il racconto dei racconti regia di Yuri Norstein URSS 1979
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il racconto dei racconti (1979)

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locandina del film IL RACCONTO DEI RACCONTI

Titolo Originale: SKAZKA SKAZOK

RegiaYuri Norstein

Interpreti: -

Durata: h 0.29
NazionalitàURSS 1979
Genereanimazione
Al cinema nel Settembre 1979

•  Altri film di Yuri Norstein

Trama del film Il racconto dei racconti

L'opera, un flusso ininterrotto di immagini liriche ed oniriche collegate secondo un procedimento analogico, è stata realizzata con diversi tipi di disegni e di découpage animato.

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Voto Visitatori:   9,14 / 10 (29 voti)9,14Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su Il racconto dei racconti, 29 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

marcogiannelli  @  19/01/2016 23:09:19
   9 / 10
onirico, un sogno
uno dei migliori corti

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  20/10/2014 20:53:09
   8½ / 10
Un'esperienza visiva notevole. Le sequenze che si susseguono hanno intrinseci rimandi pittorici, davvero difficili da cogliere. Molto bello lo stile d'animazione. Una vera perla.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  15/08/2014 00:41:18
   9½ / 10
"Se sapessi che è stato di quel sogno
che sognai, o che sogno aver sognato,
saprei tutte le cose"

2 risposte al commento
Ultima risposta 18/08/2014 00.21.54
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hitmanboy47  @  21/02/2014 20:44:17
   10 / 10
Stupendo.
Le immagine parlano da sole e senza nessun dialogo.
Un cortometraggio di grande anima e molto personale per il regista.
Non saprei se consigliarlo a tutti, perchè alcuni potrebbero trovarlo noioso e senza senso. Io però assegno il massimo dei voti perchè ho trovato la tecnica di animazione e la scenografia molto artigianale.
Per chi volesse capire qualcosa del film vi consiglio di leggere questo saggio: http://kenoms3.altervista.org/altorenotoscano3/norstein.pdf

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  22/08/2011 17:32:45
   10 / 10
Nonostante l' amnesia che solitamente segue ad una notte di visioni oniriche, permane la sensazione d'aver compiuto un viaggio irripetibile, il viaggio dei viaggi, tale che vien da dirsi: "Se solo lo ricordassi ne verrebbe fuori il racconto dei racconti". Chi è Yuri Norstein? Un ladro di sogni perduti.

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Oskarsson88  @  19/06/2011 13:34:25
   7 / 10
Immagini splendide in quanto a tecnica e musiche suggestive ad accompagnare il tutto. Però non mi ha emozionato nè commosso più di tanto. Comunque ha il suo fascino...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  18/03/2011 15:17:40
   9 / 10
Un cortometraggio profondo, poetico dove le immagini "dipinte" accompagnate dalle musiche di Mozart e Bach scaldano l'anima. Un incanto, fa riflettere, commuove, onirico, suggestivo e delicato come una piuma. Splendido.

pinhead88  @  07/03/2011 16:08:52
   7½ / 10
Un tipo di animazione che non avevo mai visto prima, del tutto leggera ed eterea che sembra disegnata da un bambino. I primi minuti sono assolutamente fantastici, di una poesia unica che fa quasi commuovere. Tutta la parte centrale col lupetto invece non mi ha preso più di tanto, anche perchè sono solo ricordi del regista che si intrecciano senza lasciare granchè spazio alla fantasia e alle immagini.

TheLegend  @  05/02/2011 00:56:30
   6½ / 10
Non posso considerarlo un capolavoro e mi dispiace vedendo a quanta gente è piaciuto.
Non è riuscito ad arrivarmi fin da subito e ho trovato la visione un pò pesante.
La tecnica di animazione è sicuramente bella e originale,così come risultano molto profondi i messaggi che cerca di tramettere con le immagini.

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  05/02/2011 00:06:06
   9 / 10
esteticamente uno dei film più belli mai concepiti!!! poesia per gli occhi!!!

SUGHETTO  @  26/12/2010 11:59:09
   10 / 10
Che bello raga!
Magico davvero... poi con me certe ambientazioni e tecniche trovano la porta spalancata.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/01/2011 14.05.45
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  22/11/2010 00:48:59
   7 / 10
Non mi sembra un capolavoro come viene sbandierato, l’ho visto anche due volte (e per fortuna; la prima volta gli avrei dato 5). Un corto d’animazione abbastanza depressivo e ostico, molto personale… mi è piaciuta comunque l’atmosfera, sembra che si respiri l’aria fredda della Russia, grazie anche allo stile che deve molto all’espressionismo tedesco.
Citerei su tutte due scene: quella umilissima dove si vede il tenero lupacchiotto mangiare le patate e quella dove gli uomini scompaiono.
Comunque, da qui a dire che questo sia il più bel cartone di tutti i tempi ce ne vuole… di sicuro un buon corto, quello sì.

anthony  @  29/10/2010 13:03:07
   10 / 10
I sentieri che vengono percorsi nei sogni, quando siamo bambini, si presentano ignoti e sconosciuti ai nostri occhi; nelle fasi di non-tempo in cui girovaghiamo meravigliati e affascinati per quei sentieri, sentiamo dentro di noi (ma DAVVERO solo esclusivamente e "privatamente" dentro di noi!) l'innocenza e la purezza nello scoprire che siamo ancora in grado di gioire, di commuoverci, di straziarci e di innamorarci di fronte al fluire eterno degli eventi e delle cose: pura Poesia.
Il puro e tenerissimo lupetto si comporta (è) come un bambino in un sogno; il bambino reale, quello sveglio e (in)cosciente, è già disilluso, vuoto, colluso e inghiottito nella multitudine superficiale, letale e amorfa del collettivismo "interiore" (in)umano: un piccolo uomo totalmente cavo e inutile, un ottimo contenitore di false umanerie.
Il bambino in sogno, invece, è un lupetto che con immensa circospezione, meraviglia, gioia, tristezza, senso di solitudine e dolore..ama, guarda, si commuove e impara; e alla fine il sogno non può che concludersi nella maniera più tragica e..dolce: da un lato il mondo, una volta, antico e incontaminato..trasformato in un vacuo calderone di automobili, fumo, traffico e alienazione; dall'altro il lupetto (e il sogno stesso) che non si piega al regime della grigia e insapore realtà che lo avvolge sempre più con maggiore insistenza, ma che rivendica -con audacia e una sincerità spaventosa- la sua natura di scrutatore innocente e incontamianto..un essere che non ha mai imparato a nascondere il suo stupore e la sua grazia nel rapportarsi agli eventi che lo circondano, e la sua avversità al nulla che incessantemente incontenibile avanza.

Un viaggio poetico universale che non può non commuovere.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  26/10/2010 12:55:36
   10 / 10
E' un film stupendo.
Se dovessi scegliere tra questo e quello che finora era il mio film di animazione preferito (La città incantata di Miyazaki), soffrirei ma forse opterei alla fine per questo.

Ah la profonda anima russa.
I disegni sono belli come dipinti; non c'è una storia ma è una serie di quadri in movimento che si susseguono come in sogno; il protagonista è un tenerissimo lupacchiotto che tutto solo assiste alle vicende degli umani: l'allattamento di un cucciolo di bimbo, le danze, i padri che partono per la guerra, le donne che aspettano, i padri che non tutti tornano, un bambino che gioca da solo sulla neve e immagina di abbracciare gli uccelli sul ramo sopra di lui. Un uomo sulla panchina beve; affianco alla madre, non si parlano.
Il lupacchiotto si cuoce una patata, nel freddo della profonda Russia la patata scotta ed è preziosa, sfama, si sente la fame del lupacchiotto sedata. Conforto solitario.

Non ci sono praticamente parole.
Parlano i colori, la natura. La pioggia, una mela, la neve.
E soprattutto le fantastiche musiche di Bach e di Mozart.

Tante le reminescenze di Tarkowskij, soprattutto da "Lo specchio".
E la grana scelta da Sokurov per alcuni suoi film (mi viene in mente "Elegia di un viaggio") deve probabilmente qualcosa ai disegni di Norstein. Un autore di cui adesso ho voglia di vedere anche altro...
E' impossibile da restituire a parole. E' pura poesia.


Volevo ringraziarti Ciumi per averci suggerito "Il racconto dei racconti".
Mi hai fatto un regalo bellissimo.

goodwolf  @  13/10/2010 16:54:14
   6½ / 10
Sicuramente un lavoro personalissimo con qualche spledida immagine suggestiva e con qualche spunto di riflessione, ma non vedo il capolavoro che vedono in molti.
Non ho apprezzato i salti temporali (alcune scene sembrano messe in maniera abbastanza casuale) e alcune sequenze praticamente ripetute.
Alcuni disegni superbi, altri decisamente meno ma,in generale, mi sembra un'opera costruita in maniera poco omogenea.
In ogni caso da lodare, come qualsiasi altra opera personale non omologata.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  09/10/2010 01:52:57
   9 / 10
Sarebbe bellissimo se il mondo tornasse a stupirsi di fronte alla vita come il lupacchiotto nella steppa innevata.
Una superba opera d'animazione sull'eterno fluire delle cose, sulla forza degli eventi, sull'importanza dei gesti.
Incantevole e struggente.

-ataren-  @  21/09/2010 16:19:53
   10 / 10
Poesia! Pura poesia!Nell'osservare queste scene ho ripercorso di nuovo i sogni di quando ero bambino, ho ricominciato a sognare come allora.
Capolavoro assoluto di Arte, non solo di cinema!
Basta fermare la pellicola in qualunque momento e si ottengono capolavori pittorici incredibili. Il più bel film di animazione di sempre.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  12/05/2010 23:35:11
   9½ / 10
Chiudo gli occhi, fatelo anche voi. E ripensate alla vostra vita, per lunga che sia. Immaginatevi bambini, immaginate di essere stati cullati, immaginate di giocare sopra un albero, immaginate di mangiare una mela. Poi la mela vi cade, l'innocenza è perduta, quel magico mondo di tori giganti che vi fanno saltare la corda non verrà mai più. Il mondo, la guerra, il male, la vita prendono, inevitabilmente, il sopravvento. Sono cose più grandi di noi ci schiacciano, ci uccidono. Ma, se ancora avete tenuto gli occhi chiusi, immaginate di tornare indietro, immaginate di recuperare il bambino che eravate, il bambino che siete stati, il bambino che vorreste ancora essere; immaginate di prendere questo bambino e di portarlo dove siete adesso, hic et nunc, di cullarlo, di guardarlo negli occhi e ... riconoscervi, e cercate più che potete di amare quel bimbo, cercate, più che potete, di amare voi stessi.
Immaginazione, etimologicamente, significa luce. Per questo, se vogliamo vederne tutta la lucentezza, non abbiamo che chiudere gli occhi.

1 risposta al commento
Ultima risposta 13/05/2010 00.18.37
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  18/03/2010 14:49:26
   10 / 10
Le immagini parlano un linguaggio universale perché arrivano direttamente nell'anima, sono la sostanza dei nostri sogni e dei nostri pensieri. Per questo ci è così facile e così complicato ammirare questo piccolo gioiello d'animazione, che da una parte arriva dritto dentro di noi e dell'altra ci invita ad usare chiavi di lettura sepolte sotto la nostra coltre di pensiero ed esperienza.
Guardando “il racconto dei racconti” dobbiamo agire per sottrazione, scordarci di tutto ciò che abbiamo imparato e diventare come il piccolo lupo grigio, pieno di innocenza e di stupore, che ancora si intristisce davanti alle brutture del mondo e sa rimanere incantato davanti al miracolo della vita.

18 risposte al commento
Ultima risposta 21/03/2010 20.31.17
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Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  27/01/2010 08:55:56
   8½ / 10
In poco meno di mezz'ora una delicata ma profondissima antologia di suggestioni, un compendio talmente evocativo da lasciare un lungo strascico di riflessioni silenziose.
Tecnicamente meraviglioso.

4 risposte al commento
Ultima risposta 04/02/2010 14.16.03
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR alexava  @  20/01/2010 02:05:05
   10 / 10
Il mio vecchio maestro di fumetto mi disse che verso la fine degli anni 50, W. E. Disney, si diresse in russia, dove, all'epoce v'era la migliore scuola d'animazione del mondo. prese una serie di animatori, li portò in america, e le voci di corridoio vogliono che furono sottopagati e sfruttati. ne è una prova che nelle scenografie de "la Bella addormentata" è presente l'uso del nero puro, cosa che altri artisti rifuitavano, che lo ottenevano mischiando i colori giusti a seconda delle occasioni.

Che i russi fossero avanti nell'animazione ne abbiamo una prova in questa splendida mezz'ora di poesia.

Un dolce e perfetto connubio tra vari tipi d'arte che si mescolano insieme, in un tornado di emozioni che travolge e commuove lo spettatore.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  09/01/2010 12:54:58
   10 / 10
Difficile con le parole.
Pioggia che cade fitta. Luccichìo di tante goccie su di una mela.
Fruscio della neve con i suoi milioni di fiocchi.
Una foglia, tante foglie che cadono adagiandosi sulla terra, sull’acqua.
La dolce ninna nanna per il bambino, per la propria fantasia fatta cucciolo intenerito.
Lo scorrere lento della vita e gli occhi dolci che la guardano con l’illuminazione accecante e soffusa del ricordo.
Autunno, inverno, il mondo a tinte grigio scuro marrone, i bagliori rossi e i riverberi di un piccolo fuoco notturno. Una patata cotta sotto la brace.
Il vento che porta via la festa, il tempo feroce che brucia gli oggetti di un tempo, che interrompe un tango sentimentale, si porta via la gente con il treno, gli affetti più cari distrutti per sempre, per tanti. Brutta la guerra.
La vecchia casa non è più quella di una volta. Rimangono pochi oggetti abbandonati, la vecchia macchina da cucire Singer con il pedale-altalena.
Adesso ci sono macchine moderne con il loro fumo maleodorante, il loro rumore, il passare indifferente. Un mondo che corre forte, impersonale, che schiaccia tutti i sentimenti sull’asfalto.
Per fortuna che c’è il ricordo e l’arte. Basta poco. Fare silenzio. In un’atmosfera pulita, rarefatta, bianca abbacinante come la purezza, suona il sentimento e un’emozione dolce e pacata. Johann Sebastian Bach ha tradotto in note per pianoforte questo stato profondamente armonico. Troppo bello. Non si può descrivere.
Piccole scene, ricordi, i propri genitori, la loro vita, il calore dellle piccole cose, i giochi con i propri compagni della fantasia. Il sogno di tante mele, cose semplici, naturali, dolci, che cadono nella neve, in un mondo ripulito e vergine.
Appoggiarsi bambino a grosse mele.
Un saluto cordiale, un ringraziamento, incamminarsi sulla strada, sparire.
La vita.

11 risposte al commento
Ultima risposta 24/09/2010 18.33.15
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BlackNight90  @  04/01/2010 12:46:50
   10 / 10
Credo che sia una delle pochissime animazioni a potersi fregiare del titolo di OPERA D'ARTE pura e semplice. Un opera che parla un linguaggio poetico, tanti piccoli quadri in movimento così evocativi che è impossibile esimersi dall'intraprendere noi stessi un viaggio a ritroso tra i ricordi e la fantasia che solo da bambini si aveva.
Si vede che la maggior parte delle immagini proviene dal profondo dell'animo del suo autore, dai suoi ricordi più personali e dalle sue esperienze (ho letto che la casa che si vede all'inizio rappresenta quella in cui Norstein viveva da bambino, demolita per l'avanzare del progresso e della modernità), eppure sembra confluire in questo incredibile Racconto anche una parte dello spirito del popolo russo segnato, molto più di altri, dalla più terribile delle guerre (straziante il tango delle vedove) e dalla forza della tradizioni rurali. E soprattutto, è un'opera universale, perché sa sussurrare qualcosa a chiunque abbia una sensibilità almeno decente, e ci insegna che i ricordi sono un tesoro prezioso, forse il più prezioso di tutti.
E' quindi naturale vedere una mela che piange, una poesia che diventa un bambino, un toro che salta la corda, un fuoco che arde all'improvviso.

Indimenticabile. Non ho mai fatto un sogno così.



Indimenticabile. Non ho mai fatto un sogno così bello.

3 risposte al commento
Ultima risposta 05/01/2010 02.11.12
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  29/11/2009 17:10:07
   9½ / 10
Chi fosse appassionato di pittura si perderà dalla gioia nel Racconto dei racconti.
Chi fosse appassionato di poesia ne ascolterà i suoi versi racchiusi nelle immagini e chi ama la musica le vedrà danzare.
Chi semplicemente ci si abbandona, scoprirà lievemente quanta mesta dolcezza vi si celi.
I ricordi sono come una carezza tra i capelli.

Invia una mail all'autore del commento Ødiø Pµrø  @  05/11/2009 18:09:04
   10 / 10
Tanto criptico quanto raffinato, meno male che Ciumi c'è (cit. megl. d. quell. origin.)
Ma anche riuscendo a determinare una o più interpretazioni, rimane il fatto che la forza comunicativa che sgorga dalle immagini di questa splendida opera rende qualunque spiegazione quasi del tutto superflua.
Un componimento poetico sopraffino fatto di soli disegni.

L'Animazione Delle Animazioni.

11 risposte al commento
Ultima risposta 29/11/2009 20.23.32
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  29/10/2009 16:57:51
   9 / 10
Impossibile rimanere indifferenti dinnanzi questo splendido lavoro dai significati più volte oscuri.Ricco di immagini metaforiche e suggestioni oniriche, è incredibile come riesca ad ammaliare tramite la potenza delle immagini.Nonostante si tratti di un’animazione grezza,per nulla particolareggiata,ispirata a diverse influenze grafiche le quali compongono un travolgente patchwork di sequenze stralunate che spingono alla comprensione più profonda.
Si può supporre che questa narrazione destrutturata sia un insieme di ricordi legati al periodo dell’infanzia dell’autore,che riesuma dalla sua memoria momenti solo in apparenza sepolti irrimediabilmente.Dove non arriva con la mente supplisce con la fantasia,allestendo con simbolismi e allegorie eventi presumibilmente accaduti ma logorati nei particolari dall’implacabile passare del tempo.I ricordi dolci, come quelli legati alla figura della madre o al luogo natio, si mescolano con malinconie di chi ha visto gli anni svanire troppo velocemente,nel tipico rimorso del tempo sfuggito.Non solo spensieratezza e rimpianto,ma anche il dramma della guerra con il suo tragico tributo di vite umane.
Sembra quasi che l’autore sia tornato bambino e spaziando tra realtà e sogno si immerga con massimo trasporto in ciò che è racchiuso nei meandri del suo inconscio.
E come un bimbo descrive ciò che sente,incapace di articolare parola ma in grado di osservare con occhi innocenti e raccontare con cuore puro.

2 risposte al commento
Ultima risposta 29/10/2009 17.26.54
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  28/10/2009 21:27:48
   10 / 10
E' una poesia che riesce a toccare le corde dell'emozione con una tale naturalezza da riuscire a trovare le parole adatte per esprimere appieno ciò che si prova dopo la visione. Ho scritto "poesia" perchè è l'unico termine che mi viene in mente per definirlo, perchè tante sono le emozioni che si provano.
L'armonia di una vita semplice e rurale dell'inizio, legata molto a ricordi di un'infanzia felice e di un modo di vivere più felice, viene progressivamente marginalizzato da quella modernità fredda e tetra, portatrice di troppi dolori.
Inoltre il non avere una narrazione cronologica degli avvenimenti, ne aumenta sensibilmente la sua forza evocativa e vederlo riempie l'anima.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  26/10/2009 19:23:21
   10 / 10
Questo è un esempio della bellezza oggettiva. Non è possibile dire il contrario.
Mi mancano le parole per esprimere le emozioni, non so se posso farcela, non so se riesco a spiegarmi...
Incantevole viaggio nei ricordi onirici di questo regista, che crea un'opera gigantesca a livello emozionale. Lo vedi, lo ascolti, lo percepisci. L'animazione può fare cose incredibili, come predisporre lo spettatore alla visione di una serie di quadri animati pieni zeppi di simbolismi, accompagnati dalla musica e dal silenzio.
Un uomo ci racconta la sua vita rievocando i suoi ricordi (sì, sono sicuramente i suoi ricordi) con una grazia poetica immensa.
Ne sarò per sempre grata.

7 risposte al commento
Ultima risposta 02/11/2009 11.54.28
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  02/09/2009 07:40:33
   10 / 10
Non sarebbe corretto, né probabilmente possibile, provare a spiegare a parole quello che è forse il più bel film di animazione mai realizzato.
Non un comune cartone animato, ma un'opera poetica rapita alla propria infanzia. Il susseguirsi di rievocazioni, simboli, reminiscenze, immagini dai diversi stili di disegno, e tenuto insieme da un filo impercettibile di nostalgica memoria, riporta proprio alla sostanza mera dei sogni, intraducibile e segreta. E' lo stupore d'un lupacchiotto che scopre attraverso i suoi occhi grandi la vita sbocciare man mano; forse un bambino che assiste alla nascita del proprio fratellino…

Una madre che allatta un neonato, una bimba che gioca alla corda con un toro, il valzer degli sposi in cui i mariti vengono portati via dalla guerra… queste ed altre ancora - diverse tra loro, eppure tenute insieme in armonia, proprio come nello svolgersi di una danza - restano per me le illustrazioni di quello che è probabilmente il più bello di tutti i racconti.

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12 risposte al commento
Ultima risposta 02/11/2009 15.45.47
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HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

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LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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