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Film slasher molto difficile da interpretare!! La prima parte nn mi piace molto ed è piuttosto noiosa e monotona ,molto inverosimile e nn molto curata ....seconda parte molto movimentata e più curata ,migliora sia in azione che in concretezza ... sicuramente rende il film piacevole al contrario della prima mezz'ora.... Decenti gli attori , c'è anche il grande englund !!!! Film molto strano e poco convenzionale,certo nn fa molta paura ma è interessante e ben girato Il voto poteva essere molto alto perché la seconda parte è fatta molto bene e coinvolge ,il finale è più o meno come ci si aspettava,nulla più nulla Meno!!! Supera la sufficienza e ripeto ,avrebbe potuto essere un gran bel film.... Voto positivo ....do un 7- perché molto diverso dal solito e apprezzo l'idea del regista !!
Prima parte da gran bella comedy-horror,girato come un documentario su un aspirante serial killer,seconda parte da classicissimo slasher-movie.Entrambe le parti sono fatte bene,il finale pero' abbassa notevolmente il voto,troppo classico e spiccio.Mi aspettavo .....
......che essendo iniziato come un documentario,almeno in questo film,il serial killer sopravvivesse e venisse intervistato su come e' andato tutto il piano e come e' stato fare una strage per la prima volta.
perche' visto che nella prima parte la cosa era normale ,doveva rimanere tale anche nel finale allora si che sarebbe stata un bella variante cinematografica di genere,invece , il finale e una variante delta di merd@
Simpatica operazione metacinematografica dalla forte connotazione citazionista che ricorda da vicino prodotti quali Quella casa nel bosco (che mi è piaciuto molto meno) e Scream,che ovviamente risulta ancora oggi insuperato.
Questo originale B-movie si divide in due parti ben distinte: la prima è un finto documentario che vede una troupe di giovani giornalisti intervistare un aspirante serial killer che illustrerà con dovizia tutti gli aspetti della sua professione. La seconda invece è un classico slasher vecchio stile che ricalca in pieno le regole del genere.
Un prodotto dunque fresco e divertente,non particolarmente spaventoso o sanguinolento ma comunque godibile. Soffre di qualche sbavatura per quanto riguarda il ritmo e non lascia,a visione ultimata, chissà quale ricordo o emozione, ed è forse proprio questa natura cosi anonima a rappresentare il principale difetto di questa produzione.
Mockumentary che per alcuni aspetti mi ha ricordato"Quella casa nel bosco" (anche se non è ugualmente riuscito),per circa tre quarti della sua durata è una specie di commedia che mette in mostra tutti gli stereotipi del genere slasher,riuscendo a regalare allo spettatore anche alcune risate,l'ultima parte invece è pienamente horror,non regala grosse emozioni ma riesce ugualmente a farsi seguire senza annoiare troppo. insomma il film così descritto potrebbe apparire interessante e assolutamente da vedere,ma purtroppo non è del tutto così, presenta numerosi difetti,non osa mai come ci si aspetterebbe,manca completamente lo splatter che in una pellicola del genere ci sarebbe stato più che bene ed inoltre nei momenti in cui non fa ridere si rivela abbastanza noioso. Tecnicamente non è un granché a causa sopratutto di un budget parecchio limitato,non esaltante neanche la recitazione. Insomma un idea di fondo interessante non sviluppata nel modo migliore,guardabile ma nulla di speciale.
Baracconata senza se e senza ma. Senza senso e senza giustificazioni. Potrebbe magari strapparti qualche ristata, ma prima di farlo ti brucia il cervello facendoti perdere la capacità di ridere.
L'idea è quella di un tizio, tale Leslie Mancusi, che vuole intraprendere la "carriera" del Serial Killer, impersonando una nuova icona slasher-horror, come i vari Jason Voorhees, Michael Myers o Freddy Krueger. Una troupe di giovani giornalisti è entrata in contatto con lui e vuole fare un documentario sulla sua vita: interviste a lui e ai suoi conoscenti per capirne il passato, comprenderne le motivazioni e - infine - seguirne passo passo il primo vero crimine della carriera, ovvero il massacro ai danni di un gruppetto di giovincelli che sono in procinto di farsi una festicciola in una casa di campagna. Peraltro, l'idea del mockumentary dedicato ad un assassino seriale è presa da un famoso e premiato film del 1992, "Il Cameraman e l'Assassino", film che poteva vantare una certa serietà ed onestà intellettuale perché perlomeno tentava, indipendentemente dal riuscirci poi effettivamente, di attenersi ad una situazione con elementi di verosimiglianza e quindi di credibilità. Qui invece nulla di tutto ciò, fin dall'inizio: basti pensare che Jason, Myears e Krueger vengono descritti non come icone del cinema horror, bensì come serial killers esistenti REALMENTE!! L'aspirante killer, questo tale Mancusi, è un ragazzo piacente ed estroverso, che potremmo definire addirittura simpatico e con una parlantina mica male (anzi, decisamente prolisso). Peccato che durante le interviste egli parli ala troupe del proprio passato, rivelando di ESSERE MORTO all'età di 12 anni. Sì, è stato legato dai paesani del villaggio e buttato giù in una cascata. Ma mentre racconta di essere morto, la troupe non batte ciglio, anzi, gli chiede maggiori spiegazioni su come è morto e sul perché i paesani lo abbiano ucciso… E' in quel preciso momento che mi si è bruciato un fusibile nel cervello e ho smesso di capire le cose in senso lato: non è infatti spiegabile come faccia una persona viva a raccontare di essere morto ad altre persone vive, le quali non sono per niente stupite da ciò ma a cui persino dispiace che il loro interlocutore - che è VIVO e vegeto davanti a loro - sia in realtà MORTO ben quindici anni prima. E' inspiegabile che una troupe segua un cretino che è convinto di essere morto, che peraltro ha il preciso e non celato intento di massacrare un gruppo di teenagers. Perché? Davvero credono che vinceranno il Premio Pulitzer anziché finire in galera per omissione di soccorso e concorso in omicidio? Tutto è inspiegabile qui, persino l'intento degli autori del film:cosa volevano fare? Una commedia horror? Un film grottesco? L'intento sembra quello di girare uno slasher che faccia una disanima dei principali cliché di questo genere, trattandoli con tono scientifico ed insieme canzonatorio: il gruppetto di ragazzi che si sparigliano anziché restar uniti, quelli che fanno sesso sono i primi a lasciarsi le penne, il classico episodio violento nel passato del killer di cui egli vuole vendicarsi, la maschera, le armi da taglio (in particolare l'ascia ed il suo significato freudiano che sarebbe quello di un fallo), l'antagonista "buono" che deve per forza equilibrare l'icona killer, la final girl, il classico fienile, l'intercedere del killer che deve dar l'impressione di camminare (ma nel contempo dev'essere veloce come chi corre!), i cadaveri distribuiti in modo tale che sbuchino fuori tutti alla fine, eccetera… Intento pregevole, lo stesso di un altro film giustamente più famoso, ovvero "Quella Casa Nel Bosco" del 2012, film di ben altra caratura. Bihind the Mask è invece tutto sbagliato - ci sono horror che si basano su idee molto originali, ma la cui realizzazione soffre di evidenti problemi di budget e recitazione; questo è uno dei rari casi in cui è il contrario, la realizzazione è buona e gli attori sono in parte, ma l'idea è sgraziata e goffa. L'avevo visto due anni fa, mi ero astenuto dal commentarlo perché il mio 2 contrastava molto con la media. Rivisto ieri, confermo il mio 2.
Spesso non guardo trailer ne mi documento su ciò che sto per visionare così per non rovinarmi la sorpresa. Questa volta però è andata male. BEHIND THE MASK era uno di quei film che mi ero segnato da vedere, quindi tanto brutto non doveva essere. Leggendo poi nei titoli di testa Robert Englund l'aspettativa era inoltre cresciuta sensibilmente al punto da chiedermi se non mi trovavo di fronte a una nuova perla del cinema horror. Purtroppo così non è stato. Il film l'ho tolto a metà, precisamente dopo 40 minuti circa. All'inizio ciò che sembrava un originale mockumentary si era presto tramutato in un semplice documentary a cui non ero minimamente interessato. Avrei forse chiuso un occhio di fronte ad un ipotetico "Behind the Mask - The Rise of Jason Voorhees" Ovvero il punto di vista di jason ma non di questo patetico personaggio...
Il problema principale di questo film secondo me è che non puoi far credere che una troupe si metta a seguire le gesta di un serial killer anche se hai dei dubbi riguardo alla veridicità di ciò che sostiene, induce lo spettatore a pensare che si tratti di una buffonata e così la tensione viene del tutto azzerata. L'epilogo l'ho letto ed era scontato finisse così.
Dovrei dare un SV ad un film che non sono riuscito a finire di vedere ma metto 1 per tenere bassa la media.
Pur essendo due pellicole molto diverse tra loro l'incipit di questo Behind the mask ricalca Il cameraman e l'assassino anche nel presentare la personalità logorroica e debordante di Leslie Vernon. Ovviemente in questo caso è meno destabilizzante della pellicola di riferimento, più venata d'ironia e non certo grottesca, ma offre tanti spunti sia stilistici che narrativi. La parte più mockumentary si assembla a quella più tradizionale, ne costituisce una sorta di dietro le quinte dove vengono sviscerati tutti i luoghi comuni e gli stereotipi del genere slasher. In poche parole l'una è complementare dell'altra per poi confluire nel finale dove la combinazione delle due parti, girata in maniera tradizionale, si diverte a sovvertire o tentare di farlo, la cosidetta "pianificazione" del serial killer e tutte le sue possibili varianti. Non sto tanto a dilungarmi alle svariate citazioni messe in campo e le presenze auterevoli di molti attori conosciutissimi all'interno del genere, ma pur con qualche piccolo difettuccio è un film più raffinato di quanto sembra ed è un peccato che sia poco conosciuto. Meriterebbe un recupero.
Parte che sembra una ****** per ragazzini, nella parte centrale diventa interessante al punto che ti viene voglia di sorvolare sul fatto che il tutto sia una volgare imitazione di MAN BITES DOG, ma poi scade in un finale che definire banale sarebbe a dir poco un eufemismo ... Evitabile.
Mah, behind the mask racconta in stile ''mockumentary'' la vita di uno psicopatico esaltato,che vuole imitare le ''res gestae'' di alcuni miti dell' horror (Freddy Kruger,Mychael Myers ecc..). Volendo chiudere un'occhio sulla realizzazione alquanto amatoriale dellapellicola, si potrebbe comunque apprezzare l'idea originale e anche il coraggio nello scegliere una trama del genere. Generalmente ''mockumentary'' e ''ghost story'' vanno a braccetto (pensiamo ad esempio a Paranormal activity),ma qui si è optato per qualcosa di diverso.
Passiamo ora all'opinione che ho del film. In fin dei conti intrattiene bene, non ti coinvolge benissimo nello svolgimenti ma gli ultimi 20 minuti salvano il tutto con un po' di adrenalina.Purtroppo non posso dire di aver provato tensione in alcun momento e trattandosi di uno slasher sono rimasto un po' deluso,ma vabbè. I personaggi non sono poi così bravi (soprattutto la ragazza) e il sadico attorno a cui viene costruito questo fantomatico ''mito'' sinceramente non mi dice niente.Non lo si può in alcun modo equiparare ad un Michael myers, purtroppo come in molti film è bidimensionale,sembra che il regista si sia preoccupato tanto di descriverne la psicologia,senza però riuscirci. Il risultato è quello purtroppo di un film che mette tanta carne e niente arrosto.
Visto ieri sera e non sapevo se valutarlo subito.Oggi ho rimosso un po' di cose, evidentemente non sono rimasto colpito né dal film né dall'epilogo finale (un po ' prevedibile).
Il 5,5 lo dò semplicemente per due ragioni (mi sarei tenuto più basso): - l'idea di fondo è originale - l'epilogo,pur non avendomi stupito, funziona.
Assolutamente da vedere per qualunque appassionato di horror e specie di slasher... la media voti non rende merito all'originalità di questo prodotto un pò metafilmico...mi ha proprio divertito, è geniale e ben fatto!
Veramente bello ed innovativo , bravi gli attori , bella storia e buone location , il tutto è decorato con citazioni nn stop che rimandano ad altri film horror famosi , il genere slasher qua è unito bene con il mockumentary , ciò rende il film originale ed innovativo , consigliato XD
un'idea davvero originale la prospettiva del serial killer che pianifica ogni situazione.... diciamo che non è il solito slasher... anche se lo diventa alla fine praticamente perdendo molto....
Non riesco a capire certi voti alti e certe recensioni positive per questo filmetto di poco conto. Addirittura mi pare di aver letto da qualche parte che abbia vinto dei premi in festival minori, sarà forse che non ho colto appieno il significato ma a me sinceramente non ha trasmesso nulla, anzi mi è sembrato piuttosto ridicolo e mal recitato.
Una pellicola sufficiente, ma nulla di più. Il prodotto ha comunque dei pregi, tali da render la visione gradevole. La storia inizia in modo originale e, finchè si mantiene sullo stile dello pseudo-documentario, dimostra di esser degna di interesse, poi però diventa troppo banale e scontata. Lo sviluppo è particolare, ed è caratterizzato da due tipologie narrative distinte ( "tradizionale" e "camera in spalla"), che si alternano, con risultati non sempre buoni. I personaggi sono caratterizzati bene, soprattutto la figura dell'omicida, e rappresentano il pregio migliore dell'opera.
Boh...questo film mi ha molto coinvolta, cioè non mi sono mai annoiata. Il problema è che...proprio non ne ho capito il senso! Peccato, perchè l'idea di entrare nella mente di un serial killer era veramente interessante...
L'idea di raccontare la preparazione di un massacro, dal punto di vista del killer è certamente originale. Peccato che farlo in questa maniera risulti totalmente piatto e senza emozioni. I dialoghi per buona parte mi sono sembrati alquanto ridicoli, la storia si sviluppa stancamente nel racconto prolisso e monotono sulla presentazione del serial killer e solo verso la fine si anima di scene degne di un film horror. Ritmo blando che aumenta di poco verso la parte finale, ma che però non aiuta lo spettatore a farsi coinvolgere nella visione di questo film. Attori non in grande spolvero, ma questo francamente non è la più grande pecca di un horror poco incisivo e con poca tensione.
Che voti bassi! Solo perchè è qualcosa di diverso! Un po' di informazione prima di noleggiare un film no, eh?
E' davvero un ottimo film. Tecnicamente grandioso, ben recitato, fantastica idea di base, sceneggiatura ben strutturata, citazionista al punto giusto... E, anche se ammetto che la prima parte possa sembrare un po' lenta, non mi ha annoiato per niente! Anzi, mi ha incuriosito dall'inizio alla fine, e il finale da tipico slasher non scade nel banale nè smorza la tensione. Piacevolissimi, inoltre, i riferimenti ad altre pellicole.
Sconsigliato ai non-appassionati, e caldamente consigliato agli appassionati.
Una stronsada mi-ci-dia-le. MICIDIALE per il povero spettatore che se si esorta a finire il film si tortura e basta! Ma non ditemi che è HORROR per favore! Cos’è?! Un fake, una parodia, un trash? Più che altro a me è sembrata una PRESA PER IL **** ai film horror, altro che tributo agli slasher!!! Alcuni di voi ci sono anche cascati, ma non vi siete sentiti presi per i fondelli?? Neanche un pochino?! Comunque fa schifo in tutti i sensi, il regista credeva di fare tutto lui, ma ha fatto una sceneggiatura pari a quella di HOT MOVIE, senza suspense, gore o qualche elemento che si avvicini all’HORROR. NOIA.
Ma scusate, ma quel Leslie che diavolo di lavoro faceva? Un reporter, un killer, un disoccupato?! E quindi le eroine sono le vergini? Ma vi rendete conto di quante ******* sono state messe alla *****, ma porca *******, ma vaffan**** va’!
Non mi è piaciuto perchè… Credo che lo scopo di questo film sia creare un nuovo “uomo nero”..ovvero..Leslie Mancuso.. facendo chiaramente..e comprensibilmente..riferimento ai classici Freddy krueger..Jason Voorhees e Michael Myers Ora..per poter dare vita ad un nuovo personaggio..senza scadere nella banalità..bisognava introdurlo con qualcosa di originale..ecco quindi il documentario girato dagli studenti Infatti..una volta superata la fase amatoriale del film..si procede con la classica trama Anche il finale lascia presagire un eventuale seguito
Inoltre..si parla di Freddy Krueger..e ci si ritrova Robert Englund che impersona uno psichiatra..e pensare che credevo facesse una comparsata nelle vesti del suo personaggio
Certo..il regista cerca di dare un tocco di originalità..evitando di realizzare una copia evidente di Nightmare..Venerdì 13 o Halloween..però non ci trovo nulla di eccezionale
Complimenti gran bel C-A-C-A-T-O-N-E !!!!! Uno va alla videoteca perchè si vuole sparare un bell'horror, trova un volantino che parla di un film che ha fatto un successone negli USA, "Behind The Mask" con Robert Englund (quello di Nightmare, *****!) e allora se lo affitta tutto contento e inizia subito a guardarlo, dopo un inizio che sembra presagire a qualcosa di bello...niente...il film si dilunga nella noia e nelle ******* più assurde...il personaggio di Englund assomigliava ad soldato inviato dal futuro.
Devo divergere dai commenti precedenti. L'ho trovato (finché l'ho visto) insulso e noioso. Per la prima volta commento un film che non ho visto per intero... ma è stata una mia scelta non finirlo e mi sembra giusto manifestarla e motivarla. Non ho dato il minimo solo per scrupolo, perché non l'ho visto fino in fondo e qualche elemento positivo magari nella seconda parte poteva anche esserci ed io non l'ho vista... ma più di 2 non avrei potuto dare a questa mescolanza maldestra di spunti tratti da films vari. Mi direte che il citazionismo era voluto, però io l'ho trovato semplicemente noioso e poco originale. De gustibus...
Prodotto originale che attraverso un mockumentary mette in scena uno spettacolo tutto sommato divertente e riuscito almeno nella prima parte,decisamente fuori dagli schemi e che non può certo definirsi convenzionale. Si parte dal presupposto che i grandi serial killer della storia cinematografica moderna siano realmente esisti e che un giovane ne voglia ricalcare le orme nell’anniversario della sua presunta dipartita,avvenuta a causa dell’ignoranza dei suoi concittadini rei di averlo gettato da una cascata.Leslie Vernon,questo il nome dell’aspirante assassino,viene seguito,filmato ed intervistato da una troupe televisiva mentre architetta ed illustra il piano più adatto per far fuori la solita banda di teenager e così vendicarsi del presunto torto. Scott Glosserman gioca con i luoghi comuni dello slasher,offrendo buone dosi di humor ed ironia,senza tralasciare qualche approfondimento e ragionamento su metafore e simbolismi tutt’altro che disprezzabili a dimostrazione di una gran preparazione sull’argomento. Funziona poco il cast ad esclusione di Nathan Baesel,l’aspirante nipotino di Freddy,Jason,Michael e compagnia bella. “Behind the mask” purtroppo crolla nell’ultima mezz’ora,andando a proporre tutte le situazioni su cui si era disquisito in precedenza,fornendo così un epilogo probabilmente indispensabile ma molto noioso e visto in centinaia di prodotti simili,oltre che troppo rigido da un punto di vista morale. Abbastanza posticcio anche il finale aggiuntivo,visibile durante lo scorrerre dei titoli di coda.
Tutto sommato si lascia guardare tranquillamente..e mi sento di premiarlo perchè è un po' diverso dai soliti slasher grazie soprattutto all'idea del regista di girarlo come un documentario per 2/3 della pellicola per poi farlo virare in un classico slasher giovanile. Non una rivoluzione nell'ambito horror..ma almeno qualcosina di diverso c'è..la trama è forse un po' troppo surreale..ma stiamo parlando di un horror d'altronde..non si può pretendere il massimo della razionalità da una pellicola del genere. Comunque per quanto mi riguarda più che sufficiente.
Film indubbiamente originale, con una trama che nella prima parte ha una vaga somiglianza con TBWP, la seconda invece non ha nulla di diverso dai slasher anni 80. Insomma mi aspettavo qualcosina di più, però il film si lascia seguire.
Fantastico esordio con un bellissimo film a metà strada tra il mockumentary ed il similslasher; gradita e sempre ottima la presenza e l'interpretazione di Englund, ma anche il resto del cast ci offre una buona prova recitativa.
Film davvero intelligente, originale, che prende in giro bonariamente lo spettattore, anche svelando trucchetti appartenenti al genere horror come fece nel 1996 quel grandissimo film che è Scream.
simpatico horror in stile finto documentario, ricalca gli schemi
degli horror classici da halloween a venerdì 13 (il granaio sembra
uguale), prende anche un pò in giro i clichè e in una sorta di
dialogo ironico con lo spettatore sviscera i perchè dell'horror. Il
risultato è un film non privo di colpi di scena. Niente male.
Il genere slasher fin dai precursori (Bava, Clark, Martino ed altri) e in special modo dopo il successo dell’Halloween Carpenteriano è sempre stato uno dei sotto-generi horror più amati e più abusati nella storia del cinema orrorifico degli ultimi trent’anni… Il successo, e paradossalmente anche il più grosso difetto, del genere sta nella semplicità e nella ripetitività del plot e questo ha portato per forza di cose ad un vistoso calo del livello qualitativo dei film del genere e basti vedere quanti slasher di livello per lo meno decente siano usciti dal 2000 in poi (a me vengono in mente giusto Halloween Killer e il remake di Carpenter firmato Zombie)… Il problema è che lo slasher vive di regole precise difficili da scardinare e chi ne ha visti a decine (se non centinaia) non può che annoiarsi all’ennesima visione di un film del genere… E’ per questo che negli anni si è cominciato a pensare che con un po’ di sano humor si poteva magari rendere più piacevole la visione… E da questo assunto che parte il film d’esordio di Glosserman….
Glosserman prende spunto dal lavoro di Bonzel, Poolverde e Belvaux (autori dell’ottimo Il Cameraman e l’Assassino) ci aggiunge un po’ di humor e chiude con un’ultima parte in puro slasher movie per questo suo, tutto sommato, originale horror… La prima parte (quella mockumentaristica) è davvero di buon livello, divertente ed interessante… Si gioca con le regole del genere e lo si fa con grande acume, l’ironia non è mai fuori posto e si vede che dietro il film c’è stato uno studio attento… Viene spiegato tutto quello che gravita intorno ad un slasher-wannabe e il tutto è costruito con attenzione e intelligenza… E tra l’altro non mancano un paio di sorrisi, un paio di battute e un paio di personaggi azzeccati… La pellicola crolla però verticalmente nell’ultima mezz’ora dove diventa il solito slasherino da due soldi condito da un’irritante presa di posizione moralistica (e secondo me per nulla verosimile) della crew… E a nulla valgono i vari “cambi dei piani” o il “colpo di scena” sulla vera identità della survivor girl perché il grosso del buon lavoro fatto precedentemente è già andato perduto… Peccato perché l’idea di base era buona, così come la realizzazione, la prima parte davvero ben girata e molto interessante ed ero convinto di trovarmi di fronte ad una piacevolissima sorpresa… Invece un ultima parte così strutturata aggiunge poco o nulla al genere e in tutta onestà non ne capisco l’utilità… Forse un humor più spiccato avrebbe dato qualcosa di più, o magari si poteva continuare a sfruttare le caratteristiche del mockumentario (alla Rec per dire)… Anche così comunque mi sento di consigliare il film ad ogni appassionato del genere perché nel complesso la pellicola merita…
Molto bene Baesel istrionico schizzato e divertente, male la Goethals fuori parte e davvero poco convincente, negli standard il resto del cast… Abbastanza inutile il cameo di Englund… Guardatevi fino alla fine i pur noiosi titoli di coda perché quando si parla di slasher movie un ultima sorpresa è sempre in agguato!
brillante mockumentary, a cui englund volle partecipare perchè colpito dal soggetto. la pellicola si divide in due parti: nella prima una troupe televisiva segue leslie vernon nella sua vita quotidiana. un ragazzo normale, che colleziona tartarughe, legge molto, fa sport... solo che il suo sogno è diventare la nuova icona slasher. come mike, jason, freddy, di cui vengono spesso ripetuti i nomi durante il film. ci viene presentato il suo mentore, serial killer degli anni '50 e '60, che spiega come il mestiere sia cambiato, come la spettacolarizzazione abbia iconizzato le figure più moderne avvicinandole a semi-divinità e come alla fine tutto si riduca a una questione di business. anzi, di showbusiness. seguiamo poi leslie nella predisposizione della sua grande notte: la classica mattanza nella casa abbandonata e piena di adoloscenti. la preparazione, lo studio della logistica, delle possibili vie di fuga. e a questo punto inizia la seconda parte, si abbandonano le dinamiche del documentario per essere buttati dentro ad uno slasher in piena regola, e che personalmente ho trovato davvero divertente. continuavo a pensare che, se mai roth dovesse realizzare un film dal trailer di thanksgiving, questo a grandi linee avrebbe potuto essere il risultato (mi riferisco solo alla seconda metà del film). guardate i titoli di coda fino alla fine!
filmetto che parte bene, ma piano piano diventa sempre più ridicolo e banale. scarse le interpretazioni e almeno venti minuti in meno avrebbero giovato al film.
Jason, Freddy, Michael. We all need someone to look up to.
Veramente originale questo esordio alla regia di Glosserman! Taylor è una reporter che assieme alla sua piccola troupe inizia a seguire le gesta di Leslie Mancuso, Intenzionato a diventare il prossimo Freddy/Michael/Jason. E assieme a lui la troupe assisterà al momento della scelta de "l'ultima ragazza", la preparazione della casa degli omicidi e ad altri vari trucchi necessari a Leslie per portare a compimento il suo piano, ovvero, diventare il nuovo boogeyman. Metà film è girato esattamente come un surreale documentario (la componente humor si fa spesso sentire) fino al "colpo di scena". E' uno slaher-movie, ma il regista ha saputo trovare un espediente per renderlo assolutamente diverso e quindi apprezzabile. Da vedere.
Da notare due cammei: Robert Englund nelle vesti di Doc Halloran (citazione a Shining) e Zelda Rubinstein che interpretò la medium in Poltergeist.