diary of the dead - le cronache dei morti viventi regia di George A. Romero USA 2007
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diary of the dead - le cronache dei morti viventi (2007)

 Trailer Trailer DIARY OF THE DEAD - LE CRONACHE DEI MORTI VIVENTI

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locandina del film DIARY OF THE DEAD - LE CRONACHE DEI MORTI VIVENTI

Titolo Originale: DIARY OF THE DEAD

RegiaGeorge A. Romero

InterpretiMichelle Morgan, Joshua Close, Shawn Roberts, Amy Lalonde, Joe Dinicol, Scott Wentworth, Phillip Riccio, Tatiana Maslany

Durata: h 1.35
NazionalitàUSA 2007
Generehorror
Al cinema nell'Ottobre 2009

•  Altri film di George A. Romero

Trama del film Diary of the dead - le cronache dei morti viventi

Un gruppo di amici, studenti di cinema al college, si avventurano nei boschi della Pennsylvania per girare un film horror a basso costo che utilizzeranno come progetto per la scuola. Durante le riprese però, i notiziari iniziano a riportare una scioccante ultim'ora: i morti stanno tornando in vita. L'incredulità dei ragazzi durerà ben poco, e presto dovranno cercare di evitare il reale orrore che si trovano di fronte e tornare alle loro case. Nel frattempo il Governo degli Stati Uniti passa rapidamente dal diniego a goffi quanto inutili tentativi di rassicurazione, fino al momento in cui i media smettono di funzionare. I ragazzi in fuga si renderanno presto conto che non hanno più una casa alla quale tornare, e l'unica forma di reazione che riescono a mettere in atto è il riprendere con le loro videocamere la follia, il caos e l'inferno che li circondano.

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Voti e commenti su Diary of the dead - le cronache dei morti viventi, 114 opinioni inserite

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Xavier666  @  04/11/2009 18:08:55
   8 / 10
Incredibile , quando dopo la terra dei morti sembrava che avesse finito gli argomenti della sua retorica sociale ecco un attacco al sistema perverso dei mass media! Metaforico e illuminante e violento come al solito. Aspettiamo Survival of the dead!!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  22/06/2009 12:47:53
   8½ / 10
Ho sempre adorato Romero, volevo vedere questo film, ma le aspettative non erano molto alte ed invece...sorpresa: Diary of the dead non è soltanto un semplice esercizio di stile fine a se stesso, Romero non vuole riproporre la solita salsa al servizio delle nuove tecnologie e nuove mode (iniziata con The Blair witch preject e proseguita con i vari Rec, Cloverfield ecc.), ma innesca un discorso proprio sul loro uso, sul come la rappresentazione oggettiva della realtà possa essere sempre e comunque manipolata oppure perdersi e confondersi nel mare di filmati nei blog o su youtube dove vengono proposte le proprie visioni della realtà senza però riuscire a determinare quale sia quella vera, se mai ce ne fosse una. Se c'è un film a cui mi sento di accostarlo, anche per l'infelice destino distributivo italiano, è Redacted di Brian De Palma fra l'altro dello stesso anno (il 2007) di Diary. Ma se il film di De Palma è più estremo nel moltiplicare i punti di lettura e per certi versi più accattivante di Diary, l'ultimo film di Romero è più lineare e più convenzionale di Redacted. Certamente all'interno della pentalogia dei morti viventi ha il pessimismo assoluto di Night of living dead: non c'è via d'uscita, non c'è più speranza per un umanità che in fondo non merita di sopravvivere.
Il film ha un budget ridotto, gli zombi non sono tanti ma sono ben centellinati e non manca nè la tensione, nè soprattutto un senso di angoscia che ti prende nel profondo. Gli attori, quasi tutti sconosciuti, sono efficaci nei loro ruoli pur mancando, penso volutamente, un certo approfondimento psicologico: sono ragazzi che assistono in diretta al disfacimento del proprio mondo, spaesati dal flusso di immagini che non riescono a codificare e nel caso del film-maker, arroganti nella presunzione di essere utile a qualcosa ("72.000 contatti in 8 minuti").
Complimenti ancora a Romero, anche all'interno di modelli narrativi abusati, riesce a rinnovarsi e a dire qualcosa di nuovo.

3 risposte al commento
Ultima risposta 22/06/2009 13.20.10
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baskettaro00  @  18/06/2009 17:37:05
   5½ / 10
ke mezza scemenza......dopo essemi visto il giorno degli zombie e la tarra dei morti viventi credevo ke qst film fosse su qll scia....invece il film dice solo parolacce.....e poi vi pare ke mentre uno sta venendo ucciso dagli zombi il suo kompagno lo film?e poi lo splatter è presente in poke scene e in poke quantita........romero mi hai deluso.......

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16 risposte al commento
Ultima risposta 20/06/2009 13.43.47
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Sgt. Pepper  @  23/05/2009 19:22:33
   6 / 10
Filmetto ben costruito e come sempre Romero ci sa fare con gli zombi, ma ci sono alcune cose che davvero non mi vanno giù.

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Apparte questo ripeto, Romero ci sa fare con gli zombie movie e per questo il prodotto finale risulta essere sufficente, ma la frase che calza a pennello è: "Non male, ma potrebbe essere migliore".

ROBZOMBIE81  @  30/03/2009 23:54:21
   7 / 10
in questa pellicola romero lancia una critica ancora più marcata e a 360 gradi sul nostro mondo mettendo tutto in discussione dai mezzi d informazione al potere,dall integrazione al cinismo dell uomo quando si ritrova in condizioni estreme..un romero che tralascia gli elementi tipici dei film horror quali l azione o la tensione preferendo metterci di fronte alla nostra realtà cruda e spietata utilizzando la tecnica della cinepresa in spalla,idea non nuova in generale ma nuova nella sua galleria di film sugli zombi...un resoconto amaro di quello che siamo più che un vero e proprio film horror..anche se certe scene e certe riprese le ho trovate molto suggestive...il voto è piu per il contenuto che per la forma...un romero inca.zzato!!!

sandrone65  @  30/03/2009 14:32:23
   6½ / 10
Come tutti i film girati "in soggettiva" con la telecamera a spalla anche questo è faticoso da seguire. Risulta davvero difficile dimenticare l'assurdità di una persona che nel bel mezzo ad attacchi di zombie non cessa di riprendere ciò che accade... è grottesco, ed il risultato è che il film coinvolge quanto lo può fare un documentario. In questo senso è azzecatissimo il sottotitolo "Le cronache dei morti viventi", il film ha tutto l'aspetto di una cronaca con relativi pregi e difetti. Personalmente, se decido di guardare un film di zombi più che soffermarmi sulla critica sociale desidero principalmente immedesimarmi nella vicenda e con "Diary of the dead" questo non accade. Pregevole comunque l'attenzione dedicata al ruolo dell'informazione e la presa di coscienza che esiste solamente ciò che è riproponibile in termini di fruizione, in questo caso telematica... di qui l'ossessione dell'operatore nel voler fissare su pellicola ogni accadimento, che è il tema fondamentale del film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  29/03/2009 18:19:17
   7 / 10
Ci sono tutte le tematiche classiche del cinema di Romero, qui riproposte con forse maggiore sincerità e forza empatica.
Ed è proprio questo il punto: quel crescente desiderio di dire, raccontare e/ denunciare tutte le contraddizioni dell'uomo, della sua amoralità dinanzi al desiderio di sopravvivere rappresenta forse il maggiore difetto di questa seppur ottima e commovente pellicola.
Romero si fa prendere la mano, prediligendo la schiettezza delle parole al fascino delle immagini. E questo errore non l'aveva mai fatto.

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Ultima risposta 30/03/2009 13.53.28
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leonida94  @  14/03/2009 16:06:04
   7½ / 10
Se volete vedere un film di Romero, questo è meglio evitarlo...
Insomma... Mi aspettavo massacri di zombi, azione e le altre solite cose.
Invece qua troviamo un Romero più "maturo".
Infatti il regista si distacca dal solito film di zombi, e cerca di distinguersi dalla massa.
La fuga, la ritirata, lo scoppio di violenza e le mutazioni ci sono sempre, ma in maniera molto più ridotta rispetto ai suoi predecessori, o comunque in modo meno evidente.
Prima di tutto in questo (presunto) penultimo capitolo il regista calca, in modo instancabile e continuativo l'uso improprio di media, spesso non veritieri e della disumanità e pazzia che a volte spinge l'essere umano a guardre un video o anche a riprenderlo senza provare emozioni. Come se lo schermo (o la telecamera) ti facesse osservare le cose da lontano e distaccatamente, anche se le vivi anche tu.

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In verità in ogni film di questo grande regista abbiamo sempre trovato un piccolo sfondo di denuncia, che però si andava sempre a perdere tra le pieghe di qualche scena splatters, ma in questo la denuncià è stata messa al primo posto.
Le pecche sono molte e la pellicola(anche per il difficile metodo usato per farla) risulta "minata" di forzature ed errori.
Un lato positivo invece sono le continue riflessioni sulla vita che accompagnano tutto il film, e spesso risultano davvero toccanti.
Insomma, un film molto diverso dagli altri della saga, ma originale rispetto alla solita trita e ritrita solfa degli zombi.
In italia si trova solamente con i sub, visto che non è stata nemmeno degnata di una doppiatura,ma in un certo senso è anche meglio, visto che la naggior parte della massa avrebbe snobbato questa pellicola.

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  13/03/2009 13:46:02
   7 / 10
E' un B movie, nemmeno tanto originale, con attori penosi e personaggi poco approfonditi. Però è bello. E' bello perchè si fa seguire tutto, perchè è ben girato ed è diverso da i film simili (vedi Rec), con un montaggio come si deve, con la giusta dose di sangue. Romero non rinuncia alla sua critica sociale, punzecchia le istituzione ma questa volta e al sistema di informazione e alle tecnologie che si rivolge. Un paio di personaggi interessanti (il professore, ad esempio) fanno il resto. Veramente un buon lavoro low budget, aspettando il secondo round (ammesso che le voci che circolano siano vere) che sembra andrà sul tradizionale.

statididiso  @  07/03/2009 02:30:06
   8 / 10
gran bell'esercizio di stile... 'Diary of the Dead' non è altro che il sunto della quadrilogia romeriana sui morti viventi, e non il quinto episodio: la critica è sempre la stessa, anche se questa volta più sottile e con una maggiore attenzione verso il www, e alcune scene sono addirittura riprese pari passo dai precedenti lavori. Romero grazie alla genialata del montaggio compenetra alla perfezione l'utilizzo della telecamera a spalla, riuscendo laddove altri invece hanno avuto più di un problemino (vedi 'Rec' e 'Cloverfield'). l'unica cosa che rimprovero al regista è il basso tasso di gore (in questo senso 'Rec' si è lasciato decisamente preferire). comunque, ma di che stiamo parlando?!? L

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  25/02/2009 12:48:20
   7 / 10
Buon lavoro di Romero, distante però dal fascino del secondo capitolo della trilogia degli zombie (per me il migliore film di sempre sui simpatici non morti).
Diverso dai recenti film girati con camera a spalla, infatti qui ci viene mostrato un vero e proprio lavoro montato a dovere dagli stessi protagonisti.
Originale quindi nella forma ma non nella sostanza, con il piccolo particolare che a trattare l'argomento è colui che ne è stato il capostipite.

Mezzo voto in più per la scena finale, poeticamente disturbante.

venetoplus  @  02/02/2009 11:23:59
   8½ / 10
Ottimo commiato (ma ne siam davvero sicuri?) di Romero, filmaker che dimostra d'essere a passo dei tempi con questa versione in prima persona del suo personalissimo universo Zombi. Qualche sbavatura nella sceneggiatura (si, vabbe' che il protagonista "deve" riprendere ad ogni costo e in ogni contesto.. ma a volte il tutto sembra un po' eccessivo) ma nel complesso un ottimo film..

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Granf  @  30/01/2009 13:53:37
   9 / 10
Che grandissimo film. Romero stupisce ancora e, soprattutto, riesce a fare paura, a creare un terrore e un'ansia insostenibile con questo "Diary of the dead", ovviamente ancora inedito in Italia. Completamente diverso da porcherie come "The Blair Witch Project", ma diverso anche dai nuovi ultimi film diretti con la telecamera a spalla. Innanzitutto qui il filmato è stato modificato, con inquadrature da diverse angolazioni, da cellulari, da telecamere di sicurezza e a infrarossi, c'è il commento di una delle protagoniste e i movimenti della mdp sono piuttosto fermi e non oscillanti fino alla nausea. Girato a basso costo, hanno comunque utilizzato il digitale che risulta mai invadente, gli attori esordienti sono convincenti e come al solito lo splatter è dosato alla grande dal regista.
Come sempre il grande Romero utilizza i ritornanti per una feroce critica, questa volta rivolta ai mezzi di comunicazione e a tutti il mondo dell'informazione. La critica diventa una sorta di malinconica e tristissima rassegnazione verso un mondo che non merita di essere salvato, che non prova niente per le cose brutte che accadono, che è diventato completamente immune ("E' strano come, guardando le cose, vedendole attraverso una lente, o un vetro, alla fine diventi immune"). Romero critica, in modo molto più feroce rispetto ai precedenti film, tutto il genere umano, approfittatore e opportunista, animale cattivo ed egoista che probabilmente è arrivato al capolinea.
A mio avviso, il film è ai livelli del primo capitolo dei morti viventi, per le stesse emozioni che ha suscitato in me, è angosciante, cattivo, violento e claustrofobico ai massimi livelli. Altro tassello il finale, di una cattiveria e di uno sconforto incredibili.
Un capolavoro, non me lo aspettavo, applausi a George Romero.

"Se non riprendi, è come se non fosse successo, no?"

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  28/01/2009 21:01:06
   7 / 10
Il ritorno di Romero nel campo dei morti viventi è stato certamente buono, però confronto hai suoi lavori precedenti (escluso la terra dei morti viventi) questo film è abbastanza inferiore.
Pure Romero in questo film si basa sullo stesso uso della telecamera che è stato fatto nello stile di Blaire Witch Project, Cloverfield e nel indimenticabile Rec, e il risultato come spesso prevedo (adoro questi generi) è sempre positivo, perchè e come se stessi vivendo letteralmente dentro al film, e poi questo genere è quello che mi fà un pò più scagazzo! infatti anche in questo film qualche paura l'ho presa. Poi c'è da sottolineare che gli effetti splatter sono fatti veramente alla grande, è su questo non c'è nulla dire.

Infine bellissimo film di Romero l'ennesimo sui morti viventi, però con uno stile nuovo, ma devo dire che secondo me non distribuirlo in Italia è stata la cosa più stupida che si poteva fare, adesso capisco che magari al cinema italiano non avrebbe fatto piacere, però magari renderlo trovabile per coloro che amano questo genere come idea non sarebbe stata proprio male.

Cleric Preston  @  25/01/2009 14:49:04
   6½ / 10
Sugli zombie si è già visto e prodotto tutto.
E per tutto si intendono decine e decine di film. Li abbiamo visti lenti, li abbiamo visti veloci, li abbiamo visti con occhi vitrei e li abbiamo visti con occhiacci rossi...
La salsa non cambia, morti viventi da uccidere con un colpo alla testa.
Romero può praticamente vantare il credito di averli ideati, e lo fa senza troppi fronzoli.
Il suo lavoro scorre piacevole, pur non ideando nulla di nuovo e la tensione è spesso molto alta.
La pecca, che caratterizzò anche cloverfield, della telecamera onniriprendente è enorme e infastidisce, se non altro Romero prova a giustificarla con la fissazione del protagonista nel riprendere qualsiasi cosa senza mai abbandonare la cinepresa...
Ogni tanto poi i suoi amici si ricordano di parlare con un cerebroleso con in mano una videocamera pure nei momenti di pericolo e fanno deboli tentativi di resistenza; insomma l'effetto ridicolo di una persona che non si stacca mai dalla videocamera è mitigato ma certo non annullato.

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Invia una mail all'autore del commento King Of Pop  @  07/01/2009 00:16:49
   8 / 10
Magnifico,a mio parere il migliore film di Romero sugli zombie.La tecnica della ripresa soggettiva non ha fatto altro che rendere più realistica questa pellicola dandole delle sfumature più horror.Purtroppo in Italia è ancora inedito,quindi avendolo visto con i sottotitoli non me lo sono goduto al 100%...posso dire però che lo considero un capolavoro.

Aztek  @  11/10/2008 22:33:30
   8½ / 10
Già un film sugli zombie con la firma di un certo Romero significa andare sul sicuro, se poi si utilizza la tecnica della Handy-cam (già utilizzata in altri grandi horror), di cui sono estremamente innamorato, il risultato, per me, non può che essere favoloso.
L'ho visto con i sottotitoli in ita, e forse non sono riuscito ad apprezzarlo al 100%....altrimenti avrei dato un voto più alto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  11/09/2008 18:09:38
   7 / 10
L'ennesimo film sui morti viventi porta la firma del loro creatore, G.Romero. Diversissimo dai suoi precedenti lavori, Diary of the Dead, segna il ritorno del papà degli zombie al cinema a basso costo. Dopo le recenti uscite di Cloverfield e Rec, mi aspettavo un film molto simile a questi due lavori, ed invece mi sbagliavo. Diary of the Dead è un film-documentario, simile per certi aspetti al Cannibal Holocaust di R.Deodato. Le tematiche trattate sono molto simili a quelle del capolavoro made in Italy degli anni 70, anche se non raggiunge quei livelli. Buona la prova del cast esordiente ed ottimi il trucco e gli effetti speciali, molto realistici. Col passare dei minuti, però, credo che perda parte dell'originalità della prima mezz'ora. Forse sarebbe stata migliore l'idea di farne un mediometraggio, anche se nel complesso rimane un buon film.

Kesson  @  12/08/2008 17:00:46
   8 / 10
Personalmente ero molto scettico su quest'ultimo lavoro del grande Romero, un po' perchè mi ero fatto influenzare dalle non entusiastiche recensioni estere, un po' per la scelta registca del film. Se il cerchio sembrava chiuso con, il seppur buono (ma siuramente il meno riuscito), "Land of the Dead", ecco arrivare il quinto, e inaspettato, episodio di una delle saghe più famose della storia del cinema horror. "Diary of the Dead" chiude (?), quindi la (oramai) "pentalogia" sui morti viventi, e soprende per la sua realizzazione e la qualità generale. Il grande George forse affascinato dal ritorno in auge della visuale in soggettiva, rilanciata una decina di anni fa da "The Blair Witch Project", nata grazie al nostrano "Cannibal Holocaust" e rivista quest'anno negli ottimi "Rec" e "Cloverfield", decide di calare lo spettatore in un incubo in prima persona, in un mondo "mangiato" dai morti che ritornano in vita. Attraverso un viaggio on the road, verso la salvezza e la speranza, facciamo quindi parte di un gruppo di giovani che si ritrovano nel mezzo dell'apocalisse, carcando di sopravvivere. Il film è davvero notevole, sia per la sua relizzazione tecnica davvero superba e mai, vista anche la sua scelta registica, fastidiosa, e rispolvera quelle sensazioni di impotenza e terrore, che erano andate un po' perse nel precedente capitolo. Attraverso veri colpi e propri di genio, sia per situazioni ma anche per la caratterizzazione di taluni personaggi, il caro George ci immerge in una spirale di terrore, pur non disdegnando (come in tutti i suoi lavori del resto) una dura critica al potere dello stato e dei suoi politici, al degrado sociale, verso il mondo dei media e della comunicazione. Ed è un messaggio attualissimo, che se nei lavori precedenti del regista veniva mostrato attrverso i commenti o le situazioni che vivevano i suoi protagonisti, in "Diary of the Dead" viene mostrato attraverso il semplice guardare un telegiornale, con relativi commenti e interventi dei vari politicanti, attraverso i commenti dei protagonisti. Il risultato è quindi uno pseduo documentario su un plausibile mondo (odierno) al collasso, in preda ad orde di Zombie. C'è tutto e di più, paura, angoscia, scene potenti, sano splatter (grazie George), e ironia. Davvero un ottimo capitolo, di una delle più famose e importanti saghe cinematografiche del genere horror, che ridà grande speranza su un futuro e a questo punto atteso sesto episodio.
Insomma chi si aspettava una mera operazioni commerciale, verrà clamorosamente smentito.
Grande George, grande film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  05/08/2008 23:22:14
   5 / 10
come dicevo sul forum questo film credo che il film sia davvero bruttino
non son un fan sfegatato degli zombie (cosa che in molti infuisce), ad ogni modo il film sembra un misto dei precedenti (e affini) girato con una telecamera digitale STOP

goophex  @  01/08/2008 11:49:21
   6½ / 10
Il caro vecchio George sforna l'ennesimo film sulle sue amate creature. Il voto è piu' che sufficiente non tanto per il tema che è il solito ma per la rivisitazione dello stile con la quale stavolta il buon Romero ha voluto raccontarci la solita storia.. Certo viene da dire che anche il maestro ha ceduto alla tanto amata videocamera "amatoriale" ma onestamente l'ha fatto in modo dignitoso.

Max78  @  08/07/2008 16:46:27
   8 / 10
Non male l'ultimo lavoro di Romero,
il suo film + personale,almeno stando a quello che afferma..(ci fidiamo)
inquietante, ironico, tecnicamente validissimo, e zeppo di riflessioni del regista
Non è frenetico come Cloverfield e non procura salti dalla sedia
a livello di Rec,
c'è da dire che come ripresa a mano è molto + pulita di queste ultime pellicole, gli zombie sono inquadrati in tutto il loro splendore , e la telecamera non schizza a destra e a manca,
una scelta coraggiosa di Romero, e onestamente sento di doverla premiare...

non ho trovato malvagio nemmeno il cast, seppur imbastito con gente sconosciuta(almeno per mè),
e che dire del tipo armato di arco..... sublime ;)

"Meritiamo di essere salvati?"

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Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento L.P.  @  04/07/2008 15:03:34
   9 / 10
E' giusto che questo film non sia uscito nelle nostre sale. Vederlo distribuito in quattro cinema, magari ad agosto, con il pubblico di ragazzini imbecilli che accompagnavano la visione con risate e trilli di telefonini, mi avrebbe spezzato il cuore.
Perchè Diary of the dead non si merita il pubblico odierno. A differenza di prodotti analoghi, da un punto di vista tecnico, come Rec o Cloverfield, Romero non si limita a fornirci una registrazione nuda e cruda dei fatti, ma una loro rielaborazione postuma, sofferta e meditata. Ed è secondo me in questo che Diary si distanzia e supera gli altri film ripresi con la telecamera a mano che sono tanto in voga in questo periodo.
Non è un film dell' orrore in senso stretto, è la riflessione di un grande autore sull' informazione, sulla società, sulla natura umana in generale. Ed è anche giusto, da questo punto di vista, che i personaggi non siano caratterizzati in maniera approfondita: sono solo dei poveri disperati che hanno la presunzione di essere utili a qualcosa. Non hanno niente di particolare e nulla di speciale. Carne da macello, come tutti noi.
Il finale

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER è forse uno dei più strazianti e commoventi che mi sia mai capitato di vedere.


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tarax  @  16/06/2008 03:19:45
   7½ / 10
zombie movie molto carino firmato romero. Non il migliore ma neanche il peggiore:)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  03/06/2008 09:32:34
   8½ / 10
"In tempo di guerra uccidere diventa naturale. Soprattutto quando non è necessario"

Il ritorno di Romero con un horror low-budget che spero non venga trasmesso nei cinema. La ragione è semplice: è troppo raffinato registicamente parlando e ben lontano dagli standard del pubblico dei popcorn-movie.
Seppur con un difetto molto grande quale il cast, e la caratterizzazione dei personaggi (potrei salvarne solo uno), Diary of the Dead rimane, a mio parere, un ottimo prodotto.
Romero arricchisce la sua opera con la sua classica dura critica verso la società, in particolare, verso i mass-media, verso la televisione e i giornalisti. Quest'ultimi sono rei di manipolare l'informazione distorcendo la realtà (in Italia questo problema è percepibile dai “vivi”) e da qui la necessità di creare qualcosa di reale un “diario della crudeltà”.
Ma una dura critica verso i “non vivi” verso una parte della società plasmata ad immagine e somiglianza dei potenti, una parte della popolazione assolutamente incanalata nei modelli forniti dal mezzo catodico. Privi di alcun senso critico verso la realtà e verso ciò che i mezzi d'informazione spacciano come verità.
Un'analisi del lato animale dell'uomo pronto ad abbandonare qualsiasi dovere morale e spinto da un irrefrenabile desiderio voyoristico di “guardare e non aiutare”. Raramente si possono vedere horror tematicamente impegnati e Diary of the Dead è uno di questi, in pieno stile Romero.
Un film tecnicamente eccellente, riprese ottime, grande montaggio e in un prodotto low-budget come questo, le grosse capacità registiche del grande Romero si fanno sentire. Ottimo make-up, digitale ridotto al minimo, per un prodotto che diventerà un cult in futuro.

“La tecnologia è fantastica finché funziona”

5 risposte al commento
Ultima risposta 08/07/2008 21.37.41
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gide  @  02/06/2008 21:48:57
   6½ / 10
sono un amante dei film sugli zombi xciò non poso bocciarlo,ma forse cominciano un pò a stufare,a parte Rec sono +o- tutti uguali

marfsime  @  30/05/2008 01:22:07
   6½ / 10
La partenza è ottima..il fatto di far apprendere la notizia del diffondersi dell'epidemia di morti viventi ai ragazzi da una tv mentre stanno girando un film amatoriale è carina..ma poi il film cala inesorabilmente di interesse e tensione. La cosa più innovativa è sicuramente il fatto di girare tutto il film attraverso l'obiettivo di una telecamera sulla scia dei successi di Cloverfield e Rec..tuttavia i risultanti sono altalenanti. Non mi sento di dire che non mi sia piaciuto..ma obiettivamente mi aspettavo qualcosa di meglio dal maestro Romero..quell'alone di suspence e tensione che si ritrovava in altri film sugli zombie di Romero è venuta a mancare quasi subito..peccato..perchè dopo le sequenze dell'ospedale sinceramente la pellicola ha perso molto fascino. Per un appassionato di film sugli zombie comunque si lascia guardare.

Invia una mail all'autore del commento Living Dead  @  28/05/2008 14:51:04
   9 / 10
Il ritorno di Romero ai budget risicati e alle produzioni indipendenti. Ma come è lecito aspettarsi, questa scelta non intacca minimamente il prodotto fnale.
L'idea di girare il tutto come se si trattasse di una sorta di mockumentary è geniale se rapportata alla critica sociale che sta alla base di Diary of the Dead. La prospettiva che ci viene mostrata non è solo quella della semplice cinepresa, ma anche quella di videocamere di sorveglianza, video girati con il cellulare o quella di filmati su siti internet. Il tutto è montato e corredato di voce narrante e colonna sonora come se si trattasse di un filmato studentesco. Diary of the dead, come diceva phemt, è molto più tecnico e meno commerciale (per quanto gli zombie movie di Romero possano esserlo) rispetto a Land of the Dead per esempio e si presenta come una critica alle generazioni moderne nomofobiche che vivono costantemente incollate agli schermi dei loro computer o delle tv, fagocitando tutto ciò che viene loro proposto rendoli insensibili e indifferenti anche alla morte.


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Il film non è esente da difetti, su tutti la scarsa caratterizzazione dei personaggi, qualche forzatura e inverosimiglianza nei loro comportamenti e qualche scena non troppo riuscita (la mummia). L'uso del digitale si nota, ma mi aspettavo di peggio, meglio qui che in Land of the Dead. A dirla tutta la vicenda non è nemmeno troppo coinvolgente come invece potevano esserlo quelle di Rec o Cloverfield e sicuramente Diary of the Dead deluderà chi si aspettava di vedere il classico zombie movie con sangue, azione e via dicendo. Soddisferà invece chi vorrà vedersi un film intelligente, nonchè un diverso modo di rapportare l'horror, solitamente materia di svago, ad una critica avanguardista sulle generazioni odierne e future.
Lunga vita al grande George e al il suo modo di fare film e di vedere la figura dello zombie.

"Are we worth saving? You tell me."

Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  28/05/2008 01:07:05
   6 / 10
Dopo la visione di Rec sono costretto a chiedere di più per scioccarmi e spaventarmi.Diary of the Dead non ci riesce affatto.Il modo di girare così reale mi da sempre un po di agitazione,ma credo che ormai sia stato tutto già visto in questo genere,magari è stato proprio Romero a farci vedere già tutto.Per alcune scene gli do la sufficenza,ma non è che mi abbia convinto tanto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  27/05/2008 13:55:20
   6½ / 10
L'ultima pellicola di Romero è un prodotto completamente slegato alla famosa quadrilogia:cronologicamente siamo agli inizi, The Land Of The Dead è solo un lontano ricordo,niente più zombie capaci di riorganizzarsi (per quello che considero uno dei film più snobbati degli ultimi anni),ma solo un gruppo di ragazzi alle prese con "la genesi".Pur avendo ben stampata in mente questa caratteristica prima della visione,non posso ignorare il fattore "deja vù",perchè Diary Of The Dead è tutto tranne che un film innovativo:manca un vero e propio lampo di genio (vedi il personaggio di Big Daddy in Land...),tutto scivola via in maniera dannatamente prevedibile,con l'unica variate affidata alla tecnologia (con sterile critica al mondo dell'informazione nell'era di yuo tube e internet).Gli aspetti positivi viaggiano paralleli alle numerose cadute di tono (come già scritto da Phemt nel suo commento "amish e professore su tutto"),ma il tocco del regista è cmq tangibile e come da copione la pellicola risulta cupa,apocalittica e senza speranza (e in questo Romero non ha rivali).
Lontano dai risultati raggiunti dai recenti Rec e Cloverfield, "Diary" soffre di due fattori fondamentali:la tensione e il cast...ok,è un low-budget,ma un gruppo di idioti del genere è improponibile,non c'è un cristiano che sia uno davvero in parte e in molte sequenze le prove attoriali non reggono assolutamente la drammacità degli eventi,con parecchi attacchi ultracitofonati e zero salti sulla sedia.Ottimo il make-up degli zombie,straordinaria la sequenza finale delle telecamere,buona la colonna sonora ma purtroppo non è il capolavoro che mi aspettavo...sicuramente deluderà parecchi fan di vecchia data e annoierà quelli di ultima generazione:io lo promuovo con rieserva.

alexey80  @  27/05/2008 07:23:30
   8 / 10
Da appassionato di lunga data delle opere del buon vecchio George (in realtà sono rimasto scioccato da quando vidi per la prima volta Dawn of Dead...avevo tipo 6/7 anni eheheh), devo dire che, pure essendo slegato in apparenza dalla quadrilogia, questo film pur con un basso budget, pur con tutte le lacune che magari lo affliggono (carenze attoriali da parte del cast / alcune cose "tirate" nella sceneggiatura) ben riporta le idee che sono alla base della "filosofia" romeriana.
A me ha lasciato un senso di sconforto, ancora prima che di terrore. Sconforto anzitutto per questa umanità che forse non si merita di essere salvata, e sconforto per la critica che Romero fa anche della cosidetta "informazione libera" di internet o dei nuovi media in generale...si sa che zio George si diverte ad utilizzare la disgregazione della società umana dovuta alla minaccia "morto vivente" come un "paesaggio" per potervi pennellare delle critiche al tritolo nei confronti del nostro "modus vivendi" occidentale.

Qui si è voluto sottolineare in maniera marcata il "potere" dei media, e la dispersione/falsificazione della realtà che essa provoca nella nostra modernità, critica peraltro già inserita a più livelli nelle precedenti pellicole dell'autore.
Il messaggio a me è arrivato forte e chiaro, e visto che il cinema di Romero per me si sviluppa sopratutto su quello che lui vuole esprimere, direi che un 8 pieno se lo è meritato.
Se posso permettermi un appunto al commento precedente il mio, beh se una cosa funziona, non vedo perchè cambiarla eheh.

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Ultima risposta 30/05/2008 02.22.29
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Invia una mail all'autore del commento click  @  27/05/2008 03:08:58
   5 / 10
A me non è piaciuto. Romero mette in scena una specie di riassuntino dei precedenti film, ripetitivo e abbastanza noioso, con la solita (ormai stantia e banale) critica sociale che fa tanto autore. Anche la realizzazione con la quale cerca di ricrearsi uno spazio originale, non è incisiva.
Fondamentalmente un film inutile e senza guizzi. Ormai l'unica nota di interesse sta nel vedere cosa ci sarà nel titolo prima di "of the dead".
Forse sarebbe il caso che questo regista cominci a rinnovarsi un pò dato che sono 40 anni che ripropone la solita solfa e perseverare non fa mai bene.

Macs  @  26/05/2008 23:34:15
   7½ / 10
Dunque che dire, a quanto pare sono anch'io tra i primissimi ad aver visto il nuovo lavoro del buon George A. Visto in inglese e senza sottotitoli (da vero appassionato ehehehe). Mi riallaccio al commento di Phemt per dire che sono in gran parte d'accordo. Concordo su una certa pochezza degli attori, e un approfondimento psicologico pressoché inesistente (il mio voto è abbassato da una certa inverosimiglianza nelle reazioni, diciamo "leggere", delle due ragazze, a seguito dei fatti estremamente tragici da cui sono loro malgrado colpite). Per la verità ho apprezzato più la seconda parte del film, da quando il gruppo si allontana dall'hangar dei sopravvissuti e arriva al "castello". Romero non può fare a meno di caricare i toni di critica sociale del suo film (mentre nella "Terra" la critica era più politica), con un fortissimo attacco al sistema Web-mediatico e militare. Ma con l'ultima, splendida frase - che segue una scena di macabro e gratuito sadismo a danno di una "morta" (guai a parlare di "zombi"!) - la sua critica si fa universale: "Siamo davvero degni di essere salvati?" Now, YOU tell ME. Il problema dell'evoluzione recente della poetica di Romero è sempre lo stesso: il pericolo di scadere nella facile retorica. Questo film qua e là presenta questo difetto: un po' troppo spesso si insiste sull'inutilità o la bieca scioccheria di continuare a riprendere l'orrore anziché cercare di fermarlo. Ma il messaggio di Romero è ormai sempre più amaro e disilluso: forse non c'è davvero più motivo per continuare a lottare e provare a salvare un'umanità stravolta, che è solo capace di autodistruggersi. L'unica cosa che ha davvero ancora senso fare, è registrare, con algida freddezza, il dilagare della lucida follia, di cui il morbo dei "morti" rappresenta - nella poetica Romeriana - la potentissima, sconvolgente metafora cinematografica.

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phemt  @  25/05/2008 10:52:06
   8 / 10
Romero non sarà uno dei più importanti registi della storia del cinema ma di fatto ha cambiato quella del genere horror quando nel 1968 con La Notte dei Morti Viventi diede vita al mito degli zombi rinnovandone la loro figura (al tempo ancora legata al mito del vodoo), usandoli in massa e sfruttando perfettamente la situazione d’assedio che insieme alla fuga sarà il cardine di tutti gli zombi movie che seguiranno…
Romero continuerà il suo personale percorso cinematografico con altri tre capitoli che delineano meglio la sua “poetica zombesca” tra albe, giorni e terre… Poi all’improvviso la notizia che invece del tanto atteso quinto capitolo cronologico Romero decideva di fare un passo indietro (addirittura le prime news parlarono di una sorta di spin-off) con questo Diary of the Dead… Che però spin-off non è, ma bensì un modo come un altro per raccontare una storia già raccontata (la scoperta progressiva del morbo) da un nuovo punto di vista e l’occasione per Romero di fare una riflessione sull’attuale sistema mass-mediatico mondiale…
Diary of The Dead parte da un’idea di base potenzialmente straordinaria… Romero opta per uno stile documentaristico ma ibrido: c’è la camera a mano ma anche la colonna sonora e la ripresa è ferma anche nelle scene più concitate… La scelta per questo stile ibrido onestamente non mi ha convinto del tutto: forse il film avrebbe reso di più con uno stile alla Rec ma secondo me è comunque, nel complesso, ottimamente riuscito per quanto non sia il capolavoro annunciato che mi aspettavo e per quanto soffra di qualche difetto qua e là…

Partiamo dai pregi… Le caratteristiche degli zombi movie di Romeriana memoria ci sono tutti: la fuga, l’assedio, la critica verso i mass media, la definizione poco accurata dei ruoli, il salto della classica dicotomia buoni-cattivi, lo splatter ecc… Nessun mezzo mass-mediatico la fà franca di fronte all’ultimo film di Romero: il regista statunitense se la prende in egual misura con la tv, la stampa, la radio e il mondo di internet e anzi è proprio su internet che è concentrato il film… D’altronde noi siamo la generazione figlia di youtube e formata da mentecatti che non hanno meglio da fare che registrare porcate e metterle ondine… I protagonisti di Diary of the Dead sono praticamente loro, persi in un delirio di voyeurismo mascherano la sopravvivenza umana con la soddisfazione di 75000 click in 8 minuti… Da questo punto di vista “critico” il film funziona alla grande; è lampante come per Romero non esista un mezzo di informazione credibile ed affidabile e la critica è aperta verso tutta la società moderna, verso le menzogne del governo e della casta giornalistica, verso i militari (che anche qui come in tutti i Romero movies non ci fanno una bella figura) fino a noi spettatori…
Dal punto di vista tecnico il film è molto curato (regia e fotografia ottime, anche se la cosa continua a cozzare un po’ con lo stile documentaristico) e lo splatter è giusto, anche se Romero ha alla fine ceduto alle lusinghe degli effetti digitali in un paio di occasioni…

Ma ci sono anche difetti: prima di tutto le caratterizzazioni psicologiche dei personaggi; ok alcune sono funzionali e si ricollegano a quanto detto sopra ma altre sono abbastanza fiacche o poco sensate… La maggior parte dei personaggi sono semplicemente carne da macello (non per nulla è il primo zombi movie di Romero dove non è protagonista un uomo di colore che in realtà compare brevemente ma che ha una storia a sé parallela a quella che vediamo noi) mentre chi è un po’ più caratterizzato finisce per esserlo in maniera blanda o al limite del trash (il professore e l’amish su tutti)… E il cast poco esaltante di certo non aiuta affatto da questo punto di vista…
Anche i dialoghi sono spesso poco convincenti e il film a tratti sembra vivere su qualche luogo comune o frase fatta di troppo per non parlare di qualche comportamento non proprio sensatissimo…

D’altra parte forse il ritmo non sarà sostenuto come gli zombi movie di ultima generazione ma personalmente ho apprezzato tantissimo il sottotesto malinconico e pessimista che si respira fin dai primi minuti del film… Non mancano poi un paio di genialate (la parte ripresa attraverso i monitor del circuito interno per esempio), scene estremamente ben girate (notevole l’irruzione nella casa dei due vecchi) e più in generale diversi momenti molto riusciti (il clown o la piscina)…
Dove Romero mi ha un po’ deluso è nella gestione metafilmica della pellicola: avrebbe potuto sfruttare meglio questa opportunità per prendere in giro tutti gli infiniti cloni nati dalle sue pellicole o per allentare la tensione (che poi non è che sia così corposa), invece lo fa giusto un paio di volte (quando c’è di mezzo lo zombi-mummia) ma la cosa sembra mancare un po’ di mordente e, visto come poi Romero la butti vistosamente sull’ironico, rimane un po’ l’amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere…

Il finale, per chi non l’avesse ancora capito, mostra la grossa differenza tra gli zombi movie di Romero e la stragrande maggioranza degli altri film del genere: niente buoni contro cattivi, ma vivi contro i morti… D’altronde lo stesso Romero lo ripete spesso: “Nei miei film i cattivi non sono mai gli zombi”…

Film difficile, forse un pelo troppo “tecnico” e sofisticato… Deluderà chi ama i popcorn movie, esalterà altri! Personalmente l’ho apprezzato anche se speravo in qualcosa di indimenticabile… Ora si beccherà molte critiche ma fra qualche anno diventerà un Cult a meno di sequel (molto probabili) che lo offuschino o lo rovinino…

P.S. Nel film non viene mai pronunciata la parola zombi, Romero compare in un cameo e tra le voci registrate ci sono quelle di Del Toro, Tarantino, Craven e Simon Pegg…

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Ultima risposta 26/05/2008 12.56.34
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