io la conoscevo bene regia di Antonio Pietrangeli Italia 1965
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io la conoscevo bene (1965)

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locandina del film IO LA CONOSCEVO BENE

Titolo Originale: IO LA CONOSCEVO BENE

RegiaAntonio Pietrangeli

InterpretiEnrico Maria Salerno, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Stefania Sandrelli

Durata: h 2.02
NazionalitàItalia 1965
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 1965

•  Altri film di Antonio Pietrangeli

Trama del film Io la conoscevo bene

Adriana parte dalla provincia per tentare il successo nella capitale. A Roma però non è facile trovare fortuna e a nulla portano le promesse dei numerosi conoscenti. Alla fine prevale la disperazione.

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Voto Visitatori:   8,54 / 10 (26 voti)8,54Grafico
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Voti e commenti su Io la conoscevo bene, 26 opinioni inserite

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Goldust  @  08/06/2024 11:14:45
   7 / 10
Il sogno di sfondare nell'industria cinematografica di una giovane ed ingenua ragazza di provincia che tuttavia si trasforma gradualmente in un incubo, con personaggi di dubbia caratura che la sfruttano per la propria avvenenze facendole promesse irrealizzabili. L'escalation della sventura interiore della protagonista è abbastanza meccanico eppure si respira tutta la nausea che un sistema mellifluo ed approfittatore mette in pratica verso giovani innocenti che cercano fortuna nel Cinema. In questo il lavoro di Pietrangeli lascia il segno, costruendo macchiette paradossali ( piccola ma splendida parte per Ugo Tognazzi che arriva ad umiliarsi per elemosinare un nuovo ingaggio ) e situazioni verosimili: il finale, così carico di dramma e disperazione, è spiazzante ma forse anche anti-climatico: resta indubbiamente nella memoria ma la pellicola avrebbe mantenuto la sua bella efficacia anche senza ( non è una critica alla chiusura del film, solo una constatatzione ).

BigHatLogan91  @  11/10/2022 23:19:51
   8 / 10
Film molto particolare, con un'eccezionale Stefania Sandrelli.

DogDayAfternoon  @  25/08/2016 18:57:33
   5 / 10
Abbastanza stupito dall'acclamazione che si porta dietro questo film, a me non è piaciuto per niente e mi ha annoiato sin da subito. Trama un po' slegata e poco o niente interessante, la Sandrelli in questo caso se la cava anche meglio di altre volte ma il suo personaggio alla fin fine è sempre lo stesso.

Anche il lato drammatico l'ho trovato sviluppato male, veramente non capisco.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  02/10/2015 18:37:25
   9 / 10
Gran bel film ancora attuale. Una ragazza sfruttata, fragile, tentata dal successo che terminerà male la sua esistenza. Bella e brava la Sandrelli. Bravi Salerno e Manfredi, un encomio a Tognazzi fenomenale nel ruolo dell' artista fallito

gemellino86  @  30/05/2015 19:30:22
   8 / 10
Splendida commedia drammatica con una bravissima e bellissima Sandrelli. A quei tempi il cinema italiano poteva competere con quello americano. Dialoghi brillanti e geniali. Da vedere.

vieste84  @  23/10/2013 18:36:45
   6½ / 10
Film indubbiamente capolavoro, io vado controcorrente forse xk ho troppo rispetto per le donne e non riesco proprio a entrare in empatia con la donna descritta in questo film, cmq oltre a questo anche il finale è reso male.
La parte più bella è quella della descrizione del poeta che è stata trascritta pari pari da un utente qui sotto

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  02/01/2013 03:12:54
   8 / 10
Ritratto di una donna che stringe rapporti amichevoli ( finendo per legarsi ) con gli uomini interessati però solo a sfruttare la situazione a loro vantaggio. Un film amaro, veritiero e girato benissimo da Pietrangeli. Stefania Sandrelli meravigliosa. Finale crudo.

Oskarsson88  @  21/10/2012 19:33:23
   6 / 10
Sono molto rammaricato nell'andare controcorrente e dover così abbassare questa splendida media, ma purtroppo il film non mi ha preso molto. E' un peccato perchè stilisticamente è fatto molto bene, le musiche si intonano con la pellicola e gli attori sono anche bravi così come il messaggio è importante. Ma i film in cui la trama altro non è che una serie di situazioni senza un filo conduttore, dove la trama si costruisce solo attraverso scene per l'appunto sparse non li riesco a tollerare. Mi è sembrato di vedere, per dire, un film di Fellini (che spesso non sono riuscito ad apprezzare), che da molti punti di vista è ineccepibile ma per il resto non succede niente di eclatante. E così sono sfumate quasi due ore, a sperare che qualcosa accada e questo più o meno è quello che accade negli ultimi tre secondi prima della fine...comunque Sandrelli veramente splendente in questo caso!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  21/08/2011 16:06:44
   9 / 10
Spoiler presenti.

Sguardo registico rigoroso, quasi accademico, eppure mai impersonale. Ritratto gentile di una donna bambina violata nella sua ancor legittima ingenuità. La sua è una vita di festose scenografie ma recitata da comparse. La zavorra del disincanto arriva ma la crescita ha un prezzo altissimo. La ragazza dalle "mani bucate", come recita la canzone di Sergio Endrigo, non riesce a "sciogliere il canto del suo abbandono". In quel gesto tragico è però un qualcosa di eroico, la testimonianza brutale di una scelta autentica, finalmente. Nessuno capirà, ma tutti davanti al manifesto funebre bisbiglieranno: "Io la conoscevo bene".

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  15/08/2011 22:47:09
   8 / 10
I meccanismi sono molto simili al precedente film La parmigiana, cioè attraverso le vicissitudini di una giovane donna, raccontare il mondo che le ruota intorno, dominato da figure maschili che hanno l'unico scopo di sfruttare fino all'ultimo l'ingenuità di Adriana verso quel jet-set tanto desiderato, ma da cui ne viene sopraffatta dall'enorme cinismo e meschinità che lo regolano. La mancanza proprio di quella dose di cinismo e di indipendenza caratteriale, saranno fatali ad Adriana, sempre ottimista e speranzosa di trovare la strada giusta per il successo. Fantastico il cameo di Tognazzi, uno dei momenti migliori del film, in cui intepreta un attore in disarmo pronto a tutto per pur di lavorare.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  03/07/2011 10:34:01
   8½ / 10
Stupendo.
Pietrangeli ci dona un ritratto di donna indimenticabile.
Adriana giovane e bella cerca di tagliare il cordone ombelicale che la lega ad una provincia conservatrice e bigotta per tentare di abbracciare totalmente la vita a Roma, la citta dei sogni.
Una ragazza circondata da un mondo maschile gretto e vile, una donna che ama il mondo e la vita senza però sapersi destreggiare in essa senza rimanerne schiacciata.
Da non perdere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR jem.  @  28/04/2011 23:21:44
   10 / 10
Immediatamente tra i film preferitissimi.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  14/03/2011 16:05:21
   8½ / 10
Nella Roma de 'La dolce vita', si aggira Adriana, una ragazza di provincia che cerca successo e si adopera per ottenerlo. Adriana si dona ad uomini più o meno meschini ma lo fa senza una logica precisa, senza cinico arrivismo, nella sua spensieratezza allarga le gambe quasi per gentilezza, per contentare questo o quello. Ma la crudeltà della società tarperà le ali al sogno di Adriana e le impedirà di volare, costringendola ad una inevitabile caduta.
Adriana non è l'unica vittima, il povero Bagini è un'altra triste figura: attore caduto in disgrazia costretto a mendicare un lavoro da vecchi amici che, ora che si sentono arrivati, guardano tutti dall'alto in basso.
Pietrangeli fa un ottimo ritratto della società e un ottimo ritratto di donna. Pleonastico dire quanto sia moderno oggi un film come questo.
Stefania Sandrelli deliziosa. Memorabile anche il grande Ugo Tognazzi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  06/07/2010 15:14:26
   8 / 10
Quante giovani si aggirano ancora oggi nelle festicciole milanesi o romane alla ricerca di un ingaggio, di un'apparizione in tv o di un posto come figurante? magari giunte nell'ingannevole città proprio come l'amabile protagonista di questa pellicola, fiduciose, prive di qualsiasi talento specifico, eppure determinate a mettere sul piatto ciò che madre natura ha loro generosamente donato, ossia una bellezza fuori dal comune, come quella di Stefania Sandrelli, straordinariamente affascinante nella sua sensualità semi-adolescenziale.
Tra Adriana, emigrata a Roma dalla provincia agricola del pistoiese e le aspirazioni delle ragazze attuali le differenze sono lampanti. Non è infatti ravvisabile quella ricerca spasmodica di denaro e fama divenuta imperativa al giorno d'oggi. Adriana si concede non per calcolo ma per gioia di vivere ed assaporare ogni attimo, non premedita, ma si limita a sognare. E' conscia di piacere e di poter ottenere molto, ma riesce a rispettare la propria morale evitando incontri sgraditi che pur rappresenterebbero possibili svolte professionali. La sua infatti non è una fissazione tale da rinnegare la propria condotta, criticabile quanto si vuole, ma comunque regolata da un codice interiore.
Pietrangeli è molto bravo a definire con delicatezza la parabola di una ragazza potenzialmente preda eletta, ma difficilmente imprigionabile in un mondo popolato da uomini senza scrupoli, mostri egocentrici pronti a schernire (si veda la scena con Tognazzi umiliato dall'odioso Enrico Maria Salerno) o annientare il più debole senza rimorso alcuno. La protagonista resiste, il suo ottimismo la induce a trovare del buono anche in chi la raggira evidentemente, la sua vita mostrata in modo non consequenziale ma molto spezzettato rende bene un ritratto femminile credibile ed intenso, a tratti quasi infantile. La leggerezza, la disponibilità, l'ossessivo accompagnamento musicale con canzonette dell'epoca sembrano quasi voler tratteggiare una dimensione di ingenua modestia in cui vive la protagonista. E' invece uno dei suoi tanti amanti, lo scrittore, a comprendere e forse invidiare la grande libertà di una donna solo in apparenza frivola e sprovveduta, in realtà spaventata solo dall'indifferenza, terrificante compagna di vita ancor più insostenibile delle tante umiliazioni subite.

Zanibo  @  25/05/2010 18:15:14
   9 / 10
Mi associo ai commenti precedenti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  20/05/2010 19:27:49
   9 / 10
Splendido ritratto di donna firmato da Pietrangeli e interpretato da una Stefania Sandrelli mai vista cosi bella...e brava...Riesce a farti provare compassione,amore e pena per il suo personaggio cosi tanto vicino ai giorni nostri!
La sua vita puo' benissimo essere paragonata a quella delle ragazze di oggi che cercano a tutti i costi una via per il successo...per diventare "veline" o fidanzate di calciatori!
Il film è anche il ritratto amaro di un Italia affarista legata solo all'immagine e senza nessuno scrupolo verso il prossimo!
In quel festino finale c'è tutto il film...con l'umiliazione del fallito Tognazzi e dell'attore Salerno che si crede Dio!
Ma non posso fare a meno di tirare le orecchie al regista...penso che in un film sia meglio nascondere quanto piu' è possibile il "messaggio" che si vuole dare al pubblico evitando di sviscerare il significato del film in modo cosi clamoroso e mi riferisco alla sequenza dove lo scrittore descrive un personaggio che calza a pennello sulla protagonista...La Sandrelli a quel punto gli chiede:"stai parlando di me vero?".
Questo piccolo "difetto" impedisce questo splendido film di raggiungere il voto piu' alto...poi a qualcuno puo' anche andare bene cosi...

Gabo Viola  @  21/02/2010 13:15:31
   9 / 10
Ritratto di ragazza, modernissimo nella caratterizzazione della giovane svampita senza interessi. Vittima e carnefice delle pulsioni estetiche degli uomini, ugualmente narcsista e martire. Su questa dicotomia si staglia la figura a Roma di Stefania Sandrelli, lolita di incredibile fascino, in una galleria di agenti senza scrupolo. E' ancora questa l'italia, anche se all'ennesima potenza. Insuperabili Tognazzi, Salerno, Adorf, Manfredi e la stessa Sandrelli. Trovatemi degli attori di questo valore al giorno d'oggi in Italia. Film così coraggiosi non vengono più prodotti. Storia del cinema

Dr.Orgasmatron  @  05/11/2009 12:48:47
   9½ / 10
Stratosferico ritratto amaro e malinconico dell'Italia anni '60 tutto incentrato sulla figura di una Sandrelli nella sua miglior performance di sempre. Pietrangeli la impose come protagonista andando contro corrente e la scelta risulta più che azzeccata. Adriana è la ragazza/vittima della società a cui tutto scivola via, la quale cerca, come tutti i personaggi del film, un posto privilegiato all'interno del grande mondo del cinema, della pubblicità e della celebrità. Perfetto il ritratto a parole che ne fa di lei lo scrittore. Magnifica perla del cinema italiano e forse uno dei più bei film nostrani di tutti i tempi

DarkRareMirko  @  12/09/2009 12:51:24
   10 / 10
Epocale capolavoro del genio Pietrangeli, con un foltissimo e memorabili gruppo di attori, dove solo uno è positivo però, ossia l'Adriana della Sandrelli; il resto passa dallo sfruttatore senza coscienza all'umiliato disposto ad esserlo (grandissimi Tognazzi, Maria Salerno, Manfredi).

Incredibile il tono registico che consente di passare da scene tristissime, angosciose (in cui ci si dispiace per Adriana), ad altre ridicole (come la pubblicità ripetuta di Adriana, mandata in onda di fronte a tantissime persone) per le quali a stento si riescono a trattenere tante risate amare.

Di delusione in delusione, la nostra decide di farla proprio finita.

Fil senza speranza che offre uno dei ritratti cinematografici femminili meglio riusciti in assoluto, di cinema italiano e non.

Da non perdere.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  04/04/2009 20:36:48
   10 / 10
Interessantissima la collana presentata dal Mereghetti in edicola in questo periodo. "Io La Conoscevo Bene" è veramente un capolavoro assoluto di un regista - Antonio Petrangeli - che si è spesso interessato alle donne e al suo lato intimo e umano in relazione alla socierà ("Adua e Le Compagne"). Una struttura narrativa fatta di una sequenza infinita di brevissimi episodi praticamente senza una precisa soluzione di continuità drammaturgica (anche per questo mi ha colpito molto), e da movimenti circolari di macchina per un punto di vista "a tutto campo" per tornare poi sempre con un "controcampo" sull' attore. Una carrellata altrettanto infinita di personaggi, intervallati dai primissimi piani di una Stefania Sandrelli (a volte con lo sguardo proprio in macchina) che è la testimonianza attiva di una società aproffittatrice e priva di scrupoli, che, quella dello spettacolo, ne è solo una proiezione. Adriana sembra non accorgersi mai di ciò che la circonda ma si tratta solo di una patologica fiducia nel prossimo che la porta ad essere "una ragazza da molti incontri ma con se stessa mai", che sembra "vivere ora per ora senza mai progettare nulla". Testimonianza attiva perché

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER è la plausibile conseguenza di chi non riesce a sopportare il peso di un' umiliazione protrattasi nel tempo, e di una speranza ormai andata irreversibilmente persa. E se proprio di umiliazione vogliamo parlare, è d' obbligo menzionare Ugo Tognazzi nei panni di un Bagini disposto a tutto per un breve rilancio di carriera. Emozionante davvero, da fazzoletti, i cinque minuti cinque di Mario Adorf. Fotografia, colonna sonora, tutto rigorosamente perfetto.

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/04/2009 23.28.38
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  29/03/2009 19:33:38
   10 / 10
Probabilmente il più bello ed amaro ritratto di donna che abbia mai visto al cinema. Un film delicatissimo, la cui protagonista è schiaffeggiata dagli eventi e dagli uomini, lei tenera svampita che si affeziona, concedendosi totalmente, a chiunque la faccia sentire importante, desiderata, a costo di rinunciare poco a poco alla propria dignità. Finché non rimarrà nulla cui rinunciare.
Una ragazza che ha "un mondo nel cuore, ma non riesce ad esprimerlo conle parole", ed allora prva a rifugiarsi nel linguaggio el corpo, quel suo corpo così bello eppure così tiranno da tenerla prigioniera, illudendola di speranze e negandole ogni affetto. Attorno a lei, bisognosa suo malgrado ed inconsapevolmente di comprensione, un carosello di maschi inetti, pusillanimi, vigliacchi e cialtroni, pronti a vampirizzare lei e chiunque altro non abbia la loro stessa caratura: commovente a questo proposito l'unico personaggio positivo (o pseudo tale) del film, l'attore fallito Bagini, disposto ad umiliarsi pur di compiacere il borioso Roberto e guadagnare qualche lira. Impietoso il ritratto che fa di lei uno scrittore, uno dei tanti uomini passati sulla sua pelle: "Il fatto è che le va tutto bene, è sempre contenta, non desidera mai niente, non invidia nessuno, è senza curiosità, non si sorprende mai, l umiliazioni non le sente; eppure, povera figlia, dico io, gliene capitano tutti i giorni. Le scivola tutto addosso, senza lasciare traccia, come su certe stoffe impermeabilizzate. Ambizioni, zero; morale, nessuna, neppure quella dei soldi, perché non è nemmeno un *******. Per lei, ieri e domani non esistono. Non vive neanche giorno dopo giorno, perché già questo la costringerebbe a programmi troppo complicati, perciò vive minuto dopo minuto..Prendere il sole, sentire i dischi e ballare sono le sue uniche attività...Per il resto è volubile, incostante, ha sempre bisognodi incontri nuovi e brevi, non importa con chi, con se stessa mai."
Un ritratto devastante che coglie nel segno, tranne quando crede che le umiliazioni scivolino via da Adriana senza lasciare traccia: ogni umiliazione subita scaverà un solco sempre più profondo,

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/03/2009 10.45.31
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quaker  @  28/02/2009 21:38:02
   8½ / 10
Non è e non può essere

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER una commedia all'italiana.
Bravissima la sandrelli, ben diretta da Pierangeli, e contornata da un gruppo di attori eccezionali: da Tognazzi e Mario Adorf, da Turi Ferro a Franco Nero, a EM Salerno, allo stesso Franco Fabrizi, a Manfredi, a Jean-Claude Brialy.
Che dire, scorre non sempre perfettamente, in qualche punto si dilunga forse troppo, ma in tante pagine è davvero poetico e poi permette di vedere, in tutte le salkse, quella grande attrice che (qundo vuole) è Stefania Sandrelli...

Brundle-fly  @  05/02/2009 16:11:22
   10 / 10
"Vedi Roma e puoi muori".
Un film che supera all'infinito i sociologismi felliniani de "La dolce vita": qui si parla d'invarianze antropologiche, d'una condizione che si perpetua da sempre in ogni luogo e tempo.
Solo 3 voti prima del mio? Bene. BENISSIMO.

Per altre info:
http://www.filmscoop.it/forum/forum_posts.asp?TID=8880&TPN=269
(pagina più, pagina meno).

Mauro Lanari

manera4  @  02/11/2008 10:25:18
   8½ / 10
Questo film affronta tematiche attualissime con una certa classe come oggi non si fà più.
Diventare famosi/e ad ogni costo.

Invia una mail all'autore del commento franx  @  18/12/2007 19:57:54
   10 / 10
Concordo al 100% con tutto quanto viene detto qui sotto.
Purtroppo di film che raggiungono tali livelli recitativi e che colpiscono così a fondo al cuore dello spettatore e della società non se ne fanno più.
Il cinema italiano non è morto, certo, però manca quella materia prima, gli attori, che caratterizzavano questi capolavori di una volta, in cui ti senti catturato dallo schermo, ti sembra di essere lì, nello stesso salotto, mentre Baggini imita il treno e mentre sei imbarazzato a morte.
Suggerisco, almeno, di vedere su youtube, alcuni spezzoni per apprezzare la carica recitativa e la spontaneità di tutti i mostri sacri del cinema italiano.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/04/2005 15:02:29
   9 / 10
In un clima post-boom e decenni prima dei reality, ma qualche anno dopo "lo sceicco bianco" o "bellissima" (che già incentivavano lo strumento dell'ammirazione/ambizione popolare prima del passaggio mediatico) Pietrangeli ha realizzato uno dei più sconvolgenti ritratti femminili del cinema italiano: Adriana. La ragazza di provincia che sfugge a una realtà conservatrice e contadina per entrare nei sogni di città e ritrovarsi, crescere, vivere o morire anche "dentro" (l'epilogo di Matteo nella Meglio gioventu' non è forse il medesimo? Paura e amore). Ma i sogni sono fatti anche di amarezza, di una nuova categoria di rapaci sociali che sfruttano gli inquieti meccanismi dello star-system, i veri Mostri a cui il nostro paese sembra inizialmente ribellarsi, salvo assolverli come oggetto di garantismo bieco e assoluto per gli anni a venire: pubblicitari truffatori (Manfredi), press-agent senza scrupoli (Fabrizi, i "vitelloni" di ieri sono i corrotti di oggi), oziosi senz'arte nè parte (Hoffman - i vitelloni esistono ancora, nelle caste borghesi soprattutto). Adriana vive a ridosso di tante esperienze, ama la vita che sembra non ricambiarla, fa una comparsa di poco conto, passa attraverso un'ingannevole e umiliante cinespot, incontra per strada individui che vivono la condizione crudele del tempo perduto (Baggini, un memorabile Tognazzi), spera e ama ancora, passando da un uomo all'altro per trovare qualcuno che l'ami veramente, arriva ad abortire un frutto della sua debolezza (o fame di vita). Adriana poi sola, con tutto il suo mondo di canzonette beat e le lacrime versate fino alla fine. C'è già in "io la conoscevo bene", tutto il declino della società Italiana, l'arma letale che costringe gli altri a difendersi senza averne la forza. Quegli altri che, come Adriana, entrano nel meccanismo vuoto e fagocitante delle promesse mancate, dell'opportunismo e delle forme illiberali e anonime dell'abuso di potere. Un manifesto di crudeltà quasi disarmante, mentre tutto il resto rimane inevitabilmente "fuori". O dentro l'anima ferita che ci riconosca. Indubbiamente la Sandrelli migliore di sempre

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