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Kaurismaki qui recupera un pò temi ed atmosfera di Ferreri (Dillinger è morto) e di Scorsese (Fuori orario) - ma qua e là ho carpito anche qualcosa di Cassavetes - chiamando nientemeno che uno degli attori simbolo della Nouvelle Vague: Léaud (qui indicatissimo).
Triste, sociologico, riflessivo, misurato, ricercato, silenzioso, elegante, il film si lascia seguire per tutti e 75 i minuti di durata (spesso una durata canonica riguardo i lavori del regista finlandese) risultando comunque più speranzoso e meno cinico di quello che possa sembrare (anche nella fantozziana intro lavorativa, neanche così graffiante).
Buona fotografia funzionale, dialoghi nella media (ma che brutta però la barzelletta sull'immigrato).
Un inno alla vita venato qua e là di ironia e tristezza.