daniel (1983)

Un film intenso e non facile, non solo per l'architettura della sceneggiatura giocata su due piani temporali diversi ma intersecanti, non solo per i dialoghi ben studiati, ma anche per lo spinoso tema trattato. Ispirato ad un autentico fatto di cronaca, il sempre bravo Lumet si cala di nuovo nel realismo per mostrarci una storia politica e politicizzata...ma non solo. Il dramma dei bambini strappati ai loro genitori e crudamente giustiziati si intreccia con il dramma di loro stessi adulti che non sono riusciti a superare il trauma. Il substrato e l'accanimento contro chi non si conforma alla società americana, contro chi ha idee diverse. Lumet è un regista "comunista" o si è solo limitato a narrare i fatti così come sono andati? Anche se la critica contro la pena di morte non manca, magari non lo sapremo; lascia comunque un film impegnato, lungo ma che non annoia affatto, pesante per i temi trattati ma comunque dinamico nella narrazione. da vedere si, ma non per tutti!

Daniel è un film che si ispira al famoso caso dei coniugi Rosenberg (qui adattati in Isaacson). Non è tanto un resoconto certosino di quel caso, ma attraverso l'uso del flashback, Lumet pone una cesura netta tra un presente più tollerante ed un passato dove il seppiato della fotografia ammanta di angoscia la pesantezza dell'atmosfera, attraversata e caratterizzata dal clima di caccia alle streghe scatenato dal maccartismo. Un percorso di analisi a posteriori ed un elaborazione del lutto da parte di Daniel, di vite spezzate in maniera profonda, a volte irreversibile (come per la sorella), di tutti coloro toccati dal clima venefico di quegli anni. Un Lumet minore, a volte prolisso nella narrazione, ma tutto sommato onesto, perchè non cerca colpevoli o innocenti. L'individuo, in misura più o meno marcata, è vittima di un sistema superiore ed arbitrario che annulla ed annichilisce.