesse dell'autore far tornare ogni tassello in maniera precisa. Non male ma gli manca qualcosa.

VincVega  @  01/05/2020 13:18:51
   8 / 10
Bel noir di Arthur Penn, in cui il protagonista Harry cerca di barcamenarsi tra il lavoro di investigatore privato e la turbolenta vita privata. Pellicola sottovalutata, permeata di pessimismo e sotto quella patina di freddezza, nasconde una critica nemmeno troppo velata alla società americana. Grande Gene Hackman, che in quegli anni difficilmente sbagliava film e ottimo il finale amaro.

Goldust  @  11/03/2019 12:24:04
   7 / 10
Il bel ritratto di looser diviso tra affetti da recuperare da una parte e riscatto lavorativo dall'altro è molto più interessante dell'intrigo giallo alla base del plot. Per buona parte della sua durata la pellicola - impregnata di un pessimismo di fondo abbastanza in voga nel cinema americano degli anni settanta - scorre sonnolenta senza troppi sussulti, salvo poi virare prepotentemente nell'ultima parte per apparecchiare il finale d'effetto. Il risultato d'insieme è comunque capace di catturare l'attenzione e Hackman sembra nato apposta per questo ruolo. Un buon prodotto di genere insomma, a mio parere sopravvalutato dalla critica.

Thorondir  @  19/02/2016 18:15:32
   8 / 10
Il percorso di distruzione dei generi che Penn aveva già intrapreso in passato, quì continua nel filone del noir: all'acme della sconfitta in Vietnam, Hackman è il riflesso indistinto e opaco degli Stati Uniti che affondano. Penn lavora di nuovo su due livelli (come già con Marlon Brando in "La caccia"): quello professionale e quello intimamente privato. Hackman è un uomo solo quasi senza saperlo e per raggiungere una felicità privata effimera sa di dover abbandonare il proprio lavoro. Non si può avere tutto, ma lui non avrà nulla, in un finale che è asettico e secco alla solita maniera di Penn. Non c'è forse l'afflato epico di "Gangster story" e non c'è neanche la potenza politica di un film come "The chase", ma anche nel thriller/noir, Penn ha dimostrato di saper scavalcare gli steccati rimettendo in discussione personaggi e archetipi narrativi.

ZanoDenis  @  24/03/2015 21:30:34
   7½ / 10
Buonissimo giallo di Penn, con un Hackman in gran forma, vi è un gran ritmo e una storia che coinvolge pian piano con lo scorrere dei minuti, il tutto si sviluppa in due diversi fronti, uno quello lavorativo del protagonista, col compito di ritrovare la figlia di un attrice, che poi si vedrà implicata in traffici ben più grossi e un altro riguardante la sua vita privata e i problemi coniugali.
Sceneggiatura ottima, il film sarebbe da 7 ma

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TheLory  @  27/11/2014 10:03:48
   7 / 10
Bel noir, ma molto molto lungi dall'essere un capolavoro come qua si strilla a velopendulo spianato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  24/11/2014 11:31:59
   7½ / 10
L'investigatore privato Harry Moseby viene incaricato di ritrovare la figlia misteriosamente scomparsa di una ex starlette del cinema. Riesce nell'impresa, ma paradossalmente il recupero della giovane darà il via ad una serie di circostanze funeste.
Dimentichiamoci la figura dell'investigatore duro, di poche parole eppure a suo modo amabile e sempre vincente; il protagonista di "Bersaglio di notte" è un uomo sconfitto in partenza, privato di ogni coordinata con tra le mani un caso più complesso di quel che si possa immaginare.
Nelle intenzioni di Arthur Penn offrire una figura così tormentata equivale a materializzare lo sbando in cui versava l'America in quel periodo: Harry ne è il deprimente prodotto per antonomasia, un uomo incapace di prendere in mano la situazione ma trascinato dagli eventi, un uomo solo (come sottolineato nel suggestivo finale), in cui le beghe lavorative e la moglie fedifraga fanno solo aumentare i suoi frustranti tormenti.
Il mondo gli sta crollando addosso ma il suo stordimento è quello di una nazione intera, l'umanità galleggia a vista in una situazione in cui l'ambiguità regna, coltivare degli affetti significa limitarsi a momenti di fugace appagamento.
Gli omicidi dei fratelli Kennedy, lo scandalo Watergate, la guerra del Viet Nam sono tutte circostanze richiamanti verità impossibili da raggiungere, come nell'indagine questa viene solo sfiorata e pagata a caro prezzo.
Più che gli aspetti polizieschi della vicenda ad interessare Penn è il mondo indefinibile in cui si muovono i personaggi. La risoluzione del caso diventa un'ossessione, materiale di riscatto attraverso cui rimandare il momento in cui verrà issata bandiera bianca.
Un buonissimo noir con un ottimo Gene Hackman, nel cast ci sono gli allora giovanissimi Melanie Griffith e James Woods.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  23/07/2013 18:37:25
   6 / 10
Hackman a parte, come al solito straordinario (e in questi ruoli da perdente una garanzia assoluta) sono rimasto abbastanza deluso da questo film, considerato dal piccolo pubblico e dalla critica come uno dei migliori noir degli anni 70.
Monotono e sempre meno coinvolgente man mano che i minuti passano. All'inizio è anche interessante, ma poi si perde in un intreccio confuso e privo di mordente, in più lascia troppe questioni in sospeso e per tutta la durata tiene lo spettatore sempre in attesa che arrivi un colpo di scena o altro che dia una scossa al tutto; purtroppo suddetta attesa non viene mai ripagata, perchè esclusa la scena finale (piuttosto cattivella), non succede praticamente niente di niente. Come inizia, finisce.
Oggi lo consiglierei solo ai curiosi di conoscere un pò di cinema settantiano nel periodo irripetibile della "New Hollywood"; ma francamente il film è una palla, e non nella forma, ma nei contenuti.

Da notare che nel cast figurano una giovane e supersexy Melanie Griffith e soprattutto uno dei più grandi attori della storia, tale James Woods (già agli esordi con aria e atteggiamento da nevrotico) nella parte di un meccanico poco di buono.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  31/10/2011 12:40:31
   8½ / 10
Un bellissimo noir, una vicenda che demolisce gradualmente il suo protagonista nelle sue certezze professionali e peggio ancora in quelle private. Il plot di Penn è pefettamente funzionale nel suo sovvertire le regole del genere, nel distruggere le certezze del suo protagonista, un grandissimo Hackman. Splendida tutta la sequenza finale, dove nell'ultima immagine risalta la solitudine di un uomo perso nell'orizzonte sconfinato del mare.

dagon  @  07/06/2011 23:44:45
   8 / 10
Pellicola del "periodo d'oro" di Hackman (a mio avviso uno dei più grandi attori degli ultimi 50 anni), in cui non di rado l'attore si trovava ad interpretare dolenti personaggi di tormentati perdenti, spesso invischiati in situazioni più grandi di loro, dal capolavoro Coppoliano "La conversazione" fino a "Il principio del Domino" di Kramer. La detective story è solo apparentemente il fulcro di un film che è più interessato alle dinamiche tra i personaggi e ad una "filosofia" (visione della vita?) che viene svelata facendo attenzione a dei dialoghi che non vengono enfatizzati (uno per tutti quello durante la simulazione della partita a scacchi -il titolo originale, per assonanza, rimanda proprio al gioco degli scacchi stesso-). Arthur Penn, probabilmente è un regista che non è mai stato valutato per il suo reale valore. Molto bella la fotografia

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edmond90  @  22/03/2011 09:29:38
   9 / 10
Uno dei film chiave della cinematografia americana anni'70.
Dopo Il lungo addio(73')e Chinatown(74'),prosegue in un certo senso la rivisitazione del poliziesco da parte dei registi della New Hollywood,in questo caso proprio ad opera di Arthur Penn,che di questo strsaordinario movimento era stato l'ideale capofila con Gangster Story('67).
E'la storia di Harry Moseby,ex giocatore di football e ora detective profondamente insoddisfatto,e della sua ricerca di identita',simbolo di un america ancora profondamente scioccata dal Watergate e minata dal profondo nel substrato sociale.
E chi altri se non Gene Hackman,il perdente per antonomasia degli anni'70 e protagonista l'anno prima di un altro straordinario affresco di paranoia americana(La Conversazione)poteva interpretarlo,con la sua gigantesca personalita'?
Ma,seppur straordinario,il film non si regge tutto su Hackman,ma si avvale di un cast molto pertinente,ricordiamo la giovanissima e gia bellissima Melanie Griffith e James Woods,della splendida fotografia di Bruce Surtees e ovviamente dell'ineguagliabile stile di Arthur Penn,che sfrutta un banale intreccio poliziesco(all'apparenza)per la sua personalissima visione di un mondo in crisi e del caos che vi regna.
Magistrali le sequenze acquatiche.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/09/2010 14:25:02
   8 / 10
Uno dei migliori film in assoluto di Penn, e forse uno dei suoi maggiori successi. Hackman è strepitoso. Esordio al cinema per Melanie Griffith. Sulla scia di altre pellicole del periodo, "Bersaglio di notte" è uno dei film determinanti del cinema poliziesco degli anni settanta

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  06/06/2010 16:13:23
   6 / 10
Mi aspettavo di più da questo film. Ottimo Gene Hackman tra gli attori.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  25/05/2010 18:28:12
   7½ / 10
Adoro Gene Hackman quando interpreta questi genere di personaggi!
Almeno meta' del valore del film lo si deve al protagonista che si mette nei panni di un investigatore fallito che non riesce a mettere un piede davanti all'altro senza combinare disastri...la sua vita sentimentale e lavorativa è allo sbando e non ci sara' per lui nessuna redenzione...
La trama del film inizialmente semplice si va via via complicando fino ad arrivare a colpi di scena che rimangono senza spiegazione!
Un buon film di genere,intenso ed emozionante!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  05/07/2009 06:48:00
   7 / 10
Ottimo noir, la cui pacata investigazione che incontra personaggi enigmatici e disperati, m'ha ricordato molto quella di "Chinatown" di Polanski.
Qui però il caso s'intreccia con le vicende personali. Lugubre l'ambientazione. Molto suggestive le morti subacquee.

Lunatico  @  25/04/2009 14:48:29
   9½ / 10
semplicemente......un CAPOLAVORO

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  18/03/2009 19:37:57
   9 / 10
Siamo negli anni seguenti la morte di John e Bob Kennedy: l’”american dream”, dopo aver mostrato le sue crepe, va inesorabilmente dissipandosi, dopodichè cala la più amara disillusione. Arthur Penn coglie il disagio diffuso dell’epoca e lo trasfonde sui personaggi della sua opera per metterne in luce, però, un malessere che va oltre il contingente: egli riesce a far tratto tratto affiorare, attraverso uno stile descrittivo efficace e minimalista, il senso di disfatta e d’impotenza che attanaglia il soggetto e che riviene dalla sua incapacità di comunicare col prossimo e di trasmettergli i propri sentimenti: dalla distanza incolmabile che separa ogni individuo, e che fa di ciascuno di noi una barca alla deriva in una mare sconfinato (cfr. sequenza finale).
La narrazione corre su due filoni paralleli: da un lato, vediamo l’investigatore Harry Moseby impegnato nella ricerca di una ragazzina di famiglia ricca, scappata di casa per allontanarsi dalla madre: una ex attrice(tta) lacerata dal declino e dalla solitudine; dall’altro si segue lo svolgersi della crisi matrimoniale dello stesso Moseby a partire dalla scoperta, che questi fa, della relazione extra-coniugale della moglie. E in questo doppio dipanarsi della trama si assiste al duplice e progressivo “disfacimento” interiore del protagonista, sempre più distante dal proprio passato sia professionale che affettivo. Egli non si riconosce più in quello che fa: l’attività di investigatore, paradossalmente, gli fa perdere contatto con la realtà, ed ogni scoperta, ogni ulteriore passo “indagatore” che implica il suo lavoro lo allontana sempre di più dalla verità delle cose. Ciò si riflette sia sul suo rapporto con la moglie, ormai irrimediabilmente compromesso, sia sul decorso degli eventi che riguardano l’adolescente oggetto delle sue indagini: il puntiglioso e meticoloso piglio “investigativo” di Moseby lo condurrà soltanto ad un disvelamento superficiale della realtà, a fermarsi a ciò che appare esternamente senza permettergli di inoltrarsi a scandagliare i recessi, le zone più celate ma anche più “vere” della realtà stessa. Così le scoperta cui egli giungerà non faranno che peggiorare e far precipitare le situazioni in cui è direttamente e indirettamente coinvolto, con disastrose conseguenze sia per sé e sua moglie che per la giovane Danny.
Quanto alla possibilità, tra due soggetti, di trovare una reciproca e profonda empatia, questa sembra essere confinata nello spazio angusto della fugacità di brevi momenti: così come emerge dall’incontro tra il protagonista e la donna, in cui lo stesso s’imbatterà nel prosieguo delle sue indagini: incontro che è destinato a interrompersi “brutalmente”.
Ciò che il film lascia, alla fine, è un notevole senso di spaesamento per l’impossibilità di penetrare la verità delle cose, la quale è destinata a rimanere sommersa e a “marcire” lentamente come i cadaveri inabissati, che assurgono a metafora-“leit motiv” dell’opera di Penn (ce ne è anche per una citazione de “La morte corre sul fiume”).
Grandissima l’interpretazione di Gene Hackman –un anno dopo quella memorabile, e per certi aspetti similare, de “La Conversazione”, il quale riesce a infondere al suo personaggio tutto il disagio e l’impotenza derivanti dall’incapacità di decodificare una realtà che si presenta ai suoi occhi sempre più indecifrabile. E sotto quest’ultimo aspetto “Bersaglio di Notte”, assieme alla succitata pellicola di Coppola, si pone come uno dei più importanti esempi –nell’ambito della produzione americana degli anni ’70 e non solo- di cinema incentrato sulla crisi del soggetto.

The Monia 84  @  04/01/2008 23:24:11
   9 / 10
La ricerca della verità sul tragico destino di una ragazzina viziata si intreccia con i problemi personali del detective privato Harry Moseby (interpretato da un eccellente Gene Hackman) in questo capolavoro di noir firmato da Arthur Penn.
Difficile raggiungere un'atmosfera più malata e suggestiva di quella creata da regia, interpreti e tecnici in quest'opera.
Ve lo consiglio vivamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  20/02/2007 13:42:54
   9½ / 10
"Bersaglio di notte" è un altro dei titoli americani fondamentali in tutto il decennio dei '70.
Sono molti i film ai quali può essere accostato, e cioè quelli in cui meglio si respira il disagio e il clima di Caos del dopo WaterGate. Fra questi possiamo annoverare film come "I tre giorni del Condor" o la stessa ricostruzione del fatto, "Tutti gli uomini del presidente" di Alan J. Pakula.
Ma il titolo con il quale "Bersaglio di Notte" ha + di un punto in comune è indubbiamente "La conversazione", assoluto capolavoro che Fransis Ford Coppola diresse nel '74.

Entrambi i film vedono protagonisti Gene Hackman nei panni di due investigatori privati.
Nel film di Coppola intercettava delle conversazioni in cui sembrava si parlasse un omicidio e di cui non non riusciva a venirne a capo, per poi finire lui stesso vittima della paranoia nel timore di essere spiato ( da ricordare l'ultima memorabile sequenza, tra i punti + alti nel cinema di Coppola).

Nel film di Arthur Penn, Hackman interpreta un detective con una vita privata allo sfascio alle prese con un caso apparentemente semplice ma in realtà assurdamente complicato.
Il protagonista lascia la moglie, viene licenziato da chi lo aveva assunto e non riesce a risolvere niente. Un personaggio allo sbando, una realtà caotica in cui assolutamente niente si può comprendere.

Penn si eleva al di sopra del genere poliziesco, per dirigere il memorabile ritratto di un assoluto perdente che non riesce a dare un senso alla sua vita.


"La conversazione" e "Bersaglio di notte" sono indubbiamente i due punti + alti della carriera di un sublime Gene Hackman.
Nel cast tra l'altro c'è anche una giovanissima Melanie Griffitth e anche James Woods.
Ma Hackman domina la scena in maniera davvero incredibile, intessissimo, davvero commovente.

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