amanti perduti regia di Marcel Carné Francia 1945
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amanti perduti (1945)

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locandina del film AMANTI PERDUTI

Titolo Originale: LES ENFANTS DU PARADIS

RegiaMarcel Carné

InterpretiJean-Louis Barrault, Arletty, Pierre Brasseur, Maria Casarès

Durata: h 3.15
NazionalitàFrancia 1945
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1945

•  Altri film di Marcel Carné

Trama del film Amanti perduti

Siamo nella Parigi del 1840 e una compagnia di attori ottiene ogni sera un gran successo nel teatro popolare dei "Funambules". Tra essi c'è anche un mimo, Baptiste Debureau, artista dal temperamento romantico, che si innamora perdutamente della bellissima Garance. La donna è contesa da altri tre uomini: Frédérick Lemaître, attore geniale, ma truculento, Lacenaire, anarchico omosessuale, e il Conte di Montray...

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Voto Visitatori:   8,92 / 10 (13 voti)8,92Grafico
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Voti e commenti su Amanti perduti, 13 opinioni inserite

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alex94  @  23/01/2024 19:01:55
   8½ / 10
Monumentale affresco di Carnè, probabilmente la sua opera più completa.
Presenta una galleria di personaggi assolutamente indimenticabili,interpretati da un cast in stato di grazia,una
narrazione fluida nonostante le tre ore di durata,un'ambientazione storica curatissima e dei dialoghi poetici.
Un potente canto d'amore per l'umanità e l'arte,tra i capolavori della storia del cinema.

Goldust  @  20/05/2022 09:16:03
   9 / 10
Vertiginoso affresco storico - sociale di Carnè in cui le dinamiche personali e quelle lavorative dei personaggi si scontrano e si fondono in un ballo elegante ed emozionante. Anche se l'atmosfera è talvolta cupa non si avverte il pessimismo di altre opere del regista: qui al centro di tutto c'è la forza della parola, profusa in dialoghi fitti e spesso brillanti, ed il contrasto culturale della vita rappresentato dal teatro nei suoi diversi stili, quello alto della prosa tradizionale e quello più popolare e farsesco che vira spesso verso il grand guignol. Un lavoro colto ed a tratti poetico, indimenticabile per certi versi, che dona dimensioni tragiche ad alcune figure ( Garance ed il mimo Baptiste su tutte ) ormai entrate nel mito della storia del cinema, non solo francese. Una piccola pecca: la Arletty è un po' troppo avanti con l'età per interpretare questa vamp ante litteram della quale tutti si innamorano perdutamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  31/01/2020 19:25:50
   8½ / 10
Splendido film di Carné, forse il suo piu' completo, da vedere solo nella sua versione integrale, quindi sottotitolata, perche' quella Italiana con un'ora di meno non ha molto senso.
Protagonisti ultra-sfaccettati scritti benissimo, in particolare sara' difficile dimenticarsi del mimo Baptiste.
L'amore imprevedibile e mai dimenticato in due momenti della Francia Ottocentesca. Tre ore che passano piacevolmente, brillante e passionale al punto giusto.

1 risposta al commento
Ultima risposta 31/01/2020 20.14.09
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Smerloof  @  21/11/2010 20:48:55
   10 / 10
Il film più bello mai stato girato.

pinhead88  @  17/02/2010 18:56:48
   7 / 10
un "Via col vento" in versione francese,molto antiquato nei dialoghi e nelle caratterizzazioni dei personaggi,come è giusto che sia nel periodo in cui è ambientato.non lo ritengo affatto il miglior film francese di sempre,come molti affermano,di questa corrente francese personalmente prediligo di più il buon vecchio Renoir de "La regola del gioco",ma comunque rimane lo stesso un film affascinante nella sua teatralità e soprattutto in termini visivi.

Dr.Orgasmatron  @  28/01/2010 15:14:17
   10 / 10
Sono in piena sintonia con chi afferma che sia il più grande film francese di tutti i tempi. Storia a dir poco splendida ed intrigante, dove si fondo realtà e finzione, dramma e commedia, amore e pantomima. Personaggi curati ed approfonditi (eccezionale Baptiste...), è un vero e proprio manifesto francese dell'epoca con una ricostruzione ambientale stupefacente. Uno dei più bei film che abbia mai visto. Mi permetto di consigliare la versione di oltre 3 ore, perché vedendo quella "mozzata" si perde gran parte del fascino della pellicola. Vi consiglio di prendere il cofanetto composto da "Les enfants du paradis", "Aurora" e "L'atalante", 3 capolavori con la C maiuscola

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  17/02/2009 02:24:06
   7½ / 10
Caratterizzazzione dei personaggi a dir poco maniacale, storia toccante e dialoghi superbi...troppo lungo però!

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  15/02/2009 19:21:42
   9 / 10
E’ già la vita un teatro: luogo eternamente ciclico, ove si muovono, in una intricata trama fatta di realtà e finzione, personaggi alla mercè dei loro sentimenti e delle loro emozioni.
Con questa impostazione metateatrale si sviluppa il lungometraggio di Marcel Carnè, il quale si ispira manifestamente a Shakespeare (cfr. As You Like It: “tutto il mondo è teatro, e tutti gli uomini e le donne non sono nient’altro che attori”), di cui cita “l’Otello”: ed è infatti proprio dal dramma della gelosia che si consuma nell’animo di Federico, che quest’ultimo trae la forza e la passione necessarie per interpretare il personaggio della celeberrima opera. A questa si aggiungono numerose altre scene in cui vita reale e finzione scenica s’intrecciano fino a confondersi, diventando un tutt’uno, così come viene eloquentemente esemplato dalla sequenza in cui il mimo Battista, nel mezzo di una sua rappresentazione di strada, riesce ad evitare che l’amata Garance venga arrestata per il furto di un orologio, riproducendo, attraverso un’esibizione mimata, lo spiacevole episodio.
Al centro di questa immensa rappresentazione, che è la vita, vi è l’amore: quel sentimento attorno al quale agiscono i personaggi principali della “mise-en-scene”, e in virtù del quale, nel bene e nel male, essi vibrano e si sentono vivi. Ognuno di essi prova l’amore a modo suo: e proprio perché si tratta di un sentire unico e personale, che non corrisponde mai completamente a quello proprio della persona desiderata, esso è destinato a rimanere insoddisfatto (Garance, il conte, Battista, la moglie di Battista, Federico e Lacenaire sperimentano tutti l’impossibilità di dare piena soddisfazione al proprio sentimento) o, al massimo, ad essere appagato soltanto per un fugace momento. Sembra questa la testimonianza che lascia il film: così come dimostra l’epilogo della storia nel quale, alla notte di passione finalmente vissuta dai due amanti, segue il distacco ineluttabile, rappresentato sublimamente dalla sequenza della folla carnevalesca (ultimo simbolo che rimanda al binomio verità-finzione) nella quale Battista e Garance, dopo essersi ritrovati, si perderanno nuovamente e (forse) per sempre. E la disperata rincorsa di Battista verso Garance, ormai nella carrozza in procinto ad allontanarsi definitivamente, assurge quale emblema dell’amore stesso: misterioso e imperscrutabile sentimento che fa sì che gli attori di questa imponente e incessante messinscena, che è la vita, si inseguano a vicenda senza posa ma, soprattutto, senza mai trovare vera soddisfazione.

3 risposte al commento
Ultima risposta 07/07/2009 15.40.58
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  09/10/2008 14:02:09
   10 / 10
Un Capolavoro, probabilmente il più grande film francese della storia del Cinema. "Les enfant du paradis" è un melodramma dalla classica struttura sinfonica, con alti, bassi e contrappunti, dove l' elemento principale di contrasto è la gelosia sì, come vuole la tradizione melodrammatica, ma ci affiancherei anche allo stesso modo l' onore, come motore principale della pellicola. La sceneggiatura è straordinaria, una delle stesure più impressionanti mai fatte, i cinque personaggi principali hanno tutti una caratterizzazione tale da coglierne ogni minima sfaccettatura del loro carattere, del loro tenore di vita, del loro pensiero; dialoghi da far venire la pelle d' oca per profondità e raffinatezza. E' arte nell' arte, c'è tutto, amore, teatro, parabola artistica sull' arte stessa, celebrazione del passato(muto/pantomima) a confronto con il presente(teatralità), è difficile razionalizzare dei concetti dopo aver visto quest' opera, è così immensa.
E' difficile anche credere possa essere stato realizzato durante l' occupazione francese nel '44, il dettaglio della ricostruzione scenografica.. senza parole. Sì è vero, "Amanti perduti", a vedere la versione integrale di tre ore, non ha proprio senso di esitere.

9 risposte al commento
Ultima risposta 13/10/2008 21.52.44
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  31/07/2008 22:10:18
   8½ / 10
Uno dei migliori film di Carnè, un grandioso affresco d'epoca dove la vita reale ed il teatro si assemblano in questo melodramma dai dialoghi eccellenti ed attori in stato di grazia (su tutti indubbiamente Jean-Louis Barrault). La ricostruzione scenografica è sontuosa, le scene corali dirette con maestria da Carnè e malgrado la lunga durata, il film scivola via meglio di quanto si possa pensare.

Peppo81  @  03/03/2008 14:36:04
   9½ / 10
6sto film preferito

che bellissima storia

ah Baptiste!

Mizoguchi  @  28/10/2007 20:20:16
   9½ / 10
Film manifesto della francia al cinema e non solo.
Un film che osa tanto perché si snoda come un grande quadro corale in due parti.
I motori principali delle vicende sono l'amore non corrisposto e la gelosia, il tutto sullo sfondo di una parigi indimenticabile, frenetica, piena di vita e d'anarchia.
Irriverente e divertentissimo è da vedere obbligatoriamente nella versione integrale francese che reintegra quasi metà film, che mancava nella precendete versione italiana,
Non mi sento di raggiungere il 10 proprio perchè, nonostante la sua grandezza, non eguaglia l'Atalante in quanto ad uso della macchina da presa e del montaggio, e molto personalmente mi sento più vicino al viaggio di Vigo che al grande ritratto di Carné, che forse non riesce ad essere assoluto, perchè in alcuni casi resta ancorato al pianeta terra proprio a causa del tanto celebrato teatro.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  03/12/2005 22:48:10
   9 / 10
Il film vanta una galleria di personaggi memorabili. Pochi film riescono ad avere tanti personaggi così ben strutturati.
Il pregio più grande del film sta in raffinato parallelismo drammatico tra la vita e la finzione (il teatro), tra la tragedia e la pantomima, il muto e il parlato.
Infine una notazione speciale merita la sontuosa ricostruzione d'epoca.
Stupendo, ma consiglio a tutti di trovare e vedere l’edizione originale (durata di 190 min) , perché la versione italiana (110 min) è davvero un insulto all’arte.

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