Un cavaliere torna dal campo di battaglia solo e trova ad attenderlo una terra devastata dalla peste, e la Morte che lo reclama. Riuscirā a prolungare la propria esistenza impegnando la Mietitrice in una lunga partita a scacchi che sa di non poter vincere.
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Sulla profondità dei dialoghi in relazione alle tematiche trattate oppongo forti perplessità, considerato anche che di coscienza morale, per dire, si è cominciato a parlare nel 200 a.C., e direi che, con tutta la letteratura e la filosofia che si è avvicendata in 2157 anni, si dovesse calcare la mano di più. Se si vuole argomentare in merito al rapporto dell'uomo con sé stesso, con l'universo, con l'ineluttabilità della morte ed il senso della vita stessa, ciò che viene mostrato nel film non basta affatto. Soprattutto se alla fine chiudi con la stordita e povera famigliola di tontoloni. È indubbia l'originalità della pellicola del 1957, non si può non tenerne conto.