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Esordio non privo di dignità peril signor Palumbo, anche se un esordio non proprio sufficiente.
Praticamente ci si trova di fronte quasi all'antitesi del successivo Murder-set-pieces, esclusion fatta per i temi trattati (ossia la vita del serial killer) e per il finale (praticamente quasi identico): questo Nutbag è infatti molto riflessivo, molto calmo, minimamente esploitativo, a volte un pò stereotipato, mediamente originale. Le scene di violenza e sangue sono davvero poche e brevi, ma forse Palumbo non voleva rappresentare questo; infatti Nick ha sottolineato maggiormente le giornate vuote, vacue delll'assassino di turno, la sua tristezza, la sua rabbia.
Discreta la regia, buono l'attore protagonista, riuscito lo score musicale. Però ad ogni modo a fine visione non si è esattamente soddisfatti; questo suo voler essere fin troppo poco esploitativo nuoce in fin dei conti alla riuscita finale del film, e questo è esattamente l'opposto del principlae problema di Murder-set-pieces (che invece è infinitamente esploitativo).